Titolo:
Temi:
Autori:
Contenuti e fonti:
Funzionalità:
Obiettivi e pubblico di riferimento:
Architettura web, chiarezza, navigabilità - da 1 (min) a 5 (max):
Accessibilità e ricercabilità dei dati - da 1(min) a 5 (max):
Qualità grafica, impatto visivo - da 1 (min) a 5 (max):
Valutazione dei contenuti: rilevanza del tema - da 1 (min) a 5 (max):
Ricchezza dei contenuti - da 1 (min) a 5 (max):
Qualità di apparati introduttivi, e istruzioni - da 1 (min) a 5 (max):
Giudizio complessivo:
URL:
Tipologia:
Firma:
Immagine:
Data della recensione:
Includi nella ricerca.
Nome autore:
Cognome autore:



Titolo:

VietnamWar.govt.nz

Memories of New Zealand and the Vietnam War

Temi:

Il progetto illustra e ricostruisce in modo approfondito la presenza di contingenti militari neozelandesi in territorio vietnamita durante la guerra del Vietnam.

Autori:

Gli autori del progetto sono Claire Hall (project manager), Gareth Phipps (webmaster), Anaru Dalziel (supervisione tecnica, audio e video), Jamie Mackay (supervisione tecnica e pagine web), Ian McGibbon (consulenza storica), Steve Watters (risorse educative), Signify (pagine web).


Contenuti e fonti:

Il progetto, che rappresenta il principale canale di raccolta delle memorie su Nuova Zelanda e guerra del Vietnam, include una vasta raccolta di documenti storici (interviste a veterani di guerra, immagini, registrazioni e video) e strumenti di ricerca interattivi (una linea del tempo, una mappa geografica e una lista di veterani di guerra con filtri di ricerca). Altri contenuti di rilievo sono schede e articoli di approfondimento sulla guerra del Vietnam dalla prospettiva neozelandese e un'intera sezione dedicata a "SCHOOL RESOURCES", contenente del materiale che è stato sviluppato per fornire a insegnanti e studenti attività e strategie didattiche per esplorare le esperienze dei militari neozelandesi nella guerra del Vietnam.

Funzionalità:

Il progetto, attraverso una grafica chiara e lineare, presenta quattro sezioni principali. Nella prima gli utenti possono effettuare una ricerca dei cittadini neozelandesi che prestarono servizio in Vietnam tra il 1963 e il 1975; nella seconda è possibile reperire fonti scritte, orali e iconografiche ordinate tematicamente; la sezione "RISORSE" presenta ulteriori stimolanti strumenti per articolare una ricerca storica, tra i quali una mappa interattiva, una linea del tempo e un nutrito glossario; infine una sezione per progettare attività scolastiche sull'argomento. Il menù che regola l'accesso a tali sezioni è di facile individuazione, chiaro ed intuitivo. Anche l'accesso alle fonti è a mio avviso molto efficace: l'utente ha infatti la possibilità di effettuare una ricerca sia a partire da un tema, sia selezionando un particolare tipo di risorsa (ad esempio solo foto o solo registrazioni audio).

Obiettivi e pubblico di riferimento:
Obiettivo precipuo del progetto è la raccolta e la condivisione di materiale storico relativo alla presenza neozelandese in territorio vietnamita durante la guerra del Vietnam. Data la schematicità del sito web, la chiarezza e semplicità del lessico utilizzato e la posizione di preminenza occupata dalla ricerca sui veterani di guerra all'interno della homepage, il pubblico di riferimento del progetto non è costituito esclusivamente da studiosi o specialisti, ma anche da persone comuni interessate al tema.
Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    5
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    3
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Ritengo che nel suo insieme il progetto sia valido e stimolante. La grafica chiara e l'organizzazione lineare delle informazioni consentono di effettuare agevolmente delle ricerche all'interno del sito. Gli obiettivi sono presentati in modo evidente, così come le regole da rispettare qualora si volesse contribuire attivamente all'arricchimento dell'archivio digitale. 

URL: https://vietnamwar.govt.nz/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Mattia Fabris
Immagine:
Data della recensione: 11 febbraio 2023


Titolo:

Histography - Timeline of History

Temi:

Histography è un progetto online che permette di visualizzare su una linea del tempo interattiva gli eventi della storia mondiale dal Big Bang al 2015.


Autori:

L’ideatore del progetto è Matan Stauber, designer israeliano laureato alla Bezalel Academy of Arts and Design che attualmente lavora come Interface Designer per Apple. Histography si inserisce nella lunga serie di progetti ideati dal designer, che però non ne indica la data di caricamento online. Dalla pagina personale dell’autore (facilmente raggiungibile cliccando su About dalla schermata iniziale) si sa solo che il sito è stato creato come progetto finale all’accademia da lui frequentata, sotto la supervisione di Ronel Mor e che il progetto ha vinto numerosi premi, tra cui l’Awwwards.

Contenuti e fonti:

Il sito web è composto da due pagine, una (la principale) dallo sfondo rosa con una linea del tempo interattiva formata da moltissimi punti neri e (selezionando un’apposita funzionalità) bianchi; l’altra (Editorial Stories) da una pagina molto simile alla prima, ma di colore verde chiaro, che dispone i punti a spirale.

Per quanto riguarda le fonti il sito si basa esclusivamente su Wikipedia, non si tratta di un’elaborazione originale delle informazioni e non può dunque essere giudicato attendibile a causa della natura collaborativa del sito al quale si appoggia.
Il sito web è in versione Beta, quindi in fase di sviluppo, tuttavia non sembra essere stato aggiornato da dopo il 2015 e questo rende le fonti presenti sul sito ancora meno attendibili.

Funzionalità:

Accedendo al sito web, all’utente viene subito presentato il progetto con un breve testo bianco su sfondo semitrasparente nero. “Benvenuto su Histography” cita il testo in inglese, che spiega poi come ogni puntino nero rappresenti un evento storico proveniente da Wikipedia, l’utente non dovrà fare altro che spostare il cursore in basso per selezionare il lasso temporale da visualizzare sulla sovrastante linea del tempo.

Per quanto riguarda la struttura del sito web, oltre al già citato cursore, sono presenti altre tre funzionalità che l’utente può sfruttare per navigare sul sito: la tendina con le epoche storiche, la barra verticale con le diverse categorie, la sezione Editorial Stories.
- La tendina bianca che compare sfiorando la parte bassa dello schermo con il cursore permette all’utente di visualizzare in quale epoca storica egli si sta muovendo. Non solo, selezionando una data epoca, il cursore si aggiusterà automaticamente, permettendo la visualizzazione sulla linea del tempo del periodo storico scelto. Le epoche indicate sono:  The Beginning, Earth Formation, Seeds of Life, Age of Fish, Age of Reptiles, Age of Mammals, Stone Age, Bronze Age, Iron Age, Middle Ages, Renaissance, Industrial Age e Information Age.
- La barra verticale a sinistra della linea temporale mostra in alto una scritta in maiuscolo che indica con chiarezza la “quantità” di anni che stiamo visualizzando in quel momento (per esempio Four Hundred Years), in basso diverse categorie che cambiano in base agli anni da noi selezionati, mostrando il numero di eventi identificabili per quella categoria. Alcune di queste sono: war, politics, women rights, inventions, art, assasinations, natural history, evolution... L’utente può selezionare fino a due categorie, contrassegnate rispettivamente dal colore bianco e dal colore nero, in modo da poterle visualizzare simultaneamente sulla linea del tempo.
- La sezione Editorial Stories rimanda a un’altra area de sito, pur rimanendo nella stessa schermata. Si tratta di una visualizzazione di alcuni eventi storici rilevanti, posti non più su una linea del tempo, ma su una spirale formata da diversi puntini di colore nero. In questa pagina la barra sulla sinistra permette all’utente di scorrere gli eventi e di selezionarli.

Parlando ora nello specifico della linea del tempo, una volta selezionato il periodo storico di riferimento l’utente può sfiorare con il cursore i vari punti comparsi sullo sfondo rosa della pagina. A ogni pallino corrisponde una fotografia o gif con didascalia, cliccando sopra la quale compariranno dei link: Watch Video (permette la visione di un video su YouTube grazie a una finestra all’interno di Histography), Read Wiki Page (riporta un approfondimento sull’argomento anche in questo caso rimanendo all’interno della pagina) e Related Event (evidenzia sulla linea del tempo gli eventi collegati a quello selezionato).
I link sovra citati però non sono sempre presenti contemporaneamente per tutti gli eventi.

In alto sono infine presenti tre collegamenti: About (che rimanda a una pagina esterna con il portfolio dell’artista, comprende anche un video di pochi minuti per la presentazione del sito web), Based on Wikipedia (porta alla pagina principale di Wikipedia.org) e Sound ON /OFF (permette di togliere il suono di sottofondo).


Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo del progetto è quello di trovare un modo innovativo e d’impatto per la visualizzazione di eventi storici, permettendo all’utente di inquadrare anche grandi periodi e di mettere a confronto eventi di varia natura nel tempo.
Il pubblico di riferimento sembra essere molto vasto, ma non specialistico. Basandosi prevalentemente sull’aspetto grafico, si tratta di un sito web particolarmente adatto a studenti o amanti della storia, ma che non permette grandi approfondimenti dei temi visualizzati.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    2
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    2
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Il mio giudizio complessivo è negativo.
A un primo impatto il sito può sembrare molto ben fatto e particolarmente accattivante, soprattutto per la sua interfaccia semplice ed esteticamente curata, ma man mano che lo si utilizza ci si accorge di parecchie problematiche che lo caratterizzano:
- La lingua inglese: il sito è interamente in inglese e non c’è la possibilità di selezionare altre lingue senza usufruire di tools esterni (come la funzione traduttore di Google)
- Non è presente una barra di ricerca specifica: l’utente interessato a una ricerca specifica per argomento non potrà visualizzare sulla linea del tempo tutti gli eventi legati a quell’area di interesse senza utilizzare una delle categorie “preimpostate” dal sito. Cercare un singolo personaggio storico ad esempio, o una singola nazione, è impossibile.
- Link non presenti o non funzionanti: come detto precedentemente, non tutti gli eventi storici registrati risultano avere lo stesso grado di approfondimento. Non tutti presentano un collegamento alla pagina Wikipedia corrispondente (molto strano vista la natura stessa del progetto) e spesso i link ai video non sono visualizzabili (facendo infatti riferimento al sito esterno Youtube i video possono essere rimossi a discrezione del creator che li ha originariamente pubblicati).
- Mancanza di aggiornamento: la pagina personale dell’autore specifica che il sito “self-updates daily with new recorded events” funzionalità non presente visto il punto precedente e la mancanza di record dopo il 2015. Questa mancanza cronologica rende il sito inutilizzabile per coloro che vorrebbero indagare gli eventi storici degli ultimi otto anni.
Altre criticità riscontrate sono poi: l’impossibilità di visualizzare tutte le categorie contemporaneamente, la poca precisione della barra a cursore (che prima del 1768 salta anni o addirittura decenni), la presenza di fotografie non adeguate all’evento storico ricercato.

In conclusione il sito appare molto bello esteticamente, con un’idea interessante alle spalle, tuttavia la mancanza di aggiornamenti rende Histography soltanto un bello strumento per impressionare qualcuno, non permettendo di fatto di utilizzarlo per delle ricerche. La possibilità di mettere sullo steso piano eventi geograficamente lontani tra loro accumunandoli per anno è indubbiamente interessante, poiché permette di uscire dalla visione eurocentrica che ha caratterizzato la storiografia occidentale per molto tempo. Uno dei fattori più stimolanti infatti è proprio l’abbondanza di eventi storici visualizzabili, che però dovranno essere approfonditi fuori dal sito.


URL: Histography - Timeline of History
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Sofia Ranieri
Immagine: Immagine rappresentate l'interfaccioa di Histography
Data della recensione: 11 febbraio 2023


Titolo:

DanteSources

Temi:

Il tema principale del progetto è lo studio delle opere dantesche e dei testi utilizzati da Dante.

Autori:

Il progetto nasce dalla collaborazione tra l’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione del CNR e l’Università di Pisa, in particolar modo il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica.

Perciò il Team prevede membri di entrambe le istituzioni. Carlo Meghini, Valentina Bartalesi e Daniele Metilli sono membri del ISTI-CNR, mentre Mirko Tavoni e Paola Andriani dell’Università di Pisa.

Contenuti e fonti:

Poiché lo scopo del progetto è quello dello studio approfondito delle opere dantesche tramite le citazioni compiute da Dante all’interno delle proprie opere, il sito permette la ricerche delle fonti primarie utilizzate da Dante.

I lavori presi in esame sono presenti all’interno della sezione Progetto nel menù Bibliografia e sono il Convivio, la De vulgari eloquentia, la Monarchia, le Rime e la Vita Nova (nella versione curata da Gorni e in quella curata da De Robertis).

Si può interrogare il progetto in merito a quale fonte od autore Dante abbia utilizzato all’interno di un’opera, mostrando così il testo digitalizzato della fonte con l’esplicita citazione ed il suo contesto (vengono mostrati alcuni versi tratti dal passaggio interessato), si possono cercare le fonti primarie che Dante ha utilizzato, gli autori citati nei versi danteschi, i passaggi di testo in cui l’autore cita determinate aree tematiche (es. la logica, il diritto, la Bibbia, la poesia satirica etc.), il tipo di citazioni che Dante presenta nelle fonti primarie citate da Dante stesso (se sono citazioni esplicite, se concordanze stringenti oppure concordanze generiche) e una ricerca query SPARQL direttamente nel grafo.

Funzionalità:

L’interazione con l’utente è semplice ed efficace. Nella home page viene presentato in modo chiaro ed efficace un menù a tendina nella sezione superiore destra dell’header, colorato di nero in contrasto con lo sfondo bianco, che riassume tutti i contenuti della pagina web ed indirizza fin da subito l’utente nella navigazione. Vicino ad essi inoltre è presente la funzione di cambio lingua, tuttavia limitata solo all’inglese.

Al centro della home page vi è un’immagine composta da diversi link ipertestuali che rimandano alle varie sezioni del sito, in particolar modo alle sezioni di ricerca, di progetto, di gruppo, di bibliografia, di pubblicazioni e di contatti. Al termine della Home vi sono dei link ipertestuali che riportano alla pagine Facebook del progetto, al sito di Dante Network (https://dantenetwork.it/) il quale presenta tutti i progetti correlati a questo progetto e che hanno per protagonista Dante Alighieri e le ricerche che l’Università di Pisa ha svolto,  alle pagine ufficiali del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica di Pisa  e del sito ufficiale dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Nella sezione Pubblicazioni il sito permette di leggere degli articoli scientifici correlati alla tematica dantesca (questi articoli non sono scaricabili ma possono essere letti solamente accedendo alle piattaforme esterne in cui sono presenti), delle tesi di laurea che hanno utilizzato la piattaforma, degli appunti utilizzati in alcuni seminari e presentazioni da parte degli ideatori della pagina web, un rimando a dei siti collegati al progetto (nello specifico Dante Medieval Archive e DanteSearch) e una breve sezione video in cui sono presenti due link esterni (il primo è il sito web del CNR web tv ed il secondo della testata giornalistica “il tirreno”) i quali spiegano il progetto Dante Sources.

Nella sezione Contatti sono presenti i contatti sia dell’istituto ISTI-CNR che dell’istituto universitario. È possibile anche scrivere al curatore del progetto tramite la compilazione di un form.

Il sito permette anche la possibilità di cambiare la lingua in inglese. Tutte le funzioni sono state tradotte, tuttavia va fatto notare che i risultati della ricerca restano in volgare fiorentino o in latino, a seconda della lingua utilizzata nell’opera di riferimento.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

Scopo del progetto è quello di sviluppare un’enciclopedia relativa alle opere di Dante Alighieri. Per fare ciò non vengono solo presentate le opere di Dante ma anche dei testi da lui utilizzati come ausilio per il componimento delle proprie opere.

Il dovrebbe rivolgersi per lo più agli specialisti del settore ma la chiarezza dei dati raccolti permettono la sua fruizione anche ad un pubblico vario; chiunque voglia informarsi in materia dantesca può accedervi ed iniziare a compiere ricerche in modo mirato che risultano tuttavia facili da interpretare grazie alla guida del sito permettendo così l’approfondimento delle tematiche anche a chi non è un esperto di ricerca.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    5
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    5
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

Il sito si presenta come un ottimo progetto, facilmente fruibile da tutti. Presenta i dati in modo chiaro e semplice, permettendo anche di salvarli in un file formato CSV. Risulta di difficile comprensione, per gli utenti inesperti, solamente la sezione di ricerca da effettuare grazie alle query SPARQL direttamente sul grafo. Tuttavia, tutte le sezioni di ricerca sono così chiare ed immediate, grazie anche alla presenza di una guida che spiega i risultati ottenibili dalla ricerca, da non far pesare questa mancanza agli utenti inesperti.

Per quanto concerne la lingua inglese il sito offre delle ottime traduzioni di tutte le parti, eccezion fatta per quanto concerne la visualizzazione dei dati per cui sarebbe da capire se gli utenti esteri siano capaci di tradurre automaticamente la pagina web.

Il sito permette una facile lettura dei dati raccolti, mostrati per lo più grazie a tabelle per istogrammi, che permettono subito una comprensione chiara dei dati analizzati.

Il progetto ha ottenuto il riconoscimento del premio Best DH tool or suite of tools nel 2015 dimostrando la validità scientifica del progetto.

Unica pecca è la mancanza della funzione ricerca all’interno del sito che quindi non permette di poter usufruire di scorciatoie per la ricerca dei dati, oltre alla mancanza di aggiornamenti dopo il 2016 che fanno presupporre che il sito sia debba ancora essere completato.

URL: https://dantesources.dantenetwork.it/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Chiara Sammaria
Immagine:
Data della recensione: 12 febbraio 2023


Titolo:

Manuscript Pamphleteering in Early Stuart England

Temi:

Il tema principale del progetto è lo studio degli opuscoli aventi come tematica i discorsi politici, spesso scritti a mano o stampati con caratteri mobili, nel periodo dell’Inghilterra governata dalla monarchia degli Stuart.

Viene scelta questa tematica in quanto gli stessi autori del progetto si sono accorti che spesso gli storici tendono a non prendere in considerazione questo tipo di possibili fonti data la loro difficile lettura.

Autori:

Il progetto nasce dalla collaborazione dell’Università di Birmingham con l’Università di Bristol.

I ricercatori principali sono Noah Milstone (Università di Birmingham) e Sebastian Verweij (Università di Bristol). Con loro hanno collaborato anche Richard Bell, Victoria Anker, Tim Wales per l’Università di Birmingham, mentre Mike Jones e Jon Hallett per l’Università di Bristol.

Nei comitati consultivi si possono inoltre leggere i nomi di accademici facenti parte di ulteriori università a livello mondiale.

Contenuti e fonti:

Le fonti prese in esame sono 500 testi sopravvissuti in 4000 esemplari diversi facenti tutti parte della tipologia delle fonti primarie; di cui oltre 200 sono stati trascritti. Gli opuscoli sono stati reperiti tra più di 50 archivi tra il Regno Unito e gli Stati Uniti d’America (tra gli archivi vi è anche la British Library). Nella sezione “Come usare”, sottosezione “ambito di copertura” sono indicate tutti e 50 gli archivi presi in esame.

Gli autori hanno deciso in alcuni casi di riportare più esempi di un singolo testo per mostrare come si modificasse insieme alle varie forme di scrittura coinvolte nella stesura.

Per ogni testo vengono mostrate le informazioni bibliografiche di base, i testimoni manoscritti conosciuti e il dettaglio degli esemplari a stampa conosciuti. Per alcuni vi è anche la versione full-text degli esemplari trascritti e le immagini ad alta risoluzione, vi sono inoltre delle versioni PDF degli esemplari, scaricabili nella scheda “Descrizione testo” e la raccolta di dati XML.

Le fonti si dividono in tre categorie: testi (documenti astratti in circolazione), testimoni (documenti fisici dei testi) ed esemplari (singoli testimoni).

Vengono elencate anche tutta una serie di tipologie di manoscritti che sono state escluse dal database, quali ad esempio i versetti, gli atti parlamentari, gli opuscoli che circolavano nel periodo Tudor ed infine i sermoni.

Nella sezione “convenzioni di trascrizioni” presente nel menù “come usare” sono riportati tutte le simbologie presenti per una corretta lettura delle fonti, permettendo così al lettore una lettura il più accurata possibile delle fonti.

Funzionalità:

Il sito è molto intuitivo, tuttavia presenta funzionalità piuttosto ristrette che però risultano essere comunque efficaci ai fini della ricerca.

La pagina presenta nella home un menù a tendina nella sezione superiore destra dell’header che si suddivide in un’introduzione (dedicata alla spiegazione di come venissero prodotti i manoscritti ed i testi a stampa), una sezione dedicata a spiegare il funzionamento del portale in cui vengono enunciati sia gli scopi del progetto che i dettagli tecnici dei manoscritti, una sezione dedicata agli insegnanti ed infine una breve spiegazione del progetto.

Nel corpo della homepage vi è invece una funzione di ricerca per manoscritti, che permette la ricerca sia per data che per rilevanza al tema ricercato. vi è anche la funzione di ricerca avanzata che permette di ricercare dei testi attraverso parole chiave, esclusione di parole e per datazione. Se invece non si sa cosa cercare vengono presentate le fonti già direttamente nella homepage.

Nel footer della homepage vengono segnalati tutti gli istituti che hanno partecipato alla collaborazione del progetto, mostrando così la sua validità scientifica.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo principale del progetto è quello di evidenziare come anche gli opuscoli possano far parte delle fonti utilizzabili dagli storici, soprattutto grazie alla loro diffusione, sia nell’arco temporale che nell’ambito geografico, dimostrando quali fossero le notizie che circolavano all’epoca.

Il progetto, nella sezione introduzione, dà una spiegazione piuttosto chiara di come funzionasse una tipografia del 1600 ca., in modo da avvicinare anche i non esperti a comprenderne il funzionamento. Proprio per questo si può dire che il progetto si rivolge ad un pubblico variegato, sebbene incentrato sempre a studenti o storici.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

Il sito si mostra come work in progress non ancora ultimato presentando una lista di prossimi obiettivi da raggiungere sebbene non venga specificata da nessuna parte una data di termine dei lavori di allestimento, nonostante il copyright della pagina si estenda dal 2017 al 2023.

Il progetto ha anche un’intera sezione dedicata ai materiali che possono tornare utili agli insegnanti per spiegare la situazione sociopolitica, religiosa ed economica dell’Inghilterra del XVII sec.

Nella sezione “Insegnamento” vi è un riferimento alla possibilità di inviare dei feedback che tuttavia non hanno una sezione a loro dedicata all’interno del progetto e che quindi non possono essere inviati.

Altra criticità è data dal simbolo delle associazioni che hanno partecipato al progetto senza tuttavia avere un richiamo tramite l’utilizzo di un link ipertestuale, obbligando dunque l’utente a ricercarle autonomamente.

URL: https://mpese.ac.uk/
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Firma: Chiara Sammaria
Immagine:
Data della recensione: 12 febbraio 2023


Titolo:

The Down Survey of Ireland


Temi:

Il progetto Down Survey of Ireland nasce nel 2011 con lo scopo di riunire per la prima volta tutte le mappe (di contee, baronie e parrocchie) e i documenti sopravvissuti appartenenti all’indagine catastale condotta dal 1656 al 1658 da Sir. William Petty. L’indagine, indetta dopo la vittoria degli eserciti del Commonwealth inglese, comandati da Cromwell, aveva lo scopo di mappare e rilevare accuratamente tutte le terre che dovevano essere confiscate ai cattolici irlandesi per la loro redistribuzione ai protestanti inglesi. 

Le mappe realizzate in scala 1:50.000 sono ricche di dettagli che mostrano chiese, strade, fiumi, castelli, case e fortificazioni.

Il progetto ha avuto due fasi principali: la prima, e anche quella originaria, nella quale il team ha identificato e digitalizzato le mappe storiche; e una seconda fase in cui gli autori si sono occupati dell’ideazione di un database a partire dalla raccolta dii documenti relativi alla distribuzione e al rilevamento delle terre in quei territori, infine il database è stato incorporato nel sistema informativo geografico (GIS) creato dal team.

Il progetto organizzato in un GIS, ha quindi tre componenti principali: il database, le mappe e l’interfaccia utente.

Il database raccoglie dati e materiali relativi a ciascuna cittadina irlandese che nel progetto è stata associata in modo univoco a una parrocchia, a sua volta associata ad una baronia ed infine a una contea; in questo modo i dati possono essere analizzati e indagati dall’utente a qualsiasi livello geografico.

Le mappe del Down Survey e dell’ Ordnance Survey (un’indagine catastale eseguita da un ente pubblico dello Stato Britannico) sono sovrapposte e affiancate a più livelli di zoom a quelle di Google Maps, permettendo di ricercare specificatamente singoli elementi,  selezionandoli dal GIS, quali ad esempio il nome del proprietario terriero o il singolo edificio.

L’interfaccia utente  prevede che gli user possano agire sulle mappe zoommandole, rimpicciolendole o spostandosi su di esse.


Autori:

Il team che si è occupato del progetto è stato diretto dal Docente Micheál Ó Siochrú, e da due assistenti di ricerca, rispettivamente i Dott.ri David Brown ed Eoin Bailey. Si ricorda anche la presenza del Dott. Eamon Darcy, per l’aiuto nella preparazione dei dati, e dei Dott.ri Mark Hennessy e Paul Ferguson, che hanno lavorato al consiglio del progetto. I partner di ricerca del progetto sono stati: la High Performance Computing (TCD), la Trinity Library e la Brown Projetcs Limited. L’interfaccia è stata creata dal Dott. Adam May. Le biblioteche e gli archivi coinvolti nel progetto sono stati: la Librarv of Ireland, la National Archives of Ireland, l’Irish Manuscripts Commission, la British Library, la Public Records Office Northern Ireland, la Bibliotheque National de France, l’Ordnance Survey of Ireland, l’Ordnance Survey of Northern Ireland, la Sligo County Library e la Dublin City Library and Archive. Il progetto è stato finanziato dall’Irish Research Council.


Contenuti e fonti:

Le fonti utilizzate sono state di tre tipi: 

Fonti cartografiche, che consistono nelle mappe e nei terrier, ovvero le descrizioni testuali che le accompagnano, e sono di diversi tipi:  mappe del Down Survey, che sono copie parrocchiali e non degli originali; le mappe della contea e quella generale dell’Irlanda, provenienti dal primo atlante della contea d’Irlanda, datato 1665-1670;  le mappe della Baronia, anch’esse copie ma in questo caso a colori; e infine le mappe parrocchiali, estremamente preziose per colmare alcune lacune lasciate dalle altre fonti cartografiche, in quanto la maggior parte delle mappe originali vennero distrutte in un incendio. 

Il secondo tipo di fonti sono quelle GIS, appartenenti a un sistema creato a partire dall’unione di due database nazionali al fine di creare un solo dataset irlandese; i due database sono: OSI (Ordnance Survey Ireland), ovvero l’autorità cartografica ufficiale dell’Irlanda e responsabile del rilevamento nazionale, e quello OSNI (Ordnance Survey of Northern Ireland), ovvero l’agenzia di cartografia ufficiale dell’Irlanda del Nord.

Questo sistema ha permesso, tramite la sovrapposizione delle mappe del Down Survey esistenti e il materiale cartografico odierno, la geo-referenziazione delle mappe del XVII secolo, permettendo così di determinare esattamente la posizione di qualsiasi luogo appaia nelle fonti cartografiche.

L’ultima tipologia di fonti presenti nell’atlante digitale è rappresentata da un catalogo di testi manoscritti chiamati “Books of Survey and Distribution” contenente  elenchi dei proprietari terrieri in Irlanda nel 1641 e 1670 e delle terre da loro possedute. Nel progetto sono poi stati inclusi tutti i resoconti dei testimoni presenti allo  scoppio della ribellione in Irlanda che raccontano le atrocità commesse dai cattolici nei confronti dei protestanti, con annessi luoghi degli omicidi.

Il sito web, ospitato all’interno di quello del Trinity College di Dublino si divide in quattro voci principali: “The Down Survey of Ireland- Home”; “About this website”; “Down Survey Maps”; “Historical GIS”.

La prima voce “The Down Survey of Ireland- Home” ospita una presentazione generale del progetto ripercorrendo in alcune righe la storia del Down Survey.

Entrando nella seconda, dal titolo  “About this website”, si aprono 5 sezioni, rispettivamente:

“Historical Context” dove viene presentato appunto un resoconto storico sulle vicende riguardanti la ribellione irlandese del 1641, l’insediamento di Cromwell e il successiva indagine del Down Survey.

“Map Sources” dove vengono illustrate le tipologie di fonti cartografiche utilizzate nel progetto, dando alcune informazioni quali la loro provenienza, le misure delle mappe o lo stato di conservazione.

“GIS Sources”, allo stesso modo di prima anche qui le fonti del sistema informatico geografico vengono presentate e divise in documenti storici, mappe della contea, libri di indagine e distribuzione, censimento del 1659 e deposizioni del 1641.

“About the Project”: in questa sezione vengono spiegate le due fasi principali per la realizzazione del progetto, viene presentato il team di lavoro e infine vengono fornite alcune informazioni sul funzionamento dell’interfaccia, del database e delle mappe.

Infine abbiamo “User Guide”, sezione dedicata appunto al fornire un aiuto all’utente nel muoversi all’interno del sito web.

La seconda sezione, intitolata “Down Survey Maps” apre una mappa ricercabile per criteri predefiniti (es. ricerca per provincia, baronia o parrocchia), oppure da la possibilità all’utente di esplorare la mappa da sé, spostandosi su di essa oppure ingrandendola.

Infine l’ultima sezione, intitolata “Historical GIS”, si divide in quattro schede:

“About the GIS” dove vengono date alcune informazioni generali e qualche consiglio su come guidare l’utente all’utilizzo del GIS storico.

“Landowner by Name”,  sezione nella quale gli utenti possono operare una ricerca appunto per nome e cognome dei proprietari terrieri, potendo scegliere tra due datazioni (1641 o 1670).

“Ownership by Religion” dove si possono trovare due mappe, rispettivamente del 1641 e del 1670 con relativa legenda, che illustrano la divisione in territori tra cattolici, protestanti o evidenziano terreni comuni.

“1641 Depositions” dove viene presentata una mappa delle deposizioni dell’Ulster che mostra il numero di omicidi registrati in ogni cittadina.

Funzionalità:

Il sito web, è ospitato all’interno del sito del Trinity College di Dublino,  e nella mia opinione questa scelta, oltre a non far possedere una propria identità al progetto, porta l’utente a trovarsi spaesato a primo impatto.

Nonostante ciò, appena si apre la prima pagina l’interfaccia risulta pulita e di facile utilizzo, inoltre l’user viene guidato in modo chiaro all scoperta del progetto anche grazie alla voce dedicata “User Guide” e a quelle apposte in basso e denominate “Glossary” (che permette ulteriore chiarezza nella lettura) e “Further reading”. Esplorando il sito si nota però che la presenza di molte sezioni secondarie tende a confondere l’utilizzatore, soprattutto perché alcune informazioni di carattere generale vengono riportate in più di una sezione, creando un effetto talvolta confusionario.

Le ricerche, sia sui documenti, che sulle mappe sono facili da effettuare anche per chi non possiede dimestichezza con il sito; le informazioni di carattere generale, sia sul contesto storico ma anche sul progetto e il suo team sono estremamente chiare.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo principale del progetto, sebbene non sia esplicitato, è quello di poter mettere una grande quantità di fonti mai accorpate prima sul Down Survey a disposizione dell’user. Pertanto l’utilizzatore potrà ricercare informazioni autonomamente e in base ai propri interessi attraverso l’interrogazione di un database facile da utilizzare.

Il progetto si rivolge perfettamente ai fini di studio e ricerca poiché permette di visionare fonti estremamente importanti da molto vicino, ma ritengo che la sua facilità di utilizzo permetta la sua usufruibilità anche da un pubblico più vasto, che potrebbe decidere di ricercare le mappe o visionare i documenti anche solo per mera curiosità.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

Il progetto, è terminato nel 2013 e da allora non è stato mai aggiornato, pertanto l’interfaccia a livello puramente grafico risulta poco stimolante e spesso le varie sezioni non si caricano subito oppure le mappe non appaiono immediatamente ed è necessario ricaricare la pagina. 

Il sito web è totalmente in lingua inglese ma possiede un linguaggio chiaro e scorrevole, ovviamente può essere tradotto dal motore di ricerca che però non da la possibilità di leggere le mappe o i documenti in altre lingue.

Complessivamente il progetto, che è totalmente ad accesso gratuito è un progetto valido, soprattutto per il grande lavoro del team che è riuscito a presentare delle fonti diverse tra loro in modi interessanti e rivolgendosi ad un pubblico vasto.


URL: https://downsurvey.tchpc.tcd.ie/
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Firma: Anna Mattioni
Immagine:
Data della recensione: 12 febbraio 2023


Titolo:

Resistenza mAPPe

Temi:

Il progetto Resistenza mAPPe nasce nel 2015 con lo scopo di divulgare la conoscenza e il ricordo dei luoghi più significativi della seconda guerra mondiale e della Resistenza della regione Emilia- Romagna ad un pubblico più vasto. Il sito propone la presentazione di percorsi turistico culturali nei centri urbani e nei capoluoghi di provincia e dal 2017 di itinerari fuori dalle città, favorendo la lettura critica dei luoghi che quotidianamente ci circondano.


Autori:

Resistenza mAPPe è stato ideato dagli “Istituti Storici dell’Emilia- Romagna in Rete”, istituzione costituita da soggetti che si occupano della conservazione e della valorizzazione del patrimonio storico emiliano.

Il progetto nasce pertanto grazie ad un team di lavoro il cui il coordinamento è stato seguito da Luisa Cicognetti. Per quanto riguarda i singoli percorsi, ogni città è stata presa in carico dai propri istituti:

Bologna: Percorsi urbani e regionali a cura di Luca Alessandrini, Luisa Cigognetti, Gisella Gaspari, Luca Pastore, Agnese Portincasa. 

Collaborazione di Nadia Baiesi, Rossella Ropa, Toni Rovatti, Cinzia Venturoli

Ferrara: Percorsi urbani a cura di Anna Maria Quarzi, Vito Contento. 

Percorsi regionali a cura di Anna Maria Quarzi, Vito Contento, Angela Ghinato

Forlì: Percorsi urbani a cura di Vladimiro Flamigni, Fabrizio Monti. 

Percorsi regionali a cura di Vladimiro Flamigni, Mara Zambelli

Modena: Percorsi urbani e regionali a cura di Claudio Silingardi, Metella Montanari

Parma: Percorsi a cura di Michela Cerocchi, Teresa Malice, Marco Minardi, Guido Pisi. 

Collaborazione per la raccolta della documentazione e la lettura delle testimonianze audio di Andrea Di Betta, Tommaso Ferrari, Salvo Taranto

Piacenza: Percorsi urbani e regionali a cura di Carla Antonini.

Collaborazione nei rispettivi settori di competenza di Fabrizio Achilli, Claudio Maccagni, Eugenio Gazzola, Ippolito Negri. 

Percorsi regionali a cura di Carla Antonini

Ravenna: Percorsi urbani e regionali a cura di Giuseppe Masetti

Reggio Emilia: Percorsi urbani e regionali a cura di Mirco Carrattieri, Marco Marzi, Glauco Bertani, Massimo Storchi, Michele Bellelli

Rimini: Percorsi urbani e regionali a cura di Daniele Susini, Elisa Gardini

La progettazione e realizzazione del sito web e delle singole App regionali è stata curata dall’istituto BraDypUS. Communicating Cultural Heritage


Contenuti e fonti:

Il sito web, che mostra da subito nella parte anteriore un mappa interattiva dell’Emilia-Romagna con alcuni luoghi di interesse storico evidenziati, si articola in cinque sezione ma si apre su una landing page che contiene le prime due che sono “Progetto” e “Percorsi”: 

La prima, di presentazione appunto del progetto, contiene alcune informazioni generali circa la sua nascita e il suo sviluppo negli anni. 

La seconda si intitola “Percorsi” poiché illustra i diversi tipi di percorsi nati nella regione, che sono di vario tipo:

-I percorsi regionali sono divisi rispettivamente in tre categorie: “pianura”; “montagna”; “costa”. Se l’utente seleziona una di queste categorie si aprirà un’ulteriore pagina nella quale verrà riportato in breve il contesto e la storia della resistenza nell’area. L’utente visualizzerà poi un elenco con tutte le città appartenenti al percorso con la possibilità di poter cliccare sul nome di una qualsiasi città per ottenere a sua volta una lista dei suoi luoghi di interesse storico, ogni luogo possiede una pagina dedicata che si apre semplicemente cliccandovi sopra, che ne descrive le vicende per cui è celebre e fornisce delle fotografie di esso.  

-I percorsi cittadini: in questa sezione l’utente si troverà già davanti la lista delle città. Anche in questo caso è possibile selezionare una cittadina e scoprire, oltre alle informazioni storiche generali, i percorsi storici che essa offre. Ogni pagina dedicata a un percorso specifica le tappe, la distanza da percorrere, il mezzo consigliato e il tempo stimato d percorrenza oltre che una cospicua galleria fotografica.

-Percorsi extraurbani: i percorsi extraurbani sono organizzati sul sito come i percorsi cittadini ma non tutti dispongono di molte informazioni come quelli cittadini.

-Percorsi tematici: La sezione dei percorsi tematici rimanda all’app, scaricabile sia da IOS che da Android che grazie al sistema di geolocalizzazione permette all’utente di avere una mappa ricercabile ove appaiono tutti i luoghi di interesse storico. L’app è pensata come ausilio nel caso si volesse percorrere uno degli itinerari e scoprire più informazioni possibili su questi luoghi, infatti ha una sezione dedicata dove è possibile ricercare per nome sia monumenti o luoghi, che presenta fotografie e brevi resoconti storici. Infine è possibile ricercare all’interno dell’app anche i deceduti per nome o cognome durante la Resistenza in Emilia- Romagna e per ognuno d loro appare una breve scheda e una fotografia.

-Percorsi comunali: anche i percorsi comunali sono organizzati come quelli cittadini, si può notare che questa sezione è ancora in fase di espansione poiché i comuni elencati sono ancora pochi.

Vi sono poi altre tre sezioni:

“Progetti didattici”: sezione nella quale vengono illustrati in modo preciso tutti i percorsi educativi condotti negli anni dai vari comuni emiliani 

“Documenti e bibliografia”: sezione che si divide a sua volta in “Documentazione” che prevede un glossario di tutti i termini utilizzati nel progetto, redatto a cura di Metella Montanari; una seconda chiamata  “Filmografia su Resistenza nell’Emilia-Romagna” dove appunto sono indicati tutti i film, documentari e le fiction di interesse divise per città; e infine le ultime due sezioni intitolate rispettivamente “Bibliografia: la Resistenza in Emilia Romagna” e “Bibliografia sulla Resistenza in Emilia- Romagna” che indicano appunto delle bibliografie sull’argomento.

E infine la sezione “Crediti”, dove oltre all’elenco degli autori viene presentato anche quello degli istituti storici emiliani che partecipano al progetto.


Funzionalità:

Il progetto è veramente interessante e la pagina principale risulta breve e coincisa nella spiegazione del progetto. La grafica è ottima e si può notare che è un progetto in continua espansione ed estremamente curato. L’idea di un’app di supporto inserisce “resistenza mAPPe” in un ottica più ampia permettendogli di varcare i confini del web accompagnando le persone sui luoghi della Resistenza. 

Le singole schede sono curate da diversi enti e questa forse è l’unica pecca, ovvero che non tutte le pagine sono organizzate in modo identico, ad esempio ad alcune mancano le informazioni su durata del percorso o distanza. Nonostante ciò il team è riuscito a costruire una rete di percorsi ampia e variegata.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

Gli obiettivi del progetto sono da subito chiari: promuovere e ricordare le vicende legate alla Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale, in una regione che è ricca di luoghi di memoria e interesse. Il portale cerca di rivolgersi ad un pubblico giovane, sia per invogliarlo a conoscere e scoprire i luoghi storici in autonomia, grazie all’apposita app, sia facendo formazione all’interno delle scuole grazie ai molti progetti didattici che vengono illustrati nel sito. Ovviamente chiunque può usufruirne, il target è estremamente vasto in quanto la piattaforma è utilizzabile facilmente da tutti e porta contenuti e modalità di scoperta della storia innovativi.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    5
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

Il sito web “resistenza mAPPe” rappresenta un’interessante progetto che si rivolge ad un grande pubblico in modo totalmente gratuito.

Gli ideatori hanno creato una piattaforma in grado di coniugare l’aspetto dello studio e della conoscenza con quello del tempo libero, portando gli utenti a muoversi e passeggiare liberamente in luoghi di memoria che altrimenti potrebbero essere sconosciuti ad una gran parte di loro. Per quelli che magari invece già conoscevano già questi luoghi, l’utilizzo dell’app e il sito danno informazioni preziose creando una guida da poter portare sempre con se. 

Sicuramente l’idea di inserire il progetto in un’ottica turistica è interessante, poiché l’app e il sito stesso rappresentano una valida guida anche per coloro che non sanno come muoversi in questi spazi, l’unica pecca in questo senso è che sia disponibile solamente in lingua italiana, anche se ovviamente il sito può essere tradotto dal motore di ricerca ma l’app purtroppo no. Un grande punto a favore consiste nel funzionamento dell’app anche senza la connessione dati.

In conclusione, il progetto grazie alla sua dinamicità e alla sua facilità di utilizzo si adatta perfettamente alle esigenze turistiche e diviene uno strumento accattivante anche per i più giovani.


URL: https://resistenzamappe.it/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Anna Mattioni
Immagine:
Data della recensione: 12 febbraio 2023


Titolo:

Fashion History Timeline

Temi:

Fashion History Timeline è una risorsa open-access ideata e realizzata dal Dipartimento di Arte e Storia del Fashion Institute of Technology di New York come luogo virtuale per l’approfondimento e la ricerca riguardante la storia della moda.


Autori:

Come specificato nella sezione About the Timeline del sito, gli autori sono 543, tra professori, studenti e conservatori e curatori museali. Tra questi ricordiamo: le condirettrici Dr. Justine De Young (professoressa e direttrice di Dipartimento) e Dr. Lourdes M. Font (professoressa); le assistenti editor Sarah Bochicchio, Alexandra Fanelli, Karina Reddy, Kenna Libes, Bridget Kerr; il gruppo di progettazione formato da Joseph Anderson (professore associato), Nanja Andriananjason e Molly Schoen (curatrici dell’aspetto visivo) e molti altri.
La natura open-access del sito permette inoltre all’utente interessato di
contattare gli uffici preposti e pubblicare un proprio contributo, pur rimanendo entro le linee guida specificate dai curatori del sito. Non vi sono indicazioni riguardo al controllo di questo tipo di contributi, ma trattandosi del progetto di un’università sicuramente i nuovi record pubblicati verranno esaminati da degli esperti.

Il progetto è stato supportato dalla Samuel H. Kress Foundation.


Contenuti e fonti:

Tutti gli articoli e approfondimenti pubblicati sul sito riguardano la storia della moda. Quest’area di interesse viene indagata attraverso analisi critiche di opere d’arte, film, costumi dell’epoca; un’intera sezione è dedicata alla storia del costume e alla sua evoluzione talvolta decennio per decennio.
Le fonti utilizzate sono presentate nella sezione Source Database: 73 volumi recensiti e catalogati dai curatori del sito. Oltre a questi i singoli articoli pubblicati presentano ognuno una bibliografia e una sezione apposita dedicata alle fonti primarie e secondarie consultabili per approfondire l’argomento trattato. Il sito si collega inoltre a un profilo Zotero, al quale possono contribuire studenti e ricercatori.
I contributi dei membri della FIT sono protetti dalla licenza Creative Commons.


Funzionalità:

Il sito internet presenta una homepage molto ricca di contenuti: una prima sezione propone alcuni articoli rappresentativi delle diverse categorie entro le quali sono stati inseriti (art work analysis, film analysis, thematic essays…), scorrendo con il cursore si troveranno poi una serie di finestre riguardanti sempre le varie categorie proposte dal sito, una sezione “a scorrimento” dedicata agli articoli pubblicati sul blog, due finestre con alcuni articoli riguardanti diverse epoche storiche selezionabili e infine in fondo alla pagina un’ulteriore finestra introduce il dizionario della moda. Alla destra di queste sezioni appena descritte una barra di ricerca, una finestra con gli articoli più recenti, i contatti social della pagina (con due finestre apposite per Twitter e Instagram) e una sezione per il login al sito. La prima schermata si conclude con un breve testo di presentazione al progetto e alcuni link di servizio (About, Contact, Timeline, Sitemap, Login, Register). In generale quindi l’homepage mira a presentare tutte le possibilità offerte dal progetto, che potranno essere indagate nel particolare grazie alla barra orizzontale in alto.
Quest’ultima è formata da diversi link: About, Time Period, Essays, Dictionary, Designers, Blog e Source Database.
- About: la sezione è formata da sette ulteriori link e mira a dare informazioni pratiche riguardanti il sito. I collegamenti sono: About the Timeline (presentazione complessiva del progetto e dei suoi autori), How to contribute (guideline da seguire per la stesura degli articoli), How to research fashion (una breve guida per analizzare criticamente un capo d’abbigliamento), Contact Us (con una maschera apposita), Authors (brevi presentazioni scritte dagli autori stessi), Site timeline (tutti gli articoli pubblicati divisi chiaramente in ordine cronologico da febbraio 2017 a febbraio 2023), Site overview (elenco delle categorie e dei tag utilizzati).
- Time period: questa sezione presenta dieci link comprendenti a loro volta ulteriori collegamenti che vanno a definire nello specifico diverse epoche storiche. La prima sezione ad esempio (Ancient Worlds) presenta otto link riguardanti alcune civilità antiche (assyrian, egyptian…), mentre le sezioni dal XV secolo presentano dieci link ognuna con i diversi decenni di quel secolo.
- Essays: questa sezione presenta otto collegamenti, uno per ogni categoria specifica. Le categorie sono: Artwork analysis, Garment analysis, Film analysis, Thematic essays, Year overviews, Decade overviews, Bipoc, LGBTQ+. Cliccando sui citati link la schermata proporrà diversi articoli in tante piccole finestre caratterizzate ognuna da un’immagine, il titolo dell’articolo e da un breve abstract.
- Dictionary: selezionando questa voce la finestra che si apre riporta una barra orizzontale con le diverse lettere dell’alfabeto (selezionabili) sotto la quale sono disposte diverse immagini associate a un parola, cliccando sulle quali si potrà leggere l’approfondimento su quel termine.
- Designers: questa sezione si propone di analizzare la vita e lo stile di stilisti poco noti. Similmente alle altre sezioni questa pagina presenta numerose piccole finestre caratterizzate da immagini, titolo e abstract.
- Blog: l’insieme degli articoli pubblicati sul blog del sito.
- Source database: un elenco interattivo della bibliografia utilizzata. Cliccando sul singolo libro si accede a una finestra comprendente le informazioni bibliografiche, le informazioni sull’autore, i link esterni, le recensioni degli studenti. Una sezione posta a destra permette all’utente di fare delle ricerche bibliografiche utilizzando alcuni tag (provenienza geografica, secolo di riferimento… ).

Analizziamo ora nello specifico due sezioni del sito.

Andando nella sezione Timeline e selezionando un decennio specifico si è indirizzati all’articolo corrispondente che solitamente presenta delle sezioni ben distinte: introduzione, moda femminile, moda maschile, abbigliamento dei bambini, fonti, due link che indirizzano l’utente alle epoche immediatamente precedenti o successive, una breve scheda di approfondimento di contesto storico proveniente da Wikipedia, alcuni articoli correlati dai tag, delle sezioni sulle fonti (primarie e secondarie) e una sezione sull’autore dell’articolo. Gli approfondimenti di questo tipo risultano essere ben strutturati e curati esteticamente, fanno largo uso di immagini e utilizzano un linguaggio semplice e accessibile.

Per indagare la sezione Essays si è scelta la categoria Film Analysis. Ogni film presenta una sinopsi, le informazioni generali sulla pellicola (regista, anno, costume designer), il trailer del film, un’introduzione di carattere storico riguardante il secolo di ambientazione, un commento sui costumi del film e infine un’analisi dell’accuratezza storica della pellicola. La pagina si conclude sempre con l’elenco delle fonti e una breve presentazione dell’autore.

Tutti gli articoli o approfondimenti pubblicati presentano, subito sotto il titolo, il nome dell’autore, l’ultima data di modifica, la data di pubblicazione e l’elenco di tag collegati all’argomento.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo del progetto è quello di fornire informazioni sulla storia e l’evoluzione della moda a tutti coloro che sono interessati all’argomento. Il linguaggio utilizzato e l’impianto complessivo del sito (molto user friendly) permettono a chiunque di accedere alle informazioni con facilità.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    5
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

Il mio giudizio finale è positivo.
Il sito, particolarmente ben strutturato, è estremamente ricco di informazioni che possono essere giudicate attendibili. L’impianto fortemente basato sull’immagine e il linguaggio semplice ma esaustivo permettono all’utente di comprendere facilmente tutto il materiale presentato. La possibilità poi di approfondire gli argomenti in modo autonomo andando ad analizzare personalmente le fonti primarie e secondarie, rendono l’esperienza di ricerca interattiva. Le categorie proposte sono varie e interessanti, inclusive di due categorie specifiche (Bipoc e LGBTQ+).

Nonostante questo però ho notato alcuni aspetti negativi ch potrebbero rendere l’esperienza di navigazione difficoltosa per alcuni utenti:
- La lingua inglese: il sito interamente in inglese non permette la selezione di lingue diverse senza fare uso di servizi esterni (Google traduttore).
- La barra di ricerca: fare ricerche interne al sito può risultare difficoltoso se se decide di cercare un testo specifico che non rientra nelle categorie pre-impostate. Cercando ad esempio “Napoleon” i risultati rimandano a numerosi articoli solo vagamente collegati all’oggetto della nostra ricerca.
- La mancanza di alcuni tag specifici: in particolare l’impossibilità di ricercare la storia della moda per singole aree geografiche o per singolo personaggio storico (questa funzione potrebbe essere decisiva per un pubblico generalista).
- Database delle immagini: l’impossibilità di ricercare nello specifico un’immagine utilizzata all’interno del sito.
Oltre a queste caratteristiche tecniche, ho notato che nella sezione Timeline molte voci riguardanti l’evoluzione del costume sono incomplete nonostante siano attivi i link corrispondenti alle categorie. La sezione Ancient World>Assyrian ad esempio è totalmente sprovvista di informazioni, così come la maggior parte delle sezioni Ancient World e Middle Ages (quest’ultima provvista di due sole sezioni, Early Middle Ages e Byzantine). L’informazione inizia a essere completa solo dal XV secolo in poi.
Gli articoli in queste sezioni inoltre risultano essere molto eurocentriche, non presentando approfondimenti specifici sulla storia del costume nei diversi continenti.

Il sito però, costantemente aggiornato, ha enormi potenzialità per diventare una fonte essenziale per tutti coloro che decidono di approfondire questo aspetto della storia. I contributi degli utenti in questo caso (sempre sotto la sorveglianza degli esperti) potrebbero risultare essenziali per coprire delle lacune soprattutto riguardo all’evoluzione del costume al di fuori dell’Europa.


URL: Fashion History Timeline
Tipologia:
Firma: Sofia Ranieri
Immagine: Homepage del sito analizzato Fashion History Timeline
Data della recensione: 12 febbraio 2023


Titolo:

BeWeB - Beni Ecclesiastici in web


Temi:

Il portale rende disponibile il patrimonio culturale ecclesiastico, gestito e custodito dalle realtà ecclesiastiche italiane, e si propone come uno strumento di tutela e divulgazione offrendo una lettura trasversale e integrata delle risorse in esso contenute.




Autori:

BeWeb è promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e organizzato dall’ Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto, si tratta di un portale collaborativo che coinvolge bibliotecari, archivisti, storici dell’arte, architetti e racchiude il lavoro condotto sul territorio dalle diocesi e dagli istituti culturali. Si avvale della collaborazione di oltre 3000 operatori specializzati con responsabilità su patrimonio e banche dati che garantiscono l’autenticità dei dati.

Sono presenti i contatti del CEI, nella sezione “Cos’è BeWeb".

 


Contenuti e fonti:

Il portale è frutto di un progetto che si occupa, fin dal 2009, di mettere a disposizione i beni ecclesiastici nel web, rendendo visibile il lavoro sistematico di censimento del patrimonio storico e artistico, architettonico, archivistico e librario portato avanti dalle diocesi italiane e dagli istituti culturali ecclesiastici sui beni di loro proprietà. BeWeb offre quindi un panorama delle risorse culturali che hanno in comune l’identità ecclesiale. Il sito è implementato e organizzato dalla rete della comunità, seppure con responsabilità e ruoli differenti, secondo le finalità indicate dalla Conferenza Episcopale dei Vescovi italiani.

La banca dati viene aggiornata dalle diocesi e dagli istituti culturali che, avendo concluso la fase descrittiva di rilevamento sul territorio di competenza, si trovano in quella di aggiornamento e integrazione. Il portale è di conseguenza un work in progress, infatti l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto della CEI sovrascrive le banche dati già pubblicate non appena riceve banche dati aggiornate.

BeWeB è anche uno strumento di dialogo con le istituzioni pubbliche e i relativi sistemi informativi.

Come specificato nella sezione “About”, sono stati istituiti accordi e convenzioni che servono a garantire la visibilità dei dati presenti anche in altri siti: Anagrafe delle Biblioteche Italiane,  Servizio Bibliotecario Nazionale , Manus online coordinati dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU), in Material Evidence of Incunabula coordinato dal Consortium of European Research Libraries (CERL), nel Sistema Archivistico Nazionale coordinato dall’Istituto Centrale per gli Archivi (ICAR), nei Luoghi della Cultura realizzato dal Ministero dei beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT).

Home page

L’header funge da testata del portale mettendo in evidenza i contenuti disponibili:

In alto a destra troviamo i collegamenti ai social istituzionali (Facebook, Instagram e Youtube), la possibilità di accedere con le proprie credenziali o creare un profilo utente, il menu a tendina con le varie lingue disponibili.

Sulla barra principale, in campo bianco, sono disposte le pagine degli ambiti culturali presenti: beni architettonici, beni storico artistici, beni librari, beni archivistici.

Abbiamo poi la presenza di un secondo ambito, rappresentato da una seconda barra, evidenziata dallo sfondo nero. Essa contiene, oltre La sezione “cos’è BeWeb” (dove, insieme alle spiegazioni del progetto e alcune informazioni sulla struttura del sito, troviamo video e articoli di approfondimenti), vari percorsi tematici: la sezione “eventi e news”, una sezione dedicata alle “giornate di valorizzazione del patrimonio” e “percorsi e approfondimenti”.

Ben in evidenza c’è lo strumento di ricerca per termine, luogo o categoria e le ricerche avanzate.

Nella parte del contenuto vengono offerti vari stimoli di ricerca e approfondimenti: le news più recenti, poi gli eventi, le mostre e seminari realizzati da diocesi e istituti.

Prima del footer è presente un glossario cui si potrà accedere anche dai singoli item selezionati durante le proprie ricerche.

Nel footer sono evidenziati i numeri di istituti e diocesi che hanno contribuito a creare il portale, dei beni catalogati e delle voci disponibili nel sito. Vengono riproposti i contatti social, i contatti della Conferenza Episcopale Italiana e dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto, il collegamento agli inventari, al glossario, ai link utili ei termini d’uso.

Sezione beni architettonici

Contiene il “Progetto beni architettonici”, dove viene descritto il patrimonio architettonico e in particolare gli edifici di culto, subito sotto la breve descrizione si trova il pulsante per approfondire il progetto.

Una sezione “focus” fa il punto su alcuni beni architettonici in particolare, è offerta la possibilità di esplorare su mappa interattiva, segue una sezione “news”, una sezione con “percorsi di approfondimento”, una sezione con i “temi consigliati”, una sezione denominata “ti presento”, dedicata ai personaggi illustri collegati ai beni architettonici (architetti, progettisti e artisti), Infine una sezione work in progress: “Edifici con beni storici e artistici pubblicati”.

 

Sezione Beni storici e artistici

Contiene: “Progetto beni storici e artistici”, che mette a disposizione per la consultazione oltre 4 milioni tra opere e oggetti d’arte che si trovano in edifici di culto e collezioni della Rete territoriale dei beni culturali ecclesiastici (diocesi, ordini religiosi, istituti culturali). Come nella sezione precedente si può cliccare su approfondisci per saperne di più sul progetto. Nei contenuti in evidenza vediamo alcuni tra i beni catalogati con il rispettivo collegamento al glossario. Una sidebar a sx elenca le ultime schede inserite, mentre a destra c’è la ricerca su mappa interattiva. Seguono le sezioni: “dove si trova”, “ti presento”, “percorsi e approfondimenti “e “news”

Nella sezione “dove si trova” apprendiamo che questa è l’informazione più richiesta dagli utenti ma anche un dato sensibile, di conseguenza gli enti ecclesiastici promotori dei censimenti stanno progressivamente rendendo disponibile quest’informazione.

 

Sezione Beni librari

Contiene il “Portale delle biblioteche ecclesiastiche”; il portale bibliografico nazionale degli istituti culturali ecclesiastici. Oltre alla possibilità di approfondire abbiamo anche il collegamento al “Polo SBN delle biblioteche ecclesiastiche”, il pulsante “come aderire” per le biblioteche interessate ad aderire al progetto e il portale bibliografico, dove sono consultabili anche le descrizioni dei manoscritti delle biblioteche di proprietà ecclesiastica presenti nella banca dati Manus OnLine del Censimento dei manoscritti delle biblioteche italiane, coordinato dall’ICCU.

Scorrendo col cursore incontriamo poi una sezione delle opere più consultate, la sidebar a sx con gli ultimi arrivi e la consueta mappa interattiva a dx.

Le novità di “Rebecca libri”, consorzio dell’editoria cattolica e la sezione “ti presento” coi personaggi illustri, le famiglie e gli enti collegati ai beni librari. Oltre alle “news” e ai “percorsi e approfondimento” in questa sezione troviamo anche un progetto “Le risorse elettroniche delle Facoltà Teologiche Italiane” che si può approfondire cliccando sull’apposito pulsante.

Sezione Beni archivistici

Contiene il “Progetto beni archivistici” che permette di esplorare i fondi archivistici, aggregazioni documentali, fascicoli, volumi, registri pubblicati finora dai 478 istituti conservatori ecclesiastici in Italia (archivi, biblioteche, musei) aderenti al progetto CEI-Ar. Questa sezione è in continuo aggiornamento. I pulsanti in evidenza sono “approfondisci”, “come aderire” e la “gestione archivi correnti”. Nella pagina sono posti in evidenza i fondi archivistici descritti, i “percorsi e approfondimenti”, le “Guide alla conservazione”, con il consueto “approfondimento” e un menu a tendina da cui poter scegliere i vari archivi cui si vuole accedere. Si può anche dirigersi direttamente all’elenco degli istituti conservatori con fondi archivistici pubblicati tramite apposito link, nella landing page si trovano molti strumenti per affinare o cambiare la propria ricerca. Infine, anche in questa sezione troviamo le “news”, la possibilità di esplorare “ti presento”, la sidebar con le ultime schede pubblicate e la mappa interattiva.

 

Sezione Istituti culturali

Contiene l’“Anagrafe degli istituti culturali ecclesiastici” che raccoglie più di 2000 istituti culturali ecclesiastici presenti in Italia tra archivi, biblioteche e musei. Presenti anche in questa sezione i pulsanti Approfondisci” e “come aderire”.

In evidenza è posizionata la sidebar a sx con le ultime schede pubblicate e la mappa di ricerca interattiva.

Scorrendo troviamo un’ampia sezione dedicata alla “MAB – Valorizzazione integrata del patrimonio” che raggruppa progetti integrati che trattano del coinvolgimento e della partecipazione delle comunità locali in relazione con il patrimonio culturale ecclesiastico. Quindi ci sono le “news” e il “calendario degli eventi disponibili” con il suo apposito strumento di ricerca

Scorrendo sono presenti i collegamenti che riportano a “Istituti con beni archivistici pubblicati”, “Biblioteche aderenti al Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN)” “Musei con collezioni pubblicate” e le News.



Funzionalità:

BeWeb è un portale in cui convivono risorse archivistiche, librarie, architettoniche storiche e artistiche, per approfondire gli oggetti catalogati sono disponibili voci di glossario cui si accede sia da un menu principale posto nel footer della homepage, sia dal singolo oggetto.

Ogni sezione presenta un proprio standard di riferimento ad esempio “ambito librario collezioni di libro antico e moderno” fa riferimento allo standard SBN, non c’è quindi uno standard descrittivo comune, ricordiamo che è un sito collettaneo.

Caratterizzante è quindi l’importanza degli authority data come punto di snodo tra gli ambiti disciplinari in relazione di prossimità e la circolarità della navigazione attraverso le authority files (schede di autorità) organizzate in: persona-famiglia-ente

Il punto di forza del portale è proprio nelle funzioni di ricerca che consentono di interrogare l’insieme delle risorse per accedere al patrimonio catalogato. Il blocco ricerca è presente in home page e interroga in modo trasversale tutto il patrimonio senza distinzione di categoria.

L’accesso Cross Domain (interdominio) offre molteplici possibilità di ricerca. A disposizione c’è l’interrogazione semplice (Google like) con ricerche per luogo, quella cronologica e quella per schede di autorità: persona- ente- famiglia. I risultati ottenuti possono essere esplorati ulteriormente applicando filtri che consentono la geolocalizzazione e il collocamento cronologico, mettendo anche a disposizione un menu di suggerimenti. La navigazione è di tipo circolare dalle schede authority procede verso i beni e dalle schede delle singole risorse si accede alle schede authority di riferimento.

Un’altra funzione di ricerca molto utile è rappresentata dalle mappe interattive, semplicemente cliccando sulla mappa si può accedere alla zona di interesse e scremare ulteriormente la ricerca zoomando o utilizzando l’ampia scelta di filtri organizzata per geolocalizzazione o linea cronologica.

Se invece non si volesse utilizzare lo strumento di ricerca si potrebbero comunque seguire i molti percorsi proposti e navigare efficacemente per nuclei tematici o punti di interesse. Nel portale sono inoltre presenti molti link esterni di approfondimento.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo è quello di rendere semplice e fruibile, anche da parte di un pubblico ampio, il patrimonio diocesano, senza per questo trascurare l’approfondimento necessario ad una consultazione da parte di specialisti. Inoltre, è importante l’obiettivo di raccogliere e rappresentare le variegate realtà ecclesiali del territorio nazionale.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    5
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    5
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

Il portale ha un’architettura che risulta chiara e ordinata, nonostante la ricchezza e la complessità degli argomenti presentati. Come ho già sottolineato, il punto di forza è nello strumento di ricerca veramente potente nella sua dinamica circolare e che restituisce una disposizione dei risultati user friendly. I risultati ottenuti rendono di volta in volta stimolante l’utilizzo di tutte le funzionalità di interconnessione e di richiami esterni, tramite link, del portale. I dati risultano così molto accessibili e i percorsi per recuperarli sono diversificati e adattabili alle esigenze e alle capacità di ogni utente. L’esperienza di ricerca è piacevole e intuitiva, le mappe interattive sono reattive e efficaci, le sezioni di approfondimento ricche di contenuti e ben organizzate. Gli strumenti sono adatti a soddisfare sia l’utente che si avvicini semplicemente spinto da curiosità ma anche lo specialista che volesse fare ricerche più approfondite a livello accademico.

La qualità grafica è buona, per quanto si potrebbe mettere a disposizione dei ricercatori anche un database di immagini con la possibilità di effettuare un download di alcune immagini in alta qualità, che sarebbe utile soprattutto nella sezione del “Progetto dei beni storici e artistici”.  L’impatto visivo riflette la complessità del lavoro che si è inteso fare con questo portale, a tratti potrebbe risultare un po’ ridondante e “affollato” ma durante l’utilizzo ci si riesce ad orientare velocemente e ci si rende conto che spesso ciò che si stava cercando si trova, visivamente, a portata di mano, anche grazie alle ripetizioni dei collegamenti stessi.

Il tema trattato è di estrema rilevanza storico-artistica rispetto al grandissimo patrimonio ecclesiastico italiano che viene reso facilmente fruibile attraverso contenuti di alta qualità, grazie soprattutto al lavoro di studiosi e operatori specializzati nei vari settori che si occupano di curare e certificare la validità dei contenuti e di mantenere aggiornate le sezioni. I criteri con cui i materiali sono pubblicati risultano chiari e ben definiti. La struttura e gli obiettivi del portale sono spiegati in maniera dettagliata nell’apposita sezione. Il contenuto risulta senz’altro in linea con i propositi e gli obiettivi dichiarati nel sito.

Una nota negativa è costituita dal fatto che, nonostante sia presente un menu a tendina in hompage che sembra dare la possibilità di tradurre il sito in varie lingue, di fatto vengono tradotti solo i pulsanti principali e la sezione “about” mentre tutto il materiale presente negli archivi, gli eventi, gli articoli e i progetti restano esclusivamente in italiano.                            


URL: https://beweb.chiesacattolica.it/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Elena Vidotto
Immagine:
Data della recensione: 23 maggio 2023


Titolo:

History of Vaccines


Temi:

Il portale presenta la storia dei vaccini, collegata all’esposizione del Mütter Museum che ha sede nel College of Physicians of Philadelphia, si tratta di un'istituzione medica, educativa e culturale.  Offre inoltre una panoramica sulle altre istituzioni ospitate nel College e i relativi progetti e programmi dedicati alla didattica e alla promozione della salute pubblica. Attraverso la storia dei vaccini vuole sensibilizzare sui temi della salute nel mondo contemporaneo.

 


Autori:

Il portale è promosso dal College of Physicians of Philadelphia

Nella sezione “staff” presente nel footer della homepage troviamo gli operatori di riferimento divisi per Dipartimento

Ufficio esecutivo: Mira Irons, Thomas W. Langfitt, Tina Williams, Holly Brown Everbach

Ufficio Finanze: Mark Raschiatore, Diane Green, Emma Torres

Ufficio Avanzamento: Jane Kamp, Laura Bardwell,Bridget Brennan, Amy Martin, Jonah Stern, Dana Suleymanova, Rachel Urkowitz, Jessica Vacek

Ufficio Operativo: Antonia Oberthaler, Tony Burghezi, Vic Carrillo, Ray Drayton, Michelle Tanton, Mike VanHelder

Servizi per i visitatori: Michell Henley, Julia Jordan, Josh Bicker

Centro per l'educazione: Jacqui Bowman, Victor Gomes, Jeanene Johnson, Sarah Lumbo, Dennis Mashindi

Hinkson Holloway, Amanda McCall

Biblioteca: Kate Quinn, Rayna Andrews, Candace Hesselbart, Tyi-Kimya Marx,Kristen Pinkerton,

Museo: Kate Quinn, Anna Dhody, Lowell Flanders, Lisa Geiger, Robert Hicks, Michael Keys, Maya Chang Matunis, Meredith Sellers

Salute pubblica: René Najera

Storia dei vaccini: René Najera

Ristorazione e noleggio: Michael D. Mitloff

Ogni persona è associata al proprio ruolo e ad una e-mail di contatto.


Contenuti e fonti:

Homepage

Dall’header della homepage cliccando sulla barra in alto si può accedere alle sezioni: "College of Physicians of Philadelphia", “Museo Mütter ” e “Storia dei vaccini”, immediatamente sotto la barra l’attenzione viene catturata da una finestra animata che contiene un pulsante per approdare direttamente alla sezione storia dei vaccini e a tutte le sue sottosezioni. È presente un pulsante per le donazioni per supportare il College, un pulsante per sfogliare gli eventi e uno per dirigersi nello “shop” del Museo.

Scorrendo con il cursore troviamo vari articoli e approfondimenti, segue una sezione dedicata agli strumenti per gli educatori: “resources for educators”. Prima del footer troviamo in evidenza in una sezione “explore” altri articoli di argomento vario che riportano alla sezione storia dei vaccini.

Nel footer sono ripetuti i collegamenti per “history of vaccines” e le sue sottosezioni, i pulsanti per accedere ai Social e la sezione “about”.

Cliccando su Storia dei vaccini ci rendiamo conto che questa sezione corrisponde alla homepage ed è quindi da considerare l’argomento principale e non una semplice sezione del sito.

Da qui possiamo accedere a diversi settori che riguardano la storia dei vaccini:

·       Vaccines 101, dove viene spiegato il funzionamento e l’impiego dei vaccini

·       Diseases, dove vengono analizzate nel dettaglio le varie malattie prevenibili con i vaccini anche da un punto di vista storico.

·       Pioneers, che fornisce un ritratto storico-biografico delle persone che hanno contribuito alla storia dei vaccini.

·       Getting Vaccinated, qui vengono spiegati i benefici dei vaccini ed è presente una sezione FAQ.

·       Educational Resources, contiene spunti per gli insegnanti ed educatori per tenere delle lezioni sui vaccini e la loro storia e una sezione “glossario”.

·       Blog, secondo gli autori il blog mette gli eventi attuali in una prospettiva storica. Da questo blog sono nati la maggior parte degli articoli presenti su History of Vaccines.

 

Sezione College of Physicians of Philadelphia

Qui viene data una descrizione del College dalla sua fondazione al momento attuale. Scendendo c’è un menu a tendina da cui poter navigare nei vari topic di maggior interesse (immunizzazione, COVID-19, città di Philadelphia), scendendo c’è la possibilità di leggere le informazioni sui fondatori e gli associati del College. Infine, sono disposti gli eventi e i “Programs” dedicati ai giovani o alle minoranze attivati durante l’anno, come “Teen health week” o “Girls One Diaspora Club”.

Sezione Museo  Mütter

Una sezione del sito è dedicata al Museo e alle sue collezioni di campioni anatomici, modelli e strumenti medici del XIX secolo.

La pagina offre la possibilità di esplorare varie risorse come video, post, mostre e l’ascolto di podcast.

C’è poi una sezione dedicata al “negozio” per effettuare acquisti online del merchandising del Museo.


Funzionalità:

L’architettura del sito è costruita in modo semplice per guidare l’utente durante la navigazione, sono presenti molti video e immagini che colpiscono l’interesse spingendo ad approfondire gli argomenti posti in primo piano.

Lo strumento di ricerca può essere utilizzato solo separatamente all’interno delle tre sezioni, non viene messo a disposizione uno strumento di ricerca avanzata e non c’è quindi modo di raffinare la ricerca secondo determinati filtri o parametri. I risultati non vengono indicizzati con qualche criterio ma compaiono in un ordine non esplicitato (probabilmente quello cronologico), quindi, di seguito si troveranno post, articoli o eventi storici ecc… che contengono il termine -o i termini- cercati e si possono solo sfogliare pagina per pagina. Lo strumento di ricerca funziona anche con cluster di più parole.

Il collegamento a “history of vaccines” è presente in modo ridondante in homepage e ricollega semplicemente alla stessa homepage (generando un po’ di confusione). Una volta comprese quali sono le tre sezioni navigare nel sito è facile e intuitivo, anche grazie al fatto che, qualunque pagina si apra, la barra dei contenuti rimane sempre visibile permettendo di accedere facilmente ai principali argomenti.

Visivamente il sito si presenta con una grafica abbastanza essenziale e pulita, arricchita dall’animazione posta in primo piano. La sezione del Museo è corredata di video, podcast e immagini anche interattive delle varie mostre.

I contenuti sono presentati unicamente in lingua inglese.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

L'intento è quello di collegare la ricostruzione storica al contesto contemporaneo. Il pubblico di riferimento comprende non solo la comunità medica e gli studenti di medicina, ma anche studenti delle scuole medie e superiori, artisti, ricercatori e studiosi di discipline umanistiche e semplici curiosi. L'obiettivo dichiarato del College è di riuscire a fare divulgazione scientifica e implementazione della sanità pubblica e della medicina, unitamente alle discipline artistiche ed umanistiche.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

Complessivamente il sito è di facile utilizzo e fornisce alcune informazioni e strumenti utili, la sezione del Museo è curata e nell’insieme interessante da esplorare. La qualità audio e video è buona, così come la ricchezza grafica.

Il portale appare come una vetrina per il College e per i numerosi progetti che vengono sviluppati, con un interesse divulgativo verso il grande pubblico piuttosto che un progetto di approfondimento storico destinato a un pubblico di specialisti/ricercatori. Le fonti citate negli articoli storici rimandano quasi sempre ad altri siti piuttosto che a fonti e materiali a stampa, in alcuni casi non c’è la possibilità di arrivare direttamente nei siti citati, non essendoci sempre un link agli stessi.

È possibile contattare ognuno dei collaboratori e autori tramite e-mail, anche iscriversi e partecipare ai programmi è piuttosto immediato, così come acquistare oggetti o biglietti per il museo nella parte dedicata. La parte riservata al merchandising è distinta in modo chiaro dai contenuti didattici e divulgativi.

La disposizione delle sezioni e dei collegamenti, se da una parte può provocare un’impressione di ripetitività, dall’altra mette in evidenza alcuni temi molto più di altri creando dei percorsi che facilitano la ricerca indirizzando l’utente.

Lo strumento di ricerca permette di trovare facilmente gli argomenti di interesse o soddisfare le curiosità dell’utente ma non di fare delle ricerche più mirate, approfondite o sistematiche, essendo privo della ricerca avanzata.

Il progetto risulta in ogni caso conforme all’obiettivo dichiarato di riportare nel contemporaneo attraverso processi di ricostruzione storica.

Il sito appare essere abbastanza aggiornato, le reviews degli articoli che ho sfogliato risalivano al 2022 e i progetti e programmi sono a tutt’oggi in atto.


URL: https://historyofvaccines.org/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Elena Vidotto
Immagine:
Data della recensione: 23 maggio 2023


Titolo:

Community histories


Temi:

Tre progetti di digital history centrati su tre particolari comunità del Nord Carolina. Il primo riguarda il Dorotea Dix Ospital, ospedale psichiatrico costruito a Raleigh, il secondo il cotonificio Roky Mount Mills, e il terzo il sito di Loray nella città di Gastonia.


Autori:

Autore del progetto è il gruppo Community Histories Workshop (CHW) costituitosi nel 2016. Il fondadore e coordinatore del gruppo è il professore Robert Allen, del Dipartimento degli American Studies dell'Università del North Carolina situata a Chapell Hill, a cui il progetto è associato.


Contenuti e fonti:

La landpage presenta i tre principali percorsi tematici che caratterizzano il sito.


1) The Asylum in the Archive: Ricostruisce la storia dell'ospedale psichiatrico pubblico di Dix Hill, funzionante dal 1856 e il 2012 partendo dalla digitalizzazione di documenti relativi a più di 7500 pazienti. L'obiettivo è utilizzare queste fonti per ricostruire la realtà di un centro psichiatrico e come possano essere integrate con altre risorse per comprendere come la psichiatria moderna ha trattato la condizione della pazzia.


2) Rocky Mount Mills un sito che si trova nel centro di Rocky Mount.

Divenuto patrimonio storico, 200 anni fa ospitava molte piantagioni di cotone e successivamente è stato la sede di un cotonificio da cui è nato un'importante centro tessile attorno al quale è sorta una comunità di abitanti segregati dal punto di vista razziale.

Obbiettivo del progetto è raccontare la vita all'interno del cotonificio e nel villaggio limitrofo, e in particolare le storie delle famiglie afro-americane durante il periodo di integrazione razziale degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.


3) Digital Loray racconta la complessa storia della città di Gastonia e si concentra sulla realtà del cotonificio Loray, e del quartiere che si è sviluppato attorno ad esso a partire dal 1902, fino alla rifondazione come industria di pneumatici Firestone tra il 1933 e il 1993 e la ristrutturazione definitiva del 2015 che lo ha trasformato in un centro polifunzionale.


Scorrendo la barra a destra verso il basso vi è un riquadro che specifica gli obiettivi del CHW, che è quello di lavorare con le comunità locali per recuperare, preservare e condividere memorie e storie personali, e documenti che possano testimoniare la complessità della storia locale.

Inoltre si trovano i riferimenti dei principali collaboratori suddivisi in amministratori, ricercatori universitari e la responsabile del sito, di cui sono disponibili le foto. Cliccando si può accedere ai curricula, che però non sono resi disponibili da tutti.

Nel margine superiore della pagina, scorrendo il puntatore del mouse da sinistra verso destra si attivano le voci del Menu che assumono il colore arancione.


Community Histories Workshop rimanda alla stessa landpage.


Cliccando Our inititives compare una tendina verticale dove si può accedere alle sezioni del sito relative ai tre percorsi tematici menzionati.


Proseguendo verso destra si può accedere ad altri progetti associati all'iniziativa, al blog e a una tendina che rimanda a una pagina dove sono elencati tutti i collaboratori, principalmente ricercatori universitari e studenti, e alla pagina dei contatti.


Quando si accede a queste pagine, l'immagine di sfondo che ricalca un manoscritto, consente di evidenziare le voci del menu della pagina principale, che essendo bianca non ha contrasto. Cliccando sulla voce Home è possibile ritornare alla pagina principale.


Al termine della Landpage compaiono incorniciati nei rettangoli verticali i quattro articoli più recenti, che approfondiscono le storie dei pazienti internati nel centro psichiatrico. Accedendo alle pagine specifiche si possono ingrandire le foto di alcuni documenti e lasciare dei commenti o interagire con l'autore dell'articolo.



Approfondiamo i tre percorsi tematici vedendo alcune particolarità.


Accedento al The Asylum in the Archive, cliccando sulla voce learn more compare la pagina principale con un approfondimento del progetto, suddiviso in sette sezioni, il cui sommario appare dopo aver cliccato l'icona a forma di croce che sviluppa una tendina verticale.

Vi è la possibilità di accedere all'intero documento oppure ai Dix Project, con sei sezioni che però sono maggiormente dettagliate.


Cliccando sulla voce View the full Asylum iniziative here si accede a una nuova pagina e dove nell'introduzione viene raccontata nel dettaglio la genesi del progetto.

Cominciando a scorrere la barra a destra verso il basso, compare un menu in alto che dà la possibilità di accedere alle varie sezioni in cui il documento è diviso.

Scorrendo il testo compaiono immagini di documenti originali – non scaricabili - sullo sfondo: manoscritti, lettere della prima paziente donna Anna Kirkland, terza paziente ad essere ammessa all'istituto, che rimarrà internata per 33 anni e a cui sarà dedicata una sezione approfondita nel sito.

In sovrimpressione la storia dell'istituto e le curiosità sono raccontate con dei brevi testi sia centrati che inclusi in riquadri che compaiono alternativamente a destra e a sinistra. Le informazioni sono tratte da più di 10.000 prontuari medici compilati a partire dall'arrivo dei futuri pazienti.


Cliccando sul logotipo del CHW in alto a destro si ritorna alla landpage.

Se invece utilizziamo la freccia ritorniamo alla pagine precedente.

Come detto in precedenza la pagina dà la possibilità di accedere a sei sezioni maggiormente dettagliate.


Cliccando ad esempio su “Dataset” , dove nel sommario si precisa che si sta lavorando ad una database relazionale, si accede a una pagina dove si spiega come sono stati utilizzati i dati clinici dell'istituto psichiatrico ora digitalizzati nel Dorothea Dix Hospital Records Collection, 1856-1919 a cui gli studenti e ricercatori autorizzati possono accedere.

A questo link si può accedere ad una prima elaborazione dei dati che presenta interessanti diagrammi e tabelle.

https://opioiddatalab.github.io/public/DixAsylum/docs/Dix%20Hospital%20Ledger%20-%20data%20cleaning.html


Se accediamo alla pagina di approfondimento del Rocky Mount Mills abbiamo sempre l'opzione di scegliere il documento riassuntivo, che in questo caso è più scarno. Contiene alcuni link a video disponibili su Youtube con voci fuoricampo e immagini che raccontano la storia del cotonificio, intrecciata da testimonianze personali dei dipendenti e dei loro familiari che hanno vissuto nel villaggio costruito attorno ad esso.


Nella stessa sezione c'è sempre la possibilità si scegliere i singoli progetti maggiormente dettagliati.


Il DIGITAL ARCHIVE contiene un data base di foto d'epoca e documenti corredate da didascalie, suddivise in una serie di categorie che possono essere ricercate all'interno di differenti archivi.

Nella pagine compare in alto un Menu che approfondisce le tematiche relative alla storia della comunità di Rock Mount.

Alla sezione Mill history si apre una tendina dove alla voce Mill Village Maps compare una mappa interattiva con le informazione delle case dei lavoratori del primo nucleo del cotonificio, distinte in tre categorie in base alle loro differenti caratteristiche con i nomi di chi vi ha abitato e per quanto tempo.


Alla voce Pinboard Visualization su una foto d'epoca del villaggio sono distribuiti dei segnaposto colorati che identificano dei luoghi specifici menzionati dagli intervistati, e cliccando compaiono dei brevi frammenti video riferiti a questi.


Interessante la voce slave genealogy – family trees of Battle family slave

nutrita sezione che raccoglie l'albero genealogico della famiglia di Joel Battle che con due soci ha costruito il primo cotonificio nella regione, storia raccontata con una Timeline cronologica che copre il periodo dal 1816 al 1898.

Non ci sono informazioni dirette relative agli schiavi posseduti dalla famiglia perché parti delle sezioni sono attualmente inaccessibili, ma solo alcune testimonianze di discendenti.

La sezione consente di accedere a foto e mappe e a una serie di formulari e documenti ufficiali scaricabili che descrivono la storia del cotonificio durante la guerra di secessione, il susseguirsi di incendi di cui è stato vittima, distruzioni e ricostruzioni.

Ma anche descrizioni delle proprietà attorno al villaggio originale: una serie di documenti che fanno parte del National Register of Historic Places del governo federale che si occupa della preservazione di siti e luoghi storici.


Ci sono dei link che rimandano ad altri documenti che riportano informazioni sui matrimoni tra gli afro-americani e i bianchi, la loro affiliazione alla chiesa locale battista e documenti scaricabili in formato pdf.


Da menzionale inoltre la sezione Historical Narratives l'articolo Integration che contiene due link interessanti.

Il primo riguarda una tabella colorata che rappresenta la distribuzione etnica all'interno di una di serie categorie professionali nel periodo di tempo che va dal 1966 al 1999.

Il secondo è un grafico che rappresenta la percentuale di persone “di colore” presenti nei dipartimenti in cui era suddiviso il centro tessile a partire dal 1966 fino al 1981. Un articolo molto interessante che segnala chiaramente l'utilizzo di fonti primarie e secondarie.


Infine alla sezione Slave Geneaology alla voce Genealogical Resources è possibili scaricare un file pdf con una serie di “hyperlinks” a siti ed archivi esterni che approfondiscono il tema.


Ritornando alla pagina precedente è interessante la sezione Partners, che specifica che tra i finanziatori del progetto di ricerca vi è la Capitol Broadcasting Company che ha recuperato parte del territorio dove sorge il cotonificio e una serie di biblioteche dove sono depositate parte dei documenti originali che sono serviti come fonti per creare la prima parte di questo progetto, che si esplicita come work in progress.



Terzo ed ultimo percorso tematico è quello che riguarda il Digital Loray, ossia il distretto storico della città di Gastonia.

Anche in questo caso accedendo alla pagina principale del progetto, vi è l'opzione di scegliere alla sezione completa che si presenta con le stesse caratteristiche dell'Asylum in the archive, scorrendo la barra laterale verso il basso, con delle suggestive immagini di sfondo in movimento e una ricostruzione storica che sottolinea l'impiego massiccio di minori nel primo novecento, gli scioperi degli operai tessili e la storia della comunità che si è sviluppata attorno alla fabbrica.

In questo caso non compare nella parte superiore un menu per accedere alle differenti sezioni, in quanto non previste.

Ritornando alla pagina precedente sempre con l'utilizzo della freccia del motore di ricerca compaiono quattro sezioni di approfondimento, sempre all'interno di un riquadro che contiene una breve sinossi:

Timelines, Digital Archive, Interactive Map, Household spotlights.

Entrando in una sezione si apre una seconda finestra che riporta direttamente l'argomento, ma all'interno di una pagine il cui menu a tendina in alto contiene anche i contenuti delle altre sezioni.


TIMELINES:

Building Loray (1899-1912) riporta i momenti salienti della costruzione del Loray Mill e del villaggio che si è creato attorno.

Si può avanzare o retrocedere nei contenuti sia con le frecce, ma anche cliccando sui riquadri della timeline che ha l'opzione di ingrandimento. Nella parte sinistra compare sempre un immagine che può essere ingrandita, mentre in quella destra una breve descrizione dell'accaduto nella data selezionata.


Nel menu in alto alla sezione History of the mill and village, il menu a tendine consente la scelta delle altre timeline.

A fianco vi è la sezione del digital archive che permette una ricerca di foto digitalizzate attraverso una semplice maschera con quattro campi, dove quello dell'argomento ha 15 differenti categorie.

La ricerca copre ogni decade a partire dal 1900 fino al 1990 e può essere fatta scegliendo delle collezioni specifiche. E' disponibile anche la ricerca libera, inserendo una parola chiave.

Cliccando sulle foto, si apre un'altra pagina dove compare la foto in una finestra ridotta che può essere scaricata. Sulla destra vi è una descrizione succinta della foto e un link esterno che rimanda al sito della collezione che l'ha resa disponibile con una serie di informazioni dettagliate.

Anche in questo caso è necessario utilizzare il browser per ritornare alla pagina precedente.


Oppure si può optare per accedere alla prima finestra rimasta aperta e scegliere la sezione Interactive Map.

Cliccando compare una mappa dinamica di Gastonia, dove nell'area limitrofa al Loray Mill sono stati censiti gli abitanti nell'anno 1920 e le loro abitazioni, identificate con dei segnaposto verdi.

Segue nella pagina un database molto dettagliato che consente di cercare le persone in base all'età, lo stato civile, lo Stato americano di nascita, la professione, il colore della pelle, l'alfabetizzazione e la frequenza scolastica.

Vi è sempre il campo per la ricerca generica.

Inoltre vi è l'elenco, in ordine alfabetico cominciando dal nome, di tutti gli abitanti censiti e la via e l'indirizzo civico della loro abitazione.

Cliccando sul tag si apre una pagine con tutte le informazioni previste sulla persona dal database, e la localizzazione odierna su Google Maps.

Cliccando sul tag dell'indirizzo civico compaiono i nomi dei famigliari che hanno vissuto nella stessa abitazione. In questo caso compaiono dei link che consentono di accedere agli abitanti degli indirizzi civici limitrofi.


Alla voce del Menu a tendina The Mill Village in 1920, Location with inhabitants, compare una mappa dove i puntini verdi rappresentano le abitazioni e cliccando è possibile visualizzare i nomi degli abitanti ricercare le loro abitazioni inserendo l'indirizzo civico.


L'ultima sezione Household spotlights presenta le storie molto interessanti di quattordici famiglie che hanno vissuto a cavallo degli anni venti del secolo scorso nel Lorray Mills Village.


Infine è opportuno segnalare i quattro articoli nella parte finale della landpage. Importanti alcuni dialoghi tra medici e pazienti e soprattutto per i contributi e le riflessioni sulle condizioni degli afroamericani internati.



Funzionalità:


Il sito si presenta come sobrio e apprezzabile dal punto di vista della grafica e del layout.

Quando però si accede alle varie sezioni vi è una ridondanza di riferimenti ai vari contenuti che avrebbero potuto esse organizzati in modo differente e decisamente più ordinato.

Molti contenuti (tra cui le fonti primarie come i prontuari medici, i documenti dell'ammissione dei pazienti nel centro psichiatrico, le lettere personali) non sono accessibili, o lo sono esclusivamente per studenti e ricercatori.

Inoltre il sito ha alcune criticità che si evincono già dalla descrizione che ho dato nella navigazione. E' poco oneroso evitare di utilizzare il browser per risalire alla pagine precedenti.

La circolarità della navigazione è garantita ma potrebbe essere più efficiente.


Punti di forza sono gli articoli di approfondimento che riguardano i tre progetti, mediamente ben redatti e interessanti dal punto di vista dei contenuti.

Le Timeline cronologiche e le mappe non sfruttano al meglio le possibilità offerte dalla tecnologia. E' cosi vale per le funzioni di ricerca per l'interrogazione delle risorse.

Molto nutrito il database fotografico.

Purtroppo alcuni link non danno la possibilità di reperire la risorsa a cui si riferiscono.



Obiettivi e pubblico di riferimento:

Il sito mira dichiaratamente ad un progetto di public history con fonti primarie e secondarie.

L'obiettivo è sicuramente quello di condividere queste storie di comunità con un pubblico ampio, anche se una parte dei contenuti è dichiaratamente riservata agli specialisti.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    2
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Sicuramente l'elaborazione di contenuti originali è importante ma si percepisce decisamente lo stato di work in progress. Gli aggiornamenti sono poco frequenti.

Genera molte curiosità la mole di documenti digitalizzati e un po' di sconforto l'incompleta accessibilità alle fonti primarie.

Il progetto comunque si sforza di fornire anche una serie di risorse tematiche e di servizio esterne per ulteriori approfondimenti.


Il progetto dell'ospedale psichiatrico Dix offre sufficienti contenuti dal punto di vista storico riguardo il vissuto degli internati, ai rapporti con i medici psichiatrici e ai metodi di cura della schizofrenia, della depressione maniacale e di altre malattie collegate.

Si è raggiunto l'obiettivo della digitalizzazione dei documenti originali ma la contestualizzazione e la restituzione di vissuti personali ci offre ancora poco. Non è stato ancora reso disponibile il lavoro interdisciplinare che possa ricostruire il senso di comunità che si è costruito dentro e fuori l'ospedale psichiatrico.


Per quanto riguarda il Rocky Mount Mills, la ricostruzione storica è interessante ma mancano molti documenti che sono previsti nei menu.

Alcuni rimandano alla Wilson Special Collection Library. Le copie originali possono essere richieste alla biblioteca e quelle digitalizzate sono fruibili all'interno dell'Internet Archive e possono essere scaricati in vari formati.

Inoltre, la mappatura delle abitazioni in base alla loro struttura e caratteristiche peculiari mancano di una serie di approfondimenti di carattere storiografico che possano contestualizzare e valorizzare questi dati.

Le fonti più incisive sono le interviste dirette ai residenti (o ex) nella sezione Stories of The Mill.

Vale la pena segnalare l'home movie del 1939 caricato su youtube e girato dal responsabile del cotonificio M.G. Frye.


Per quanto riguarda il Bulding Loray la cronologia storica è sufficiente a comprendere il contesto. Le storie delle famiglie, anche se brevi, comunque giustificano un progetto ambizioso nelle premesse, e che deve essere più generoso nella comunicazione storica e nella reperibilità delle fonti primarie. Da segnalare gli ottimi articoli che riportano alcuni frammenti di interviste con i pazienti e la storia personale di Eil Hill.


Infine gli sponsor e sostenitori del progetto non sono specificati in modo esplicito nella Landpage o in una sezione a parte, ma vanno faticosamente ricercati nelle presentazioni dei singoli progetti. Solamente il Rocky Mount Mill ha una sezione dedicata ai Partners.


URL: https://communityhistories.org/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Enrico Basaldella
Immagine:
Data della recensione: 9 luglio 2023