Il medioevo in Occidente II
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Se per tutto l’Alto Medioevo manca una vera e propria scienza o filosofia della natura legata alla medicina, tra il XI e il XIII secolo si iniziò un processo volto alla ricostituzione di una medicina a fondamento prevalentemente teorico a partire dai primi, concreti tentativi fatti dai medici salernitani sulla base della disponibilità dei testi arabi di medicina, tradotti in quel periodo in ambito cassinense da Costantino l’Africano. E' proprio grazie alle traduzioni di Costantino che nasce a Salerno, città già rinomata come luogo di terapia e di medici esperti. la prima Scuola medica modernamente intesa, dove l'insegnamento, svolto secondo modello della glossa al testo di alcuni ambienti universitari parigini, può avvalersi di un cospicuo corpus testuale raccolto in una silloge chiamata Articella.
L'insegnamento della medicina viene rapidamente appannaggio delle grandi università cittadine: Padova, Bologna, Pisa ma anche Montpellier. Dopo la metà del XIV secolo, con la ripresa del pensiero aristotelico, all'Articella si affiancherà il Canone della medicina del medico persiano dell'XI secolo Ibn Sina, latinizzato in Avicenna e tradotto presso la corte di Toledo. Questo è il periodo della massima espansione del potere sociale del medico, generalmente addottorato in una delle grandi Università italiane.
La Grande Peste del 1348 metterà in crisi sia la società medievale europea che gli stessi medici che per la prima volta si trovavano di fronte un morbo sconosciuto dai testi antichi e "moderni" e rapidamente letale. Inizia così un lento declino del galenismo, che comunque durerà ancora molto a lungo e nonostante le nuove scoperte scientifiche dal XVII e XVIII secolo.