
La nascita, la diffusione, l’euforia. E poi qualche, grosso, cedimento, con il crack di alcuni servizi storici. Perfino una morte sospetta.
Bitcoin, nella sua giovane età, appena cinque anni, ha conosciuto gli
alti e i bassi di un romanzo di Dan Brown o di Michael Crichton, dove
scienza e tecnologia si amalgamano al mistero e a una narrazione senza
troppi fronzoli. Perché, anche nel caso di Bitcoin, fronzoli non ce ne
sono, visto che parliamo di una moneta elettronica che muove miliardi di
dollari. Dollari veri. Ma c’è pure il mistero, perché se è vero che di
Bitcoin si sa quasi tutto, è pur vero che, scavando a ritroso, alla
ricerca della sua origine, si arriva a un nome: Satoshi Nakamoto. È lui,
il creatore di Bitcoin. È lui, l’origine del Big Bang che ha creato un
nuovo modo di intendere l’economia, pronto a far tremare governi e
istituti bancari. È lui che, nel 2008, pubblicò un documento nel quale
descriveva tecnicamente la sua idea di cripto-moneta. Peccato che lui
non esista, o meglio, quel nome giapponese sia ritenuto un bellissimo
pseudonimo.
Dopo la pubblicazione del documento, nel
2009 Nakamoto sviluppa il primo software necessario per far partire il
sistema, e genera il primo Bitcoin. Da quel momento, lo perfeziona di
continuo, con l’aiuto di sviluppatori di tutto il mondo. A partire dal
2010, i suoi interventi iniziano a diradarsi, fino alla completa
scomparsa. Di Satoshi Nakamoto si perdono le tracce, anche se si stima
che sia in possesso di circa un milione di Bitcoin, che equivalgono a
oltre 460 milioni di euro. Se fosse vero, una montagna di soldi, che
spiegherebbero come mai questo personaggio abbia preferito ritirarsi a
vita privata, ibernando il suo pseudonimo. Probabilmente, scoprire chi
si cela dietro a Nakamoto non serve a molto. Non servirà a ripristinare Mt. Gox e Flexicoin,
né a delineare il futuro di una moneta elettronica che, ormai, vive di
vita propria. Però questa caccia all’uomo del mistero è una delle più
gettonate in Rete, e Newsweek ha accettato la sfida. E dopo aver pensato di averla vinta, ha scoperto - grazie al controscoop quasi immediato dell’Associated Press - di averla in realtà persa. E se è vero quanto dice Ap, l’ha persa davvero male.
«Quanto
durerà tutto questo circo mediatico?», si chiede nella lunga
intervista, due ore, rilasciata in esclusiva all’Ap Dorian Prentice
Satoshi Nakamoto, 64 anni, l’uomo indicato da Newsweek come il creatore
dei Bitcoin e che all’agenzia di stampa rivela in realtà di non sapere
minimamente che cosa sia la cripto-moneta. E di averla scoperta tre
settimane fa quando suo figlio gli ha detto di essere stato contattato
dal settimanale americano. Nakamoto conferma che molto di quanto scrive
Newsweek è corretto, il suo lavoro come contractor - da programmatore -
per la Difesa americana, ma che il “titolo” è sbagliato. E l’Ap butta lì
che il magazine l’ha usato per rilanciare la sua versione stampata dopo
15 mesi di solo online. Cattiverie tra giornalisti.
L’uomo del
(non) mistero è così schivo da aver chiamato due poliziotti non appena
la cronista di Newsweek ha bussato alla sua porta. E si può solo
immaginare il panico seguito allo “scoop” quando è stato letteralmente
tempestato di telefonate dalla mattina al pomeriggio. Quando, come
racconta Ap, ha accettato di essere intervistato da loro chiedendo un
pranzo gratis. E così è stato, un sushi consumato negli uffici della
Associated Press a Los Angeles. Dove l’uomo nato a Beppu in Giappone ha
raccontato la sua vita, l’arrivo negli Usa da bambino nel 1959, racconto
del tutto aderente a quanto scritto dal magazine tranne il finale “a
sorpresa”. Finale che la giornalista di Newsweek, Leah McGrath Goodman,
difende così come la sua testata, mostrando mail e quant’altro. Ma
Nakamoto nega ogni cosa e l’inghippo sta forse tutto nel suo impegno con
il Governo americano che gli ha richiesto di firmare contratti
“confidenziali”. Dunque non rivelabili.
Ma che mister Nakamoto
non sia QUEL Nakamoto (o magari lo è davvero, e sarebbe nelle cose in
realtà negarlo) non cambia nulla sullo stato delle cose, difficile come
dicevamo, dei Bitcoin. Perché la creatura è tecnicamente talmente
perfetta che è indipendente dal creatore. Dal punto di vista tecnico,
appunto, di Bitcoin si sa tutto, e lo stesso documento originario
di Nakamoto spiega tutto quel che c’è da sapere. Sono gli essere umani,
non programmati, a essere imperfetti. E la (non) scoperta di Newsweek
lascia dunque irrisolti enigmi più complessi e urgenti: il futuro, la
sicurezza e la sostenibilità di Bitcoin. Sarebbe bello chiedere a quel
signore così riservato la soluzione, e sentirsela dire con un monologo a
effetto. Anche se non è QUEL Satoshi Nakamoto.