Titolo:
Temi:
Autori:
Contenuti e fonti:
Funzionalità:
Obiettivi e pubblico di riferimento:
Architettura web, chiarezza, navigabilità - da 1 (min) a 5 (max):
Accessibilità e ricercabilità dei dati - da 1(min) a 5 (max):
Qualità grafica, impatto visivo - da 1 (min) a 5 (max):
Valutazione dei contenuti: rilevanza del tema - da 1 (min) a 5 (max):
Ricchezza dei contenuti - da 1 (min) a 5 (max):
Qualità di apparati introduttivi, e istruzioni - da 1 (min) a 5 (max):
Giudizio complessivo:
URL:
Tipologia:
Firma:
Immagine:
Data della recensione:
Includi nella ricerca.
Nome autore:
Cognome autore:



Titolo:

SardegnaDigitalLibrary



Temi:

L’archivio digitale Sardegna digital Library raccoglie filmati, audio, immagini e testi sulla Sardegna. Temi sono la storia, la geografia, l’arte, la letteratura, le scienze, la musica, l’economia, il costume, la flora e la fauna, lo sport dell’Isola.


Autori:

Il progetto, nato nel 2008, è portato avanti dalla Regione autonoma della Sardegna con il contributo della Repubblica Italiana e dell’Unione Europea attraverso il Fondo europeo di sviluppo economico.

Non è chiaro chi sia il diretto responsabile; nella sezione “contatti” è scritto che la gestione amministrativa ed editoriale è in capo alla Direzione generale della Presidenza, Servizio Comunicazione istituzionale della regione sarda.

Tramite la maschera “contribuisci” è possibile inviare materiali digitali, dietro compilazione di un modulo dedicato. Non sono chiari i criteri adottati per l’accettazione o meno della documentazione privata.

Autori del materiale reso qui disponibile sono accademici, artisti, professionisti, enti e società, privati italiani e stranieri.


Contenuti e fonti:

Sardegna digital Library è un progetto finalizzato alla promozione e alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale della Sardegna, a livello nazionale e internazionale. L’archivio rende disponibili circa 20.000 documenti tra filmati, immagini, audio e testi.

La maggior parte delle pubblicazioni si riferisce all’epoca contemporanea anche se non mancano i contributi sulla Sardegna antica, medievale e moderna.

Da un punto di vista storiografico sono disponibili fonti di tipo primario e secondario. È possibile consultare mappe, carte, manoscritti e lavori accademici sulla storia, la lingua, la letteratura.

Nella sezione “video” sono fruibili filmati d’epoca, documentari, film, repertori. Tantissime le interviste video a personaggi illustri e a gente comune che documentano la vita e la cultura popolare locale.

Risulta critico il fatto che la documentazione non sia ordinata secondo un ordine cronologico; lo strumento di ricerca non permette di discriminare i vari contenuti per data di produzione.

La mancanza di una sistemazione cronologica della documentazione impatta fortemente sulla fattibilità delle ricerche mirate.

Ogni documento è corredato della sua descrizione catalografica (titolo, soggetto produttore, licenza, tipologia, soggetto conservatore, formato, diritti) ma, inspiegabilmente, è assente l’indicazione della data di creazione.


Funzionalità:

La landing page chiarisce sin da subito che il portale è una raccolta multimediale del patrimonio storico culturale della Sardegna.

La maschera per la ricerca campeggia in primo piano; è possibile compiere ricerche avanzate.

Lo strumento “ricerca avanzata” consente di indagare l’archivio per tipologia (testi, immagini, video, audio), dimensione, colore, diritti di utilizzo, tag e argomenti.

Desta perplessità l’impossibilità di compiere ricerche tramite un criterio cronologico.

Scorrendo la landing page sono in evidenza i contenuti di tendenza. Al termine della pagina è riportato l’indirizzo di posta elettronica per richiedere informazioni, fare proposte o lasciare opinioni e sono indicati i responsabili e partner del progetto.

Nella sezione “contatti” è presente l’indirizzo pec della gestione amministrativa ed editoriale del portale.

Il sito è in italiano, ma dalla pagina principale è possibile trasporlo in 11 lingue: arabo, tedesco, inglese, spagnolo, francese, olandese, giapponese, russo, sardo, portoghese e cinese. Purtroppo, le traduzioni lasciano a desiderare, in particolare quella in lingua sarda.

In ogni pagina del portale sono presenti i rimandi immediati alle quattro tipologie di documenti e sempre presente è lo strumento di ricerca.

I materiali possono essere scaricati sul proprio dispositivo elettronico.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

Obiettivo del progetto è rendere accessibile agli studiosi e al grande pubblico, italiano e internazionale, il patrimonio storico, artistico e culturale sardo. Sono reperibili lavori accademici e scientifici che possono risultare utili al lavoro di studiosi e ricercatori. Però, il lavoro specialistico è reso arduo dalla mancanza di una disposizione cronologica dei materiali.

Apprezzabile la volontà di rendere accessibile il sito a una platea internazionale grazie all’ampia scelta linguistica.

Tuttavia, la qualità delle traduzioni potrebbe ridurre il numero dei fruitori stranieri.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    2
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    2
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    2
Giudizio complessivo:

Il giudizio è appena sufficiente. Il portale dà l’impressione di essere un lavoro in corso, aggiornato a singhiozzo. Lodevole l’eterogeneità della documentazione, risulta tuttavia nocivo l’accostamento di tanta documentazione storica di rilievo a contenuti di dubbio valore.

Da apprezzare la possibilità data ai privati di inviare il proprio materiale ma i criteri di selezione e pubblicazione dovrebbero essere esplicitati e ben chiari.

Inaudita la scelta di non poter ordinare i documenti per data di creazione: il caos regna sovrano e ardue risultano le ricerche mirate. D’altra parte, la navigazione nel portale risulta facile e intuitiva.

Sono approssimative le traduzioni in lingua straniera e questo può portare a una perdita di credibilità agli occhi degli studiosi e professionisti internazionali. Un gran peccato vista l’offerta di documenti di sicuro valore storico e culturale.

Altra grave pecca è la mancanza dell’indicazione dei soggetti responsabili e curatori; è presente un solo indirizzo PEC.

 


URL: https://www.sardegnadigitallibrary.it
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Pubblicazione di fonti secondarie
Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Gianmaria Pintus
Immagine:
Data della recensione: 25 gennaio 2024


Titolo:

Regione Storia FVG

Temi:

Il sito si propone di analizzare la storia del territorio compreso tra il fiume Livenza a occidente e il Quarnero a oriente. Oggi divise tra tre paesi, queste terre sono abitate da ben tre popoli, ovvero gli italiani, gli sloveni e i croati, con alcune presenze tedescofone e ungheresi. Nell’assenza di un chiaro confine orografico o etnico, il confine era spesso mutevole con variazioni che dipendevano da vari processi storici, spesso di portata internazionale. Sono proprio queste variazioni e gli avvenimenti connessi che il sito presenta al pubblico, con l’aiuto di mappe storiche e moderne.


Autori:

I testi sono curati da: Eugenio Ambrosi, Giancarlo Bertuzzi, Chiara Boscarol, Paolo Cammarosano, Amerigo Cherici, Monica Chiabà, Štefan Čok, Giorgio Conetti, Donata Degrassi, Michela Giorgiutti, Ezio Giuricin, Lorenzo Ielen, Ivan Jeličić, Patrick Karlsen, Luca Manenti, Tristano Matta, Enrico Miniati, Giovanni Modaffari, Orietta Moscarda, Gianna Paolin, Raoul Pupo, Andrea Tilatti, Fabio Todero, Dragan Umek, Fabio Verardo, Chiara Vigini e Anna Vinci.

Il coordinatore scientifico del progetto è un nome illustre come Raoul Pupo, mentre la cartografia e il sito web sono curati da Divulgando.srl. 

Contenuti e fonti:

Il sito contiene articoli, carte storiche, approfondimenti e cronologie che descrivono i principali eventi storici della regione. I materiali sono divisi nei seguenti filoni, divisi a sua volta in sotto filoni:

Tematiche: ambiente, insediamenti, confini, popolazione (ad oggi risulta vuoto), istituzioni, economia e società.

Approfondimenti: Metodologia, Medioevo, Età moderna, Ottocento, Novecento.

Strumenti: Documenti, Interventi, Lezioni. Tutto il filone però ad oggi risulta interamente vuoto.

Cronologia: Pre-protostoria, Antico, Medioevo, Età Moderna, Ottocento, Novecento

Interessante è il fatto, che nella categoria tematiche, troviamo anche contenuti di tipo geografico, dove vengono presentati ad esempio i paesaggi e l’idrografia, della regione presa in considerazione. Nella sottocategoria dei confini invece troviamo i vari cambiamenti di confine che vanno dall’età romana fino alla nascita delle repubbliche di Slovenia e Croazia, con le carte d’epoca aggregate. I contenuti sono veramente molti, ma gli articoli non sono troppo lunghi né troppo dettagliati. Presentano un tema toccando soltanto gli aspetti salienti, senza andare in profondità. Di grande utilità trovo il filone di cronologia, dove sono riportati tutti i principali eventi raggruppati per periodo storico.

Le fonti non sono sempre riportate, ma sono in prevalenza di seconda mano, quindi testi storiografici che trattano la storia di queste terre. Inoltre ci sono le carte d’epoca che appaiono sia come in originale sia riportate in un design attuale e molto comprensibli.

Funzionalità:

Il sito è facilmente fruibile, andando con il mouse sulle varie voci appaiono poi le varie tematiche comprese in quella voce. Quando poi si legge un articolo appaiono vari articoli collegati a quel tema, il che aiuta molto durante la ricerca. Nella schermata home sono subito presentati gli obiettivi e la struttura, nonché anche gli enti che hanno contribuito alla realizzazione che sono la Regione Autonoma FVG, il Dipartimento di scienze politiche e sociali dell’Università di Trieste e il Centro europeo di ricerche medievali. Anche gli autori e i curatori sono facilmente individuabili, basta cliccare sulla voce contatti in alto a destra.



Obiettivi e pubblico di riferimento:

L'obiettivo del progetto è quello di presentare brevemente più temi storici possibili legati al territorio compreso tra il fiume Livenza e il Quarnero. I realizzatori di questo progetto, vogliono trasmettere al fruitore un concetto molto interessante, che è la distinzione tra i termini frontiera e confine. La frontiera infatti è un’area vasta, non sempre delimitata in modo preciso che subisce variazioni e spostamenti, mentre il confine è una linea tracciata sulla mappa che divide due entità politiche. La zona presa in considerazione è appunto un’area di frontiera che divide il mondo latino da quello slavo e tedesco, ma anche l’Italia settentrionale dai Balcani, l’Europa occidentale da quella orientale. I curatori trasmettere questo concetto a un pubblico vasto, che può comprendere sia coloro che sono interessati a un tema specifico, sia a coloro che cercano di capire il quadro generale. Non adatto a una ricerca storica approfondita, chiarisce però molti concetti anche sconosciuti al grande pubblico.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    5
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    5
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    4
Giudizio complessivo:

Il sito sembra molto funzionale per un primo approccio alle vicende storiche del Friuli, della Venezia Giulia e dell’Istria. Il rapporto contenuto-obiettivo è decisamente molto buono, e infatti il lettore può farsi facilmente un'idea della storia del nostro territorio. Il progetto è aperto e in divenire, con il passare del tempo i contenuti aumentano e quindi è lecito aspettarsi un' ulteriore arricchimento. Anche la navigabilità è buona e la fruizione intuitiva, oltre a ciò c’è anche una breve guida all’uso nella schermata home che può essere d’aiuto.



URL: https://www.regionestoriafvg.eu/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Janoš Gruden
Immagine:
Data della recensione: 18 maggio 2024


Titolo:

Alpha History

Temi:

Alpha History si propone di analizzare e presentare 11 temi di storia contemporanea molto noti. Essi sono: la rivoluzione americana, la rivoluzione francese, la prima guerra mondiale, la rivoluzione russa, la repubblica di Weimar, la Germania nazista, l’Olocausto, la guerra fredda, la guerra del Vietnam, la rivoluzione cinese e la problematica dell’Irlanda del Nord. L’ultimo tema ovvero “peculiar passato” o “past peculiar” nella versione originale, attualmente non è disponibile per un problema legato alla sicurezza. Inoltre il progetto si propone di fornire alcune competenze storiche come ad esempio cos’è la storia e la storiografia, la ricerca storica, l’analisi di documenti e foto, quali sono i problemi che lo storico si trova davanti e su come scrivere un saggio storico. I fondatori di questo progetto lo crearono per fornire aiuto sia ai docenti che agli studenti.


Autori:

Gli autori sono tutti professori universitari, storici, scrittori affermati e altri accademici provenienti dal mondo anglosassone. Riporto i nomi: Brian Doone, Jennifer Llewellyn, Steve Thompson, Marian Anderson, Rebecca Cairns, Dan Fisch, Glenn Kucha, Michael McConnell, Katia Morgunova, Rebekah Poole, Kieren Prowse, John Rae, Jim Southney, Sara Taylor, Bryan Williams. Sono tutti ben presentati sul sito sotto la voce autori.


Contenuti e fonti:

Scegliendo dalla home page uno dei temi sopra elencati, il sito rimanda a un ulteriore pagina organizzata a modo di sito, dedicata soltanto a quel tema specifico. Su questa nuova pagina possiamo scegliere una delle voci legate a quel tema che ci appaiono sulla barra in alto. Queste voci sono:

Argomenti: sotto questa voce sono raccolti i vari argomenti legati a un macro-tema e ci forniscono quindi un’analisi molto più dettagliata. Questi sono riportati in ordine cronologico, così il lettore può partire dal primo e seguire  passo passo come una determinata situazione si sviluppò con il passare del tempo.

Documenti: qui possiamo trovare la trascrizione in italiano di alcuni documenti prodotti all'epoca degli eventi dagli attori coinvolti. Troviamo ad esempio i discorsi dei personaggi principali come Lenin, Thomas Jefferson, George Washington, ma anche leggi e atti, proclami e dichiarazioni, nonché costituzioni, revoche e articoli di giornale. In questo modo un insegnante può far leggere ai propri studenti ciò che veniva detto e scritto durante lo svolgimento di un evento storico dai stessi attori coinvolti.

Cronologia: viene fornita anche una cronologia di base per potersi orientare meglio. Può essere di grande aiuto quando ci si approccia a un tema e non si conosce ancora l’esatto susseguirsi degli eventi accaduti.

Glossario: qui troviamo raccolti in ordine alfabetico la spiegazione di alcuni termini usati quando si tratta un determinato macro-tema. Nella pagina dedicata alla rivoluzione troviamo termini come assolutismo, Borboni, Bastiglia, feudalesimo, ghigliottina, Giacobini,...

Chi e chi: sotto questa voce vengono presentati i personaggi principali di un determinato tema. Di solito vengono raggruppati per schieramento di appartenenza come ad esempio zaristi e rivoluzionari nel caso della rivoluzione russa.

Attività: qui vengono fornite alcune attività come cruciverba, quiz, domande a tema e molto altro che ci aiutano a verificare quanto abbiamo appreso su un determinato argomento che abbiamo studiato.

Altre risorse: vengono fornite ulteriori risorse per la comprensione degli argomenti come mappe geografiche, mappe concettuali, foto e grafiche dell’epoca, citazioni degli attori coinvolti e vengono presentati alcuni storici che hanno approfondito quel tema.

Il materiale disponibile è veramente tanto e anche di qualità, anche se non vengono mai citate le fonti. Nella sezione FAQ viene però spiegato come in realtà quando l’autore pubblica un articolo, deve necessariamente riportare anche le fonti che ha usato ma queste non vengono poi fornite da Alpha History per prevenire operazioni di plagio e per non supportare la pigrizia degli studenti che potrebbero soltanto copiare le fonti che trovano. Possiamo però trovare nella sezione documenti molte fonti primarie come mappe, disegni e foto d’epoca.




Funzionalità:

Il sito all’inizio può non sembrare facilmente fruibile, anche perché non è presente una guida all’uso. C’è però un ampia sezione FAQ e una dedicata alle condizioni d’uso dove vengono illustrate le politiche che Alpha History adotta riguardo ai propri contenuti. Una volta capito il funzionamento però risulta abbastanza semplice navigare e orientarsi tra le varie pagine, perché lo schema è sempre quello ed è piuttosto intuibile. Cliccando sulla voce “contattaci” possiamo facilmente entrare in contatto con i curatori. Esiste anche una pagina instagram del progetto, anche se l’ultimo post risale al settembre 2023.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo principale del progetto è fornire più materiale possibile per lo studio di un determinato macro-tema della storia contemporanea, reputato importante dai fondatori del progetto. Gli autori e i curatori si rivolgono principalmente ai docenti e agli studenti. Alcuni argomenti che troviamo sono molto noti, altri invece sono più sconosciuti. Il pubblico di riferimento può essere quindi molto ampio e coinvolgere anche semplici appassionati di storia contemporanea. Il materiale fornito, anche se molto abbondante dal punto di vista quantitativo, non è sufficiente per uno studio a livello universitario, ma può essere utilizzato come ausilio per una ricerca più approfondita. A mio avviso un tale progetto è rivolto soprattutto a un pubblico appartenente al mondo occidentale in quanto sia la scelta delle tematiche scelte sia l’impostazione generale risultano tipicamente occidentali, dopotutto gli autori provengono dal mondo anglosassone. 


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    2
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    2
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    2
Giudizio complessivo:

Il progetto è indubbiamente molto importante sia per la quantità di materiale fornito sia per alcune fonti primarie che possiamo trovare. Gli autori, come già detto, non scendono nei minimi particolari, ma la mole di argomenti trattati non lo consente nemmeno. A mio avviso il progetto può essere molto utile sia per i professori sia per gli studenti delle scuole superiori italiane, durante il loro lavoro quotidiano. Uno studente universitario invece può aiutarsi con quanto trova sul sito, ma per una ricerca più approfondita dovrà cercare ulteriore materiale altrove. Il sito è stato creato nel 2012 da vari professori universitari australiani, e la grafica a mio avviso non è mai stata cambiata, quindi non possiamo affermare che sia moderna e che catturi l’attenzione. Inoltre la versione originale è ovviamente in inglese, ma è stata tradotta interamente in italiano. La traduzione però è di qualità molto bassa, basti pensare che il termine home (con il quale si indica l’homepage) è stato tradotto come casa e molti altri sono stati tradotti in modo simile, il che fa indubbiamente abbassare il giudizio complessivo sulla versione italiana.


URL: https://it.alphahistory.com/
Tipologia:
Firma: Janoš Gruden
Immagine:
Data della recensione: 20 maggio 2024


Titolo:

Atlas of mutual Heritage


Temi:

Atlas of mutual Heritage (AMH) si propone di essere un database di immagini e informazioni sui luoghi e le aree di operazioni della Compagnia delle Indie Orientali Olandesi (VOC) e di quella delle Indie Occidentali (WIC).


Autori:

Il progetto è nato nel 1996 come parte del “TANAP (Towards a New Age of Partnership) project” dell’Università di Leida, che si occupava della conservazione dei documenti della Compagnia delle Indie Orientali in Sud Africa e Asia, ed è stato realizzato con la partecipazione del Nationaal Archief (Archivio Nazionale). Nel 2000 è stata realizzata una seconda versione nell’ambito della Conferentie over het Internationaal Gemeenschappelijk Erfgoed (Conferenza del Patrimonio Comune Internazionale), organizzata dal Ministero degli Esteri olandese e da quello dell’Istruzione, della Cultura e della Scienza, che ne hanno poi curato gli ulteriori sviluppi all’interno del programma HGIS-Cultuurprogramma voor internationale culturele betrekkingen (Programma Culturale per le relazioni culturali internazionali).

In passato il progetto è stato finanziato anche da altri enti e fondazioni, come la DEN (vereniging Digitaal Erfgoed Nederland, Associazione olandese per il patrimonio digitale), la Mondriaan Stichting (Fondazione Mondriaan), lo Stimuleringsfonds voor beeldende kunst vormgeving en museale activiteiten (Fondo di incentivazione per le arti visive, progettuali e museali), la NWO (Nederlandse Organisatie voor Wetenschappelijk Onderzoek, Organizzazione olandese per la ricerca scientifica), DutchCulture e il Nationaal Archief.

Attualmente il progetto è curato dal Rijksmuseum di Amsterdam, dalla Dutch Heritage Agency (RCE) di Amersfoort, dalla Koninklijke Bibliohtkeek (Biblioteca Reale) dell’Aia e dal National Archief-sempre presso l’Aia- e risulta finanziato dalla Fondazione Mondriaan, dalla SMF (Samenwerkende Maritieme Fondsen), dalla Marinus Plantema Foundation e dalla Mullerfonds (Fondazione Muller).

AMH risulta guidato da due coordinatori, Tristan Mostert e Oscar Hefting, e da un board, espresso dagli attuali enti curatori sopracitati: Huibert Crijns per la Biblioteca Reale, Ron Guleij per il Nationaal Archief, Jeroen ter Brugge per il Rijksmuseum, e Laura Peters per la RCE. Sono anche elencati i nomi dei coordinatori e dei membri del board precedentemente in carica. Il progetto si avvale ovviamente di un gruppo di collaboratori molto numeroso, di cui è presente l’elenco: non è tuttavia la possibilità di visionare un profilo accademico o lavorativo dei collaboratori citati.

 


Contenuti e fonti:

AMH possiede un immenso patrimonio di immagini, che tra disegni, illustrazioni, stampe e dipinti supera le 8000 unità. Ad esse si aggiungono degli approfondimenti (creati con il supporto di una biblografia citata alla fine di ognuno di essi) riguardanti la storia e le vicende di più di un migliaio tra avamposti commerciali e fortini della VOC e della WIC: infine sono presenti le accurate descrizioni di 22 viaggi d’esplorazione di particolare rilevanza storica.

La realizzazione del progetto è stata resa possibile grazie alla collaborazione dei numerosissimi enti coinvolti, che hanno permesso la costruzione dell’immenso repertorio di immagini: tra di essi spiccano sicuramente quelli che esprimono il board del progetto, ossia il Nationaal Archief, la Biblioteca Reale, il Rijksmuseum e la RCE. La realizzazione delle pagine informative sugli avamposti, forti e spedizioni è stata effettuata previa consultazione di saggi sull’argomento, riportati in una bibliografia apposita.


Funzionalità:

La landing page del progetto è costituita dalla mappa, che risulta in parte coperta dalla tabella contente il filtro di ricerca “base” e dalla barra superiore contente il titolo, le due lingue selezionabili (olandese e inglese), la voce about e l’icona di una grande lente d’ingrandimento. Cliccando su about si raggiunge la pagine in cui viene esposta in maniera sintetica lo scopo di AMH, mentre cliccando sulla lente d’ingrandimento sarà possibile accedere alla modalità di ricerca “avanzata”, raggiungibile anche tramite la voce Advanced search presente nella tabella per la ricerca “base”. Nella parte inferiore sinistra di ogni pagina del sito sono presenti le voci FAQ, Contact (che permette di trovare l’unico indirizzo e-mail con i quale contattare i curatori del progetto) e Colophon, che reindirizza alla pagina contente la storia del progetto, i nomi degli attuali curatori e gli enti coinvolti nel presente e nel passato. In basso a destra sono invece presenti i portali d’accesso alle pagine Facebook ed Instagram di AMH.

Le modalità di consultazione delle risorse sono due. una mappa satellitare (creata dall’azienda Map Tiler), regolabile mediante le opzioni di zoom in basso a destra, nella quale sono inseriti diversi segnaposti che evidenziano la presenza di avamposti commerciali, fortini o  rotte tracciate dalle esplorazioni registrate nel database. I segnalibri sono selezionabili tramite l’interazione diretta con la mappa oppure tramite un filtro di ricerca “base” che permette di scegliere quali delle tre tipologie di risorse visionare e soprattutto di suddividerle a seconda della Compagnia alla quale sono collegate. Cliccando su uno qualsiasi dei segnalibri sarà poi possibile accedere ad una pagina contente la loro storia e descrizione (con annessa bibliografia di riferimento) e soprattutto le immagini ad essi collegate. È presente anche una piccola scheda riassuntiva: se la pagina è dedicata ad un avamposto, essa indicherà tutti i forti ad esso collegati, i vari nomi che ha avuto, l’attuale Paese e regione in cui esso si trova, l’area in cui esso si trovava secondo la suddivisione amministrativa della Compagnia di riferimento e la sua funzione. Viceversa, se la pagina è dedicata ad un forte, saranno indicati l’avamposto di riferimento, il periodo di costruzione e i nomi passati. Le pagine dedicate ai viaggi di esplorazione sono invece strutturate in maniera diversa: esse contengono infatti la mappa del viaggio (ripresa della mappa satellitare della landing page in cui sono presenti i segnalibri), la sua descrizione e la sua contestualizzazione storica generale, seguita dalla descrizione delle varie tappe della spedizione, con un corredo di immagini per ognuna di esse.

La seconda modalità di consultazione è invece quella di ricerca “avanzata”, che permette l’accesso ad un’altra pagina del sito dove è possibile effettuare una ricerca non solo ottenendo una divisione per tipo di risorsa più specifica rispetto alle opzioni “base”, ma anche inserendo coordinate spazio-temporali molto precise, che permettono un’individuazione degli elementi richiesti ben più accurata. Il filtro di “ricerca avanzata” permette inoltre di consultare direttamente le immagini presenti nel database (permettendo di filtrarle ulteriormente attraverso otto diverse sotto-categorizzazioni), senza doverle ricercare tramite la visione delle pagine dedicate ai fortini, gli avamposti e le esplorazioni. Accedendo alla pagina relativa ad un’immagine sarà possibile zoomare sulla stessa, mantenendo sempre la qualità grafica ad un livello di alta definizione. Sono presenti in corredo anche una descrizione e una contestualizzazione storica oltre che i collegamenti alle altre risorse in cui è possibile visionarla. In fondo alla pagina è presente invece una scheda tecnica, contente l’autore, le dimensioni, il materiale, il periodo e la tecnica di realizzazione, l’ente conservatore, il suo numero d’inventario e la trascrizione del testo presente sull’immagine (se presente).



Obiettivi e pubblico di riferimento:

Come detto in precedenza, AMH mira ad essere un database in continua espansione contenente immagini e informazione sulla VOC e sulla WIC: alla stato attuale del progetto, cominciato ormai nel lontano 1996, si può dire che il suo obiettivo sia in buona parte raggiunto. Il pubblico di riferimento è quello “generalista”, o quantomeno degli appassionati non addetti ai lavori; da ciò probabilmente la scelta di puntare molto sull’interattività della mappa, l’enorme numero di immagini e la relativa brevità delle pagine informative dedicate alle varie risorse presenti. Ciò nonostante, AMH può essere utile anche a studenti delle scuole superiori o università impegnati in ricerche o tesine, se non altro per trovare immagini da inserire come corredo fotografico ai propri lavori.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    4
Giudizio complessivo:

Atlas of mutual Heritage è sicuramente un progetto di Digital History di altissimo livello, che coinvolge alcune delle massime istituzioni culturali olandesi e che in più di 25 anni è riuscito a creare un ottimo database per la ricerca di immagini e informazioni sulla Compagnia olandese delle Indie Orientali e su quella delle Indie Occidentali, consultabili in maniera estremamente puntuale e proficua grazie a validissimi strumenti di ricerca. Ciò nonostante, la struttura del sito presenta alcune problematiche che possono creare limiti ad una fruizione ottimale del sito.

Partendo dalla landing page, essa favorisce senza dubbio l’immersione dell’utente all’interno del progetto, ma la mancanza di una pur minima introduzione iniziale rischia di rendere il primo contatto con AMH disorientante, portando persino a sottovalutarne le potenzialità. Il problema più grave risulta tuttavia l’assenza di un collegamento diretto che riporti alla schermata iniziale (dove è presente la mappa )una volta che ci si è addentrati nella ricerca. Questa sorta di "incomunicabilità" tra il filtro di ricerca "avanzato" e quello "base" collegato alla mappa comporta il reiterato utilizzo del tasto “indietro”, al punto da rendere più conveniente la chiusura del sito e la sua conseguente riapertura. Si tratta di un limite forse legato alla longevità del sito, nonostante i suoi numerosissimi “re-styling” che lo hanno portato comunque a disporre in un’interfaccia moderna. Va inoltre segnalato che alcuni dei segnalibri non sono disposti correttamente sulla mappa: l’avamposto della VOC a Adirogo, in Indonesia, è ad esempio collocato a largo del Golfo di Guinea. Inoltre, la descrizione di alcuni avamposti (tra cui tutti quelli dell’area di New York) non possiede la versione in inglese, ma solo quella in olandese, cosa che preclude la fruizione ad un pubblico vastissimo. Infine, va ricordato che alcune pagine dedicate a forti e avamposti (specie nell’area dello Sri Lanka, della Malesia e della Thailandia) dispongono di un corredo di immagini ma non di una descrizione e contestualizzazione storica.

Si tratta in ogni caso di difetti di relativamente poco conto, che pur risultando talvolta inspiegabili visto l’altissimo livello delle istituzioni coinvolte nella realizzazione di AHM, non ne inficia la qualità complessiva.


URL: https://www.atlasofmutualheritage.nl/en/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Marco Carratù
Immagine:
Data della recensione: 5 giugno 2024


Titolo:

PROUD&TORN. A Visual memory of Hungarian History


Temi:

Il Progetto punta a raccontare la storia dell’Ungheria dal 1848 al 1956 (pur con un’ampia parte dedicata alla storia precedente) dal punto di vista di una famiglia del borgo di Marcali, nei pressi del Lago Balaton, intrecciando le vicende personali e familiari con quelle del Paese magiaro, specialmente nel convulso periodo tra la fine della Grande Guerra e la Rivolta d’Ungheria del 1956.


Autori:

Il progetto, ultimato nel 2018, è nato da un’idea di Bettina Fabos, professoressa di Interactive Digital Studies and Visual Communications presso la University of Northern Iowa, e ha visto la collaborazione di Dana Potter nel ruolo di designer, Collin Cahill e Jacob Espenscheid in quello di Web Developer, Isaac Campbell in quello di Animator, Leslie Waters e Kristina Poznan in quello di Historical Advisor and Editor e Connor Thorson in quello di Mobile and Web developer. I profili di ogni responsabile e partecipante al progetto sono visionabili nella sezione creators di P&T. Il progetto ha visto poi la partecipazione di ben diciannove consulenti storici e undici Storical rewievers. PROUD&TORN risulta finanziato da Fulbright Hungary, dalla Hungary Initiatives Foundation e dalla University of Northern Iowa.


Contenuti e fonti:

PROUD&TORN punta ad illustrare la Storia dell’Ungheria attraverso una narrazione per capitoli (compresi il prologo e l’epilogo), di cui il primo è dedicato a tutti gli eventi sino al XIX secolo, mentre gli altri, che ricostruiscono le vicende della famiglia Fabos e dell’Ungheria del tempo, presentano come date dei titoli, alcune fondamentali per la Storia del Paese (1848, 1867, 1918, 1945…) altre semplicemente indicative del periodo preso in analisi (1900,1920,1930…). All’interno di ogni capitolo la storia dei Fabos (che man mano che si avvicina ai nostri giorni si fa ovviamente sempre più dettagliata e documentata) è intrecciata a quella del Paese magiaro, analizzata attraverso i criteri non solo della storia politica, evenementale e delle grandi personalità, ma anche della storia sociale e di genere. Sono presenti anche degli approfonditi excursus su alcuni eventi della Storia europea che hanno particolarmente influito sulle vicende ungheresi: è il caso della Rivoluzione Russa e della nascita dell’URSS, Paese del quale l’Ungheria sarebbe divenuto satellite dal 1945 al 1989, oppure della Shoah, che in Ungheria si concretizzò in episodi di particolare crudeltà. Il testo di ogni capitolo è accompagnato da un ricchissimo corredo di immagini e fotografie, alcune delle quali risultano parzialmente animate, accrescendo il senso di vivacità e colloquialità già creato dal taglio della narrazione, che allontanandosi dall’approccio “saggistico” punta ad emulare quello del racconto familiare, quale PROUD&TORN si propone in parte di essere.

Le fonti utilizzate sono innumerevoli: l’elevato numero di immagini è stato infatti ottenuto non solo grazie all’archivio privato della famiglia Fabos, ma anche e soprattutto al coinvolgimento di numerosissimi archivi pubblici e istituzioni culturali (tutte riportate nella sezione credits), sia ungheresi, come l’Hungarian National Film Archive, l ’Hungarian National Museum , l’Hungarian State Security Historical Archives e la Hungarian University of Fine Arts, sia di altri Paesi, come ad esempio la British Library, la Bibliothèque nationale de France, l’ Holocaust Memorial Center, lo Yad Vashem, l’ Imperial War Museums, la Library of Congress e la London School of Economics Digital Library. Risultano consultati anche importanti archivi digitali come Internet Archive e Fortepan. Le numerose fonti bibliografiche sono invece tutte riportate nella sezione “References” del sito.


Funzionalità:

PROUD&TORN presenta un’interfaccia grafica e un’architettura web di altissimo livello. Tutte le pagine del progetto, compresa la landing page, sono come detto strutturate su modello dei capitoli di un libro, fruibili attraverso un meccanismo assolutamente intuitivo quale lo scorrimento della pagina stessa, che si sviluppa sia sulla direttrice alto/basso che su quella sinistra/destra in presenza di linee temporali e immagini con un particolare formato. Ogni espediente grafico utilizzato dei creatori di PROUD&TORN, dalla scelta dei colori alla disposizione delle immagini passando per i caratteri del testo, punta a creare nell’utente la sensazione si stare consultando un diario o un libro, colmo di annotazioni e note scritte a mano. In ogni pagina è presente in alto a sinistra una piccola icona riportante il nome del progetto, che una volta aperta permetterà l’accesso non solo ai vari capitoli, ma anche alle pagine dedicate ai creatori e curatori e collaboratori di P&T, agli obiettivi del progetto, ai suoi riconoscimenti e ai contatti. Una sezione del sito è inoltre dedicata all’albero genealogico della famiglia Fabos, che parte dalla metà del XIX per arrivare ai giorni nostri.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

Come spiegato nella sezione About di PROUD&TORN, il progetto mira a unire le tecniche più avanzate di Digital e Public History e il punto di vista familiare (rarissimo nella storiografia) con l’obiettivo di rendere accessibile al più vasto pubblico possibile la complessa Storia dell’Ungheria e dell’Europa Orientale. Il pubblico di riferimento risulta quindi essere quello “generalista”, sebbene risulti molto valido anche per studenti delle scuole medie superiori.

 


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    5
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    4
Giudizio complessivo:

PROUD&TORN è un progetto di Digital History di assoluta qualità, che risulta essere assolutamente innovativo sia nella propria impostazione teorica che in quella pratica. L’uso intelligente di una simile quantità di immagini, presentate come parte di un album o di un libro e spesso animate, unito ad una narrazione che sotto una patina di colloquialità e semplicità cela un accuratissimo studio della Storia dell’Ungheria (supportato da un’immensa bibliografia) e di quella della famiglia Fabos, riesce a far immergere l’utente in un’esperienza assolutamente avvincente, dalla quale ci si riesce veramente a staccare solo una volta ultimata.

I problemi del progetto risultano minimi: dal punto di vista grafico, la pur originale e accurata disposizione delle immagini e del testo all’interno delle pagine rischia più di una volta di risultare sovrabbondante, rendendo la fruizione del contenuto leggermente più difficoltosa. Il peso dei contenuti, inoltre, provoca una relativa lentezza nel caricamento delle pagine, che può arrivare anche a dieci secondi. L’impostazione della narrazione, infine, rischia in alcuni punti di eccedere nella sua dimensione informale, dando adito a quelle che sembrano mere opinioni personali della creatrice, pur non invalidando mai la qualità scientifica del progetto.

Questi difetti risultano tuttavia minuzie rispetto alla validità complessiva di PROUD&TORN, che grazie alla sua originalità e alla qualità delle informazioni e dei dati riportati e rielaborati risulta essere senza alcun dubbio un modello da imitare nel campo della Digital e della Public History.


URL: https://proudandtorn.org/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Marco Carratù
Immagine:
Data della recensione: 5 giugno 2024


Titolo:

Archivio storico Luce

Temi:

Il sito web mette a disposizione del pubblico il materiale conservato nell’Archivio Storico dell’Istituto Luce. Il tema del materiale è principalmente la storia del Novecento in Italia, a partire dagli anni del fascismo, e in altri Paesi europei. L’UNESCO ha iscritto l’Archivio nel registro “Memory of the world” (2013) per la ricchezza del materiale ivi contenuto sull’epoca del totalitarismo in Italia e il suo contesto sociale e politico.

Autori:

 Il direttore dell’Archivio Storico Luce è Enrico Bufalini. Il responsabile dell’Archivio digitale è Maurizio Prece; responsabile della catalogazione è Patrizia Cacciani. Il team che si occupa del sito web è composto da diversi membri e collabora con la società di servizi informatici “regesta.exe”. L’Archivio fa parte di Istituto Luce Cinecittà, società pubblica. 

Contenuti e fonti:

L’archivio contiene materiale audiovisivo, fotografico e documentario. I filmati online sono quasi 80mila, mentre le fotografie sono oltre 400mila. Il materiale proviene dall’Archivio storico dell’Istituto Luce ma anche da diversi fondi privati. 

Il materiale audiovisivo online appartiene alle seguenti categorie:

  • cinegiornali

  • documentari

  • repertori, che contengono materiale di varia natura (tagli, girato non montato, spezzoni, ecc.) proveniente da sei diversi fondi.

È possibile consultare sei portali tematici dedicati a singoli progetti (come “Fare gli italiani”, organizzato in occasione del 150esimo anniversario dell’unità d’Italia) o enti (come Camera dei Deputati e Senato). 

Funzionalità:

La homepage del sito è dominata da un image slider che reindirizza alle news pubblicate sul sito. La maschera di ricerca compare subito al di sotto, preimpostata sulla ricerca semplice e con un reindirizzamento all’opzione di ricerca avanzata. 

La navigazione può avvenire tramite ricerca, menu di navigazione (che dà infatti preminenza alla sezione “esplora”), oppure anche a partire dagli altri slider presenti nella homepage: timeline con l’elenco delle ricorrenze quotidiane, rimandi al percorso tematico “Polvere d’archivio” e agli altri percorsi tematici, nei quali i singoli argomenti sono esplorabili tramite tag. 

Sono presenti, inoltre, il link ai sei portali tematici realizzati con il materiale dell’Archivio e, infine, al materiale dell’Istituto su altre piattaforme. 

Le sezioni del sito sono raggiungibili anche dal footer che contiene un’ulteriore barra di ricerca e il link diretto ai singoli fondi secondo i quali è catalogato il materiale. 

Obiettivi e pubblico di riferimento:

Il sito web rende pubblicamente fruibile il patrimonio dell’Archivio Luce e, come riconosciuto anche dall’UNESCO, è utile per lo studio della storia del Novecento, con un particolare focus sulla società di massa e i regimi totalitari. Il pubblico di riferimento è ampio: dai semplici interessati agli esperti e professionisti di ambito cinematografico ma anche storico. Lo stesso Istituto dichiara esplicitamente tale doppia finalità.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    5
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    5
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    4
Giudizio complessivo:

Dalla consultazione del sito è lampante la professionalità nella gestione dell’archivio (sono inoltre rese disponibili per gli utenti esperti tutte le informazioni tecniche riguardanti la piattaforma utilizzata per la creazione dell’archivio, i criteri di catalogazione archivistica e i sistemi di information retrieval utilizzati) e nella creazione del sito web. Ciononostante risulta di semplice fruizione anche per il pubblico generale, per il quale può essere particolarmente attraente la sezione tematica “timeline” che propone materiali selezionati in base alle ricorrenze del giorno. I contenuti sono di notevole interesse e valore storico e i testi di accompagnamento alle collezioni risultano abbastanza chiari, ma spesso molto sintetici. La navigabilità è semplice grazie ai diversi percorsi per raggiungere i documenti. Navigando all’interno delle singole collezioni è poi possibile attivare in modo semplice diversi filtri di ricerca (ad es. persone presenti, luoghi, anno…). Anche le schede delle singole risorse sono decisamente user friendly: presentano le informazioni in modo chiaro (tutte le informazioni relative alla catalogazione e inoltre la descrizione delle singole sequenze dei filmati) e permettono di proseguire la ricerca per tag. Il progetto quindi svolge efficacemente la funzione pubblica di rendere disponibili documenti legati alla storia sociale del Paese.

URL: https://www.archivioluce.com
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Firma: DOMENICO ZAMBURLINI
Immagine:
Data della recensione: 6 settembre 2024


Titolo:

Media Archive FVG

Temi:

L’Archivio Multimediale del Novecento in Friuli Venezia Giulia raccoglie diverse testimonianze (fotografiche, audio, visive e audiovisive) relative alla storia del Novecento in Friuli Venezia Giulia.

Autori:

Il progetto nasce da un’iniziativa di Stefano Perulli e Monica Emmanueli. Al progetto partecipano l’ANPI di Udine e Pordenone, l’Istituto Friulano per la storia del movimento di Liberazione, la città di Casarsa della Delizia e la Fondazione Valmi Puntin di Aquileia. La progettazione e i servizi web, lo sviluppo del portale e del software di catalogazione sono state svolte da CG soluzioni informatiche.

Contenuti e fonti:

Nel sito sono disponibili foto e documenti legati alla Resistenza friulana e alla storia del Novecento nella regione. Due sezioni sono dedicate in particolare alle schede dei partigiani attivi nella regione e degli IMI.

Funzionalità:

La homepage presenta gli enti partecipanti al progetto. Il menu di navigazione consente l’accesso alla pagina dedicata a ciascun ente, alla descrizione del progetto e alla pagina di ricerca. Contiene inoltre il link diretto alle due sezioni dedicate alle schede dei partigiani e degli IMI. 

All’apertura della pagina di ricerca vengono proposti, sotto alla barra, alcuni riquadri con il rimando a singole risorse d’archivio selezionate in modo casuale. La ricerca semplice può essere filtrata per tipologia di risorsa (fotografie; documenti; media). È inoltre possibile utilizzare una maschera di ricerca avanzata.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo dichiarato dal progetto è duplice: valorizzare il materiale contenuto negli archivi di associazioni del territorio, mettendole in rete, e renderne pubblica la fruizione. Il pubblico di riferimento è eterogeneo, sia di tipo specialistico sia generale, ma naturalmente la circoscrizione geografica del materiale conservato limita il bacino dei potenziali interessati.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    2
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    1
Giudizio complessivo:

La grafica è molto essenziale e la homepage appare scarna. La funzione di ricerca è comunque utilizzabile in modo semplice. 

Nel sito sono assenti alcuni elementi essenziali: gli enti che partecipano al progetto vengono semplicemente elencati e non descritti, e, soprattutto, i fondi archivistici digitalizzati non sono accompagnati da alcun testo di commento che ne delinei le caratteristiche. Ciò non permette di comprendere il valore del materiale che il sito mette a disposizione e ne scoraggia pertanto la fruizione da parte di un pubblico generale. 

Inoltre, gli enti che partecipano al progetto sono un numero davvero esiguo; per questo motivo appare ancora distante dal raggiungimento l’obiettivo di creare connessioni tra le diverse realtà territoriali custodi di documenti che possano dare informazioni sulla storia del Friuli Venezia Giulia nel Novecento.

Il progetto è attivo da pochi anni e pertanto l’ampliamento del materiale raccolto e la predisposizione di apparati testuali più dettagliati sono necessari per realizzarlo pienamente. Raggiunto il suo completo sviluppo potrebbe infatti costituire uno strumento di grande interesse e valore; ulteriori linee di sviluppo potrebbero riguardare la predisposizione di portali tematici, ad esempio dedicati alle risorse didattiche, nonché alla diffusione tra il pubblico del materiale conservato. 

URL: https://www.mediarchivefvg.it
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Firma: DOMENICO ZAMBURLINI
Immagine:
Data della recensione: 6 settembre 2024


Titolo:

The Survey of Scottish Witchcraft. 1563-1736.

Temi:

“The Survey of Scottish Witchcraft” è una risorsa elettronica che tratta la storia della stregoneria e della caccia alle streghe avvenuta in Scozia tra il 1563 e il 1736. Attraverso il database interattivo vengono elencati i processi per stregoneria, i luoghi e coloro che ne presero parte.

Autori:

Questo sito web e il relativo database sono stati creati nel 2001 dal docente di storia scozzese presso l'Università di Edimburgo Julian Goodare (direttore del progetto), Louise Yeoman (co-direttrice), Lauren Martin e Joyce Miller (ricercatori e manutentori del database), con il supporto finanziario dell'Economic and Social Research Council (ESRC).

Per la creazione di questo progetto i quattro autori sono stati coadiuvati da numerose istituzioni e persone quali: la British Academy che ha fornito un finanziamento per migliorare le informazioni sulle persone coinvolte nei processi di stregoneria, il Computing Services dell’Università di Edinburgo che ha garantito il proprio supporto informatico e lo sviluppo delle applicazioni; Ed Dee (Information Tools Team) ha creato il database e l'applicazione utilizzata per raccogliere i dati, Charlotte Moon (Information Tools Team) ha prodotto l'applicazione ColdFusion, l'interfaccia web, i grafici e le mappe utilizzate per visualizzare i dati e Tim Riley (Data Library) ha fornito i file di dati dei confini delle parrocchie e delle contee. Si sono dimostrati utili al completamento del progetto il National Archives of Scotland (NAS), molti archivi locali e persone fornendo documenti e resoconti sulla stregoneria in Scozia.

Contenuti e fonti:

“The Survey of Scottish Witchcraft” è composto da due parti: un database interattivo e alcune pagine web di supporto.

Il database contiene i nominativi di tutte le persone note per essere state accusate di stregoneria nella Scozia moderna (circa 4.000 persone). Le informazioni contenute nell’archivio dati riportano i luoghi delle imputazioni e il periodo nonché lo svolgimento del processo e la sentenza.

È presente anche una sezione dedicata al materiale di supporto. La sezione “Introduzione alla stregoneria scozzese” risponde alle più comuni domande sulla caccia alle streghe. La sezione “Glossary” definisce parole inusuali o specialistiche contenute nei moduli e nei report dei risultati di ricerca. Questa sezione comprende anche le categorie di stato socioeconomico, i cognomi e i nomi propri moderni, le parrocchie nella Scozia del XVII secolo, i borghi nel 1707, i presbiteri e le contee. Anche la sezione “Further reading” è importante perché suggerisce diverse fonti primarie e pubblicazioni utili allo studio e all’approfondimento dei casi di stregoneria in Scozia, in quanto il database non fornisce all’utente una dettagliata analisi dell’argomento. La storia del progetto, i precedenti tentativi di indagine, le informazioni sul diritto d’autore del sito, i collegamenti a siti web trattanti la storia della stregoneria europea, i contatti e le modalità di citazione sono tutti raggruppati nella sezione “About”.

Le fonti vengono opportunamente elencate nella sezione “Bibliography” e si dividono in fonti manoscritte (principalmente laiche ed ecclesiastiche), fonti primarie stampate, fonti secondarie e opere di riferimento.

Funzionalità:

Il database può essere utilizzato per condurre diversi tipi di ricerche. Ad esempio, si possono trovare tutti i casi noti che coinvolgono liti di quartiere, possessioni demoniache o fate, oppure, esaminare i casi accomunati da una specifica caratteristica.

Attraverso la home page, accedendo alla sezione “Search” si può selezionare una delle quattro aree di ricerca principali: la prima propone la lista di streghe o stregoni elencati per nome, condizione sociale ed economica; la seconda tratta i casi di stregoneria ordinandoli in base alla data e alle caratteristiche dei rituali; la terza avviene attraverso la specifica del luogo e della data in cui sono avvenuti i processi; la quarta propone una ricerca attraverso le persone coinvolte.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

Il progetto nasce allo scopo di creare un archivio dati contenente i nomi delle persone accusate di stregoneria in Scozia tra il 1563 e il 1736 al fine di raccogliere, confrontare e registrare tutte le informazioni note sulle streghe e sulla credenza nella stregoneria in un unico database consultabile in libero accesso su piattaforma web.

Il pubblico di riferimento iniziale era, ed è ancora oggi, principalmente quello accademico.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Il sito si propone con un’interfaccia grafica semplice e ordinata che non ha subito aggiornamenti dalla fine del progetto, ovvero dal 2003. Grazie all’interfaccia intuitiva la ricerca può avvenire senza difficoltà. Le informazioni fornite sono chiare e nel caso in cui non fosse comprensibile al pubblico la terminologia riportata nel risultato, è possibile consultare la sezione “Glossary” che racchiude il significato di ciascun vocabolo. Le fonti utilizzate per la realizzazione del sito sono indicate nel dettaglio e molto valida è la proposta di ulteriori letture adatte all’approfondimento della tematica.

Il progetto è sicuramente molto utile, però, la sezione dedicata alle mappe interattive presenta un limite. Questa è consultabile solo utilizzando il plug-in Autodesk MapGuide Viewer, limitando a coloro che non possiedono il programma la visualizzazione delle mappe e delle informazioni in esse contenute.

URL: https://witches.hca.ed.ac.uk/home/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Matteo Barazza
Immagine:
Data della recensione: 8 settembre 2024


Titolo:

Salem Witch Trials: Documentary Archive and Transcription Project

Temi:

Il “Salem Witch Trials” è un archivio documentario e progetto di trascrizione dei processi di stregoneria avvenuti a Salem nel 1962. Attraverso la digitalizzazione di numerose fonti primarie (quali registri giudiziari e documenti privati) vengono descritti i processi alle streghe, i luoghi e i partecipanti.

Autori:

Benjamin C. Ray, professore presso il dipartimento di Studi Religiosi dell’University of Virginia, in qualità di Direttore del progetto all’archivio di ricerca documentaria e ricercatore principale, ha coordinato i membri dello Scholars’ Lab e dell’IATH per lo sviluppo tecnico nonché per la progettazione e programmazione del database. Ray ha affidato la codifica elettronica del testo a David Seaman, Direttore dell’Electronic Text Center, e ad altri membri dello Scholars’s Lab. Per le mappe GIS sono stati consultati diversi specialisti, tra i quali anche il Direttore del GeoStat Michael Furlough. L’interfaccia Web è stata curata da Felicia Johnson (IATH) e Carolyn Fay (Electronic Text Center).

Il progetto di trascrizione dei processi è stato diretto dal professore Bernard Rosenthal, docente presso l’University of Binghamton, coadiuvato da diversi professori universitari internazionali.

Il progetto “Salem Witch Trials” ha ottenuto numerose collaborazioni: il National Endowment for the Humanities lo ha sostenuto con una sovvenzione biennale per la creazione dell’Archivio di ricerca documentaria e per il progetto di trascrizione; l’Institute for Advanced Technology in the Humanities dell’University of Virginia ha supportato Benjamin C. Rau con una borsa di studio di due anni e lo IATH continua a fornire supporto tecnologico per il progetto; l’Electronic Cultural Atlas Initiative ha fornito il proprio supporto dal 1999 con sovvenzioni per creare mappe GIS storiche e informazioni sul censimento per Salem, Salem Village e Andover nel 1692. Il Salem Witch Trials Documentary Research Archive è un membro del North American Religion Team dell'ECAI. L'American Academy of Religion ha erogato una borsa di ricerca collaborativa per la digitalizzazione dei documenti giudiziari originali. SpecLab supporta lo sviluppo di linee temporali di eventi multidimensionali per contrassegnare l'intera gamma di eventi religiosi, politici, geografici, legali e sociali; pertanto, questa collaborazione fa parte del Temporal Modeling Project di SpecLab finanziato da Intel Corporation.

Contenuti e fonti:

Il sito permette l’accesso a numerose fonti primarie digitalizzate e viene strutturato in quattro sezioni principali: "Documenti del XVII secolo"; "Mappe storiche"; "Persone importanti" e "Lavori letterari". La prima sezione raggruppa i registri giudiziari, le lettere personali, i sermoni del reverendo Samuel Parris e il diario di Samuel Sewall. Le mappe storiche di Salem Village, Andover e Salem consentono di visualizzare l’ubicazione delle persone coinvolte nei processi. Attraverso la "Mappa delle accuse di stregoneria su scala regionale", si può vedere la cronologia dinamica delle denunce avvenute tra il mese di febbraio e il mese di novembre dell’anno 1692. La terza sezione, organizzata in ordine alfabetico, fornisce informazioni biografiche riguardo alle persone nominate nei registri del tribunale di Salem attraverso immagini e saggi brevi degli studenti dell’University of Virginia. La quarta ripartizione delle fonti presenta una selezione di opere letterarie organizzate in base all’autore.

La provenienza della documentazione presente nel sito è specificata attraverso la menzione degli archivi, delle biblioteche e delle società storiche che hanno partecipato al progetto.

Funzionalità:

Attraverso la home page, si può accedere alle diverse sezioni e, tramite collegamenti ipertestuali, ai numerosi documenti presenti sul sito, quali atti giudiziari, lettere personali e manoscritti digitalizzati e indicizzati in base alle raccolte d’archivio. Inoltre, si possono trovare la descrizione e la storia del progetto, i nomi delle istituzioni e di coloro che hanno coadiuvato alla sua strutturazione, anche tramite sovvenzioni e collaborazioni., nonché il contatto diretto del professor Ray e dell’IATH.

Il materiale presente nell’archivio documentario è a open access per scopi didattici, eventuali usi alternativi vengono concessi previa autorizzazione da parte degli autori.

Tra le funzioni da segnalare, oltre alla possibilità di consultare sia la digitalizzazione del manoscritto originario sia la sua trascrizione, bisogna sicuramente menzionare la meticolosità della seconda sezione del sito, quella inerente alle mappe di Salem, Salem Village e Andover. Qui viene fornita la rappresentazione visiva dei principali punti di riferimento, delle terre, delle caratteristiche fisiche e delle abitazioni, dei personaggi illustri dell’epoca menzionati negli atti del tribunale.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

Questo progetto si propone di fornire una panoramica dettagliata di quella che può essere definita come la peggiore caccia alle streghe nella storia americana. Tramite l’archivio documentario, composto dalla digitalizzazione di numerosi manoscritti originari, si possono analizzare diversi aspetti della vicenda avvenuta alla fine del 1600. In particolare, la precisa trascrizione degli atti giudiziari permette la comprensione sullo svolgimento dei processi tenutisi a Salem in questo periodo storico.

Il pubblico di riferimento era inizialmente, e lo è tutt'ora, di natura accademica. Ciononostante, è facilmente accessibile anche da un pubblico più ampio e meno specializzato.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Il sito si propone con un’interfaccia grafica desueta, dato che è stato realizzato tra la fine del 1990 e l’inizio del 2000 senza essere mai stato rinnovato. Tuttavia, è intuitivo, semplice, ordinato e di facile utilizzo. L’agevole navigabilità permette l’esplorazione di ogni sezione senza difficoltà. Le informazioni fornite sono chiare e le fonti citate sono giustamente indicate. Questo progetto è interessante e ha molto potenziale, soprattutto se proposto a scopo didattico.

URL: https://salem.lib.virginia.edu/home.html
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Matteo Barazza
Immagine:
Data della recensione: 8 settembre 2024