Titolo:
Temi:
Autori:
Contenuti e fonti:
Funzionalità:
Obiettivi e pubblico di riferimento:
Architettura web, chiarezza, navigabilità - da 1 (min) a 5 (max):
Accessibilità e ricercabilità dei dati - da 1(min) a 5 (max):
Qualità grafica, impatto visivo - da 1 (min) a 5 (max):
Valutazione dei contenuti: rilevanza del tema - da 1 (min) a 5 (max):
Ricchezza dei contenuti - da 1 (min) a 5 (max):
Qualità di apparati introduttivi, e istruzioni - da 1 (min) a 5 (max):
Giudizio complessivo:
URL:
Tipologia:
Firma:
Immagine:
Data della recensione:
Includi nella ricerca.
Nome autore:
Cognome autore:



Titolo:

STORIA DIGITALE: CONTENUTI ONLINE PER LA STORIA



Temi:

Il progetto Storia Digitale nasce come un blog tematico che raccoglie risorse digitali utili alla ricerca storica. Il periodo che viene considerato è quello tra il Medioevo e l’Età contemporanea. Al suo interno si trovano quindi collegamenti a progetti di pubblic history, digital history e biblioteche digitali. 



Autori:

A creare il sito nel 2007 e gestirlo tutt’ora è Stefania Manni. L’admin di questo progetto di pubblico history propone inoltre una sua breve presentazione esplicitando il suo percorso accademico. Seguendo la voce Informazioni->Autori si possono vedere i diversi collaboratori. 



Contenuti e fonti:

I contenuti presenti riguardano links esterni a progetti di varia natura che possono contenere le informazioni ricercate. Si possono quindi trovare collegamenti ad argomenti quali storia medievale (con un focus sulla storia bizantina), storia moderna e contemporanea. I collegamenti poi proseguono con aree geografiche di interesse quali i continenti (viene sottolineato che viene data maggior importanza al vecchio continente). Inoltre è presente la possibilità di consultazione di metafonti quali mappe, fotografie, manoscritti e testimonianze audio.


Funzionalità:

La navigazione nel sito è consentita attraverso il menù a tendina che consente la consultazione attraverso criteri quali: area cronologica, area geografica, metafonti e strumenti. La landing page si suddivide in dei macro-icone che permettono di prendere visione dei breaking topics. La sidebar presenta la classica metodologia di ricerca attraverso delle parole chiave ma anche la possibilità di ricercare più velocemente gli argomenti attraverso dei tags. Proseguendo nella stessa sezione della pagine si possono trovare i posti recenti e i collegamenti ai social principali quali Facebook, Instagram, Twitter e Pinterest. Per finire l’analisi della funzionalità della sidebar vi è anche una rassegna dei principali blog utilizzati e il collegamento diretto al loro sito. Nel footer si ritrova ancora la possibilità di ricercare nell’archivio attraverso la selezione dell’argomento desiderato in un menù a tendina, attraverso la selezione del tag desiderato o attraverso le keywords. 



Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo del sito e della sua ideatrice è quello di ‘’selezionare e segnalare iniziative e progetti presenti nel web al pubblico della Rete anche attraverso i principali canali social’’.  Il progetto è destinato ad un pubblico vasto che può comprendere studiosi e professori universitari ma anche studenti che desiderano approfondire determinate tematiche. 



Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    5
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

 Il sito si presenta in maniera completa e facilmente fruibile. Le diverse metodologie di ricerca rendono il lavoro poco macchinoso e abbastanza veloce da comprendere; si può inoltre aggiungere che la landing page è oggettivamente carina e semplice. Le note dolose si presentano con la mancanza di foto di copertina per determinati articoli che quindi perdono un po di attrattività e di immediatezza. La ricerca nella maggior parte dei casi da le risposte desiderate, anche se bisogna attendere qualche secondo affinché la pagina si carichi. Trovo che la possibilità di collegarsi ai 4 social e il fatto che si possa fare una ricerca attraverso i tag rendano il sito moderno (è stato aggiornato nel 2022). Una nota positiva aggiuntiva è la sezione Workshop che offre la possibilità di imparare in maniera semplice ed efficace come utilizzare e ricercare una fonte digitale nel contesto del web. 


URL: https://www.storiadigitale.it
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Firma: Lazar Alexandru Ionut
Immagine:
Data della recensione: 13 dicembre 2022


Titolo:

EGO | European History Online



Temi:

L’EGO, l’European History Online è un progetto ,che nasce nell’Istituto di Storia Europea di Leibniz (IEG), che raccoglie al suo interno 500 anni di storia moderna studiandoli in 10 diverse aree tematiche. L’attenzione è posta sui processi interculturali che determinarono cambiamenti non solo in ambito statale e nazionali ma anche continentale. 



Autori:

Gli editori che sono a capo del progetto sono la professoressa Irene Dingel e il professor Johannes Paulmann. La lista completa dei professori e dei dottori impegnati nelle pubblicazioni si possono trovare nel sito al link ‘’About EGO’’. 




Contenuti e fonti:

La landing page propone 12 temi principali che hanno come filo ricorrente l’Europa. Ad esempio è interessante la sezione sul ‘’European Media’’ che affronta il tema dell’utilizzo dei media, le tipologie e l’evoluzione dal XV al XXI secolo. Il sito inoltre consente di eseguire approfondimenti su innumerevoli personaggi o argomenti che sono citati nei testi; è importante sottolineare che questi approfondimenti portano spesso a siti esterni, garantendo quindi una vasta quantità di contenuti dal web e da fonti certificate.

Sulla landing page il menù a tendina permette di visionare i temi classificati in base a criteri quali: ‘’Filo Conduttore’’, Area, Argomento e Tempo. 

Gli editori sono in collaborazione con numerose istituzioni internazionali e progetti quali ‘’Web Portal European History’’ e ‘’EHNE - écrire une nouvelle histoire de l’Europe’’; si possono consultare le fonti di ogni articolo, scorrendo fino al fondo della pagina. 



Funzionalità:

Nel sito si naviga attraverso tre modalità. La prima offre la possibilità di selezionare macro-argomenti e poi continuare selezionando le tematiche desiderate. La seconda è una bar posta all’inizio del sito che suddivide gli argomenti per criteri quali ‘’Filo Conduttore’’, Area, Argomento e Tempo. La terza è la classica opzione di ricerca e ricerca avanzata. 

Nella consultazione di un articolo se si desidera approfondire un personaggio o un determinato evento la sidebar a destra consente di collegarsi ad altri articoli o siti esterni che affrontano suddetti temi. Nel footer ritroviamo la possibilità di collegarsi ai canali di Twitter e Facebook (anche il collegamento a quest’ultimo è mancante).



Obiettivi e pubblico di riferimento:

EGO è un’iniziativa che vuole concentrarsi la storia moderna interculturale dell’Europa. È quindi alla base del progetto la necessità di raccogliere materiale (fonti primarie e non) che possano far comprendere eventi di natura extra-statale e extra-nazionale, riferendosi quindi eventi con ripercussioni continentali. 

Il European History Online consente di fruire dei suoi contenuti in maniera gratuita e si prepone come obbiettivo l’inclusione di studiosi, giornalisti e anche studenti. 




Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    4
Giudizio complessivo:

Il progetto si presenta con una landing page semplice ma completa, dando la possibilità di comprendere sin dall’inizio le diverse metodologie di ricerca. Andando a cercare poi l’obiettivo dell’iniziativa si può comprendere l’intuitività del sito e l’obiettivo dell’iniziativa è esplicitata in maniera chiara e semplice. Nella ricerca si può notare la mancanza, ma solo in alcuni casi, della traduzione dei titoli degli articoli dal tedesco all’inglese. Nonostante ciò il sito è fornito della sidebar che propone un’enormità di approfondimenti per ogni articoli e le citazioni spesse volte riportano anch’essi a collegamenti esterni, rendendo più concreta la possibilità di affrontare una ricerca completa. Una nota d’appunto è l’impossibilità di collegarsi ad altri social a parte Twitter, che potrebbe dare l’idea che l’iniziativa trascuri questo lato. Un’altro lato negativo è sicuramente la necessità di dover spesso ritradurre la pagine da tedesco a inglese, soprattutto dopo una ricerca; addirittura, quando viene fatta quest’azioni appare un errore che comunica che l’articolo non è più disponibile (se si torna indietro, l’articolo è presente e tradotto). Gli autori sono reperibili solo se si segue il percorso About Ego mentre se si segue Contact l’URL non è presente sul server.


URL: http://ieg-ego.eu/en/ego
Tipologia:
Firma: Lazar Alexandru Ionut
Immagine:
Data della recensione: 13 dicembre 2022


Titolo:

Qatar Digital Library (QDL)

Temi:

Si tratta di una biblioteca digitale tematica che mette per la prima volta a disposizione gratuitamente online un vasto archivio relativo al patrimonio, sia storico che culturale, del Golfo Persico.


Autori:

Qatar Digital Library è frutto di una collaborazione tra la Qatar Foundation, la Qatar National Library e la British Library. Iniziata nel 2012, la partnership ha portato alla digitalizzazione di una vasta gamma di contenuti tratti dalle collezioni della British Library. Un link contenuto nel paragrafo How did the QDL come about, nella sezione “About” del sito, segnala due figure di riferimento nell’ambito della sopraddetta collaborazione: si tratta di Richard Davis, Head of Collections Programmes e di Lynda Barraclough, Head of Curatorial Operations.



Contenuti e fonti:

Come specificato dal sito, i contenuti disponibili al momento su QDL sono stati sviluppati durante la prima fase della partnership, per un totale di 950.000 immagini entro la fine del 2016. Viene comunque specificato che ulteriore materiale è stato aggiunto in seguito ed il sito è in continuo aggiornamento. La fonte sono le collezioni della British Library. Il contenuto principale, ben specificato nel paragrafo “What can i find in the QDL” nella sezione “About”, riguarda più nello specifico:

- Documenti dell’Ufficio dell’India del periodo compreso tra 1763 e 1951, inclusi i documenti della residenza politica di Bushire e dell’agenzia del Bahrain.

- Il “Dizionario geografico del Golfo Persico, dell'Oman e dell’Arabia centrale" di Lorimer, in qualità di introduzione alla storia del Golfo.

- 500 mappe, carte e piani del Golfo Persiano e della regione in senso più ampio

- Le carte private di Sir Lewis Pelly, funzionario britannico nel Golfo Persiano tra il 1862 e il 1872

- Manoscritti scientifici arabici dalle collezioni di manoscritti della British Libray, concernenti argomenti che vanno dalla medicina all’ingegneria.

- Una selezione di fotografie, cartoline ed altri oggetti stampati, oltre a disegni, incisioni ed illustrazioni.

- Una selezione di materiale audio, inclusi 200 dischi registrati in Bahrain, Kuwait ed Iraq, relativi alla prima metà del Novecento.



Funzionalità:

La landing page si presenta come semplice ed intuitiva. Il sito è bilingue, consultabile dunque sia in inglese che in arabo, con le stesse funzioni. Subito viene messa in evidenza la portata di questo progetto, intento a rendere disponibile gratuitamente online un archivio di materiali in continua crescita.

In alto, nella fascia nera che cromaticamente si distingue dal bianco che domina il sito, sono presenti le quattro sezioni che caratterizzano il progetto. La prima, fondamentale, è la sezione “Explore Qatar Digital Library”. Essa ci permette di entrare all’interno del vero e proprio database. E’ possibile reperire dei documenti e scaricarli o scorrendo i vari record, o attraverso una query, oppure aiutandosi con i filtri, divisi per tipologia del documento, luogo, data, lingua del documento, oggetto, organizzazioni che lo hanno rilasciato, copyright ed ente detentore. Interessante la possibilità di limitare il campo di ricerca facendo ricorso ad una timeline interattiva e la possibilità di ricercare delle parole. Per ogni documento scelto, che può essere consultato nel dettaglio grazie ad un'opzione di zoom, viene proposta la sua carta d’identità, comprendente una descrizione del contesto dal quale proviene e le sue caratteristiche fisiche. 

Questa sezione del sito è direttamente collegata alla seconda sezione, relativa ad articoli di esperti, chiamata appunto “Articles From Our Experts”. Si tratta di una sezione contenente testi d’approfondimento a firma di una serie di storici, archivisti, studiosi e membri legati alla British Library. Le due sezioni sono fortemente connesse, con la presenza di numerosi link ipertestuali che permettono di passare da una all’altra rapidamente, cosa molto utile nel caso si stia ricercando un argomento in particolare. Anche qui è possibile ristringere il campo di ricerca attraverso tre tipologie di filtri, in base ad argomento, luogo e data. 

La terza sezione è quella dedicata al glossario, un importante dizionario dei termini tecnici magari di più difficile comprensione, ricercabili in base all'iniziale della parola. 

La quarta ed ultima sezione che appare nella barra nera in alto della landing page è rappresentata dalla spiegazione degli scopi del progetto, con tanto di video esplicativo contenente degli interventi dei creatori.

Scorrendo la home page troviamo degli articoli in evidenza, le ricerche più popolari (attraverso keywords), ulteriori consigli di articoli da consultare ed infine una sezione che ci rimanda direttamente al canale Youtube del progetto e al profilo Soundcloud, sito web di music sharing, per fruire del progetto anche dal punto di vista audio-visivo. Chiude la pagina la sezione quick links, con i rimandi ai siti web degli enti protagonisti della partnership



Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo, esplicitamente dichiarato, è quello di mettere a disposizione di tutti, indipendentemente da appassionati o ricercatori, gratuitamente, una grande risorsa utilizzabile per ricerche e studi. Il fine principale di QDL è quello di migliorare la comprensione del mondo islamico, del patrimonio culturale arabo e della storia moderna del Golfo.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

A mio parere, il progetto di Digital History Qatar Digital Library è sicuramente apprezzabile. Di rilievo l’iniziativa di mettere a disposizione gratuitamente online un numero così alto di documenti e fonti per divulgare e far conoscere una regione magari poco studiata nel mondo occidentale. 

Il sito è ben fatto (anche se forse un po' povero dal punto di vista grafico), aggiornato e di facile navigazione, grazie anche alla presenza di continui rimandi ipertestuali presenti (le parole in rosso, ad esempio, rimandano direttamente al significato, che può essere ricercato anche nella apposita sezione glossary), che facilitano la comprensione di eventuali temi che si stanno ricercando. 

Il sito web guida in maniera molto apprezzabile l'utente verso l'utilizzo del portale attraverso una dettagliata spiegazione delle funzionalità e delle modalità di utilizzo. Ho ritrovato una notevole coesione di fondo, che a mio modo di vedere sottolinea il tenore del lavoro fatto dai creatori. La sezione principale, "Explore Qatar Digital Library", grazie alle sue funzionalità e modalità di ricerca, contiene già di per sè al suo interno tutto il necessario per un utilizzo esaustivo e soddisfacente del portale, senza dover fare riferimento singolarmente alle altre sezioni. 

Una pecca può essere rappresentata da una visualizzazione un po' farraginosa dal sito dei documenti inseriti: sarebbe stata apprezzabile la possibilità di scorrere da un file all'altro semplicemente attraverso un click e scorrimento del mouse, senza dover ricaricare la pagina ogni qualvolta si passi da una pagina all'altra del documento, cliccando sulle freccette a lato. Sicuramente però la possibilità di scaricare l'intero corpus in questione rimedia a questo piccolo difetto. 

Un sito sul quale fare affidamento per chi è appassionato di storia del mondo arabo o per chi vuole svolgere delle ricerche, con la possibilità di poter reperire sia documenti di vario genere e di varia provenienza che approfondimenti sulle tematiche più disparate sugli stessi negli articoli degli esperti proposti.


URL: https://www.qdl.qa/en
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Firma: Specogna Jessy
Immagine:
Data della recensione: 2 gennaio 2023


Titolo:

THE EAST INDIA COMPANY AT HOME 1757-1857

Temi:

Il sito web si prefigge di analizzare l’apporto culturale e sociale dell’Inghilterra tra la metà del diciottesimo e del diciannovesimo secolo, diffuso dalla sua principale Compagnia navale delle Indie Orientali grazie ai proficui scambi commerciali che quest’ultima ebbe con l’India, a seguito dei quali essa effuse importanti benefici nei confronti di venticinque illustri famiglie appartenenti alla nobiltà di campagna, costituita da piccoli e grandi proprietari terrieri il cui relativo status sociale venne arricchito dagli esotici oggetti caratteristici importati dalla prestigiosa compagnia mercantile, con un ulteriore approfondimento riguardo le loro splendide case, anch’esse impreziosite dai floridi benefici commerciali che diedero origine allo stile culturale dell’epoca a partire dalla decisiva penetrazione della compagnia navale inglese nell’India nel 1757 fino all’ammutinamento del 1857, l’anno prima che quest’ultima venisse definitivamente sciolta dal governo centrale di Londra nel 1858.


Autori:

L’ambizioso progetto, frutto di un approfondito lavoro di ricerca finanziato dal Leverhulme Trust con sede dapprima presso il Dipartimento di Storia dell’Università di Warwick dal 2011 al 2012 e poi proseguito dall’University College di Londra dal 2012 al 2014, venne eseguito da quattro ricercatrici principali tra cui la storica Margot Finn, Helen Clifford, Kate Smith ed Ellen Filor, rispetto alle quali spicca la figura della prima che oltre a distinguersi per il suo profondo contributo alla ricerca, si occupa anche di gestire il blog sul web e di aggiornare la relativa pagina Twitter. Il loro prezioso lavoro fu poi supportato da un comitato consultivo per poi essere ulteriormente sostenuto dal fondamentale apporto dello sviluppatore del sito web Paul May, e da due membri AHRC (Arts and Humanities Research Council) ovvero Yuthika Sharma e Chris Jeppesen oltre ad altri storici, accademici, curatori, professionisti del patrimonio, e ancora poi studenti universitari e persino un ingegnere civile in pensione, che costituirono un nutrito gruppo di trecento collaboratori in totale.


Contenuti e fonti:

Al fine di approfondire accuratamente l’interessante visuale circa l’influenza culturale e sociale stimolata dall’operato della Compagnia delle Indie Orientali, gli studiosi si sono avvalsi di andare a fondo rispetto l’analisi di tre casi studio, cioè dei “House Case Studies” che approfondiscono le diverse locazioni dei proprietari terrieri supportate da immagini e informazioni con indicazioni ipertestuali di ulteriori concetti culturali dell’epoca che arricchiscano la loro descrizione; i “Family Case Studies”, il cui scopo è analizzare e descrivere accuratamente le altolocate famiglie appartenenti alla nobiltà di campagna dell’epoca che beneficiarono dei floridi traffici commerciali, fornendo altresì documenti che attestavano la loro connessione con la Compagnia delle Indie Orientali, oltre a mettere in evidenza anche testimonianze scritte come lettere e documenti fotografici; e infine gli “Objects case Studies” che esaminano l’ampia gamma inerente l’oggettistica esotica che rappresentava il vero fulcro che esprimeva il valore culturale messo a disposizione dalla illustre compagnia navale nei confronti delle famiglie succitate, aventi poi dettagliate descrizioni informative ma anche commerciali e ubicative degli oggetti da cui si evince l’importante impatto che essi ebbero nell’Inghilterra di quegli anni.


Funzionalità:

Una volta effettuato l’accesso al sito web, la landing page da esso proposta presenta in alto a sinistra una finestra da cui è facile intuire la ramificazione dei tre casi studio analizzati che fungono da colonna portante del progetto di ricerca che confluiscono poi nella sezione “Case Studies” che li comprende tutti, fornendo un elenco di essi avente per ogni macrotema i relativi collegamenti ipertestuali che propongono contenuti di approfondimento attraverso ogni genere di documenti, scaricabili anche in qualità di PDF affinché possano essere fruibili con ulteriore facilità. Oltre ai tre casi studio succitati si trova anche il “Case Study Authors”, che concerne l’elenco degli autori con i rispettivi contatti. Il titolo risulta essere estremamente dettagliato in quanto esprime l’arco temporale preso in considerazione come il bacino da cui trarre le informazioni necessarie in modo tale da rendere subito chiaro l’intento della pertinenza delle ricerche. Sotto di esso si trova un’ulteriore concisa ma al tempo stesso efficace indicazione che corrobora il senso del progetto di ricerca dichiarando la tematica affrontata. Dopo il titolo e il titoletto appare chiaro un segmento di proposte celeri di ricerca comprendendo anche la sezione “using the website” che a parer mio si rivela essere funzionale allo scopo di condurre la navigazione del sito web informando l’interlocutore su come usufruire dei contenuti che esso propone. Sempre nella barra dove sono riportate le sezioni di ricerca, oltre a quella di “About” dove sono espresse le informazioni circa i ricercatori che hanno dato origine al progetto tematico, si trovano anche quella di “Archive” nella quale viene menzionato il progetto di mettere in evidenza lo storyboard e, oltre a ciò, è presente una newsletter, in modo tale da aggiornare i visitatori, che viene proposta mensilmente; oltre a quella di “Resources” ove sono riscontrabili gli elementi a supporto della ricerca e infine la sezione “Publications” nella quale si trova una serie di pubblicazioni da parte delle ricercatrici che hanno ulteriormente contribuito alla ricerca dando impulso a diverse storiografie, traendo spunto dai casi studio analizzati nel corso della realizzazione del progetto.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

Attraverso l’esecuzione di questo progetto, le ricercatrici si posero diversi obiettivi, che fossero accomunati dall’impulso del piacere di approfondire e di rendere noto a un pubblico trasversale che sia erudito oppure mosso semplicemente dalla curiosità rispetto a quanto accaduto nel corso della storia circa una precisa tematica. In primo luogo, le ricercatrici hanno dato vita all’approfondimento della ricerca sulla base dell’interconnessione di tre casi studio attraverso i quali hanno esplorato come l’acquisizione, l’uso e il significato dei beni di lusso asiatici abbiano plasmato le case di campagna britanniche che ne impreziosivano l’arredamento, collocandole all’interno delle relazioni sociali, culturali, politiche ed economiche dell’epoca georgiana, guglielmina e vittoriana. Oltre a ciò, il gruppo di ricerca e i collaboratori del progetto, desiderano illustrare adeguatamente quanto la cultura materiale abbia contribuito a mediare processi storici più ampi, come la formazione della famiglia dell’epoca connessa alla creazione e al mantenimento di reti commerciali e il funzionamento dei sistemi politici e militari. Infine, i ricercatori nutrivano l’aspettativa di analizzare il modo attraverso cui i beni di lusso asiatici incorporati nelle case di campagna britanniche contribuissero a esprimere o a nascondere le identità regionali, nazionali e globali dei membri di esse.

 


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    4
Giudizio complessivo:

Personalmente ritengo tale progetto estremamente efficace e riuscito nella sua complessità, alla luce dell’oggettivo raggiungimento degli obiettivi prefissati circa le informazioni messe a diposizione con i relativi contenuti e approfondimenti. Certamente vi sono delle caratteristiche che possono essere migliorate mediante l’introduzione di contenuti multimediali che possano condurre l’interlocutore alla scoperta più approfondita dei documenti proposti attraverso visite dei temi, degli oggetti e dei luoghi direttamente dal sito web dandogli la possibilità di analizzarli attraverso un’esperienza virtuale, facendo anche buon uso degli elenchi puntanti numerati per snellire e velocizzare la lettura descrittiva dei temi affrontati che subentri ai densi testi proposti. All’interno delle diverse sezioni sono presenti molti collegamenti ipertestuali che rimandano ad altre sezioni del sito per facilitare il passaggio da una all’altra. La navigazione risulta dunque essere sufficientemente agile anche se una volta aperti alcuni collegamenti ipertestuali il sito web non consente di ritornare alla pagina precedente obbligando il visitatore a chiudere la nuova pagina creatasi. Il sito web si presenta una landing page intuitiva, chiarendo esaustivamente le modalità di navigazione anche se in essa è compresa la sezione dedicata a Twitter che dal mio punto di vista è efficace in quanto rappresenta un ponte informativo che funge da collante con il pubblico, ma sarebbe forse auspicabile creare un’ulteriore sezione tra quelle proposte nella barra orizzontale poiché non credo sia confacente con la home page del sito web. Il progetto di ricerca non è di recente esecuzione poiché risale al 2014 quindi sarà auspicabile un aggiornamento dotando il sito web di ulteriori caratteristiche in modo da renderlo più accattivante. La landing page presenta uno sfondo floreale esotico che ben si sposa con la tematica della ricerca ma non escluso che possa essere anch’esso modificabile magari sempre con una rappresentazione esotica ma con una combinazione di colori più seducenti. Le descrizioni a supporto dei documenti proposti sono certamente affidabili e frutto di un lavoro approfondito, accurato ed efficace.


URL: https://blogs.ucl.ac.uk/eicah/home/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: EMANUELE MOLFINO
Immagine:
Data della recensione: 5 gennaio 2023


Titolo:

I-SHARE THE INDIAN SUBCONTINENT'S SHARED SACRED SITES 

Temi:

Questo ricco sito web che abbraccia le caratteristiche culturali del subcontinente indiano, rappresenta la centralizzazione dei risultati della più ampia indagine riguardo il progetto di ricerca promosso e finanziato dall’ANR (Agence Nationale De La Recherche) eseguito tra il 2018 e il 2021, che ambisce ad approfondire lo studio dei siti sacri condivisi dalle relative diverse comunità religiose, mettendo in discussione l’impatto di tali luoghi di culto sul tessuto delle plurime società che comprendono l’Asia meridionale, nel contesto odierno di crescenti nazionalismi religiosi ed etnici. Il sito web mira dunque a effondere il prezioso materiale etnografico che accompagna l’interlocutore ad ammirare l’esplorazione condotta dai diciassette membri della ricerca, riguardo l’articolazione tra le interazioni religiose e le politiche di appartenenza di ogni comunità, evidenziando accuratamente quanto l’esistenza di tali spazi condivisi costituisca la delicata questione circa i confini tra i gruppi sociali e le religioni, poiché in questi tempi caratterizzati da tensioni culturali e ideologiche, la convivenza tra seguaci di fedi differenti costituisce una disputa scottante, i cui conflitti che ne sono derivati, hanno polarizzato le suddette società subasiatiche  mettendone a dura prova la loro coesione.

 


Autori:

Il sito web rappresenta il frutto dell’interazione degli approfonditi studi condotti dai membri appartenenti a sei enti e istituti di ricerca francesi, tra cui la già menzionata ANR, la CNRS (Centre National De La Recherche Scientifique), la IRD (Institut De La Recherche pour le Développement), la SciencesPo (Centre de Recherches Internationales), oltre alla URMIS (Unité de Recherches Migrations et société) e infine dalla CEIAS, (Centre d’études Indie | Asie du sud). Gli studiosi che hanno costituito i gruppi di ricerca che hanno intrecciato i propri contributi di ricerca, sono in totale diciassette suddivisi tra due gruppi: il primo costituito dai coordinatori principali facenti parte dei centri di ricerca succiati, rappresentati da quattro studiosi di cui due antropologi sociali, cioè la dott.ssa Aminah Mohammad – Arif e il dott. Grégorie Schlemmer, e poi da due studiosi e ricercatori di scienze politiche tra i quali il dott. Laurent Gayer e il prof. Christophe Jaffrelot; e il secondo a supporto delle ricerche di quelle dei componenti del primo, rappresentato da prestigiosi ricercatori riconosciuti internazionalmente i quali hanno dato il loro apporto culturale dal punto di vista antropologico, sociologico, geografico e accademico.


Contenuti e fonti:

Accedendo alla sezione “Sites”, il visitatore ha la possibilità di immergersi nel profondo del nucleo centrale di I-Share, da cui scaturisce una finestra che comprende una panoramica complessiva delle locazioni sacre individuate dai ricercatori afferenti i sei stati che compongono l’Asia meridionale, all’interno della cui sezione si trovano i collegamenti ipertestuali di ciascun luogo sacro analizzato alle relative pagine descrittive comprensive anche di immagini esplicative. Per luoghi sacri si intende qualsiasi sito ove si svolgono riti o atti religiosi, come tombe di santi, templi, chiese oppure santuari che si possono trovare lungo le strade, nonché elementi naturali o topografici che fungano da luogo di culto. Successivamente nella finestra succitata vi sono le sei sezioni riguardanti gli altrettanti stati, quali il Bangladesh, l’India, Mauritius, il Nepal, il Pakistan e lo Sri-Lanka; dalle quali si aprono ulteriori finestre con i relativi siti sacri approfonditi. Inoltre, cliccando sulla sezione dell’India e del Pakistan si aprono altre pagine informative. Accedendo a quella indiana, si trova un articolo inerente a una diatriba a carattere religioso verificatasi nell’ambito televisivo, e in particolare nel programma “News18” nel quale il suo conduttore Amish Devgan è stato costretto a scusarsi pubblicamente a seguito della notizia circa la richiesta di arrestarlo da parte della Raza Academy, cioè un gruppo islamista fondamentalista musulmano con sede a Maharashtra, in India; in quanto reo di aver assunto controversi atteggiamenti islamofobi diffamatori insultando pubblicamente un famoso santo musulmano sufi. Per quanto riguarda la sezione del Pakistan, in essa si trova un’efficace descrizione del centro di pellegrinaggio sito a Sehwan Sharif della provincia meridionale del Sindh, lungo il fiume Indo. La fama di tale luogo di culto è legata alla presenza del santo del Lahl Shahbaz Qalandar, un sufi antinomiano che emigrò in loco e vi si stabilì alla fine del XIII secolo con un’immagine introduttiva a supporto. Le descrizioni dei luoghi sacri approfonditi sono accomunate da informazioni preliminari che forniscono conoscenze di base che li caratterizzano, per poi entrare nel merito degli elementi storici e culturali insiti, disponendo poi della bibliografia relativa. Inoltre, attraverso i contenuti multimediali presenti nella sezione “Audio-Visual” dalla cui apertura della relativa finestra si trovano tre sezioni afferenti alle immagini, i video e le registrazioni, è possibile avere una panoramica multimediale, a supporto dei temi analizzati. Nella prima sono contenute diverse immagini frutto delle ricerche sul campo dei ricercatori, ritraenti le personalità più importanti delle diverse comunità che maneggiano la dimensione sacrale attraverso i riti relativi, oltre ai luoghi sacri analizzati, ma purtroppo nella sezione dei video ne sono presenti solamente tre, e poi sfortunatamente l’ultima sezione inerente alle registrazioni risulta essere vuota.

 

 


Funzionalità:

Una volta effettuato l’accesso alla sua landing page, I-SHARE suscita subito la sensazione di essere un sito web denso di contenuti, servizi e funzionalità. Lo si evince dall’omogenea completezza delle varie possibilità di navigazioni proposte, stimolando la curiosità nell’intuire che esso è anche un blog proposto dalla piattaforma “Hypotheses” cioè una piattaforma che riunisce i blog accademici riguardo le scienze umane e sociali, che a sua volta fa parte di OpenEdition, una vastissima e ricchissima risorsa di servizio francofona, che concerne la divulgazione di materiale inerente le scienze umane e sociali da cui attingere numerosi documenti e pubblicazioni. Antecedente all’area che contiene il titolo e il titoletto da cui si desume facilmente l’attinenza del progetto di ricerca, si trova una semplice immagine che esprime già molto bene l’eterogeneità religiosa dell’Asia meridionale. A sinistra di quest’ultima è presente il nome della piattaforma di riferimento del sito web a cui si può accedere cliccando su di essa e a destra si trova la sezione di ricerca e navigazione di OpenEdition da cui si apre una nutrita finestra che da accesso dapprima al suo sito web di riferimento, in secondo luogo alle quattro piattaforme a esso connesse, per poi consentire l’accesso a OpenEdition Freemium, cioè un programma per lo sviluppo dell’editoria scientifica ad accesso libero nel campo delle scienze umane e sociali, e successivamente al servizio di ricerca nella relativa piattaforma (già presente accanto al logo di OpenEditon come succitato) e infine alla newsletter che consente di accedere a Facebook e Twitter. Scorrendo verso la parte centrale della landing page, appena sotto il titoletto e l’iconografia, si trova un segmento orizzontale costituito dalle otto sezioni di ricerca che offrono efficacemente la possibilità di addentrarsi all’interno delle tematiche proposte da I-SHARE. Tra le principali sezioni accomunate dall’omogeneità degli argomenti trattati, spiccano per rilevanza quella della “Home” che costituisce il centro da cui scaturiscono tre sezioni che riguardano le informazioni del sito web, e un’ulteriore sezione chiamata “Contact us” che consente di fare riferimento all’indirizzo e-mail attraverso cui contattare i ricercatori; oltre alla ricca sezione “Sites” riguardo ai luoghi sacri afferenti al subcontinente indiano, per poi sottolineare la funzionale sezione “Research Elsewere” da cui si apre una finestra all’interno della quale è possibile accedere al sito web del “Mucem”, ovvero la piattaforma inerente il noto museo sito a Marsiglia, che contiene informazioni atte anche a prenotare una visita guidata rispetto alle moltissime tematiche da essa indicate afferenti alle mostre proposte dal museo tra cui anche quelle inerenti alle questioni religiose dell’Asia meridionale, disponendo della possibilità di visitare il suo sito web anche in sei altre lingue, tra cui anche l’italiano. In fondo alle sezioni, a destra c’è la possibilità di compiere una ricerca all’interno del sito web attraverso l’icona dedicata. Sotto di essa emerge una breve descrizione che chiarisce l’attribuzione della responsabilità autorale del progetto, supportato dal principale ente di ricerca fondatore di esso, cioè l’ANR. Dalla parte opposta a sinistra è citata la sezione “Category Archives” che informa l’interlocutore della sezione che sta visitando, e nella parte centrale si trova nuovamente il titolo con la scritta I–SHARE avente un’iniziale accurata descrizione delle tematiche affrontate dal progetto di ricerca, e a destra il sito web offre la possibilità di visualizzare su google maps i luoghi sacri presi in analisi dai ricercatori. La landing page si conclude evidenziando i loghi dei centri di ricerca che hanno collaborato al fine di supportare tale progetto, oltre a concedere la possibilità agli interlocutori del sito web di esprimere le loro opinioni attraverso un messaggio nella dicitura “leave a comment”; e poi con la presenza di un’ulteriore sezione di ricerca all’interno del sito web. Infine, si trova poi un altro collegamento ipertestuale alla piattaforma di “Hypotheses”.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’ambizioso fine culturale che l’interessante sito web propone certamente a un pubblico trasversale che coinvolga personalità afferenti al settore culturale come anche nei confronti di coloro che, incuriositi dall’eterogenea pluralità di tematiche religiose e politiche inerenti le vicende di luoghi così ricchi di un patrimonio storico poco menzionato nei programmi di storia delle scuole dell’obbligo, e caratterizzati da un’attualità molto complessa, vogliano approfondire tali tematiche; poggia su diversi scopi di approfondimento. Gli obiettivi prefissati sono essenzialmente quattro, chiariti efficacemente all’interno della sezione “Objectives and originality of the project” facente parte delle tre sezioni di un’ulteriore finestra che si apre dalla dicitura “Project detailed outline” già presente nella prima che si apre a partire dalla sezione “Home”. Il primo è quello di raccogliere dati etnografici originali e confrontabili sulla base della ricerca sul campo che rappresenta il fulcro del progetto, ove l’approfondimento dei diversi contesti nazionali subasiatici consentirà ai ricercatori di condurre un’accurata analisi comparativa. In secondo luogo, l’obiettivo degli studiosi è quello di andare a fondo rispetto lo studio degli spazi sacri condivisi rispetto alle differenti configurazioni delle maggiori religioni monoteiste semitiche, in quanto I-SHARE propone di ampliare il campo di analisi e adottare un punto di vista differente, prestando attenzione ai luoghi sacri visitati da persone le cui religioni sono agli antipodi in quanto al credo, ai riti e rispetto alle organizzazioni e strutture sociali. Conseguentemente al succitato scopo culturale, il progetto di ricerca presenta anche l’intento di affinare le categorie di analisi della pluralità religiosa fornendo anche l’opportunità di esaminare criticamente l’approccio di studio dei ricercatori nell’approfondire i concetti che caratterizzano le interazioni religiose, come quello del sincretismo, cioè forme di interrelazione religiose che conducono alla nascita di una nuova spiritualità, e di tolleranza, correlata ai luoghi sacri condivisi. Infine, un’ulteriore aspettativa che i ricercatori si sono prefissati nel corso dei loro studi, è quella di decentralizzare le identità religiose considerando il conflitto nell’analisi della convivenza di esse.

 

 


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    4
Giudizio complessivo:

Il sito web rappresenta un vero e proprio accesso a un mondo che prevede una realtà storica e sociale distante dalla nostra, che personalmente considero come un ottimo bacino culturale di informazioni dal quale è possibile apprendere diverse conoscenze attinte dalla vasta gamma di dettagliate descrizioni storiche legate ai luoghi sacri condivisi da diverse comunità religiose del subcontinente indiano, e sugli effetti delle interazioni tra esse. Alla luce di ciò trovo sia arricchente scoprire queste dinamiche per comprendere a fondo la realtà che caratterizza gli stati che costituiscono l’Asia meridionale partendo dall’importanza della componente religiosa che va di pari passo a quella politica. Nonostante la pluralità dei servizi proposti, sarebbe auspicabile nutrire adeguatamente il sito web inserendo nella sezione “Recordings” insignita nella finestra che si apre da quella di “Audio-Visual”, dei canti rituali appartenenti a ciascun credo religioso vista l’eterogeneità delle religioni presenti nell’Asia meridionale, allo scopo di fornire all’interlocutore un ulteriore elemento caratteristico. Estremamente gradevole è poi la possibilità di navigare agilmente tra quattro piattaforme per arricchire la propria conoscenza, avendo l’occasione di prenotare delle visite guidate al museo Mucem di Marsiglia, potendo avere accesso potenzialmente anche ad altri contenuti di interesse storico e culturale. Certamente sarebbe importante anche dotare il sito web dei supporti tecnologici multimediali adeguati, che consentano al visitatore di poter approfondire i contenuti attraverso visite mirate degli elementi proposti direttamente sul sito web, creando un’esperienza virtuale. Inoltre, sarebbe importante dotare il sito web di ulteriori video esplicativi oltre ai tre già presenti (che a parer mio sono troppo esigui alla luce delle diverse tematiche affrontate) al fine di permettere al visitatore di approcciare ulteriormente alle usanze religiose e sacrali delle comunità. Dal mio punto di vista I-SHARE rispetta anche l’aspettativa della chiarezza, in quanto propone un’ottima introduzione del contesto storico di riferimento sia nella sezione “Home”, sia nella sezione “About the project” presente nella finestra che si apre dalla prima, chiarendo quindi fin da subito all’interlocutore il tema centrale del progetto di ricerca, dandogli la possibilità di navigare in maniera assolutamente fluida, potendo accedere a “Hypotheses” che funge da ponte verso quella ancora più estesa di OpenEdition. Il sito web offre anche la possibilità di disporre della sezione “I-Share Forum” i cui contenuti purtroppo non sono disponibili, da cui deriva l’esigenza da parte del sito web di migliorare la sua offerta in maniera omogenea. Inoltre, i testi descrittivi sono a parer mio sufficientemente esaustivi e non eccessivamente prolissi da dover essere snelliti sottoforma di elenchi puntati, alla luce del fatto che le descrizioni sono efficacemente suddivise attraverso dei paragrafi inerenti le diverse informazioni proposte. Infine, alla luce della sua recente esecuzione, ritengo I-SHARE sicuramente aggiornato nonché affidabile, poiché poggia sulle colonne portanti di un profondo lavoro di ricerca sul campo di assoluta importanza.


URL: https://ishare.hypotheses.org/category/home
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: EMANUELE MOLFINO
Immagine:
Data della recensione: 5 gennaio 2023


Titolo:

Ricordare la città. Pietre d'inciampo, luoghi della memoria e realtà aumentata.

Temi:

Ricordare le città. Pietre d’inciampo, luoghi della memoria e realtà aumentata è un progetto di Public History sviluppato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia in partnership con la Comunità Ebraica di Venezia di Venezia e finanziato dalla Regione Veneto. Come espresso nel sito web alla pagina Le pietre d’inciampo & i luoghi della memoria, il progetto si propone di portare “alla vita” le pietre d’inciampo della città veneziana, quindi di riportare alla memoria coloro che furono deportati nei campi di sterminio durante il periodo nazi-fascista e cui sono dedicate le pietre d’inciampo di Venezia. La risorsa utilizza la tecnologia della realtà aumentata (AR) come uno strumento di interazione e visualizzazione per sviluppare una digital historical narratives, cioè una storia digitale che descrive e interpreta fatti storici. Il progetto, che si compone sia di un sito web sia di un’ app mobile, si configura come una piattaforma di realtà aumentata e public humanities per la città di Venezia e l’Europa e dal punto di vista tecnico è disponibile ad ospitare nuovi contenuti presenti anche in altre città italiane e europee. Come precisato nella pagina Pietre e luoghi, nel 2014 la città di Venezia ha aderito al progetto Pietre d’inciampo, a un anno di distanza dal censimento dei registri del carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia che ha permesso di iniziare a scoprire gli indirizzi delle persone arrestate e deportate. Inoltre, il progetto nasce come progetto didattico e ha coinvolto gli studenti del Liceo Benedetti-Tommaseo di Venezia nella redazione di contenuti relativi alle pietre d’inciampo e ai luoghi della memoria presenti nel sito web e nell’applicazione mobile.

Autori:

La risorsa tematica nasce nell’ambito del Master in Digital and Public Humanities dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Accedendo alla pagina Info del sito web (presente tra le voci del menu di navigazione) alla voce Team members sono indicati chiaramente i nominativi di coloro che hanno contribuito alla realizzazione del progetto: Fabio Pittarello, responsabile scientifico del progetto e professore di informatica presso Ca’ Foscari, Tommaso pellegrini, sviluppatore informatico, e gli umanisti digitali Alessandro Carrieri e Alessandra Volo.

Contenuti e fonti:

Il progetto si propone di offrire informazioni ed approfondimenti sulle vittime delle persecuzioni nazifasciste e coinvolgere emotivamente il pubblico. Ha proposto diverse testimonianze scritte dei deportati (fotografie, schede personali, certificati, targhe, liste di trasferimento). La risorsa raccoglie, inoltre, le biografie delle vittime, presenta un buon apparato iconografico, un diagramma per mostrare una serie di informazioni e dati sulle vittime, una mappa geografica e un link al download dell’applicazione mobile per smartphone con sistema operativo android. Come spiegato dagli autori in una conferenza del 31.01.2022 presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, il progetto ha seguito principalmente tre fasi: la selezione delle pietre d’inciampo e dei luoghi della memoria di Venezia, un’attività di ricerca documentale, l’individuazione degli archivi, delle biblioteche e database, e la consultazione di archivi della CDEC, dell’ ANPI di Venezia, dell’istituto Iveser della stessa città e quello della Yad Vashem, oltre che giornali e riviste online.

All’interno del sito si naviga facilmente attraverso il menu a più voci: home page; info, pietre e luoghi, mappa, inizia esperienza, contatti e un pulsante di cambio lingua (italiano/inglese). Nella home viene posto subito in evidenza il contenuto del progetto, ossia l’uso della tecnologia della realtà aumentata per riportare alla memoria le vittime del nazismo e del fascismo. Scorrendo la homepage, uno slider permette di accedere alla pagina delle pietre e dei luoghi della memoria (la stessa presente alla terza voce del menu). Scorrendo ancora nella landing page l’utente può venire subito a conoscenza dei dati numerici delle pietre e dei luoghi della memoria e le città coinvolte. La pagina info intende specificare di cosa si occupa il progetto, quali sono gli obiettivi, i curatori, i collaboratori e contiene due pulsanti relativi rispettivamente ad una guida sull’utilizzo della realtà aumentata e alle pietre d’inciampo e ai luoghi della memoria. La terza voce del menu riguarda le pietre d’inciampo e i luoghi della memoria: dopo una presentazione relativa al progetto delle pietre d’inciampo  e dei luoghi pubblici della memoria, viene precisato l’obiettivo dell’iniziativa delle pietre d’inciampo, ossia la commemorazione delle vittime e la novità che il progetto aggiunge grazie al percorso di AR per leggere la memoria urbana della città veneziana. Nella stessa pagina è presente un pulsante che, se cliccato, rimanda a una pagina dedicata alla lista delle città (per il momento Venezia) e la suddivisione in pietre e luoghi. Tale pagina è raggiungibile anche tramite il menu dalla voce pietre e luoghi > lista città. Cliccando sulla lista delle pietre d’inciampo si viene indirizzati a una pagina dove sono indicati i luoghi in cui sono collocate le pietre e i nomi dei deportati. Selezionando ciascun luogo si accede a una pagina ad esso dedicata: in un riquadro evidenziato con un colore diverso è riportata una testimonianza scritta, più sotto sono indicati i nomi delle vittime, l’immagine delle pietre e un pulsante che permette di ritornare alla pagina precedente, ossia alla lista delle pietre d’inciampo. Inoltre, è possibile cliccare su ciascun nominativo e in tal modo si raggiunge una pagina in cui viene riportata la biografia di ciascuno; molte di tali biografie sono state realizzate dagli studenti del liceo Benedetti-Tommaseo, e presentano l’indicazione della data di nascita, arresto, luogo di deportazione, fotografie delle vittime e una galleria di immagini delle pietre d’inciampo a loro dedicate e/o altre testimonianze come schede personali, certificati di “reduci dalla prigionia”, liste di trasferimenti e targhe. Dalla pagina relativa alla lista delle città è possibile selezionare la voce Luoghi della memoria, che rimanda ad una lista dei luoghi  pubblici della memoria: cliccando su ciascuno di essi, il sito indirizza a una pagina dedicata al luogo preciso, con indicazione di una testimonianza scritta e un pulsante che rimanda a una pagina di ulteriore approfondimento corredata di immagini (foto, schede del carcere, targhe..). Dalla voce Pietre e luoghi del menu è possibile anche raggiungere la voce data visualization: cliccando su di essa si apre una pagina contenente un diagramma che intende tradurre i dati e le informazioni delle vittime (tipologia di prigioniero, fascia d’età al momento dell’arresto, data di arresto, luogo di raccolta prima della deportazione, campo di concentramento e destino) in un contesto visivo (rappresentazione grafica): una soluzione accessibile che fornisce una chiara rappresentazione delle informazioni e le comunica in modo efficace. Dal menu è possibile accedere anche alla pagina mappa in cui è presente una mappa digitale che consente di visualizzare molteplici punti di interesse relativi alle pietre d’inciampo e ai luoghi della memoria di Venezia. La pagina inizia esperienza fornisce una guida completa ed esauriente all’installazione di un’ app di realtà aumentata denominata Ricorda la città per Android e un bottone per il download. Tale applicazione è stata realizzata con il fine di raccontare le vite, quindi le tragiche esperienze vissute dai deportati durante il nazifascismo attraverso la AR, cioè una forma di media nuova, coinvolgente e significativa. Infine, una sezione Contatti è dedicata agli utenti che desiderano mettersi in contatto con il team del progetto, i quali possono compilare i campi indicati e inviare un messaggio o contattare il team tramite social network. 

Alla realizzazione del progetto, dal punto di vista contenutistico, sono state fondamentali le fonti storiche primarie e secondarie, cioè documenti e testimonianze usate per trarre dati per strutturare la ricerca. Tra le fonti primarie figurano documenti scritti, fotografie, testimonianze scritte e orali, giornali e riviste, mentre le fonti secondarie sono tratte da opere storiografiche basate su un lavoro di ricerca e analisi delle fonti. Attraverso l’uso critico di entrambe le fonti è stato possibile interrogare, interpretare e ricostruire le vicende della deportazione e persecuzione a Venezia.

Funzionalità:

Il sito permette di navigare in modo semplice, fluido e intuitivo. Il menu è esplicativo e strutturato chiaramente: infatti, riesce a spiegare e indicare ciò che l’utente troverà una volta che avrà cliccato su un certo pulsante, e permette all’utente di orientarsi con facilità nel sito.

Dal menu di navigazione a partire dalla voce pietre e luoghi è possibile accedere alla pagina data visualization in cui è presente un diagramma realizzato con RAWGraphs.io che mostra alcune informazioni sulle vittime veneziane del nazifascismo cui è stata dedicata una pietra d’inciampo; si tratta di un tool di visualizzazione dati che rende possibile l’organizzazione, la gestione, quindi l’analisi dei dati.

Nella pagina mappa il contenuto della pagina stessa è presentato tramite un GIS, cioè un sistema che collega le informazioni dei luoghi geografici alle informazioni testuali in un ambiente digitale. Nello specifico, si tratta di una mappa digitale creata con Google My Maps, che permette di visualizzare la città di Venezia e aumentare o diminuire lo zoom con appositi pulsanti in basso a sinistra della mappa o con lo scroll del mouse. La mappa contiene diversi segnaposti selezionabili: cliccando su uno di tali punti di interesse compare una finestra con l’indicazione del luogo, la sua descrizione e un’icona con una freccia che, se cliccata, rimanda a Google Maps con la destinazione del luogo appena cercato e la possibilità di inserire la propria posizione al fine di raggiungerlo. La mappa, inoltre, può essere condivisa tramite alcuni social network o mail.

Il progetto nasce come una piattaforma mobile sulle pietre d’inciampo. Il sito web risponde all’idea di base del progetto di esplorare la memoria urbana di Venezia relativamente alle pietre d’inciampo e ai luoghi della memoria e all’obiettivo di divulgazione della storia, ma nel sito è assente l’uso della AR, che viene demandato all’installazione dell’applicazione (attualmente solo per sistema operativo Android), che costituisce la vera e propria esperienza di realtà aumentata.

L’app è stata costruita con apache cordova, un framework che consente lo sviluppo di applicazioni mobili. Inoltre, l’applicazione utilizza wikitude, un fornitore di tecnologia mobile di AR che fornisce agli sviluppatori un motore di rendering per visualizzare immagini o video o poligoni in uno spazio tridimensionale; conseguentemente, gli algoritmi di wikitude permettono il tracciamento di punti salienti di un’immagine o di un oggetto da una sorgente video (della fotocamera dello smartphone) e, una volta che si verifica corrispondenza tra l’immagine target e quella restituita dal flusso video della fotocamera, viene visualizzato il contenuto, quindi video, immagini, testi (gli stessi che sono presenti nel sito web alla voce pietre e luoghi). Dal menu dell’app è possibile accedere alle principali funzionalità dell’app stessa: la mappa delle pietre d’inciampo e dei luoghi della memoria, la vista AR, il pulsante di cambio lingua, un questionario relativo all’ esperienza utente e un pulsante di aiuto che offre un’alternativa di accesso nel caso in cui l’esperienza di AR non dovesse funzionare. Ciò che dà propriamente inizio all’esperienza di AR è la mappa delle pietre d’inciampo (segnate dal colore giallo) e dei luoghi della memoria e targhe commemorative (segnati dal colore verde) che consente la navigazione e la visualizzazione dei punti di interesse: una volta che si preme su uno di essi, ci si collega a quel punto e vi è la possibilità per l’utente di riposizionarsi nella mappa o di iniziare la navigazione. Durante l’esperienza virtuale l’utente che preme su un determinato punto di interesse, vedrà apparire nel proprio display i contenuti virtuali (fotografia del luogo della memoria o della persona commemorata e una narrazione  audio).

Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo del progetto è chiaramente dichiarato e, come esplicitato nella pagina Info del sito, è quello di riuscire a coinvolgere emotivamente i fruitori, cioè cittadini e turisti per promuovere una migliore comprensione della storia delle persecuzioni e deportazioni nazifasciste. Come dichiarato nella presentazione del progetto, la risorsa mira a portare “alla vita” le pietre d’inciampo di Venezia commemorando coloro cui le pietre sono dedicate, applicando la tecnologia della realtà aumentata (AR). La risorsa guarda alla divulgazione della storia verso un pubblico ampio e differenziato. Di qui la finalità divulgativa della risorsa, oltre che memoriale. È un progetto che si rivolge in particolare alle giovani generazioni e usa la geolocalizzazione e la realtà aumentata per guidare i cittadini a determinare la posizione delle pietre d’inciampo e degli altri luoghi della memoria della città di Venezia e a fruirne i contenuti associati.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    5
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

La risorsa digitale complessivamente risulta innovativa, stimolante e ben progettata. Soddisfa l’obiettivo di divulgare la storia delle deportazioni nazifasciste coinvolgendo gli utenti. Il sito risponde ai criteri del responsive design, in quanto ottimizzato per schermi di ogni forma e dimensione. 

La landing page è chiara e semplice: risalta subito il contenuto principale del progetto, cioè la memoria pubblica delle vittime delle deportazioni attraverso la realtà aumentata. L’autopresentazione è concisa, immediata ed esauriente: è presente sia in sintesi in fondo alla home page a sinistra, sia in forma più estesa e dettagliata alla voce info. I contenuti all’interno del sito sono facilmente accessibili e reperibili; utile risulta specialmente la guida all’app Ricorda la città consultabile alla voce inizia esperienza.

Tra i vantaggi della risorsa figura in primo luogo la novità apportata dall’uso di un tecnologia moderna come la realtà aumentata. Inoltre, si ha la possibilità di fruire dei contenuti sia tramite il sito web sia attraverso l’app. Si presenta come un progetto multilingue in lingua sia italiana che inglese. La piattaforma permette di visualizzare i dati estratti da una grande quantità di fonti. L’AR abilita una forma di media e narrazione che lega il contenuto virtuale a luoghi particolari e consente una nuova esperienza di narrazione, che, come ha affermato lo scienziato informatico americano Ronald Azuma, noto per il suo contributo agli studi sulla realtà aumentata, è uno degli usi finali della tecnologia della AR.

Il sito web rispetta i criteri della user experience: ad esempio, indice di una progettazione chiara è l’assenza di eccessive spiegazioni nell’interfaccia, poiché questa risulta già di per sè facilmente accessibile e non ambigua.

Il progetto non presenta notevoli punti di criticità, ma si possono fare alcune osservazioni per contribuire a migliorare la risorsa. Una critica che potrebbe essere mossa è che lo spazio di AR nel sito web è assente, affidato all’applicazione mobile per il momento disponibile solo per Android. Un utente che accede per la prima volta al sito e legge nella home page nella sezione relativa al contenuto le parole Realtà aumentata si aspetterebbe uno spazio di esperienza virtuale all’interno del sito, invece tale percorso è presente solo nell’app. Una soluzione potrebbe essere quella di creare nel sito una pagina in cui si fa uso della realtà aumentata, creando ad esempio una galleria virtuale con le pietre d’inciampo e i luoghi della memoria o un visual tour. Un altro svantaggio è dato dall'assenza di una barra di ricerca nel menu o nell’header che avrebbe potuto dare un valore aggiunto alla risorsa per trovare velocemente le informazioni che un utente desidera. Nella pagina relativa al diagramma è presente il pulsante pietre d’inciampo che però non risulta attivo. Le immagini presenti nel sito web non sono scaricabili o condivisibili tramite social o mail. All’interno del sito si riscontrano poi alcuni errori grafici: alla pagina data visualization il titolo visualisation presenta un refuso; è presente un errore grafico anche nella parola Llista alla quinta immagine presente nella galleria della pagina biografica di Amalia e Lina Navarro cui si accede dalla pagina sulla pietra d’inciampo di Calle Orto, Cannaregio. Infine, nella pagina Pietre e luoghi è ripetuta due volte la stessa frase. Infine, non c’è la possibilità di condividere il materiale attraverso i social.

Dal punto di vista della realizzazione tecnica il progetto è stato ultimato e presentato nel 2022 presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e prevede aggiornamenti periodici, quindi la disponibilità a ospitare nuovi contenuti.

URL: https://mizar.unive.it/pietredinciampo/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Chiara Floriduz
Immagine:
Data della recensione: 8 gennaio 2023


Titolo:

ASMI - Archivio Storico Macrosismico Italiano.

Temi:

Il sito web dedicato ad ASMI, ovvero all'Archivio Storico Macrosismico Italiano, permette l’accesso diretto e integrato ai dati e alle informazioni relative a 6532 terremoti nell'area italiana all'interno di un arco temporale definito (dal 461 a.C. al 2020). Il progetto si serve di 437 fra studi macrosismici singoli e raccolte, bollettini e rilievi macrosismici diretti, database macrosismici, cataloghi parametrici e strumentali.

Autori:

Selezionando la voce Credits presente nella landing page è possibile apprendere che il progetto digitale rientra all'interno di un'iniziativa dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Sono subito rintracciabili le figure incaricate del coordinamento, i membri del gruppo di lavoro e il curatore del sito e dei servizi web.

Per il coordinamento: Andrea Rovida, Mario Locati, Andrea Antonucci, Romano Camassi. 

Per il gruppo di lavoro: Paola Albini, Andrea Antonucci, Raffaele Azzaro, Filippo Bernardini, Romano Camassi, Carlos H. Caracciolo, Viviana Castelli, Salvatore D’Amico, Emanuela Ercolani, Mario Locati, Luca Maffezzoni, Vera Pessina, Antonio Rossi, Andrea Rovida, Andrea Tertulliani.

Per la cura del sito: Mario Locati.  

Inoltre, alla voce Presentazione, collocata sempre nella landing page, è specificato che "ASMI è parte del portale European Archive of Historical Earthquake Data (AHEAD), il nodo europeo per la raccolta e la distribuzione dei dati sui terremoti storici nell'ambito dell'iniziativa European Plate Observing System (EPOS)".  

Per il coordinamento: Andrea Rovida, Mario Locati, Andrea Antonucci, Romano Camassi. 

Per il gruppo di lavoro: Paola Albini, Andrea Antonucci, Raffaele Azzaro, Filippo Bernardini, Romano Camassi, Carlos H. Caracciolo, Viviana Castelli, Salvatore D’Amico, Emanuela Ercolani, Mario Locati, Luca Maffezzoni, Vera Pessina, Antonio Rossi, Andrea Rovida, Andrea Tertulliani.

Per la cura del sito: Mario Locati.  

Inoltre, alla voce Presentazione, collocata sempre nella landing page, è specificato che "ASMI è parte del portale European Archive of Historical Earthquake Data (AHEAD), il nodo europeo per la raccolta e la distribuzione dei dati sui terremoti storici nell'ambito dell'iniziativa European Plate Observing System (EPOS)".  

Contenuti e fonti:

Il sito colleziona 437 fra studi macrosismici singoli e raccolti in gruppi, bollettini e indagini macrosismiche, database macrosismici, cataloghi parametrici e strumentali.

Complessivamente sono riportati, analizzati e catalogati 6532 terremoti in area esclusivamente italiana, in una finestra temporale che parte dal 461 a.C. e arriva al 2020.

I fenomeni sismici considerati dall'ASMI sono non solo i terremoti individuati dagli standard CPTI15 (Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani) e DBMI15 (Database Macrosismico Italiano) ma anche quelli al di sotto delle soglie di CPTI e DBMI (intensità 5 e/o magnitudo 4), e riporta informazioni su terremoti riconosciuti come falsi e alcune tracce di terremoti avvenuti prima dell’anno 1000. 

I dati che possono essere recuperati tramite il progetto ASMI sono di varia provenienza ma mantengono una costante: tutti gli studi (svolti principalmente da geologi di varia nazionalità e da organizzazioni specializzate nell'indagine dei fenomeni sismici) sono posteriori al 1974 anche se i casi trattati partono dal V secolo a.C. 


Funzionalità:

La landing page si presenta molto pulita, con il titolo del progetto riportato per intero e abbreviato nella parte superiore della schermata e con tre funzioni subito disponibili per navigare all'interno del sito: consultazione per terremoto, consultazione per studio e web services (in questo caso si tratta di una funzione dichiaratamente sperimentale).

Attraverso la prima opzione è possibile condurre una ricerca tra tutti i terremoti individuati dai diversi studi, servendosi di un sistema di filtri diviso in filtri personalizzati, filtri predefiniti e filtri geografici. Ad esempio è possibile ricercare tutti i terremoti antecedenti al 1500 che si sono verificati nella penisola e nelle isole e ottenere così un elenco dei fenomeni registrati nel sistema, oppure risalire ai fenomeni che si sono verificati in una determinata regione geografica, o ancora sovrapporre i due filtri, temporale e geografico, per ottenere un dato più specifico. Tra i filtri disponibili, la presenza o meno di vittime e di maremoti. Ogni risultato ottenuto da questa opzione (ovvero un elenco di terremoti) è affiancato da una carta interattiva raffigurante l'Italia: si tratta di un GIS, acronimo di Geographic Information System, ovvero di un sistema informativo capace di associare dei dati testuali ad una posizione geografica e di elaborarli per estrarne informazioni. La carta virtuale è navigabile attraverso delle icone a forma di freccia o direttamente trascinando il mouse, con la possibilità di effettuare uno zoom o di allontanare la distanza di visualizzazione. Ogni punto di interesse che compare sulla mappa corrisponde ad un terremoto documentato e selezionando le icone è possibile aprire un'ulteriore pagina, dove si approfondisce con ulteriori informazioni l'evento macrosismico. La mappa va letta attraverso una legenda, dove a seconda dei colori delle icone è possibil risalire all'intensità dei terremoti. Da segnalare che è garantito l'accesso al pannello informativo di ogni singolo terremoto anche dall'elenco "semplice" collocato a sinistra rispetto alla mappa, probabilmente la soluzione più rapida nel caso in cui si voglia documentare un fenomeno di cui si conosce già l'ubicazione (riportata sempre anche in forma testuale). Il pannello informativo di ogni terremoto fornisce tre diverse indicazioni: in quali cataloghi è stato riportato il fenomeno, quali studi sono disponibili in formato PDF (possono essere scaricati direttamente dal sito o tramite un link ad una risorsa esterna) e la sismicità della zona (peraltro la distanza da considerare è regolabile a piacimento attraverso uno slider che aumenta o diminuisce i km). Attraverso l'opzione filtri geografici si può disegnare un cerchio o un poligono sulla carta per ottenere l'elenco dei terremoti, riportati in ordine cronologico, che si sono verificati nella zona.

Attraverso la seconda macro-opzione, ovvero consultazione per studi, è possibile ricercare i diversi studi sui fenomeni sismici in Italia; non i terremoti in sé quindi, ma la ricerca successiva. Anche in questo caso possono essere applicati dei filtri, ricercando per autore del saggio/studio e per anno/periodo. Selezionando il singolo studio si apre un pannello con a fianco la stessa carta interattiva citata precedentemente, che mostra in questo caso l'epicentro del singolo terremoto o dei terremoti trattati nello studio. Sono mantenute le funzionalità della mappa virtuale, compreso il pannello con le ulteriori informazioni, richiamabile cliccando sull'icona del terremoto.

Infine è disponibile la funzione web services (sperimentale) attraverso la quale si modificano le informazioni contenute nel sito e si può accedere alle funzioni sperimentali, il cui corretto svolgimento non è garantito (è presente un avviso).

Tra le ulteriori funzionalità del sito: una scheda Presentazione dove viene dichiarato il fine del progetto e il suo collocamento all'interno del macrosistema formato dal Database Macrosismico Italiano e dal Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, vengono riportate le potenzialità del sito web (con i risultati raggiunti finora) e le sue funzionalità principali. Per esplicitare il ruolo e le possibilità del progetto, è disponibile anche uno schema grafico per una più rapida lettura. Si ritrovano gli autori del progetto selezionando la voce Credits, sempre presente nella landing page, dove non mancano i link alle iniziative correlate e la sezione Novità, con le ultime pubblicazioni archiviate nel sistema e le nuove funzionalità web introdotte. 

Per navigare tra le varie schermate e opzioni del sito è sempre disponibile un pulsante Homepage per ritornare alla landing page e la schermata precedente a quella che si sta utilizzando è sempre richiamabile con un'opzione apposita; in questo modo si rende superfluo il ricorso al tasto "clic indietro" del browser di navigazione.

Il sito è scritto in italiano con la possibilità di cambiare lingua (al momento è disponibile solo la lingua inglese) in qualunque momento attraverso l'apposito bottone. 

Obiettivi e pubblico di riferimento:

All'interno della voce Presentazione sono chiaramente riportati gli intenti e le finalità del progetto: fornire una raccolta ordinata, inventariata e facilmente accessibile di tutti gli studi (spesso condotti e presentati in modi molto diversi) sui fenomeni sismici in Italia, dall'antichità ad oggi, ai fini della compilazione del Database Macrosismico Italiano (DBMI) e del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI), che si appoggiano proprio sugli studi catalogati dell'ASMI. 

ASMI è dunque una banca dati che permette l’accesso ai diversi studi e dati alternativi esistenti per ciascun terremoto e si pone come lo strumento di base per la raccolta, l’omogeneizzazione, il confronto e la validazione dei dati per la compilazione del Database Macrosismico Italiano e del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani.

La differenza principale tra ASMI e CPTI e DBMI è che per ogni evento considerato ASMI contiene e rende disponibili uno o più studi, fornendo una panoramica sulla molteplicità delle informazioni esistenti, mentre il database macrosismico e il catalogo parametrico contengono il frutto dell’analisi, della selezione e dell’elaborazione di tale molteplicità attraverso un unico studio per terremoto. L’altra fondamentale differenza è che CPTI e DBMI vengono aggiornati con scadenze pluriennali, mentre ASMI è aggiornato continuamente, ogniqualvolta viene pubblicato un nuovo studio.

Non è indicato sul sito un pubblico di riferimento.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    5
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    5
Qualità grafica, impatto visivo:    2
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

Il sito non si presenta con una grafica accattivante, soprattutto per quanto riguarda la landing page. Le schermate non presentano uno sfondo a tema, prediligendo il bianco e i font sembrano poco curati. La sensazione che trasmette è di scarsa professionalità o di essere frutto di un'operazione amatoriale o semi-amatoriale. 

In realtà, andando oltre la grafica, il progetto presenta tutto quello che personalmente mi aspetto da un moderno prodotto di Digital History: innanzitutto appare subito chiaro nella schermata principale cos'è ASMI e tra le opzioni subito disponibili si ritrovano le finalità del sito web, i nomi degli autori del progetto e alcuni finanziatori. Forse l'unica critica a tal proposito è la mancanza di un pubblico di riferimento ben esplicitato, come studenti universitari o ricercatori. Alla luce dei contenuti proposti dalla banca dati, il pubblico di riferimento poteva essere dichiaratamente molto ampio, dagli studiosi di settore all'appassionato della sismologia in territorio italiano. 

Dove il sito web riesce perfettamente è nella semplicità con cui è possibile navigare tra le diverse schermate: la struttura è eccezionalmente intuitiva (ma è ugualmente presente alla voce Presentazione una descrizione testuale chiara ed esaustiva sul funzionamento della pagina), con le due funzionalità principali messe subito in risalto e sempre accessibili in qualunque schermata ci si trovi. 

L'utilizzo del GIS, oltre a rendere più stimolante e visivamente "appagante" la fruizione del sito, semplifica di molto la lettura di alcuni dati (uno su tutti il tasso di sismicità di una determinata regione geografica italiana) e trovo non scontata la possibilità di disegnare direttamente sulla cartina virtuale in modo semplice e veloce cerchi o altre figure per individuare determinate aree geografiche ben delimitate da approfondire dal punto di vista sismico.

Ogni dato sembra essere "al posto giusto", come ci si aspetterebbe di trovarlo: i terremoti sono riportati sempre in ordine cronologico (o comunque in base ai filtri applicati) e ogni studio non viene semplicemente citato ma anche e soprattutto riportato per intero in PDF.

Il sito finisce così per potersi adattare a numerose esigenze da parte dell'utilizzatore: è possibile svolgere una ricerca che può essere semplicemente un'indagine nata per pur curiosità sulla sismicità della zona in cui si vive, oppure approfondire singoli terremoti, indagare i danni e le vittime o la presenza di maremoti in seguito alle scosse, il tutto anche ad un livello accademico per la possibilità di reperire facilmente le fonti, citate o disponibili per intero (i documenti PDF).  

Non manca la possibilità di segnalare eventuali problemi o malfunzionamenti del sito ad un indirizzo e-mail apposito e il progetto è aggiornato a dati del marzo 2022, quindi si tratta di un'iniziativa tutt'ora ben supportata. Oltretutto la pagina, nonostante tratti esclusivamente di terremoti verificatesi in Italia, è completamente tradotta anche in inglese.

Complessivamente il giudizio è molto positivo, nonostante le prime impressioni negative derivanti dallo stile grafico: si tratta di un progetto ben strutturato, incredibilmente semplice da utilizzare e con una molteplicità di possibili usi. Certamente si tratta di una validissima iniziativa.

URL: https://emidius.mi.ingv.it/ASMI/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Gabriele Pillot
Immagine:
Data della recensione: 9 gennaio 2023


Titolo:

The Down Survey of Ireland

Temi:

Il progetto Down survey of Ireland si presenta come una risorsa tematica digitale di Digital History che ha riunito per la prima volta in oltre trecento anni tutte le mappe conservate relative al Down Survey of Ireland, la prima indagine territoriale dettagliata e su scala nazionale che è stata compiuta al mondo, condotta negli anni 1656-1658, e dalla quale prende il nome il progetto stesso. L'indagine ha misurato le aree territoriali che dovevano essere confiscate ai cattolici irlandesi e ridistribuite ai mercanti avventurieri e ai soldati inglesi. La risorsa digitale in questione ha digitalizzato e reso disponibili le mappe conservate come una risorsa pubblica digitale. Come specificato nella pagina About the project accessibile dal menu alla voce About this Website, il progetto è iniziato il 1 Ottobre 2011 e si è concluso il 31 Marzo 2013.


Autori:

Alla pagina About the project raggiungibile dalla voce About this Website sono indicati i nominativi di coloro che hanno realizzato il progetto. Il team è composto dal ricercatore Micheál Ó Siochrú, gli assistenti di ricerca David Brown e Eoin Bailey, e lo storico Eamon Darcy, che ha dato un contributo fondamentale nella preparazione dei dati. Il comitato di progetto è costituito, oltre alle figure sopra menzionate Micheál Ó Siochrú, David Brown, Eoin Bailey, anche dai professori Mark Hennessy e Paul Ferguson. Adam May si è occupato del design del sito web e dell’interfaccia utente. Hanno collaborato alla realizzazione del progetto la biblioteca del Trinity College e la compagnia Brown Projects Limited.

Nella stessa pagina è possibile accertare che il progetto è stato finanziato dall’Irish Research Council nell’ambito del Research Fellowship Scheme. Il sito web che ospita il progetto è il  grande database del Trinity College Dublin. 

Contenuti e fonti:

Come esplicitato nella breve presentazione presente nella home page, il sito web è suddiviso in due sezioni: Down Survey Maps e Historical Gis. Queste sono le due voci che compongono il menu principale (oltre alle voci HomeAbout). 

La home page si presenta molto ricca di informazioni. Nella prima parte della pagina, al fine di introdurre l’utente ai contenuti del sito web, viene menzionato il contesto storico dell’Irlanda negli anni cinquanta del Seicento: un’Irlanda che è uscita distrutta da più di un decennio di combattimenti, vinta dall’esercito inglese guidato da Oliver Cromwell. Il Commonwealth inglese, uscito vittorioso dal conflitto, avviò un ambizioso progetto di ingegneria sociale, accompagnato dalla ridistribuzione delle proprietà terriere dai cattolici irlandesi ai protestanti inglesi. Di qui la necessità di rilevare e mappare il territorio. Viene dunque presentata brevemente la Down Survey of Ireland e la sua conduzione, viene spiegata la struttura del sito web, accompagnata da alcune immagini/mappe di corredo. 

Nella pagina About this Website alla voce Historical Context si parla del contesto storico del contenuto del progetto, cioè la conquista cromwelliana dell’Irlanda; inoltre, sulla sinistra è presente una linea del tempo con le date e gli eventi significativi del periodo storico tra il 1641 e il 1669. Scorrendo la pagina compaiono anche alcune immagini relative alle figure storiche che hanno lasciato traccia nella storia per il contributo da essi apportato e alcune carte geografiche dell’ Irlanda. Alla voce Map sources vengono distinti 4 tipi di mappe distinte secondo nazione, contea, baronia e parrocchia. 

Dalla voce About del menu è possibile raggiungere la pagina Gis sources (fonti gis) che spiega quali sono le fonti del GIS utilizzate. Nello specifico, tra le fonti figurano: documenti storici, mappe della contea, l’ Ordnance Survey (l’ente pubblico dello Stato britannico che venne incaricato di redigere la cartografia della nazione)e i livelli di Google Maps, i libri di rilevamento e distribuzione, il censimento del 1659 e le deposizioni del 1641. Si precisa inoltre, che la fonte per il database relativo ai proprietari terrieri è stato il Quit Rent Office. Nella pagina About the project vengono dati alcuni dettagli sugli step seguiti durante la realizzazione della risorsa digitale e sono resi noti alcuni aspetti tecnici relativi al GIS. La fase originaria del progetto prevedeva l’identificazione e la digitalizzazione delle copie conservate delle mappe di contea, baronia e parrocchia. La seconda fase ha visto la costruzione del database a partire dai libri di rilevamento e distribuzione. I dati sulle proprietà terriere sono stati georeferenziati nel GIS storico.  Nella pagina stessa sono indicati anche tutti gli archivi consultati per la realizzazione del progetto: National Library of Ireland; National Archives of Ireland; Irish Manuscripts Commission; British Library; Public Records Office Northern Ireland; Bibliotheque National de France; Ordnance Survey of Ireland; Ordnance Survey of Northern Ireland; Sligo County Library; Dublin City Library and Archive.

La pagina Down Survey Maps contiene una mappa interattiva dell’indagine catastale e i documenti conservati delle contee, baronie e parrocchie. 

La pagina Historical Gis raccoglie le carte e le fonti (Libri di rilievo e distribuzione, le deposizioni del 1641, il censimento del 1659) all’interno di un Gis. Questa consente, inoltre, di effettuare ricerche secondo tre categorie: Landowner by name 1641 and 1670 (nominativi dei proprietari terrieri), Ownership by Religion 1641 and 1670 (proprietà delle Chiese), Murders in the 1641 rebellion (mappa delle uccisioni avvenute durante la rivolta del 1641). 

La sezione dei contatti non è immediatamente visibile, ma è presente e vi si accede dal footer in fondo ad ogni pagina. Cliccando su questa sezione si viene indirizzati a una pagina in cui si fa presente che il team non è in grado di rispondere alle singole domande sui contenuti del sito, ma è indicato un indirizzo mail per segnalare eventuali errori.

Funzionalità:

Il Down survey GIS, come si precisa nella pagina Historical GIS > About the GIS, è costituito da 3 componenti: database, mappe e interfaccia utente. Le informazioni vengono archiviate in un database MySQL, cioè un sistema di gestione di database relazionali open source che usa il linguaggio di programmazione SQL. La tipologia di mappa usata è quella di Google Maps e presenta le sovrapposizioni date dall' Ordnance Survey e dal Down Survey, le quali sono state affiancate a più livelli di zoom. I pulsanti di controllo sono stati progettati per consentire all’utente di modificare gli elementi sulla mappa. 

Il sito permette agli utenti di orientarsi e navigare in modo abbastanza facile e intuitivo. Il menu è esplicativo e organizzato: si evince chiaramente quali sono le voci principali e fondamentali che costituiscono il nucleo del progetto. 

In fondo alla Home page e alla pagina About (e ciascuna voce) sono fissati due pulsanti: uno che rimanda alle letture per approfondire le tematiche trattate e uno che indirizza ad un glossario dei termini specifici usati all’interno della risorsa digitale. 

Una funzionalità che fornisce un valido aiuto alla navigazione dell'utente è la guida presente alla voce About this Website.

Nella pagina Down Survey Maps è presente una mappa interattiva del Down Survey: nel menu a discesa sulla sinistra è possibile selezionare la contea, baronia e parrocchia che si intende visualizzare e per ogni livello selezionato alla mappa che viene restituita si accompagna una descrizione (terrier) relativa all’area scelta e, a seconda dell’area scelta, anche un’immagine di un documento scritto che, se cliccato, viene mostrato nella pagina. Nella mappa è possibile muoversi attraverso pulsanti che permettono di zoomare (azione che è possibile fare anche cliccando nell’area della mappa su cui ci si vuole focalizzare), spostarsi, ripristinare la posizione iniziale e visualizzare la mappa a schermo intero.

Il Gis storico consente di ricercare tre tipologie di informazioni: Landowner by Name, Ownership by Religion, Murders in the 1641 rebellion. A ciascuna di queste è dedicata una pagina, che presenta un GIS storico sul quale è possibile muoversi utilizzando apposite query e pulsanti.  Alla pagina Landowner by Name è possibile inserire nei campi presenti nella parte alta della pagina il nome e cognome dei proprietari in riferimento al 1641 e al 1670; nella mappa viene indicato con un segnaposto il punto esatto della proprietà ricercata. Ad esempio, è possibile confrontare i cambiamenti avvenuti nella proprietà terriera di un certo possidente, inserendo il suo nome in entrambi i campi di ricerca. La mappa è visualizzabile con la modalità rilievo, satellite, secondo la rappresentazione del Down Survey del 1670 e secondo quella redatta dall’ Ordnance Survey del 1890. Inoltre, a sinistra è possibile applicare la vista della mappa a schermo intero, attivare o disattivare con due appositi pulsanti la visibilità delle strade del diciassettesimo secolo e inviare tramite mail la vista della mappa che si è cercata. Sulla destra della mappa è possibile attivare la medesima modalità a schermo intero e zoomare la mappa a seconda del livello desiderato. Sia in questa pagina che nelle altre due che compongono l' Historical GIS, è possibile salvare i risultati trovati con la funzione cite this page presente sulla sinistra della pagina.

Nella pagina relativa al GIS storico che mostra la seconda tipologia di informazione, cioè Ownership by religion, non compare alcuna mappa: è visibile soltanto una legenda in fondo alla pagina con le percentuali delle proprietà cattoliche, protestanti, comuni e non redditizie e quelle assenti nell’indagine, e due immagini rispettivamente del 1641 e del 1670 non selezionabili. Anche nella pagina 1641 Depositions non è presente alcuna mappa.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

Dalla presentazione del progetto presente nella home page e navigando tra le diverse pagine, emerge la volontà di utilizzare strumenti digitali, quali geodatabase e GIS, per creare una risorsa digitale che rendesse disponibili come risorsa pubblica online le mappe relative al Down Survey of Ireland. Tali mappe, infatti, sono state conservate in biblioteche e archivi di Irlanda, Gran Bretagna e Francia. Questo progetto si propone dunque una finalità divulgativa e si rivolge ad un pubblico, composto presumibilmente da studiosi, ricercatori, studenti e utenti che intendono approfondire il tema in questione sfruttando le potenzialità che gli strumenti digitali menzionati possono offrire.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    4
Giudizio complessivo:

Complessivamente The Down Survey of Ireland risulta un progetto di Digital History strutturato, ricco, con un notevole lavoro di ricerca nella scelta dei contenuti da inserire al suo interno. Soddisfa l'obiettivo di partenza. Uno degli aspetti favorevoli e innovativi che contraddistinguono la risorsa è l'utilizzo delle mappe del Down Survey e di un GIS storico per costruire un sito web, a cui si deve soprattutto il merito di aver riunito per la prima volta in più di trecento anni tutte le mappe conservate, di averle digitalizzate e rese disponibili online. Il linguaggio grafico del sito risponde ai principi di espressività ed efficacia, poichè viene rappresentata l'informazione che il sito si è proposto di comunicare e le informazioni sono espresse in modo facilmente interpretabile. 

Ci sono alcuni aspetti che potrebbero essere migliorati. La linea del tempo presente nella sezione About this Website > Historical context avrebbe potuto essere interattiva: la pagina avrebbe potuto contenere una linea interattiva che racchiudesse il testo e le immagini presenti nella pagina attuale. I pulsanti per accedere alla bibliografia e al glossario presente in fondo alla home page e alle pagine della sezione About this Website rappresentano sicuramente uno strumento utile per approfondire gli argomenti trattati e conoscere il linguaggio utilizzato all'interno della risorsa, ma forse è ridondante la sua presenza in ognuna di queste pagine. Un altro elemento di svantaggio, aggravato dal fatto che incide su uno degli nuclei fondamentali che compongono la risorsa, è che nè la pagina Ownership by Religion nè la pagina 1641 Depositions mostrano alcuna mappa; anche cambiando browser o accedendo da diversi dispositivi (pc, smartphone, tablet) non viene visualizzato nulla.  Un altro punto di criticità riguardo al GIS è dato dalla mancanza di effettuare ricerche personalizzabili con gli strumenti messi a disposizioni: sono presenti solo campi in cui è possibile scegliere tra più opzioni già predeterminate. La risorsa digitale è solo in lingua inglese e non è presente alcun pulsante per cambiare la lingua. Nella pagina About the project sono indicate la data di inizio (1/10/2011) e di conclusione del progetto (31/03/2013); non pare che il sito sia stato soggetto ad aggiornamento dopo tale data. Infine, il sito web non è responsive. 

URL: https://downsurvey.tchpc.tcd.ie/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Chiara Floriduz
Immagine:
Data della recensione: 10 gennaio 2023


Titolo:

Valete Vos Viatores - Traveling through Latin inscriptions across the Roman Empire


Temi:

Il progetto “Valete Vos Viatores” vuole proporre una serie di esperienze digitali per valorizzare il patrimonio epigrafico romano dell’Europa occidentale, nello specifico dalla penisola italiana fino alle coste del Portogallo centro-meridionale (la provincia romana della Lusitania). Per fare ciò il sito mette a disposizione un museo virtuale di opere epigrafiche, un videogioco sviluppato ad hoc, una serie di prodotti audiovisivi e una pubblicazione.


Autori:

Appena giunti nella landing page è possibile ritrovare in alto a sinistra la dicitura “Universidad de Navarra” con annesso il logo dell’istituto (il titoletto è cliccabile e conduce alla homepage del sito dell’università). Ciò fa pensare all’università spagnola come ad uno dei principali fautori del progetto e, in effetti, scorrendo verso il basso all’interno della landing page, il sospetto è subito confermato: ci si imbatte in un paragrafo testuale dove si specifica che l’iniziativa è partita dall’Università di Navarra e ha visto la partecipazione delle università di Coimbra (Portogallo), di Bordeaux (Francia) e de “La Sapienza” di Roma. Il progetto è stato finanziato dal programma “Europa Creativa” dell’Unione Europea e ha potuto godere della partecipazione di diversi musei e della presenza di numerose collezioni epigrafiche: il Museo Nazionale Romano, forse il più grande lapidario dell'Occidente romano, a Roma; il Museé d'Aquitaine, a Bordeaux; l'Arquivo Epigráfico de Egitânia, a Idanha-a-Velha, Portogallo; e i progetti archeologici altamente epigrafici di Los Bañales de Uncastillo (Saragozza) e Santa Criz de Eslava (Navarra), nell'antica provincia di Tarraconensis.

Scorrendo più in basso, sotto la voce Team, sono riportati i più importanti autori del progetto. Per l’Università di Navarra, Javier Andreu, professore ordinario di Storia Antica, Juan José Pons, professore ordinario di Geografia e Elena Algalcil, professoressa. Per l’Università di Coimbra, Armando redentore, professore di Epigrafia Romana e Pedro C. Carvalho, professore di Archeologia. Per il Comune di Idanha-a-Nova, José Cristovao, archeologo e Patrizia Dias, archeologa. Per l’Università di Bordeaux, Milagros Navarro, professoressa di Epigrafia Romana e Nathalie Prévost, ricercatrice in Epigrafia Romana. Per il museo d’Aquitania Anne Ziegle, nel ruolo di conservatore. Per l’Università La Sapienza di Roma: Silvia Orlandi, professoressa di Epigrafia Romana. Per il Museo Nazionale Romano: Carlota Carusso, gestore di SSR, Agnese Pergola e Sara Colantonio per l’ufficio pedagogico e Antonella Ferraro come epigrafista. Quim Torrents, nel ruolo di direttore esecutivo, si è occupato dei Servizi creativi Clau assieme alla presentatrice Ane Urrizburu. Infine sono citati lo sviluppatore 3D Iker Ibero Iriarte dello Trahelium Studio e Pablo Serrano Basterra come tecnico fotogrammetrico, del medesimo studio di sviluppo software.

Più a destra sono riportati sotto la voce Contatti gli indirizzi e-mail e i numeri di telefono del direttore del progetto (Javier Andreu) e della coordinatrice (Elena Alguacil).


Contenuti e fonti:

Il sito presenta collezioni epigrafiche completamente digitalizzate di diversa provenienza (i musei che hanno preso parte al progetto ne hanno permesso la scansione in digitale); ciascun manufatto è dotato di una descrizione e di diverse possibilità di interazione, che verranno specificate sotto la scheda funzionalità. È poi presente una presentazione del videogioco “Valete Vos Viatores”, con una serie di video che illustrano le dinamiche principali del prodotto videoludico e il link diretto per scaricare il videogioco dalla piattaforma “Steam”, molto nota ai videogiocatori PC.

Il progetto ha realizzato quattro video della durata di circa 30 minuti che vogliono proporre un ipotetico “viaggio” attraverso le diverse opere epigrafiche romane, partendo dall’estremità occidentale dell’impero, ovvero dalle coste del Portogallo, fino alla sua capitale, Roma.

Infine è disponibile sul sito il link diretto per leggere su “Google Libri” il volume “Valete Vos Viatores”, redatto in lingua spagnola, dove si descrive il progetto e si racconta la storia dietro la sua realizzazione. Da “Google Libri” è poi possibile acquistare l’e-book tramite un link ad una pagina esterna.


Funzionalità:

Dalla landing page sono tre le funzioni principali che il sito mette a disposizione: la possibilità di cambiare lingua (sono disponibili le opzioni inglese, con cui si apre il sito di default, e spagnolo), non priva di criticità che verranno successivamente segnalate, un’icona per la ricerca globale all’interno del sito e non solo (anche in questo caso con alcuni problemi legati alla natura stessa della ricerca) e un menù “ad hamburger” che offre quattro opzioni una volta cliccato, che sono anche le reali funzioni del sito; si tratta delle voci Virtual Museum, Video Game, Audiovisual series e Publication.

Attraverso la prima si accede, appunto, al museo virtuale dei monumenti epigrafici delle diverse dei diversi musei che hanno aderito al progetto. Ogni monumento è stato scansionato e riprodotto in 3D in alta risoluzione (HD) attraverso il programma “Sketchfab”, eseguibile come un video interattivo dove è possibile effettuare uno zoom sulla scansione, ruotare il monumento e cliccare su alcuni punti di interesse accompagnati da una descrizione. Vi è la possibilità di filtrare i risultati attraverso due opzioni diverse: per regione geografica/città e per tipologia di monumento (per esempio opera cristiana, corredo funebre, ecc.). Attraverso il tasto SEARCH si avvia poi la ricerca tra le opere disponibili sul sito.

Cliccando sul nome di ogni risultato (che è sempre accompagnato dall’immagine del monumento) è possibile accedere alla scheda di presentazione, dove oltre al modello 3D è presente una breve descrizione testuale, le dimensioni, la provenienza e il link alla risorsa esterna “EDR-Epigraphic Database Roma”, appunto un database con più di 104.500 opere registrate, attraverso il quale è possibile trovare ulteriori informazioni sull’oggetto in questione. Da notarsi che ogni scansione 3D è condivisibile con un’apposita funzione, che crea un link che può essere inserito in qualunque piattaforma si desideri.

La seconda macrofunzione del sito è inerente al videogioco sviluppato dalla software house “Trahelium Studio”, dove si vestiranno i panni di uno “scriptor” romano, ovvero di uno scultore e incisore di testi su supporti quali pietra, marmo e simili. Il sito presenta il videogioco tramite una serie di video e mette a disposizione il link diretto per l’acquisto sulla principale piattaforma di acquisto di videogiochi PC, ovvero “Steam”.

La penultima principale possibilità offerta dal progetto sono i quattro video di 30 minuti circa che raccontano della storia dell’epigrafia romana attraverso un ipotetico viaggio compiuto da una ragazza, Ane, che, partendo dal Portogallo e giungendo fino a Roma, scopre i segreti, le tecniche di realizzazione e la distribuzione delle iscrizioni latine parlando con diversi esperti del settore.

Infine si ritrova la presentazione del libro “Valete Vos Viatores”, con i titoli dei capitoli e le tematiche principali, e il link per la lettura online e l’acquisto dello stesso.

Il sito si naviga con facilità, è sempre disponibile un tasto Back per tornare alla schermata precedente e cliccando sul titolo “Valete Vos Viatores” in alto è sempre possibile ritornare alla homepage.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

Come dichiarato nella landing page, il progetto “Valete Vos Viatores” mira a fornire strumenti che permettano al grande pubblico - con particolare attenzione ai giovani - di “viaggiare” da Roma alle finis terrae dell'Occidente nell'antichità, la provincia della Lusitania, attraverso lo studio della produzione epigrafica latina.

Si dichiara inoltre che si è cercato in questo “viaggio” di ricostruire i tratti peculiari del modo in cui l’epigrafia prese forma nelle diverse regioni dell'antica Europa latina e contemporaneamente di far risaltare il carattere unificatore, centralizzatore, di Roma antica, capace di influenzare le iscrizioni dell’Occidente fino a oggi impostando le linee guida generali della disciplina epigrafica.
Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    4
Giudizio complessivo:

Il giudizio è complessivamente positivo, il progetto è interessante e riesce nei suoi intenti di massima ma presenta tuttavia alcune criticità che dovrebbero e potrebbero essere risolte.

Innanzitutto, lo stile grafico è molto appagante, la landing page presenta come sfondo un video in riproduzione continua molto ben curato, con la possibilità oltretutto di mettere in pausa il video per risparmiare dati e occupare meno risorse del dispositivo con cui si sta visualizzando il sito. Purtroppo questa cura e attenzione alle risorse non è stata mantenuta nella visualizzazione delle repliche 3D delle iscrizioni epigrafiche: si ha difficoltà ad usufruire dei modelli digitali poiché sovente presentano bug o malfunzionamenti e le funzionalità di zoom e di rotazione sono molto imprecisi con il cursore mosso da un touchpad (si potrebbe specificare ciò e consigliare di utilizzare un mouse). Probabilmente la causa di questi rallentamenti è il peso dei modelli stessi: sono realizzati in alta risoluzione ma non vi è la possibilità di scalare la risoluzione per renderli più leggeri da elaborare al computer o allo smartphone.

Un grave problema strutturale è legato sempre ai modelli 3D, ma in questo caso alla loro presentazione in base ai filtri applicati: non ci sono informazioni infatti sul numero di risultati e sembrano essere ordinati senza un particolare criterio (si potevano ordinare per anno di realizzazione ad esempio). Gli utenti potrebbero risparmiare molto tempo e diverse ricerche se sapessero quanti risultati con determinati filtri applicati sono disponibili sul sito.

Il sistema della selezione della lingua del sito è da rivedersi completamente: all’interno della voce Virtual Museum, quando si accede alle scansioni 3D e si clicca sui punti di interesse suggeriti (per esempio un’icona particolare a forma di topo all’estremità superiore dell’incisione) la descrizione che compare è incredibilmente scritta nella lingua del museo da cui proviene l’opera; ci si ritrova quindi con un miscuglio di italiano, francese, spagnolo, ecc. e quel che è peggio è che la descrizione riportata sotto ogni scansione non riporta le informazioni disponibili interagendo con il modello 3D. In sostanza, si finisce per non essere capaci di leggere alcune descrizioni fondamentali per un problema di traduzione che non segue la lingua selezionata nella homepage.

Da segnalarsi che la funzione di ricerca è in realtà un’estensione della ricerca Google con predilezione dei contenuti all’interno del sito del progetto e all’interno del sito dell’Università di Navarra, ma ciò non viene specificato e può causare qualche problema (ad esempio cercando “Roma” tra i primi risultati non compaiono, come ci si aspetterebbe, le opere epigrafiche realizzate a Roma o messe a disposizione da musei italiani, bensì progetti, collezioni, opere che nulla centrano con il progetto).

Infine, il videogioco è disponibile solo in lingua spagnola e bisogna di conseguenza selezionare la regione geografica “Spagna” su Steam per poterlo scaricare (la piattaforma non permette di scaricare un gioco con lingua diversa da quella impostata); l’operazione non è semplicissima e chi non è esperto nell’uso di Steam potrebbe trovarsi in grosse difficoltà.

Ciò nonostante, il progetto è personalmente promosso poiché è semplice navigare all’interno del sito, le funzionalità e gli intenti sono ben definiti nella landing page e un tema apparentemente poco interessante, soprattutto per i giovani, nonostante la sua importanza, è stato approfondito in un modo nuovo e dinamico, con il videogioco che sicuramente è la componente più stimolante per i ragazzi e le ragazze.

Il progetto è ben aggiornato, con le ultime modifiche che risalgono al 2022 e vi è la possibilità di comunicare facilmente con gli autori del progetto.

In conclusione, considerando anche l’importanza all’interno del settore degli autori e le diverse possibilità offerte, il progetto è valido, interessante e anche a suo modo divertente da scoprire, certamente, nonostante i problemi, una buona realizzazione di un progetto di “Digital History”.

 


URL: https://en.unav.edu/web/valete-vos-viatores
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Gabriele Pillot
Immagine:
Data della recensione: 16 gennaio 2023


Titolo:

Biografie resistenti

Temi:

L’attività del portale è stata avviata il 25 aprile 2020 dall’Isacem - Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI, in occasione del 75° anniversario della Liberazione, per creare una banca dati più completa possibile dei membri dell’Azione Cattolica (sia laici che religiosi) che hanno ricevuto un’onorificenza, oppure che hanno svolto un ruolo attivo nella Resistenza al nazifascismo.

Si tratta, quindi, di un progetto di public history, che prevede anche l’implementazione del database da parte degli utenti.
Autori:

Il progetto è stato lanciato dall’Isacem, fondato nel 1977 con lo scopo raccogliere, ordinare e rendere disponibile per la ricerca storica il materiale documentario relativo alle attività dell’Azione Cattolica italiana, nonché a enti e personalità a essa legati. L’istituto dispone, quindi, di un archivio, una biblioteca e un’emeroteca, situati nell’edificio storico “Domus Mariae” a Roma. Fra le sue attività, ricordiamo l’organizzazione seminari e convegni e la pubblicazione di studi e ricerche.

Trattandosi di un progetto collaborativo e in continuo aggiornamento, non sono indicati gli autori, ma ogni scheda biografica presenta il nome del suo redattore.
Contenuti e fonti:

Il portale contiene una presentazione, sia in formato testuale che audiovisivo, in cui vengono illustrati gli obiettivi del progetto e le fasi della sua realizzazione. In un primo momento, è avvenuto il censimento di tutti coloro che – a vario titolo – hanno avuto un ruolo nella lotta di Liberazione. Dopodiché, ha avuto luogo la vera e propria schedatura, con la creazione della banca dati.

Il cuore del portale è certamente il database, dove troviamo un profilo sintetico dei soci che hanno partecipato alla Resistenza, comprendente i seguenti dati:

  • Nome, cognome e nome di battaglia;
  • Data e luogo di nascita;
  • Professione;
  • Diocesi di provenienza;
  • Data di morte;
  • Ramo dell’Azione Cattolica di appartenenza;
  • Partito politico.

Ogni scheda è corredata da una fotografia, da alcune note biografiche, da una bibliografia per eventuali approfondimenti e dal redattore.

Fra le fonti utilizzate per la realizzazione della banca dati, segnaliamo l’Albo di gloria, in cui sono elencati caduti e decorati dell’Azione Cattolica durante la lotta di Liberazione, il fondo archivistico “Righini”, il Martirologio del clero italiano, oltre a vari archivi nazionali e pubblicazioni e contributi di vario genere.
Funzionalità:

La landing page presenta in modo chiaro e sintetico l’obiettivo del portale. Il banner riporta in modo funzionale le sezioni del sito, ovvero l'illustrazione del progetto, il database e la sezione “contatti”, utile a contribuire all’implementazione della banca dati.

Il sito è esclusivamente in lingua italiana.

Il database consente più tipi di ricerca, a seconda del filtro applicato. Si può, infatti, effettuare una ricerca per ordine alfabetico, per genere, stato (laico o religioso), diocesi, ramo dell’Azione Cattolica e onorificenza. Cliccando, poi, sul nome del personaggio che si desidera approfondire, si può leggere la sua scheda completa, corredata da alcune note biografiche, le fonti utilizzate, la bibliografia ed eventuali immagini. 

Inoltre, selezionando il nome del redattore, si possono trovare le eventuali altre biografie a cui ha lavorato. Infine, è possibile anche scaricare le varie schede in formato .pdf. Non è permessa, invece, la creazione di query personalizzate, né è prevista l’esportazione tabellare dei risultati della propria ricerca.

Poiché il portale si propone esplicitamente come un work in progress, nella sezione “contatti” è possibile reperire l'indirizzo email info@isacem.it, per contribuire alla sua implementazione, tramite la segnalazione di nuovi profili, ulteriore documentazione o imprecisioni.
Obiettivi e pubblico di riferimento:

Il database intende presentare in modo più completo possibile i profili biografici dei soci e delle socie che hanno avuto partecipato attivamente alla Resistenza italiana. Perciò, esso è in continuo aggiornamento e presenta un carattere collaborativo, aperto ai contributi dell’utenza. In questo modo, si vuole comprendere in modo più organico il ruolo nella lotta di liberazione dei cattolici, tramite un’analisi tanto quantitativa quanto comparativa.

Il portale può essere utile tanto a studenti o accademici che si occupano della Resistenza italiana, quanto a un pubblico più generalista, fornendo un primo approccio a questo tema. In questo senso, quindi, si inserisce pienamente nel filone della public history, dando vita a un progetto interamente pensato per l’ambiente digitale.
Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    4
Giudizio complessivo:

Il database permette di applicare diversi filtri alla ricerca, incrociando in vario modo i dati presenti. Inoltre, risulta molto utile la possibilità di scaricare le schede dei personaggi analizzati in formato .pdf, anche se non è possibile lavorarci sopra. Un suo limite può essere riscontrato nel fatto che non è consentita la creazione di query personalizzate, come anche l’impossibilità di esportare in formato tabellare il risultato della propria ricerca.

La landing page risulta chiara e completa, come la presentazione del progetto, che contiene anche un efficace video illustrativo. Tuttavia, mancano gli autori dell’iniziativa, sebbene, trattandosi di un’opera collettiva, c’è una pluralità di contributi, provenienti anche “dal basso”, ad esempio da soci delle sezioni diocesane e parrocchiali dell’Azione Cattolica.

I contenuti sono coerenti con gli obiettivi dichiarati e il materiale caricato è abbastanza completo, anche se potrebbe essere ulteriormente implementato, ad esempio con documenti o immagini. Tuttavia, essendo un work in progress, non si escludono ulteriori arricchimenti e approfondimenti.

La grafica del sito risulta adeguata alla user’s experience e la navigazione nelle sue diverse sezioni è semplice e fluida. Potrebbe essere migliorato il dinamismo del portale, implementando le risorse a disposizione dell’utente.

È positiva anche la possibilità di interagire con i curatori del sito, per segnalare imprecisioni o aggiungere informazioni alle schede, oppure per inviare dati relativi a un nuovo socio/a, di cui non siano ancora stati inventariati i dati, tramite la sezione “contatti”.

Nel complesso, quindi, il giudizio sul sito è piuttosto positivo, in quanto gli obiettivi dichiarati e i contenuti si corrispondono, la navigazione e la grafica sono funzionali e il database consente di effettuare ricerche utilizzando una varietà di filtri. Sarebbe, in ogni caso, auspicabile un miglioramento dal punto di vista grafico, rendendo la banca dati più dinamica e arricchendo le fonti a disposizione dell’utente, in modo da accrescere il valore informativo del portale.

URL: https://biografieresistenti.isacem.it/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Elisa Battistella
Immagine:
Data della recensione: 20 gennaio 2023