La landpage presenta i tre
principali percorsi tematici che caratterizzano il sito.
1)
The Asylum in the Archive: Ricostruisce
la storia dell'ospedale psichiatrico pubblico di Dix Hill,
funzionante dal 1856 e il 2012 partendo dalla digitalizzazione di
documenti relativi a più di 7500 pazienti. L'obiettivo è
utilizzare queste fonti per ricostruire la realtà di un centro
psichiatrico e come possano essere integrate con altre risorse per
comprendere come la psichiatria moderna ha trattato la condizione
della pazzia.
2)
Rocky Mount Mills un sito che
si trova nel centro di Rocky Mount.
Divenuto
patrimonio storico, 200 anni fa ospitava molte piantagioni di cotone
e successivamente è stato la sede di un cotonificio da cui è nato
un'importante centro tessile attorno al quale è sorta una comunità
di abitanti segregati dal punto di vista razziale.
Obbiettivo
del progetto è raccontare la vita all'interno del cotonificio e nel
villaggio limitrofo, e in particolare le storie delle famiglie
afro-americane durante il periodo di integrazione razziale degli anni
Sessanta e Settanta del secolo scorso.
3)
Digital Loray racconta la
complessa storia della città
di Gastonia e si concentra sulla realtà del cotonificio Loray, e del
quartiere che si è sviluppato attorno ad esso a partire dal 1902,
fino alla rifondazione come industria di pneumatici Firestone
tra il 1933 e il 1993 e la ristrutturazione definitiva del 2015 che
lo ha trasformato in un centro polifunzionale.
Scorrendo la barra a destra verso il
basso vi è un riquadro che specifica gli obiettivi del CHW, che è
quello di lavorare con le comunità locali per recuperare, preservare
e condividere memorie e storie personali, e documenti che possano
testimoniare la complessità della storia locale.
Inoltre si trovano i riferimenti dei
principali collaboratori suddivisi in amministratori, ricercatori
universitari e la responsabile del sito, di cui sono disponibili le
foto. Cliccando si può accedere ai curricula, che però non sono
resi disponibili da tutti.
Nel margine superiore della pagina,
scorrendo il puntatore del mouse da sinistra verso destra si attivano
le voci del Menu che assumono il colore arancione.
Community
Histories Workshop rimanda alla
stessa landpage.
Cliccando
Our inititives compare
una tendina verticale dove si può accedere alle sezioni del sito
relative ai tre percorsi tematici menzionati.
Proseguendo verso destra si può
accedere ad altri progetti associati all'iniziativa, al blog e a una
tendina che rimanda a una pagina dove sono elencati tutti i
collaboratori, principalmente ricercatori universitari e studenti, e
alla pagina dei contatti.
Quando si accede a queste pagine,
l'immagine di sfondo che ricalca un manoscritto, consente di
evidenziare le voci del menu della pagina principale, che essendo
bianca non ha contrasto. Cliccando sulla voce Home è
possibile ritornare alla pagina principale.
Al termine della Landpage
compaiono incorniciati nei rettangoli verticali i quattro articoli
più recenti, che approfondiscono le storie dei pazienti internati
nel centro psichiatrico. Accedendo alle pagine specifiche si possono
ingrandire le foto di alcuni documenti e lasciare dei commenti o
interagire con l'autore dell'articolo.
Approfondiamo
i tre percorsi tematici vedendo alcune particolarità.
Accedento
al The Asylum in the Archive, cliccando
sulla voce learn more compare
la pagina principale con un approfondimento del progetto, suddiviso
in sette sezioni, il cui sommario appare dopo aver cliccato l'icona a
forma di croce che sviluppa una tendina verticale.
Vi è la possibilità di accedere
all'intero documento oppure ai Dix Project, con sei sezioni
che però sono maggiormente dettagliate.
Cliccando
sulla voce View the full Asylum iniziative here si
accede a una nuova pagina e dove nell'introduzione viene raccontata
nel dettaglio la genesi del progetto.
Cominciando a scorrere la barra a
destra verso il basso, compare un menu in alto che dà la possibilità
di accedere alle varie sezioni in cui il documento è diviso.
Scorrendo il testo compaiono
immagini di documenti originali – non scaricabili - sullo sfondo:
manoscritti, lettere della prima paziente donna Anna Kirkland, terza
paziente ad essere ammessa all'istituto, che rimarrà internata per
33 anni e a cui sarà dedicata una sezione approfondita nel sito.
In sovrimpressione la storia
dell'istituto e le curiosità sono raccontate con dei brevi testi sia
centrati che inclusi in riquadri che compaiono alternativamente a
destra e a sinistra. Le informazioni sono tratte da più di 10.000
prontuari medici compilati a partire dall'arrivo dei futuri pazienti.
Cliccando sul logotipo del CHW in
alto a destro si ritorna alla landpage.
Se invece utilizziamo la freccia
ritorniamo alla pagine precedente.
Come detto in precedenza la pagina
dà la possibilità di accedere a sei sezioni maggiormente
dettagliate.
Cliccando
ad esempio su “Dataset”
, dove nel sommario si precisa che si sta lavorando ad una database
relazionale, si accede a una pagina dove si spiega come sono stati
utilizzati i dati clinici dell'istituto psichiatrico ora
digitalizzati nel Dorothea
Dix Hospital Records Collection, 1856-1919
a
cui gli studenti e ricercatori autorizzati possono accedere.
A questo link si può accedere ad
una prima elaborazione dei dati che presenta interessanti diagrammi e
tabelle.
https://opioiddatalab.github.io/public/DixAsylum/docs/Dix%20Hospital%20Ledger%20-%20data%20cleaning.html
Se
accediamo alla pagina
di approfondimento del Rocky Mount Mills abbiamo
sempre l'opzione di scegliere il documento riassuntivo, che in questo
caso è più scarno. Contiene alcuni link a video disponibili su
Youtube con voci fuoricampo e immagini che raccontano la storia del
cotonificio, intrecciata da testimonianze personali dei dipendenti e
dei loro familiari che hanno vissuto nel villaggio costruito attorno
ad esso.
Nella stessa sezione c'è sempre la
possibilità si scegliere i singoli progetti maggiormente
dettagliati.
Il DIGITAL ARCHIVE contiene
un data base di foto d'epoca e documenti corredate da didascalie,
suddivise in una serie di categorie che possono essere ricercate
all'interno di differenti archivi.
Nella pagine compare in alto un Menu
che approfondisce le tematiche relative alla storia della comunità
di Rock Mount.
Alla sezione Mill history si
apre una tendina dove alla voce Mill Village Maps compare una
mappa interattiva con le informazione delle case dei lavoratori del
primo nucleo del cotonificio, distinte in tre categorie in base alle
loro differenti caratteristiche con i nomi di chi vi ha abitato e
per quanto tempo.
Alla voce Pinboard Visualization
su una foto d'epoca del villaggio sono distribuiti dei segnaposto
colorati che identificano dei luoghi specifici menzionati dagli
intervistati, e cliccando compaiono dei brevi frammenti video
riferiti a questi.
Interessante la voce slave
genealogy – family trees of Battle family slave
nutrita sezione che raccoglie
l'albero genealogico della famiglia di Joel Battle che con due soci
ha costruito il primo cotonificio nella regione, storia raccontata
con una Timeline cronologica che copre il periodo dal 1816 al
1898.
Non ci sono informazioni dirette
relative agli schiavi posseduti dalla famiglia perché parti delle
sezioni sono attualmente inaccessibili, ma solo alcune testimonianze
di discendenti.
La sezione consente di accedere a
foto e mappe e a una serie di formulari e documenti ufficiali
scaricabili che descrivono la storia del cotonificio durante la
guerra di secessione, il susseguirsi di incendi di cui è stato
vittima, distruzioni e ricostruzioni.
Ma
anche descrizioni delle proprietà attorno al villaggio originale:
una serie di documenti che fanno parte del National
Register of Historic Places
del governo federale
che si occupa della preservazione di siti e luoghi storici.
Ci sono dei link che rimandano ad
altri documenti che riportano informazioni sui matrimoni tra gli
afro-americani e i bianchi, la loro affiliazione alla chiesa locale
battista e documenti scaricabili in formato pdf.
Da menzionale inoltre la sezione
Historical Narratives l'articolo Integration che
contiene due link interessanti.
Il primo riguarda una tabella
colorata che rappresenta la distribuzione etnica all'interno di una
di serie categorie professionali nel periodo di tempo che va dal 1966
al 1999.
Il secondo è un grafico che
rappresenta la percentuale di persone “di colore” presenti nei
dipartimenti in cui era suddiviso il centro tessile a partire dal
1966 fino al 1981. Un articolo molto interessante che segnala
chiaramente l'utilizzo di fonti primarie e secondarie.
Infine alla sezione Slave
Geneaology alla voce Genealogical Resources è
possibili scaricare un file pdf con una serie di “hyperlinks” a
siti ed archivi esterni che approfondiscono il tema.
Ritornando alla pagina precedente è
interessante la sezione Partners, che specifica che tra
i finanziatori del progetto di ricerca vi è la Capitol Broadcasting
Company che ha recuperato parte del territorio dove sorge il
cotonificio e una serie di biblioteche dove sono depositate parte dei
documenti originali che sono serviti come fonti per creare la prima
parte di questo progetto, che si esplicita come work in progress.
Terzo ed ultimo percorso tematico è
quello che riguarda il Digital Loray, ossia il distretto
storico della città di Gastonia.
Anche in questo caso accedendo alla
pagina principale del progetto, vi è l'opzione di scegliere alla
sezione completa che si presenta con le stesse caratteristiche
dell'Asylum in the archive, scorrendo la barra laterale verso
il basso, con delle suggestive immagini di sfondo in movimento e una
ricostruzione storica che sottolinea l'impiego massiccio di minori
nel primo novecento, gli scioperi degli operai tessili e la storia
della comunità che si è sviluppata attorno alla fabbrica.
In questo caso non compare nella
parte superiore un menu per accedere alle differenti sezioni, in
quanto non previste.
Ritornando alla pagina precedente
sempre con l'utilizzo della freccia del motore di ricerca compaiono
quattro sezioni di approfondimento, sempre all'interno di un riquadro
che contiene una breve sinossi:
Timelines, Digital Archive,
Interactive Map, Household spotlights.
Entrando in una sezione si apre una
seconda finestra che riporta direttamente l'argomento, ma
all'interno di una pagine il cui menu a tendina in alto contiene
anche i contenuti delle altre sezioni.
TIMELINES:
Building
Loray (1899-1912) riporta i
momenti salienti della costruzione del Loray Mill e del villaggio che
si è creato attorno.
Si può avanzare o retrocedere nei
contenuti sia con le frecce, ma anche cliccando sui riquadri della
timeline che ha l'opzione di ingrandimento. Nella parte
sinistra compare sempre un immagine che può essere ingrandita,
mentre in quella destra una breve descrizione dell'accaduto nella
data selezionata.
Nel
menu in alto alla sezione History of the mill and village,
il menu a tendine consente la scelta delle altre timeline.
A
fianco vi è la sezione del digital archive
che permette una ricerca di foto digitalizzate attraverso una
semplice maschera con quattro campi, dove quello dell'argomento
ha 15 differenti categorie.
La ricerca copre ogni decade a
partire dal 1900 fino al 1990 e può essere fatta scegliendo delle
collezioni specifiche. E' disponibile anche la ricerca libera,
inserendo una parola chiave.
Cliccando sulle foto, si apre
un'altra pagina dove compare la foto in una finestra ridotta che può
essere scaricata. Sulla destra vi è una descrizione succinta della
foto e un link esterno che rimanda al sito della collezione che l'ha
resa disponibile con una serie di informazioni dettagliate.
Anche in questo caso è necessario
utilizzare il browser per ritornare alla pagina precedente.
Oppure
si può optare per accedere alla prima finestra rimasta aperta e
scegliere la sezione Interactive Map.
Cliccando compare una mappa dinamica
di Gastonia, dove nell'area limitrofa al Loray Mill sono stati
censiti gli abitanti nell'anno 1920 e le loro abitazioni,
identificate con dei segnaposto verdi.
Segue nella pagina un database molto
dettagliato che consente di cercare le persone in base all'età, lo
stato civile, lo Stato americano di nascita, la professione, il
colore della pelle, l'alfabetizzazione e la frequenza scolastica.
Vi è sempre il campo per la ricerca
generica.
Inoltre vi è l'elenco, in ordine
alfabetico cominciando dal nome, di tutti gli abitanti censiti e la
via e l'indirizzo civico della loro abitazione.
Cliccando sul tag si apre una pagine
con tutte le informazioni previste sulla persona dal database, e la
localizzazione odierna su Google Maps.
Cliccando sul tag dell'indirizzo
civico compaiono i nomi dei famigliari che hanno vissuto nella stessa
abitazione. In questo caso compaiono dei link che consentono di
accedere agli abitanti degli indirizzi civici limitrofi.
Alla voce del Menu a tendina The
Mill Village in 1920, Location with inhabitants, compare una
mappa dove i puntini verdi rappresentano le abitazioni e cliccando è
possibile visualizzare i nomi degli abitanti ricercare le loro
abitazioni inserendo l'indirizzo civico.
L'ultima sezione Household
spotlights presenta le storie molto interessanti di quattordici
famiglie che hanno vissuto a cavallo degli anni venti del secolo
scorso nel Lorray Mills Village.
Infine è opportuno segnalare i
quattro articoli nella parte finale della landpage. Importanti alcuni
dialoghi tra medici e pazienti e soprattutto per i contributi e le
riflessioni sulle condizioni degli afroamericani internati.