Titolo:
Temi:
Autori:
Contenuti e fonti:
Funzionalità:
Obiettivi e pubblico di riferimento:
Architettura web, chiarezza, navigabilità - da 1 (min) a 5 (max):
Accessibilità e ricercabilità dei dati - da 1(min) a 5 (max):
Qualità grafica, impatto visivo - da 1 (min) a 5 (max):
Valutazione dei contenuti: rilevanza del tema - da 1 (min) a 5 (max):
Ricchezza dei contenuti - da 1 (min) a 5 (max):
Qualità di apparati introduttivi, e istruzioni - da 1 (min) a 5 (max):
Giudizio complessivo:
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Titolo:

“Il ’68 lungo la via Emilia”

Temi:

Un progetto di ricerca nella ricorrenza del cinquantesimo anno dal ’68 e sul movimento studentesco ma con lo sguardo volto ad un territorio ben delimitato e non grande, quello dell’Emilia Romagna e delle città poste lungo la “via Emilia”, volutamente per approfondire ed interpretare gli eventi che in loco lo caratterizzarono e conservarne la memoria storica valutando, a tal fine, le tante somiglianze e differenze che provincialmente lo contraddistinsero e il loro unitario raccordo regionale per una visione della “stagione del ’68” e della “generazione di giovani emiliani” che vi partecipò, un movimento parte di un fenomeno che contemporaneamente allora  coinvolse studenti di moltissime parti del mondo, dall’Italia alla Francia ed altre parti di Europa, all’America ed al Giappone.

Il progetto di ricerca esamina tale calda stagione con una piccola lente, quella “provinciale”,  una lente capace tuttavia di ben scrutare tra gli eventi studenteschi sessantottini e nei luoghi di protesta, nelle manifestazioni di piazza od occupazioni di scuole ed università, oltre che tra le diverse e variegate espressioni artistiche locali che tanto lo caratterizzarono in Emilia Romagna con la disamina di una considerevole quantità di fotografie, video, filmati o per voce dei “protagonisti” di allora. Consente di scoprire e visionare una grossa mole di materiale conservata in tanti archivi storici sia pubblici che privati in Emilia Romagna, che sono risultati tutti  molto ricchi di scritti, articoli, libri, manifesti, volantini ciclostilati e manoscritti, in una parola: fonti rimaste a lungo nascoste o comunque poco note.

Un progetto di ricerca e studio, inoltre, sugli accadimenti storici e sulle innovazioni e cambiamenti susseguiti al “vento” sollevato dal movimento studentesco allora nella società, sulle loro interconnessioni fattuali o sulle vicende politiche e sociali, ad esempio: sulle lotte per il conseguimento di tutele dei lavoratori (che sfociarono nella legge n. 300 del 1970, c.d. “Statuto dei lavoratori”) o per la conquista di diritti civili quali le leggi sul divorzio, aborto e, successivamente, di riforma del diritto di famiglia nella metà degli anni ’70, oppure su aggregazioni politiche o l’associazionismo e sull’incidenza o meno avuta sugli accadimenti del decennio successivo.

 


Autori:

Il progetto di ricerca è stato curato “in Rete” dagli Istituti storici regionali dell’Emilia Romagna ed è stato realizzato con il contributo della legge regionale Emilia Romagna n. 3/2016 di “Memoria del Novecento. Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento”, nella specie attraverso l’apporto di molti qualificati studiosi, tutti nominativamente indicati nel portale alla voce “Crediti” (cui si accede dalla griglia/drop down menù, posta a destra ed in alto in ciascuna pagina del portale) contenente tutte le inerenti informazioni utili per l’utente, nella specie:  a) “Ricerca, cronologia e glossario”: William Gambetta, Centro Studi Movimenti di Parma; Alberto Molinari, Istituto storico di Modena; Federico Morgagni, Istituto storico di Forlì; b) “Luoghi e archivi”: Iara Meloni, istituto storico di Piacenza; Marco Minardi, istituto storico di Parma; Valentina Bocchi, Centro Studi Movimenti di Parma; Giacomo Prencipe, Istituto Storico di Reggio Emilia; Chiara Lusuardi, Istituto storico di Modena; Luca Pastore, Istituto storico Parri Bologna; Fabrizio Billi, Istituto storico Parri Bologna; Luisa Cigognetti, Istituto storico Parri Bologna; Elena Paoletti, Istituto storico di Forlì; Fabrizio Monti, Istituto storico di Forlì; Giuseppe Masetti, Istituto storico di Ravenna; Elisa Gardini, Istituto storico di Rimini; Luca Rossi, Istituto storico di Rimini; Vito Contento, Istituto storico di Ferrara; Pietro Pinna, Istituto storico di Ferrara;  c) “Videointerviste”: Luisa Cigognetti, Istituto storico Parri Bologna; Gisella Gaspari, Istituto storico Parri Bologna; Maria Irene Venturi, Istituto storico Parri Bologna; d) “Coordinamento generale”: Metella Montanari, Istituto storico di Modena; e) “Coordinamento portale” Chiara Lusuardi, Istituto storico di Modena; f) “consulenza storica”: Mirco Dondi, Università di Bologna; Marica Tolomelli, Università di Bologna; Stefano Bulgarelli, Musei Civici di Modena; g) archivi fotografie e documenti: Istituti storici della Resistenza dell’Emilia-Romagna e Centro Studi Movimenti di Parma. Inoltre con uso digitale di foto e documenti: Archivio e Biblioteca comunale di Forlì; Archivio Franca Rame, Forlì; Archivio Franco dell'Amore, Forlì; Archivio privato Alberto Spagnoli e Paola Guerra; Archivio privato Danilo Montanari editore, Ravenna;  Archivio privato Giovanni Ferraguti, Parma;  Archivio privato Giovanni Passera; Archivio privato Arvedi-Binelli, Piacenza; Archivio privato Prospero Cravedi, Piacenza; Archivio storico comunale di Parma; Archivio storico dell’Università di Bologna; Archivio Storico della CGIL di Bologna - Archivio Paolo Pedrelli; Biblioteca Gambalunga, Rimini; Biblioteca Malatestiana, Cesena; Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia; Centro documentazione donna, Modena; Comune di Modena - Galleria Civica di Modena; Fondazione fotografia - Fondazione Modena Arti Visive, Modena; Servizio urbanistica, Cesena; h) Portale: Bradypus Communicating Cultural Heritage; i) Logo: Erika Vecchietti; l) Template: Valerio Bellucci


Contenuti e fonti:

Il portale si apre direttamente nella pagina Home” che, come le successive, presenta (in alto a destra) il “menù” di navigazione a più voci, una griglia drop-down di accesso a numerose pagine e tra esse, oltre la  “Home”,  anche:  - “Progetto”,  -“Luoghi”,  -“Archivi”,  -“Video Interviste”,  -“Glossario” e  -“Crediti”.

In ciascuna (nella parte bassa della pagina) è  posto l’invito:  “Contattaci!”,  con richiesta di mettere a disposizione del progetto di ricerca l’eventuale: “…fondo privato di materiale (fotografie, documenti, pellicole, ecc.) sul '68 in Emilia-Romagna” da ciascun visitatore posseduto e di farlo “direttamente” scrivendo, attraverso il sito, agli organizzatori: la Rete Istituti Storici dell’Emilia Romagna, il Centro Studi Emilia Romagna e la Regione Emilia Romagna (e fornendo a lato i links di loro verifica o conoscenza informativa).  

Nella “Home”, oltre a significative immagini fotografiche d’epoca tratte dagli archivi regionali, è subito posto un breve testo, intitolato “Vietato Vietare“, titolo che richiama lo slogan che nel ’68 gli studenti in tutto il modo scandivano nelle piazze o scrivevano sui manifesti e striscioni, cui segue una breve descrizione introduttiva storica di quell’anno e delle particolarità che lo caratterizzarono, del progetto di ricerca e degli obiettivi perseguiti, e quindi una mappa interattiva suddistinta sia  per “Contenuti per provincia”, nella specie le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Forli-Cesena, Ravenna, Rimini, e sia per singoli “Luoghi del ‘68” con loro geolocalizzazione indicata da segnaposto, o per “Archivi”, con panoramica dei diversi fondi archivistici e documentari regionali censiti, infine con le “Videointerviste” di protagonisti e protagoniste di allora.

Nella seconda pagina “Progetto”, il visitatore è informato che il portale è stato frutto di una ricerca regionale curata dagli Istituti storici dell’Emilia Romagna in Rete, in collaborazione con l’Accademia regionale locale e con la Regione Emilia Romagna nonché che è stato realizzato usufruendo del contributo di cui alla legge regionale n. 3/2016 “Memoria del Novecento. Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento”. Viene, quindi, evidenziato che nella sua prima fase di lavoro la ricerca aveva riguardato lo studio del movimento studentesco in Emilia Romagna nel biennio 1967-1969 e nell’ambito provinciale degli studenti medi o universitari, ma che invece nella seconda fase il progetto era stata allargata anche alla disamina di altri fenomeni significativi per la comprensione del detto periodo, individuati negli aspetti culturali, artistici e musicali,  sociali e politici in quanto, secondo gli organizzatori, seppure ognuno fosse stato caratterizzato da proprie specificità o comunque potendo su tutti essi avere inciso la diversità delle situazioni nelle città della regione, tutti comunque -nella loro globalità- costituivano punti di congiunzione caratterizzanti la stagione del ’68.

Per le successive pagine del “menù” e dunque nella terza “Luoghi”, nella quarta “Archivi”, nella quinta “Video Interviste” e nella sesta “Glossario” è posto in evidenza che, in fase progettuale, si era reperito/visionato/studiato il materiale archivistico conservato presso gli Istituti Storici od Archivi, pubblici e privati, ma anche ulteriori fonti, quali le fotografie e video-interviste di testimoni “diretti” del movimento del ’68, essendosi voluta dare una narrazione “dinamica” e non di classico approccio storico in particolare con l’uso di  fonti iconografiche ed orali, allo scopo di consentire al singolo visitatore, attraverso il suo percorso di ricerca, la possibilità di esplorare e conoscere i fatti anche da soggetti “collettivi” che avevano partecipato alla stagione del ’68 quali “…produttori di fonti documentarie di differenti tipologie” (scelta questa che appare in sintonia e quasi in continuità con quella delle aperture dei musei “all’esterno ed al sociale”, introdotta allora dalla c.d. Nouvelle Muséologie e nata dal maggio ’68 francese), ponendo ben in evidenza gli organizzatori nel progetto che forte contributo a tale “narrazione dinamica” era stato dato dalla: “…mappatura dei luoghi più significativi in ciascuna provincia”, una carta storico-geografica di eventi e temi rappresentati o di quanto simboleggiavano tramite GIS (sistema di collegamento in ambiente digitale delle informazioni dei luoghi geografici alle informazioni testuali).  

Nella pagina, inoltre, dedicata al “Progetto” il visitatore viene informato dell’avvenuta pubblicazione cartacea della ricerca storica svolta (libro “open access”, liberamente scaricabile dall’indirizzo: https://books.bradypus.net/sessantotto_lungo_via_emilia) ed altresì che il progetto del “Portale” era susseguito a un convegno di studi, organizzato nel 2016, dell’Istituto Storico di Modena, del Laboratorio sui Movimenti negli anni settanta di  Modena e del Centro Studi Movimenti di Parma per la ricorrenza dei 50 anni del movimento studentesco del ’68.  Viene, infine, posto nel progetto in evidenza che il lavoro è stato implementato da “parole-chiave” contenute nella sezione “Glossario” (una decina circa) attraverso cui era possibile ri-andare alle mappe tematiche dei luoghi regionali; che la “Cronologia” è concentrata sul biennio 1967-1969 e che in “Credits” sono indicati i nominativi degli enti, pubblici e privati, nonché degli studiosi coinvolti nel progetto, oltre che le collaborazioni accademiche.

 


Funzionalità:

Il sito utilizza un portale creato da Bradypus Communicating Cultural Heritage s.a.s., società specializzata nella comunicazione del patrimonio culturale, per la Rete degli Istituti Storici dell’Emilia Romagna, con grafica di Erika Vecchietti e soluzioni online per dati GIS “webGIS” (strumento di visualizzazione, interrogazione, creazione, sviluppo e condivisione di mappe che usa come piattaforma la rete internet), che permette di visualizzare l’intero territorio regionale o singole città dell’Emilia Romagna e le loro provincie (tanto alle pagine “Luoghi” che “Archivio”) con possibilità di aumentare o diminuire lo zoom per una migliore geolocalizzazione (con appositi pulsanti in alto a sinistra della mappa o con “scroll” del mouse).

Tutte le mappe contengono “segnaposti” selezionabili tramite cui, cliccando sui punti di interesse, si apre la finestra con l’indicazione del luogo (es. Piacenza, Consultorio Autogestito via Genocchi) e successiva possibilità di leggere la scheda di descrizione o degli eventi occorsi o di vedere le fonti a corredo (ad es.  nella voce del Consultorio piacentino: un volantino ciclostilato proveniente dall’archivio di un “privato”, materiale fotografico oltre alla menzione di una tesi di laurea di UNIParma) o di utilizzare i Tag di rimando a “parole chiave” contenute nel Glossario od alla mappa interattiva posta in basso.

Per ogni fonte (stampati, manoscritti, grafica, monumenti, registrazioni sonore) c’è possibilità di  visualizzazione e di vedere, nel dettaglio, il suo contenuto (titolo, autore, pubblicazione, descrizione e altro).

Nel portale è possibile navigare in modo fluido, intuitivo, comunque agevolmente.

Il menu è chiaro, esplicativo e ben strutturato, permette al visitatore di orientarsi con facilità e gli rende possibile l’organizzazione, gestione ed analisi dei dati inseriti.

Il sito è “open access”, tutti possono liberamente accedervi e consultarlo ed è rivolto a studiosi, ad accademici, studenti ma anche semplici visitatori interessati al tema ed inoltre è “web responsive”, ovvero capace di adattare il proprio layout automaticamente in base ai parametri del dispositivo tramite cui vi si accede.

Ha finalità storiche, divulgative, didattiche, in generale culturali.

E’ tuttora in costante accrescimento e conseguente suo aggiornamento dopo l’acquisizione e digitalizzazione delle nuove fonti, documentali od iconografiche, da archivi di soggetti privati.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo del progetto è esplicitamente dichiarato nella “Home” e può dirsi oramai largamente raggiunto fornendo il portale un approfondito quadro di conoscenza sul ’68 e movimento studentesco in Emilia Romagna a qualsivoglia visitatore che lo esplori, sia esso studioso, docente, studente o semplice curioso di tale stagione storica, politica e culturale e delle sue esplicitazioni e specificità tanto provinciali o regionali oltre che sulle continuità e divergenze tra il centro (Bologna, capoluogo regionale) e la realtà della periferia delle città emiliane.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    5
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

Il portale, molto ricco e ben progettato, è “open access” e chiunque può liberamente accedervi e consultarlo, tanto studiosi accademici, che studenti o visitatori comunque interessati al tema.

La scelta di una narrazione “dinamica” rende la risorsa digitale particolarmente innovativa, certamente stimolante per l’uso di “linguaggi differenti” che intersecano l’immagine al racconto ed alla descrizione storica,  il tutto completato da una veste cromatica elegante ed incisiva, che attrae.

L’architettura web è intuitiva, chiara, e non necessità della presenza di una maggiore guida alle funzionalità del progetto e, peraltro, la progettazione risponde ai criteri del “responsive design”, essendo ottimizzato per schermi di ogni forma e dimensione.

Tutte le singole voci ed i luoghi del sito sono ben indicati e consultabili con grande facilità permettendo al visitatore di visualizzare i dati estratti da una rilevante quantità di fonti e di farlo liberamente secondo i propri interessi di studio o le pregresse conoscenze tematiche.

Soddisfa l’obiettivo perseguito, quello di fare meglio conoscere e valutare cinquanta anni dopo il periodo storico del ’68 e di farlo attraverso la “lente” prescelta, quella dell’ambito emiliano per un attento sguardo agli accadimenti che lo contraddistinsero in Emilia Romagna e, per tale via, fare conoscere e divulgare la storia del “Movimento studentesco della gioventù emiliana” e di studenti medi ed universitari della regione,  il suo maggiore pregio questo ma al contempo, a ben vedere, anche il suo limite, mancando poi uno sguardo d’insieme, “di raccordo” (anche stringato), al maggiore fenomeno che coinvolse allora contemporaneamente gli studenti di tante parti d’Europa e d’America in un unico grido “corale”, quello di una necessaria e non più procrastinabile innovazione culturale. Il progetto di ricerca non è ancora giunto al suo punto di arrivo, continuano infatti le acquisizioni di materiale dagli archivi di singoli privati e in futuro, pertanto, detto limite eventualmente ben può essere superato.

Il progetto di ricerca, nel residuo, non presenta punti ulteriori rilevanti di criticità, si possono nondimeno fare taluni rilievi per contribuire a migliorare la risorsa e la diffusione, osservandosi che:

- è solo in lingua italiana, fatto che preclude la possibilità da parte di visitatori di “altre nazionalità” di poterne usufruire;

- non vi è una reale e libera possibilità di ricerca testuale “per parola” che pur potrebbe aiutare il visitatore a ridurre la selezione tra la quantità di materiale disponibile e indirizzare verso una ricerca mirata;

- non è stata realizzata a corredo nel web una “App”, che avrebbe amplificato la sua diffusione e conoscenza.


URL: https://viaemilia68.it/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Carla Marina Lendaro
Immagine:
Data della recensione: 7 febbraio 2023


Titolo:

“Memorie in cammino”

Temi:

Un progetto di ricerca e divulgazione digitale di fonti storiche ideato e realizzato dall’Istituto Alcide Cervi, una piattaforma web multimediale ricca di materiale (fotografie, immagini, documenti e testimonianze) che volutamente -come dichiarato nel sito medesimo-  sono tasselli di un mosaico che: “…rappresenta l’Italia nella complessa trasformazione che va dal 1922 al 1945, dall’avvento del Fascismo fino alla Liberazione, con uno sguardo ai primi passi della democrazia nel nostro Paese”, un periodo molto drammatico e complesso della nostra storia nazionale a conclusione del quale è nata la Repubblica ed è stata scritta la nostra Carta Costituzionale.

Un progetto di ricerca con ad oggetto il segmento cronologico che va dal 1922 al 1945 (in realtà 1947) e che esamina la storia contemporanea italiana attraverso variegate fonti, primarie e secondarie, su: fascismo, antifascismo, seconda guerra mondiale, deportazione, resistenza “per ricordare” e “per fare ricordare” e, soprattutto, “per non dimenticare” nel decorrere del tempo i tragici eventi che caratterizzarono tale ventennio.

 

 


Autori:

Il progetto di ricerca è stato ideato dall’Istituto Alcide Cervi in collaborazione con BCC Cassa Padana.

Nel sito si legge che per la sua realizzazione sono stati coinvolti ben 150 soci dell’Istituto Alcide Cervi, oltre ad altri soggetti non meglio individuati nella pagina del menù  “Progetto” se non, genericamente, quali istituti storici, associazioni locali, archivi pubblici e privati, precisandosi che i medesimi avevano contribuito mettendo a disposizione degli organizzatori le fonti storiche che erano in loro possesso (poi tutte digitalizzate), nominativi nondimeno parzialmente evincibili con una esplorazione (non intuitiva né semplice) della pagina di menù della “Mappa dei Soci” (ove tuttavia vengono individuati solo in 115). Tale pagina si apre su una mappa multimediale dell’intero globo e con l’Italia contrassegnata in rosso, cliccandovi sopra è poi possibile, con l’ausilio di ulteriori segnaposti di geolocalizzazione, conoscerne i nominativi di detti soggetti pubblici o privati e leggere una loro sintetica scheda informativa.

La pagina di menù “Progetto” quanto agli “autori” riporta soltanto l’indicazione di un c.d. “STAFF”, composto da: -Responsabile del progetto: Mirco Zanoni; -Coordinatrice della Redazione: Gabriella Gotti; -Responsabile tecnico: Giacomo Armando Rossi; -Ufficio Stampa Istituto Cervi: Liviana Davì; -Grafica: Roberta Bruno; -Settore video: Silvano Treccani; -Settore fotografico: Valerio Gardoni; e un’ulteriore indicazione dei “CONTATTI” per eventuali necessità dei visitatori: -email: redazione@memorieincammino.it e tel. 0522678356 Gabriella Gotti – Mirco Zanoni


Contenuti e fonti:

Il portale si apre in “Home”, pagina ove è raffigurata l’incisiva immagine del grande “Albero MIC” che è anche il logo. Tale immagine iconografica, è presente in tutte le pagine che compongono il progetto di ricerca, del quale è anche “strumento di navigazione”, espressamente, per esplorare le: “…storie di donne e di uomini nei luoghi dell’Antifascismo, della guerra e della Resistenza” attraverso le 1178 fonti raccolte, un “albero” dove sono anche rappresentate con “icone” come i suoi “frutti”, le molte biografie presenti (circa 400); le “parole-chiave” selezionate (circa 150, ognuna con nota di descrizione, richiami bibliografici o di siti di informazione ulteriore);  gli “eventi” tra il 1922 ed il 1947 (ove per molti, troppi, anni tuttavia nulla è leggibile, in particolare per gli anni: 1923, 1925, 1926. 1927, 1928, 1929, 1930, 1931, 1932, 1933, 1934 e 1937);  la “cronologia” (non funzionante al momento); i “percorsi” (ad oggi solo quello di “storie di donne”); modalità di navigazione molto innovativa e che mira ad essere coinvolgente per i visitatori, siano semplici curiosi, esperti di storia, docenti o studenti.

Nella “Home”, oltre alla possibilità di un pronto accesso ai molti video contenenti le testimonianze dei protagonisti e protagoniste di allora (tutti indicati nominativamente, con immagini fotografiche a corredo dei riquadri), attraverso un “botton menù”  si apre la visione de pagine oltre a quella iniziale,  nella specie:  -“Il Progetto”; -“L’Istituto Alcide Cervi”; -“Come Aderire”;  -“La Mappa dei soci”; -“La Mappa delle persone”; -“La Mappa degli eventi”; -“La Mappa dei luoghi”; -“La Mappa delle donne” da cui visitatore viene informato del contenuto del progetto di ricerca, delle modalità attraverso cui si è estrinsecato e della storia dell’Istituto Alcide Cervi uno dei testimoni della Resistenza ed il padre di sette figli “martiri dell’antifascismo”,  noto ed illustre Istituto costituito ancora cinquanta anni fa, il 24.4.1972, per iniziativa dell’Alleanza Nazionale dei Contadini, oggi Conf-Agricoltori, oltre che dell’ANPI-Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, della Provincia di Reggio Emilia e del Comune di Gattatico,  a cui è stata riconosciuta “Personalità Giuridica di valenza nazionale” dalla Presidenza della Repubblica con il D.P.R. 18.7.1975 n.533.   Ed ancora dal menù il visitatore ha la possibilità di viaggiare liberamente in quattro mappe interattive tematiche: quella dei soci, dei luoghi in molte parti d’Italia, delle persone (circa 400 biografie) e delle donne (101 biografie), mappature storico-geografiche presentate tramite GIS, sistema di collegamento in ambiente digitale delle informazioni dei luoghi geografici alle informazioni testuali.


Funzionalità:

Nel portale non è indicato “in che anno” e “chi” materialmente lo ha creato e realizzato per l’Istituto A. Cervi. Utilizza mappe GoogleMaps e soluzioni online per dati GIS (strumento di visualizzazione, interrogazione, creazione, sviluppo e condivisione di mappe che usa come piattaforma la rete internet) che consentono di aumentare o diminuire lo zoom (con appositi pulsanti in alto a sinistra della mappa o con “scroll” del mouse). Tutte le mappe inserite, inoltre, contengono “segnaposti” selezionabili e consentono al visitatore, cliccando sui punti di proprio interesse, di aprirne singole finestre, contenenti l’indicazione del luogo, e poi di leggere la scheda di descrizione di biografie o eventi a suo corredo nonchè vedere le fonti (diari, lettere, documenti, testimonianze) oppure di utilizzare per avere una maggiore informazione i tag delle “parole testuali” del Glossario segnalategli (e che, inoltre, sono ivi suddistinte con un indice alfabetico o richiamate visivamente  nella detta pagina con mappatura grafica e contrassegni di diversa grandezza e colore per distinguerle a seconda della specifica rilevanza).

Il “menù” è abbastanza chiaro, esplicativo e sufficientemente strutturato, permette sufficientemente al visitatore di orientarsi e gli consente l’organizzazione, gestione ed analisi dei dati.

Il sito è “open access”, tutti possono liberamente accedervi e consultarlo ed è rivolto a studiosi, ad accademici, studenti ma anche semplici visitatori interessati al tema, inoltre è “web responsive” ovvero capace di adattare il proprio layout automaticamente in base ai parametri del dispositivo tramite cui vi si accede.

Il progetto di ricerca ha finalità storiche, divulgative, didattiche, in generale culturali. E’ in costante accrescimento e conseguente suo aggiornamento a seguito dell’acquisizione e digitalizzazione delle nuove fonti, documentali od iconografiche, dagli archivi di soggetti privati o pubblici, che sono stati nel portale espressamente invitati nel portale a contribuire all’implementazione del materiale nella pagina “Progetto” alla voce: “Come Aderire” ed ove è posto in evidenza che il sito Memorieincammino.it  è progettato per espandere i propri contenuti “senza limiti” e che fonti/luoghi/eventi/biografie/parole-chiave sono costantemente in crescita giorno in giorno.

Il sito è collegato web ai Social Facebook ed Instagram.  


Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo del progetto è esplicitamente dichiarato nella “Home”: rappresentare attraverso un quadro sfaccettato, un mosaico di tanti frammenti interconnessi, un complesso e difficile periodo storico della vita nazionale, quello intercorso dal 1922 al 1947 e dall’avvento del Fascismo fino alla Liberazione e poi alla nascita della Repubblica, “per ricordare” e “per fare ricordare” e, soprattutto, “per non dimenticare”.

Un progetto ambizioso e in fase tuttora di realizzazione, ancora non pienamente conseguito, rivolto ad ogni tipologia di visitatore, da semplici curiosi a studenti o loro docenti oltre che studiosi accademici, in una parola ad un pubblico variegato appassionato della materia.
Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Il portale è ancora in fase di completamento, incompletezza che traspare sin dal primo suo esame, tanto negli eventi inseriti che nelle annualità del ventennio o nelle schede biografiche esaminate, lo scopo che tuttavia persegue appare estremamente importante e va auspicato, quindi, un rapido suo completamento con fondi e risorse adeguati alle rilevanti sue finalità perseguite.

L’architettura web del sito non sempre è completamente intuitiva o comunque chiara ed andrebbe migliorata (quantomeno con esplicitazioni ulteriori circa le modalità d’Accesso dall’albero MIC e sull’uso delle pagine).

La veste grafica è accattivante, così come il logo che lo contraddistingue, il bel “Albero MIC” che, non solo contrassegna il progetto, ma è uno strumento di esplorazione per i visitatori per reperire eventi/biografie/luoghi ricercati attraverso le icone presenti.

Seppure in fase ancora di realizzazione risulta nondimeno molto ricco di materiale (ben 1178 fonti, tra cui circa 400 biografie) e progettato in una forma molto innovativa, che attrae ed invita all’esplorazione.

E’ “open access” e chiunque può liberamente accedervi e consultarlo, tanto studiosi accademici, che studenti o visitatori, comunque, interessati al tema.

La sua progettazione risponde ai criteri del “responsive design”, essendo ottimizzato per schermi di ogni forma e dimensione.

Il sito, al momento, soddisfa parzialmente l’importante obiettivo perseguito.

Attualmente vi si riscontra la carenza di fonti tematiche e di molti, pur necessari, dati (ad esempio sono nella voce “eventi” vuote le pagine di una dozzina di anni del ventennio esaminato oppure in “percorsi di donne” sono assenti figure importanti come Marisa Rodano o Tina Anselmi) o mancano informazioni progettuali rilevanti (quali le indicazioni: degli “autori” , nominative oltre che professionali; oppure dei dati tecnici di progettazione, non menzionate) od ancora talora i dati indicati risultano contraddittori (quali il numero di “collaboratori-soci” indicati nel Progetto o nella “mappa dei soci”, rispettivamente 150 e 115) fatto che limita la valenza scientifica del portale.  Il progetto di ricerca, tuttavia, non è ancora giunto al suo punto di arrivo ed è tuttora in fase di realizzazione e continua anche l’acquisizione di fonti da privati/enti/associazioni e tale carenza in futuro potrà essere superata, così come quella dell’essere il sito solo in lingua italiana (che preclude la possibilità di poterne usufruire a visitatori di “altre nazionalità”) o l’assenza della possibilità a chi lo visita (nonostante le 150 parole chiave nel glossario) di una libera ricerca testuale, che aiuta a ridurre la selezione della quantità di materiale disponibile e indirizza verso una ricerca mirata.


URL: https://www.memorieincammino.it/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Carla Marina Lendaro
Immagine:
Data della recensione: 7 febbraio 2023


Titolo:

Gilda Historiae

Temi:

Il sito vuole proporre una condivisione di un’esperienza digitale sulle storie delle rievocazioni medievali, soffermandosi sulle usanze e costumi del Medioevo e inizio Rinascimento che vengono adoperati da parte delle comunità coinvolte nella realizzazione dell’evento. Scorrendo nella Home page il sito spiega che cosa sia l’associazione Gilda Historiae e quanto questa sia presente nelle più importanti manifestazioni di rievocazione storica in collaborazione con le maggiori associazioni rievocative italiane

Autori:

Nella Home page, scorrendo leggermente verso il basso, viene presentata l’associazione. Interagendo sul tasto scopri chi siamo si aprirà un’altra pagina dove vengono presentati l’associazione e l’obiettivo del sito. Tornando alla Home Page si può accedere alla pagina precedente in un altro modo grazie al menù “a tendina” interagendo sulla voce Chi siamo. Infine, viene presentato, scorrendo a piè di pagina, un indirizzo mail (francesca.gildahistoriae@gmail.com) attraverso il quale si può contattare direttamente una delle persone coinvolte all’interno dell’associazione. 


Contenuti e fonti:

Nella Home Page l’utente viene accolto da un’immagine dove viene rappresentato un esempio di rievocazione medievale; scorrendo per tutta la pagina si ha la possibilità di poter interagire su più voci per poter avere maggiori informazioni ed entrare nelle rispettive banche dati relative ai determinati argomenti. La prima voce che cattura lo sguardo dell’utente riguarda la presentazione dell’associazione ed il suo intento. Si ha poi la possibilità di poter accedere alle diverse voci presentate nel menù tramite le voci scopri di più nelle voci attinenti ai Workshop (Gilda Historiae propone un sistema strutturato su diversi livelli di seminari e workshop di tessitura a tavolette, ricamo, acconciature, cucito storico per la realizzazione di veli e cuffie di S. Brigida), Living History (Gilda Historiae è presente nelle più importanti manifestazioni di rievocazione storica in collaborazione con le maggiori associazioni rievocative italiane), Libri (l’obiettivo è dare vita ad un nuovo e importante progetto editoriale, che prevede la realizzazione di una serie volumi dedicati alla sartoria storica e non solo) e le Conferenze (Gilda Historiae ha già autonomamente organizzato e partecipato a diverse conferenze). Scorrendo verso il fondo della pagina è possibile interagire con delle immagini (con una grafica non eccelsa) facendole scorrere (senza poterle zoomare) in orizzontale sulla schermata e mostrando altri esempi di rievocazione, conferenze e tutto ciò che coinvolge l’associazione con annessa un ulteriore voce denominata Guarda le nostre immagini, dove viene ritratta un’altra selezione di immagini per la rievocazione storica. Infine, scorrendo verso la fine della pagina, interagendo sulla voce Studio & Ricerca, si accederà ad una sezione dedicata agli abiti storici e teatrali, dalle corte al palcoscenico, al portamento, al roncolino, alla metodologia e alle donne zanna.

Nella pagina della Living History viene definito il concetto di come questo sia “lo sport estremo della rievocazione, la possibilità di calarci nelle situazioni il più possibile simili a quelle di un’epoca, che ci permettono di vivere a 360° la storia, di attraversare una porta verso una dimensione in cui, per un certo numero di giorni ci lasciamo indietro il contemporaneo, l’acqua corrente e l’orologio.” Molto interessante è la scelta di poter accedere al blog cliccando, scorrendo in basso, nella sezione Leggi il Blog (accedendo in una nuova finestra) di due donne che raccontano la propria esperienza nel tentativo di intrattenere un rapporto ancora più coinvolgente con l’utente.

Nella pagina Workshop viene fatta un’introduzione generale ai workshop frontali di tessitura a tavolette, ricamo, acconciature, cucito storico per la realizzazione di veli e cuffie di S. Brigida. Viene dedicata un maggiore attenzione alle voci riguardanti il ricamo e le acconciature: difatti, quest’ultime vengono riportate anche direttamente dal menù “a tendina”, permettendo all’utente di approfondire con ulteriori dettagli le origini del ricamo e le diverse acconciature, con annessi esempi e immagini nelle rispettive pagine dedicate.

Nella pagina Libri la Gilda Historiae attraverso le sue socie, Francesca Baldassari e Sara Paci Piccolo, ha dato vita ad un nuovo e importante progetto editoriale. Il progetto prevede la realizzazione di una serie volumi “Le Virtù della Vanità” dedicati alla sartoria storica e non solo.

Nella pagina Conferenze vengono presentati una serie di incontri online su vari temi legati alla storia del costume e alla ricostruzione storica.

Nella Pagina Blog si hanno quattro voci inerenti agli abiti storici teatrali, al portamento, al roncolino e alla metodologia che sono state spiegate in precedenza nella Home page.


Funzionalità:

Una volta effettuato l’accesso alla sua landing page, questa suscita subito la sensazione di essere un sito web denso di contenuti, servizi e funzionalità. Il menu è esplicativo e strutturato chiaramente: infatti, riesce a spiegare e indicare ciò che l’utente troverà una volta che avrà cliccato su un certo pulsante, e permette all’utente di orientarsi con facilità nel sito. Altro aspetto interessante deriva dall’Home page, la quale è talmente densa di contenuti che si potrebbe continuare la ricerca direttamente dalle voci suggerite della medesima pagina, senza l’ausilio del menù. Da apprezzare, infatti, le diverse vie di accesso che permettono di arrivare ad una determinata pagina; ma nel momento in cui si accede alle pagine del menù, il sistema non aggiunge il tasto "back" per tornare alla schermata principale, permettendo soltanto di mantenere il menù sulla parte alta del sito, garantendo così un ritorno cliccando sul tasto Home presente. Sebbene non ci sia il tasto “back” a piè di pagina, vi è il tasto di “all’inizio”, che permette di tornare, dopo aver fatto scorrere fino in fondo, a inizio pagina.

Il sito è solamente in italiano e vi è una barra di ricerca a inizio di tutte le pagine per poter ricercare i contenuti che si desiderano andare a vedere.

Il sito si basa principalmente sul contatto diretto con l’utente e di conseguenza si predilige la sfera sentimentale e di passione della materia storica. Accedendo alla Living History verremo proiettati sulle modalità di approccio delle rivisitazioni medievali e di alcune generalità sulle storie sociali come il paragrafo dedicato ai “pellegrini”; vi è inoltre la possibilità di accedere al blog di “due donne e un asino” in una nuova finestra per entrare nella mentalità delle rievocazioni.

Dalla Home page non si può interagire con le immagini, fatta ad eccezione per quelle al termine della pagina: qui, come accennato in precedenza, l’utente può scorrere in orizzontale. Alle foto e immagini si può accedere tramite la voce Foto sul menù o scorrendo la Home page alla voce “guarda le nostre immagini”.

Nella sezione dedicata allo studio ricerca, è interessante il fatto di voler dare una spiegazione generale su determinati abiti dell’epoca e offrire all’utente un miglior approccio generale sulla questione delle rievocazioni medievali; va però sollevata una critica circa le modalità impiegate dal sito a riguardo, poiché risulta poco chiaro. Infatti, l’utente può accedere a questa pagina sia selezionando dal menù la voce Blog, sia scorrendo la Home Page fino alle voci “studio e ricerca”. Si solleva, di conseguenza, un interrogativo: la sezione delle rievocazioni medievali fa parte di un blog dove viene raccontata l’esperienza personale di qualcuno, oppure si tratta di uno studio dove si vengono ad approfondire alcune tematiche riguardanti gli aspetti sociali del Medioevo? La sensazione è che chi ha voluto scrivere questo sito web abbia voluto puntare ad un lavoro di quantità piuttosto che di qualità, dato che si può accedere alle medesime pagine attraverso diverse voci. Nella pagina in questione si può anche facilmente intuire, osservando la posizione di alcune immagini che si trovano sull’estremità sinistra dello schermo (scorrendo nella lettura verso il basso), che il lavoro non è stato fatto da professionisti del settore.

Infine, è da apprezzare la possibilità di poter condividere la pagina su diverse piattaforme (Facebook e Twitter) e di poter contattare tramite una mail di riferimento l’associazione che ha creato il sito; vanno però criticate le pubblicità che compaiono infondo alla schermata, che rendono l’esperienza di navigazione del sito poco gradevole.
Obiettivi e pubblico di riferimento:

Come viene dichiarato nella Home page e alla voce Chi Siamo, l’obiettivo dell’associazione, già presente da molti anni nell’ambito della rievocazione, è di proporsi come un laboratorio, un’“Officina” in continua evoluzione. Un luogo sia fisico che virtuale dove curiosità e passione, unite al rigore della ricerca attraverso lo studio di reperti e fonti iconografiche e alla sperimentazione pratica, non si fermino al semplice atto di ricreare abiti e oggetti, ma diano vita a momenti di aggregazione e condivisione, scambi di conoscenze ed esperienze, attraverso workshop, conferenze, o semplicemente chiacchiere tra amici. Il pubblico a cui si rivolge non è un pubblico specializzato nel settore ma coinvolge tutte le persone che hanno un particolare interesse o passione sull’argomento, o che desiderano conoscere la tematica riguardante la socialità durante il periodo medioevale e rinascimentale. “Passione per la storia” e “desiderio di ricostruirla e riviverla nei suoi aspetti quotidiani” – queste sono le parole chiave che vengono poste al centro dell’attenzione dell’associazione, e a sua volta dal sito.    


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    2
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    2
Ricchezza dei contenuti:    2
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Sebbene il sito si presenti con un’ottima grafica immergendo l’utente all’interno di un argomento molto particolare, il tutto viene vanificato con la profondità dei contenuti.

La critica è dovuta ad una grande quantità di voci che si presentano sia sulla Home Page che sul menù che portano alle medesime pagine. Di conseguenza l’utente viene illuso sulla quantità di elementi al suo interno.

Suggerirei di eliminare alcune voci sul menù riguardanti i Libri e le Conferenze (per come sono state gestite dal sito) dato che nel primo caso (anche se l’idea poteva essere giusta, ma non nel modo in cui l’hanno gestita) si tratta della presentazione di un solo libro scritto nel 2019 sulle rievocazioni: trovo difficile credere che non ci siano altre scritture o saggi che trattano l’argomento. Nel secondo caso, mi aspettavo dei video incentrati sulla tematica delle rievocazioni (ad esempio: in quali luoghi si svolgono), non la creazione di un progetto che non ha nulla a che vedere con l’argomento, che finisce così con il rendere il sito ancora più sintetico.

Dal momento che il sito è incentrato sull’argomento delle rievocazioni medievali in Italia, suggerirei l’utilizzo del GIS, cioè un sistema che collega le informazioni dei luoghi geografici alle informazioni testuali in un ambiente digitale. Questo perché, immedesimandomi nell’utente, mi sarei aspettato di venire a conoscenza, tramite il sito, di almeno qualche luogo nel quale si svolgono queste rievocazioni medievali o del perché vanno coì tanto in voga (Valvasone o Palmanova in Friuli, ad esempio). Quello che invece si trova e sì un coinvolgimento sulla sfera emozionale dell’utente, ma privo di sostanza.

Da apprezzare comunque il fatto di poter condividere o esprimere un parere sulla pagina mettendosi a contatto con l’indirizzo mail fornito dall’associazione, o il poter lasciare un commento sulla sezione blog o studio e ricerca riguardo argomenti proposti. In merito a quest’ultima, sarebbe meglio eliminare la voce Tag nella Home page che riconduce di nuovo alla pagina inerente allo studio e alla ricerca, poiché rende il sito ancora più ridondante.

Complessivamente, la valutazione sul sito non è molto positiva, dato che coinvolge principalmente un pubblico generale senza però offrire molte argomentazioni di carattere storico sulla socialità medievale e su come sono emerse le rievocazioni: il sito si basa infatti principalmente sull’opinione non professionale di chi partecipa a queste manifestazioni e vuole rendere partecipe l’utente che vi interagisce facendo leva sulla sua sfera emotiva.


URL: https://gildahistoriae.com/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Marco Lazzara
Immagine:
Data della recensione: 8 febbraio 2023


Titolo:

POSTCOLONIAL ITALY


Temi:

Il progetto POSTCOLONIAL ITALY si presenta come una risorsa digitale che mira a catturare e documentare reperti storici del breve periodo coloniale italiano nello spazio pubblico e in luoghi materiali poco conosciuti presenti sia sul suolo italiano sia sul suolo delle ex colonie da contestualizzare attraverso una mappa geografica e da contestualizzare da un punto di vista storico.


Autori:

Nella pagina “IL PROGETTO” è possibile apprendere che questa risorsa è un progetto nato da una  collaborazione tra due accademici che sono Daphné Budasz ovvero una dottoranda di ricerca presso l’European University Institute (EUI) situata a Firenze e Markus Wurzer che è un ricercatore post-dottorato presso il  Max Planck Institute for Social Anthropology di Halle an der Saale. Queste due figure le possiamo definire come i coordinatori di progetto. Non sono specificate altre figure se non i collaboratori che sono: Serena Alessi; Carmen Belmonte; Devorah Block; Elena Cadamuro, Serena Calaresu; Valeria Deplano; Moritz Deininger; Sebastian De Pretto; Marco Donadon; Livia Dubon; Nikolaos Mavropoulos; Elisabetta Pauletti; Alessandro Pes; Iris Pupella-Noguès; Eleonora Sartoni. Sono tutte figure che spaziano da accademici a docenti universitari e ricercatori.


Contenuti e fonti:

Il sito è scarno, poco ricco di contenuti e di fonti in quanto per ogni luogo, via o reperto materiale presente nel sito situati all’interno della mappa interattiva sono presenti solamente delle brevi descrizioni con alcuni cenni generali e poco approfonditi. Non sono presenti fonti digitali all’interno del sito.


Funzionalità:

La landing page della home si presenta chiara e semplice con il titolo scritto per intero in alto a sinistra. Alla destra del titolo è presenta una barra con le voci che vanno a comporre il sito che sono: “HOME”; “ESPLORA” che a sua volta presenta un menù a tendina in cui sono elencati alcuni luoghi imperiali del colonialismo fascista; “NEWS [ENGLISH]”; “IL PROGETTO”; “I COLLABORATORI”; “COME CONTRIBUIRE”. Scorrendo in basso è presente un banner con una descrizione della voce esplora, al di sotto di questo sono presenti dei banner con le stesse voci del menù a tendina che si rivelano essere un link che rimanda alla pagina del sito del luogo cliccato, ogni banner ha uno sfondo della città che lo rende gradevole alla vista.  Infine è presente di nuovo il link con il titolo del sito che rimanda alla home e la voce “CONTACT” con la mail.

Il sito web ha la possibilità di essere fruito sia in lingua italiana sia in lingua inglese.

Nella pagina “ESPLORA” salta subito all’occhio la mappa interattiva ovvero una GIS del patrimonio coloniale in Italia. La mappa permette di essere ingrandita o rimpicciolita, di spostarti e di cliccare su alcuni punti predefiniti all’interno della GIS. I punti presenti sono di colori diversi e sono descritti da una legenda scritta al di sotto di questa mappa. Cliccando sui punti si apre un banner in cui viene specificato il nome del reperto storico o del luogo materiale con una descrizione e con un immagine di sfondo, questa descrizione non è presente in tutti i banner e nemmeno l’immagine di sfondo. Vicino al titolo della mappa è presente un’icona che se cliccata apre une elenco di alcuni luoghi con tutti i reperti, vie e luoghi collegati con il patrimonio coloniale presenti all’interno del territorio nazionale. Questo elenco è interattivo in quanto cliccando sopra uno dei punti elencati si viene rimandati all’ubicazione esatta dentro la mappa e per ogni luogo specifico o via cliccando l’icona della freccia si è rimandati su Google Maps con l’indirizzo preciso. Interessante è la possibilità di condividere il GIS tramite “social media” ed e-mail. Infine l’ultima funzione è quella di poter espandere la mappa a schermo intero. Al di sopra della GIS è presente la stessa descrizione del banner della home. Alcune voci presenti nella parte inferiore della pagina risultano essere dei link: “MAPPA INTERATTIVA” rimanda a una pagina con “404: page not found”; “RETURN TO BLOG” ti riporta alla medesima pagina di esplora; “TRIESTE IMPERIALE” rimanda alla sezione dedicata alla Trieste imperiale. Alla fine della pagina c’è la possibilità di lasciare un commento.

In una qualsiasi delle pagine  presenti nel menù a tendina di “ESPLORA” la pagina web si presenta con un’immagine situata nella sezione alta della pagina, una piccola descrizione che recita il collegamento tra luogo e colonialismo. Sotto la descrizione troviamo la GIS con le medesime funzioni descritte nella sezione “ESPLORA” con una legenda che si trova sempre al di sotto della mappa. Sono sempre presenti anche i link della pagina “ESPLORA” con l’unica differenza è che al posto di “TRIESTE IMPERIALE” è presente un altro luogo e infine si trova la possibilità di lasciare un commento. Altra differenza è che sotto la legenda è presente l’autore o gli autori della pagina e un link che rimanda ai collaboratori. Questa struttura è identica per ogni pagina presente nel menù a tendina.

All’interno della sezione delle “NEWS[ENGLISH]” possiamo trovare delle notizie inerenti al sito web o ai collaboratori del sito in lingua inglese.

La pagina “IL PROGETTO” descrive le caratteristiche di questa risorsa di storia digitale. Nella sezione “I COLLABORATORI” vengono nominati tutti i membri che hanno contribuito alla riuscita di questo sito con una piccola descrizione lavorativa per ogni membro.

Infine è presente la pagina “COME CONTRIBUIRE?” in cui viene descritto come poter supportare questo progetto.  


Obiettivi e pubblico di riferimento:

Questo progetto di storia digitale si pone l’obiettivo di documentare le tracce materiali del colonialismo italiano nelle città italiane e nelle ex colonie e di marcare queste tracce all’interno di una mappa digitale interattiva. Il pubblico a cui questo progetto fa riferimento dopo un’attenta analisi è sicuramente un pubblico più generalista e persone appassionate di storia o curiose di questa tematica ma non ad accademici o studenti universitari a causa delle scarse fonti e contenuti.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    2
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    2
Ricchezza dei contenuti:    1
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Nel complesso il progetto “POSTCOLONIAL ITALY” si rivela essere un progetto ancora acerbo e poco sviluppato a causa innanzitutto della mancanza delle descrizione per ogni punto interattivo all’interno della mappa, non è stato immesso all’interno della GIS nessun luogo, nessuna via o reperto collegato al colonialismo riguardante alle ex colonie italiane. Il fatto che è presente solo per alcune descrizione l’immagine di sfondo la trovo una lacuna del progetto, parlando di luoghi è necessaria una presenza di foto o video in cui viene fatto vedere o ripreso il luogo. Un altro motivo è la mancanza di fonti a cui poter far riferimento in caso un fruitore del sito volesse approfondire uno dei punti presenti nella mappa, questo sicuramente può non interessare a un pubblico generalista che probabilmente è il pubblico a cui il sito fa riferimento e non a un target più esperto in settore ma con una tematica simile in cui si vuole collegare il colonialismo italiano a materiali poco conosciuti è un grave mancanza la possibilità di non poter approfondire o consultare delle fonti storiche. La mancanza di pagine specifiche dei punti interni alla GIS con supporto audio/video e approfondimenti dei luoghi, vie e reperti e link che rimandino a queste ipotetiche pagine specifiche è sicuramente una carenza non indifferente che va sempre di più a sottolineare la mancanza e la povertà di contenuti presenti nel sito. L’architettura del sito è ben sviluppata e la parte grafica è semplice ma piacevole, lodevole è il fatto che si possa far uso del progetto sia in italiano che in inglese così da poter permettere di allargare la platea di utilizzatori. Il sito è intuitivo e semplice nella sua navigazione tranne per la comprensione da un punto di vista grafico dei link presenti in alcune sezioni del sito, si poteva ovviare il problema banalmente utilizzando un font più specifico e rendendo in grassetto la parola. Il GIS è la componente più interessante del progetto e sicuramente la più riuscita, di facile fruizione in quanto si basa sulla mappa di Google Maps che è un sito che tendenzialmente ogni persona conosce e sa utilizzare. Per come è impostato il progetto ritengo che l’interattività nella mappa è funzionale e a servizio della mappa.


URL: https://postcolonialitaly.com/
Tipologia:
Firma: Ledjo Jella
Immagine:
Data della recensione: 8 febbraio 2023


Titolo:

September 11th Digital Archive


Temi:

Il progetto, che rientra nel filone della public history e avviato nel 2002, vuole mettere a disposizione del pubblico i moltissimi materiali digitali e non riguardanti l’attentato terroristico dell’11 settembre 2001.


Autori:

Da quanto si legge nella sezione Staff, il gestore è la project manager Megan Brett (che tra l’altro ha collaborato in molti altri progetti di digital history). I due centri attivi sono il Roy Rosenzweig Center for History and New Media e l’American Social History Project/Center for Media and Learning. Inoltre, nella stessa pagina sono elencati i due gruppi che hanno contribuito alla realizzazione del sito (Original Project Team del 2002-2005 e Project Team del 2006-2020). Nella sezione Partners sono elencati gli enti che hanno voluto dare una mano nella creazione del sito e alla sua preservazione, a partire dalla Library of Congress (cioè la Biblioteca nazionale federale degli USA) che dal 2003 ha accettato di unire al suo già vasto patrimonio le collezioni presenti in questo sito. Altri enti collaborativi sono, per citarne alcuni, lo Smithsonian Institution, la American Red Cross e il Sonic Memorial (tutti raggiungibili attraverso il link a disposizione).


Contenuti e fonti:

Come viene descritto nella Home Page, la collezione è composta da 150.000 materiali digitali, tra cui 40.000 documenti, 40.000 testimonianze e 15.000 immagini, tutti raccolti da persone e testimoni che hanno assistito all’avvenimento. Questa ricerca viene fatta secondo i principi della emohistory (cioè la divulgazione di un certo fatto storico attraverso le memorie private) e della shared autority (è stato lo stesso pubblico a decidere cosa mettere in mostra del proprio vissuto e cosa no). Si è cercato di raccogliere le testimonianze video e audio subito dopo il disastro, cosicché si potessero ancora comprendere le emozioni dei sopravvissuti. Ogni materiale digitale ha, oltre al nome dell’autore, il racconto di come venne vissuta quella traumatica esperienza e a quali sensazioni si collega.


Funzionalità:

Nella Home Page sono indicati, oltre a un generale obiettivo del sito, i materiali in primo piano o quelli più visualizzati (raccolti in collezioni).

Negli Items sono raggruppati i materiali raccolti senza ordine di distinzione, ma si può cercare l’oggetto interessato grazie a due tipi di ricerca: per filtri dettagliati (quindi per parole chiave, per tipologia, per collezione) oppure per titolo, data e creatore. Invece, nelle Collections vengono i riportati i raggruppamenti per tematica oppure per istituto: per esempio, i documenti riguardanti i soccorsi che operarono subito dopo l’attentato per mettere al sicuro l’area, i contributi degli utenti online al sito oppure le celebrazioni in occasione degli anniversari.

Le pagine About, Partners e Staff, come già detto prima, riguardano rispettivamente gli obiettivi, le collaborazioni con enti esterni e i curatori della pagina. La scheda News, sfortunatamente, non è funzionante al momento mentre nelle Faqs about 9/11 sono descritte le domande e le risposte relative ai momenti salienti, ma anche oscuri, del disastro. Inoltre, sotto ogni quesito sono disponibili i link relativi agli articoli dei giornali che descrissero l’evento, ma anche documenti dei soccorsi e piani di ricostruzione.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo, come già dichiarato nell’About, è quello di conservare tutte le testimonianze relative al disastro ma anche al dopo poiché questo evento ha segnato in maniera indelebile la storia degli Stati Uniti d’America.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    2
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Il progetto dal punto di vista grafico è molto semplice, anche se a primo impatto sembra un sito datato (nonostante l’aggiornamento eseguito nel 2014); tuttavia, la struttura permette la ricerca di un gran numero di documenti, tutti ben catalogati. Il difetto nella sezione Items è rappresentato dal secondo tipo di ricerca, poiché i pulsanti sono decentrati rispetto alla scritta e inoltre uno è tagliato e non si capisce bene quale filtro rappresenti; inoltre, sarebbe stato più semplice riunire tutti i filtri in un’unica barra di ricerca. La collaborazione con importanti istituti come il Library of Congress suscita nell’utente un senso di importanza del sito e gli obiettivi sono ben descritti nell’About. Una mancanza è il malfunzionamento della pagina News. Essendo un progetto di shared autority, bisogna ricordare il lavoro del Project Team nel fatto di filtrare i numerosi contenuti degli utenti e dei testimoni, visto che la presenza di una figura “importante” in questi casi è necessaria.

URL: https://911digitalarchive.org/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Marini Alessandro
Immagine:
Data della recensione: 10 febbraio 2023


Titolo:

Digital Giza. The Giza Project at Harvard University


Temi:

Il sito ha l’obiettivo di raccogliere libri, ricerche e materiale video sul sito archeologico delle Piramidi di Giza ma anche dell’Antico Egitto in generale, creando in questo modo un vasto archivio digitale.


Autori:

Il progetto è nato nel 2011 come iniziativa no-profit, avvalendosi inizialmente della collaborazione della Giza Archives Project del Museum of Fine Arts a Boston. In seguito, numerosi istituti di grande prestigio hanno dato (e tutt’ora danno) il proprio contributo per arricchire ancora l’archivio digitale: tra i più importanti basti ricordare il Museo Egizio del Cairo e quello di Torino, ma anche le università hanno offerto il proprio supporto. Comunque, ogni materiale raccolto ha indicato l’ente da dove esso proviene. Il supporto più importante è fornito dal web team, tra cui Pixel for Humans, che gestisce la pagina e la mantiene attiva, senza dimenticare lo staff.


Contenuti e fonti:

Come descritto nella sezione About, il progetto raccoglie ben 150.000 file di tutti i tipi, dai PDF di libri, articoli di giornale o ricerche riguardanti il sito di Giza, alle ricostruzioni 3D dell’esterno e dell’interno delle piramidi che offrono tra l’altro anche tour guidati virtuali. Dal primo impatto sulla landing page, si può capire che i video 3D sono da subito messi in risalto, facendo capire in questo modo che sono i materiali il cui impegno è stato più intenso, dando un ottimo risultato. Tornando all’About, viene illustrato il metodo attraverso cui sono rappresentati i materiali (illustrato da una mappa concettuale): non semplice visione, ma anche creare collegamenti tra i reperti. In questo modo si sviluppa un database di relazioni, rendendo più efficiente la ricerca di uno specifico oggetto.


Funzionalità:

Partendo dalla landing page, viene proiettato lo spezzone di un video 3D e, oltre a una breve descrizione sottostante, l’obiettivo del sito appare ben chiaro. Nella parte inferiore della stessa pagina sono indicate le sezioni più importanti da analizzare, ma non tutte: per vederle bisogna scorre sopra o sotto, dove sono elencate anche le sottosezioni.

Iniziando dalla prima, la Library, si possono trovare numerosi PDF scaricabili di articoli di giornale, recensioni di scavi, libri sugli scavi di Giza o sulla storia dell’antico Egitto: è possibile ricercarli, ma solamente per autore. Inoltre, si può far richiesta al sito per aggiungere nuovo materiale.

La sezione Giza @ School, rivolto agli insegnanti delle scuole di qualunque grado, offre materiali e strumenti didattici per creare lezioni da illustrare nelle proprie classi. A sua volta comprende quattro sottosezioni: Lesson Topics (argomenti che trattano di moltissime tematiche, come le Piramidi o la vita quotidiana ai tempi del Regno egizio); People and Places of Giza che offre un background storico generale dell’Egitto e che va a braccetto con la Glossary and Faq; Video Library, dove sono messi a disposizione alcuni video 3D riguardanti il sito archeologico.

La sezione Giza 3D offre il pezzo forte del progetto: la possibilità di fare un tour virtuale di come doveva apparire (e come appare ora) Giza. Offre tour non solamente dell’esterno, cioè le piramidi e i relativi templi, ma anche dell’interno, con un’attenzione particolare alla camera funeraria del Re, chiamata mastaba.

My Giza invece dà la possibilità, a chi si iscrive al sito, di creare una propria collezione digitale dei materiali raccolti, gestendo in questa maniera il vasto patrimonio archeologico offerto e permettendo di fare ricerche più precise su quel determinato argomento a scelta dell’utente.

Per quanto riguarda l’About, oltre alla genesi del progetto e alle collaborazioni, esso offre una descrizione storico-artistica delle piramidi di Giza e una timeline cronologica interattiva in cui sono illustrate le spedizioni archeologiche che hanno portato alla scoperta dell’interno delle piramidi, oltre alle fasi storiche dell’Antico Egitto. L’ultima sezione, Donate, permette di fare una donazione al sito, per far sì che possa essere sviluppato in maniera più efficiente. Inoltre, nelle sezioni dove sono presenti spiegazioni storiche, sono inserite le rispettive citazioni bibliografiche, permettendo all’utente di avere una sicura provenienza delle notizie riportate.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo, specificato sia nella landing page sia nell’About, è quello di mettere a disposizione degli utenti il materiale raccolto nel database (chiamato Giza Consolidated Archaeological Reference Database o GizaCARD) e di renderlo usufruibile per ogni tipo di progetto di ricerca o puramente didattico. Materiale che riguarda uno dei più importanti siti archeologici mondiali, tanto da essere considerate anche una delle Sette Meraviglie dell’Antichità.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    4
Giudizio complessivo:

Il sito è ben strutturato e la grafica è ottima, già dalla landing page si capisce che il progetto offre molti contenuti originali, a partire dalle ricostruzioni 3D. Un difetto è il fatto che ci siano tre barre con le sezioni indicate nella stessa pagina inziale; ciò rende tutto confuso a primo impatto, ma dopo i primi minuti di navigazione si comprende la struttura. Un altro punto a sfavore è il tipo di ricerca: i filtri sono solo solamente per autore, anno e formato ed è difficile per una persona fare una ricerca specifica. Il fatto che gli autori possano inserire i loro articoli nella Library consente di creare un rapporto più diretto tra istituzione e community. Inoltre, la presenza dell’Università di Harvard nella realizzazione dà importanza al sito e ai suoi contenuti.

 


URL: http://giza.fas.harvard.edu/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Marini Alessandro
Immagine:
Data della recensione: 10 febbraio 2023


Titolo:

West Point Military Academy Digital History Center 


Temi:

Il Digital History Center del dipartimento storico della United States Military Academy of West Point, è solo una piccola parte del sito internet della celebre accademia militare situata nello stato di New York.

Il tema principale dell’accademia è, ovviamente, la formazione di nuovi cadetti e lo studio di varie discipline applicate alla guerra.

Nel caso del dipartimento di storia e del Digital History Center, lo studio comprende sia un approccio metodologico, per porre e rispondere a domande sul passato umano, sia l'uso di strumenti digitali per trasmettere fonti e analisi storiche in modo più efficiente ed efficace rispetto alle metodologie tradizionali.

Pertanto all’interno del Digital History Center saranno disponibili vari progetti, produzioni e l’atlante online (senza dubbio il meglio sviluppato), che son o fruibili dai cadetti di West Point ma anche ai civili. 

Alcune parti sono ancora in fase di sviluppo.


Autori:

Accedendo alla sezione People, facilmente visibile scrollando la home page, si aprirà una pagina dedicata agli autori del progetto.

Tra gli autori principali troviamo il Dr. Clifford Rogers ed il COL. Seanegan Sculley con il ruolo di direttori del progetto, affiancati dalla figura di Mr. Jeffrey Goldgberg, cartografo.

Scrollando la pagina troviamo altre tre figure indicate con la voce Partnered Faculty & Alumni

  • il MAJ Thomas McShea, esperto di cultura materiale;
  • il LTC Rory McGovern, capo di divisione di storia americana;
  • Michael Geheran, del centro di studi er l’olocausto e i genocidi.


Per ciascuna di queste tre figure è possibile accedere a delle informazioni aggiuntive, come biografia, pubblicazioni, progetti e contatti.


Contenuti e fonti:

Come detto precedentemente, il Digital History Center offre una modesta gamma di strumenti utili ad acquisire e trasmettere informazioni di tipologia prevalentemente storico-militare.

Scrollando la homepage del sito sarà possibile accedere alle varie sezioni che offrono diversi contenuti.


La sezione Projects, da accesso ad una serie di progetti suddivisi in tre categorie:


  • Ricerca cadetti utilizzando metodologie di storia digitale e coinvolgenti il tutoraggio della facoltà, con dei progetti come "The Hudson Valley in the American Revolution",  “Medieval Sieges” e “Poitiers Campaign Story Map”.  


  • Progetti di ricerca da parte di membri della facoltà che utilizzano metodi di storia digitale (ad esempio database), che spesso comportano l'integrazione di cadetti come ricercatori universitari. Qui troviamo progetti comeBattleflow Modeling Agincourt & Gettysburg”, “Courts Martial of the American Revolution”, “Integrating West Point” e “Monument Wars: Memory and Memorialization of John André at Tappan, NY”.


  • Progetti di storia che riguardano più l'uso dei media digitali per presentare la storia in modi interattivi che per rispondere a quesiti storici. Qui sono attualmente presenti i progetti “Breaking the Color Line: Lieutenant Colonel William N. Reed in the Civil War”, “Military History Through Cartoons" e “Music of American Military History".


Accedendo ai progetti si può visualizzare una descrizione generale del progetto ed una sezione denominata Timeline che descrive la linea temporale di svolgimento del progetto stesso e lo stato di avanzamento dei lavori.

La  sezione Products illustra una serie di prodotti sviluppati dal Digital History Center. 

Qui attualmente sono visibili:


  • The West Point History Of Warfare Online Textbook” , un libro di testo digitale e interattivo composto da 71 capitoli, sviluppato dal Dipartimento di Storia in collaborazione con Rowan Technology Solution. Il testo è utilizzato dai cadetti di West Point e della Air Force Academy per i corsi di storia dell’arte militare, ma è anche utilizzato da alcune università per civili. Viene indicato che nel prossimo futuro verranno fornite ulteriori informazioni per l’accesso pubblico a questo manuale.


  • “Online Atlas”, che include un’ampia gamma di mappe di guerra provenienti da vari atlanti, dagli anni ’50 sino al ventunesimo secolo. Le mappe sono state rinnovate, ed ora l’atlante include mappe che vanno anche oltre la storia dell’esercito degli Stati Uniti. Qui è presente un link che porta all’atlante.



La sezione People, come già detto precedentemente, da accesso ad una pagina dove sono visibili gli autori del progetto. 


La sezione Partners offe la possibilità di conoscere tutte le organizzazioni che hanno collaborato con il Digital History Center, come il Center for Oral History, Material Culture Studies, United States Military Academy Band, United States Military Academy Black History Project, West Point Museum e Center for Holocaust and Genocide Studies.



News, offre una serie di notizie di attualità, inerenti il Dipartimento di Storia.


Infine Atlas da accesso all’atlante, una delle sezioni più ricca di contenuti. Il Dipartimento di storia ha reperito un’ampia varietà di mappe pubblicate negli atlanti prodotti dal 1932 in poi dai loro predecessori. Le mappe sono state create dal Dipartimento di storia dell'Accademia militare degli Stati Uniti e nella maggior parte dei casi sono versioni digitali delle mappe negli atlanti stampati dalla United States Defense Printing Agency.

Tutte le mappe hanno come filo conduttore la storia militare, ed attualmente svariano dalla guerra antica alle guerre del ventunesimo secolo, passando per la storia medievale, moderna e contemporanea. 

Qui l’elenco completo:


  • Ancient Warfare
  • The Dawn Of Modern Warfare
  • American Colonial Wars
  • American Revolution
  • Napoleonic Wars
  • War of 1812
  • Mexican War
  • American Civil War
  • Spanish American War
  • Chinese Civil War
  • WWI
  • WWII European Theater
  • WWII Asian\Pacific Theater
  • Korean War
  • Arab-Israeli
  • Vietnam War
  • Wars and Conflicts Since 1958 Eastern and Western Hemisphere
  • The First Gulf War
  • Afghanistan
  • Iraq
  • Pointe du Hoc Map
  • Course-Specific Maps
  • Miscellaneous Maps


Ognuno dei periodi storici elencati presenta al suo interno un ampio numero di mappe scaricabili.


Funzionalità:

Come anticipato precedentemente, i vari contenuti del Digital History Center sono raggiungibili dai diversi sottomenù presenti nella home page, ed ogni sezione offre diverse funzionalità, alcune ancora in via di sviluppo.


Scrollando la homepage verso il basso sono presenti le sopracitate sezioni Projects, Products, People, Partners, News e Atlas. Ciascuna di esse, oltre a dare accesso a diversi contenuti, offre una serie di diverse funzionalità.


Projects illustra una consistente serie di progetti in corso di pubblicazione. Ogni progetto dovrebbe offrire un link diretto al progetto stesso, ma per ora l’unico accessibile è la story map del progetto “The Battle of Stony Point” compresa nel progetto “The Hudson Valley in the American Revolution”.

Si spera in una rapida pubblicazione dei link, poiché questa funzionalità risulterebbe molto importante.


Products offre in link che da accesso diretto all’atlante online, sperando che entro un breve periodo sia disponibile anche un link che dia accesso al testo online di “West Point History of Warfare”


People offre la funzionalità di accedere a delle vere e proprie schede biografiche dei produttori, con tanto di contatti, biografia, pubblicazioni e progetti in corso d’opera. Sulla destra un rapido riassunto di interessi di ricerca, educazione, corsi insegnati e servizio militare di ciascun produttore.


Partners offe la possibilità di conoscere tutte le organizzazioni che hanno collaborato con il Digital History Center (citate precedentemente). Per ogni collaboratore è disponibile un link che da accesso alla pagina o al sito web dedicato.


News, offre una serie di notizie inerenti il Dipartimento di Storia. Ad ogni notizia è allegato un link che porta alla pagina dedicata oppure ad un post su FB, ecc..


Atlases da accesso ad un insieme di mappe, suddivise in base al periodo storico. Ciascuna mappa o insieme di mappe, è scaricabile. Forse, attualmente, la sezione più completa del sito.


Accedendo ad ognuna di queste pagine, saranno visibili sulla sinistra della pagina 7 voci, con dei link diretti ad ognuna delle altre pagine. Ciò consente di svariare tra le 6 sezioni sopracitate (più la homepage) senza dover ritornare alla pagina principale.

Scrollando la pagina verso il basso, sarà sempre presente la barra dei social media, con accesso diretto alle pagine Facebook, Twitter, Instagram, Youtube, Flick e Linkedin dell’accademia militare di Westpoint.

Più in basso compaiono le voci Community, Learn more e Resources. Ciascuna di esse ha delle sottovoci che sono cliccabili e danno accesso alla pagina dedicata tramite un link. Alcune rimandano ad una pagina diversa del sito di Westpoint, altre rimandano alla mail o ad altri siti web.

Infine, a fondo pagina, i contatti e l’indirizzo.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

La missione dichiarata del Digital History Center è assistere la facoltà del Dipartimento di Storia nelle fasi di istruzione, formazione e ispirazione dei cadetti, sviluppando risorse digitali  da utilizzare nel percorso di formazione dei cadetti iscritti all’accademia. I progetti sviluppati e condivisi nel Digital History Center sono fondamentali sia nella formazione teorica che, poi, nella fase pratica delle operazioni militari.

Infine, il Digital History Center, accoglie cadetti e studiosi di altre sedi, che intendono utilizzare le metodologie e gli strumenti di storia digitale per ricercare e sviluppare progetti.


Queste informazioni son ben visibili al primo accesso alla homepage sotto le voci About us e Vision.


Il pubblico di riferimento appare molto specifico, in particolare al campo militare ed alle accademie militari stesse. Tuttavia trovo possibile che alcuni contenuti quali, per esempio, la sezione Atlases, possano risultare utili anche studiosi o semplici appassionati.


In generale, a mio avviso, nel sito aleggia una sottile aria propagandistica. Dalle prime informazioni date all’interno della homepage, all’ampia gamma di contatti reperibili sino ai link diretti alle pagine social. Analizzando i contenuti è visibile come la formazione di cadetti sia uno degli obbiettivi principali.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    3
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Nel suo complesso il sito risulta strutturato abbastanza bene, è predisposto per mettere a disposizione una vasta gamma di contenuti, progetti, mappe interattive e non, linee del tempo e molto altro.

Il problema principale è che ad oggi la maggior parte dei contenuti risultano in fase di creazione o di pubblicazione. 

Oltre alla sezione Atlas, infatti, tutta la sezione project ci offre una serie di interessanti progetti che vengono descritti ma che non sono attualmente accessibili, fatta eccezione per il progetto “The Hudson Valley in the American Revolution” del quale è disponibile solo la mappa interattiva.

Tuttavia questo può essere considerato indizio di un sito ben aggiornato, inoltre in alcuni progetti è indicato il periodo in cui dovrebbe essere possibile accedere al progetto completo.


URL: https://www.westpoint.edu/academics/academic-departments/history/digital-history-center
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Federico Malattia
Immagine:
Data della recensione: 11 febbraio 2023


Titolo:

Euro-Climhist

Temi:

Il progetto intende fornire l'accesso a dati storici meteorologici e climatici tramite una ricerca in una banca dati.

Autori:

Come indicato nella sezione “About” del sito, i tre principali organi gestori e finanziatori del progetto sono: lo Swiss GCOS Office (Ufficio Federale per la meteorologia e la climatologia MeteoSvizzera), il Centro Oeschger per la ricerca sul clima e gli effetti del clima (Università di Berna), la Sezione di storia economica, sociale e ambientale, Istituto storico, (Università di Berna). Un folto gruppo di collaboratori – i cui nomi sono facilmente reperibili sul sito web – ha poi contribuito a procurare e a mettere a disposizione preziosi dati meteorologici.

Non vi sono motivi validi, a mio avviso, per dubitare dell’autenticità e affidabilità degli autori indicati.

Contenuti e fonti:
Perno centrale del sito è senza dubbio la ricerca nella banca dati. La possibilità di filtrare, selezionare, combinare e studiare i dati meteorologici e climatici in una prospettiva storica, rappresenta il vero punto d'interesse del progetto. La voce "RICERCA NELLA BANCA DATI" presenta una descrizione snella e accurata di come articolare la propria ricerca di dati, precisando che tale operazione può avvenire focalizzandosi su temi, intervalli di tempo o luoghi.

Altri contenuti significativi del sito sono reperibili nella sezione "CLIMATOLOGIA STORICA", all'interno della quale viene illustrato il significato e la rilevanza della climatologia storica e si possono trovare alcuni approfondimenti su importanti documenti storici coerenti con le finalità del progetto. Di particolare interesse, a mio avviso, le sezioni "ATTENDIBILITÀ" e "ANALISI" che, anche attraverso esempi concreti, inquadrano le principali questioni di climatologia storica.

Infine nella sezione "EURO CLIMHIST - UNA LUNGA STORIA" si trovano informazioni storiche circa la genesi e lo sviluppo di questo progetto, iniziato negli anni '70 del secolo scorso.

Funzionalità:

Il menù presente sulla sinistra della schermata principale permette una agevole navigazione. Il percorso da seguire per iniziare la ricerca nella banca dati è breve e chiaro in tutti i suoi passaggi. Anche i contatti cui rivolgersi per domande, errori riscontrati o potenziali miglioramenti sono facilmente reperibili.

La grafica del sito consente di muoversi al suo interno con relativa facilità, ma potrebbe essere migliorata.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

Il progetto intende mettere a disposizione degli utenti un vasto database di informazioni storiche sul clima fornendo allo stesso tempo la possibilità di effettuare una ricerca mirata tramite dei filtri di ricerca combinabili. Il pubblico di riferimento comprende istituzioni, studiosi ma anche semplici appassionati interessati alle questioni climatiche e meteorologiche in una prospettiva storica.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    2
Rilevanza del tema:    3
Ricchezza dei contenuti:    2
Qualità di apparati descrittivi e guide:    4
Giudizio complessivo:
Complessivamente il sito rispetta gli obiettivi che il progetto si pone, consentendo agli utenti di effettuare un'agevole ricerca di dati. La chiarezza dell'organizzazione del sito e delle istruzioni fornite per la ricerca nel database rappresentano punti di forza del progetto. La qualità grafica del sito e la ricchezza dei contenuti andrebbero migliorate, alcune sezioni infatti risultano essenziali, scarne. La traduzione in italiano presenta a tratti alcune lacune o inesattezze.
URL: https://www.euroclimhist.unibe.ch/it/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Mattia Fabris
Immagine:
Data della recensione: 11 febbraio 2023


Titolo:

Reti medievali

Temi:

Reti Medievali è un'iniziativa scientifica avviata nel 1998 per colmare esistenti lacune in ambito accademico e consistenti nella “frammentazione di linguaggi e degli oggetti di ricerca” nell’ambito della storia medievale, attraverso l’uso delle nuove tecnologie.

Autori:

E’ chiara l’attribuzione di responsabilità autoriale, ben esplicitata attraverso un’apposita sezione del sito, in cui sono presentati direttori, redattori, redattori corrispondenti, staff redazionale e tecnico, comitato scientifico. Accanto ad ogni nominativo si può trovare indicata l’Università di appartenenza, immediato e leggibile indicatore di competenza; ogni contenuto del sito è corredato dalle medesime informazioni sugli autori ivi ospitati. Manca tuttavia un’utile funzione di link al contatto delle persone richiamate.

Contenuti e fonti:

Il sito è riccamente articolato in varie sezioni, dove vengono riportati un calendario sul panorama delle conferenze in ambito medievistico, strumenti e fonti per la didattica della storia medievale (utilmente suddivisa per tematiche, periodi e luoghi), una sezione e-book dedicata ad iniziative di pubblicazione integrata di testi di ambito medioevistico, una sezione memoria pensata come accumulo di schede sintetiche e indicazioni bibliografiche dedicate ai medievisti del passato e del presente. Si prosegue con la sezione “Open Archive”, archivio ad accesso aperto dedicato agli studi medievistici nella loro accezione più ampia. Il repertorio è una guida tematica alle risorse disponibili per gli studi medievali, con riferimento primario ai materiali digitali. La sezione “Rivista” è dedicata alla rivista accreditata ANVUR, con i vari numeri a disposizione in download libero.

Funzionalità:

Il sito appare di semplice e chiaro utilizzo, rispondente agli obiettivi per cui è concepito. Le informazioni appaiono di discreta reperibilità, considerato il pubblico di riferimento non generalista ed “educato” alla ricerca, auspicabilmente anche in abito digitale. Le funzionalità appaiono comunque limitate da uno sviluppo abbastanza datato, cui mancano, oltre alla freschezza grafica, utility come riferimenti incrociati tra le diverse sezioni del sito.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

Il sito ha due diversi destinatari di riferimento: studiosi attivi nell’ambito della ricerca medievale (in diversi gradi di approfondimento) e docenti alla ricerca di strumenti nell’ambito della didattica nella storia medievale, specialmente alla ricerca di ausili per laboratori che vadano oltre il classico manuale scolastico.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    2
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    4
Giudizio complessivo:

Il sito esplica in maniera chiara i suoi obiettivi ed il suo pubblico di riferimento, gli strumenti tramite cui raggiungere gli obiettivi (nel concreto, le sue diverse sezioni) ed il contenuto appare in linea con quanto dichiarato. La competenza e l’obiettività del contenuto sono di alto livello, stante l’elevato standing degli autori a vario titolo coinvolti. Il progetto appare comunque alquanto datato per varie ragioni: la grafica non è aggiornata rispetto allo stato dell’arte, la navigabilità da smartphone non appare immediata ed agevole, sono utilizzati strumenti ormai desueti come gli RSS. L’aggiornamento delle varie sezioni non appare lineare ed uniforme per le varie sezioni del sito: ad esempio, la sezione riviste appare sottoposta ad un costante update, mentre la sezione didattica appare “ferma” al 2011. Ciò ha due conseguenze negative: la possibilità di fruire di contributi successivi (lacuna di una certa gravità per un repertorio) e la mancanza, come già accennato, di integrazione con le più aggiornate funzionalità del web.

URL: http://www.rm.unina.it/
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Pubblicazione di fonti secondarie
Firma: Giulio Fornasiere
Immagine:
Data della recensione: 11 febbraio 2023


Titolo:

DIZIONARIO BIOGRAFICO DEI FRIULANI

Temi:

Si tratta della trasposizione su base digitale dell’edizione a stampa del “Nuovo Liruti” (Dizionario biografico dei friulani), integrato da funzionalità e approfondimenti online utilizzabili sia dallo studioso che dal semplice appassionato che voglia approfondire la storia e la cultura del Friuli.

Autori:

La responsabilità autoriale del progetto è chiara e ben definita, con indicazione dei diversi gradi di coinvolgimento. Una considerazione analoga vale anche per le sezioni e le sottosezioni dedicate agli approfondimenti tematici e storici. Vi sono però, in questo ambito, alcune lacune di altro genere: sono carenti le indicazioni sul curriculum degli autori, nonché le relative modalità di contatto. Manca altresì la bibliografia in diversi brani di approfondimento storico.

Contenuti e fonti:

Il sito nasce come riproposizione digitalizzata “enhanced” dell’edizione a stampa del Nuovo Liruti in tre volumi (dedicati rispettivamente a “Il medioevo”, “L’età veneta” e “L’età contemporanea”) grazie alle potenzialità offerte dal web semantico. Si trova inoltre, per ognuno dei periodi, un ampio inquadramento e approfondimento storico, con sottosezioni di tipo temporale e tematico. Una sezione di indubbia utilità è dedicata alla ben rispondente funzione di ricerca libera e avanzata, con possibilità di ricerca guidata tematicamente. Chiude una sezione cartografica, contenente la riproduzione di diverse mappe storiche del Friuli.

Funzionalità:

Il sito è di chiaro e semplice utilizzo, concepito con una grafica accattivante e coerente con le tematiche a cui è dedicato. Le sezioni sono immediatamente accessibili in ogni momento e da ogni pagina durante l’esperienza di navigazione; la sezione biografica dispone, per ogni profilo, di collegamenti che aprono interessanti squarci di ricerca tematica. Curato anche l’apparato fotografico a corredo.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

Il progetto si riferisce tanto agli appassionati quanto agli studiosi. Se l’obiettivo divulgativo è chiaramente raggiunto per i primi, cui si rende a disposizione in maniera agevole uno strumento di facile utilizzo, per gli studiosi lo strumento, pur rimanendo utile, adeguato ed accessibile, non sfrutta pienamente le potenzialità del digitale.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    2
Ricchezza dei contenuti:    2
Qualità di apparati descrittivi e guide:    4
Giudizio complessivo:

Il progetto si pone un obiettivo certamente stimolante: non limitarsi alla digitalizzazione di un’edizione a stampa ma sfruttare le potenzialità del digitale per coinvolgere un pubblico più ampio e mettere a disposizione, tanto del semplice appassionato quanto di un’audience più specialistica, strumenti più potenti. Sicuramente l’obiettivo è raggiunto attraverso una grafica e un’interfaccia di semplice utilizzo, unite al rigore scientifico che già contraddistingue l’edizione a stampa. Rimane però costante l’idea di potenzialità inespressa: l’impressione è quella di una release finita, ma non implementata attraverso successivi aggiornamenti e implementazioni di ulteriori funzioni. Si consideri, ad esempio la sezione cartografica: appare francamente scollegata delle restanti sezioni, mentre potrebbe essere utilizzata per dare le coordinate spazio-temporali in cui “immergere” i protagonisti descritti nelle biografie.

URL: https://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/
Tipologia: Pubblicazione di fonti secondarie
Firma: Giulio Fornasiere
Immagine:
Data della recensione: 11 febbraio 2023