Titolo:
Temi:
Autori:
Contenuti e fonti:
Funzionalità:
Obiettivi e pubblico di riferimento:
Architettura web, chiarezza, navigabilità - da 1 (min) a 5 (max):
Accessibilità e ricercabilità dei dati - da 1(min) a 5 (max):
Qualità grafica, impatto visivo - da 1 (min) a 5 (max):
Valutazione dei contenuti: rilevanza del tema - da 1 (min) a 5 (max):
Ricchezza dei contenuti - da 1 (min) a 5 (max):
Qualità di apparati introduttivi, e istruzioni - da 1 (min) a 5 (max):
Giudizio complessivo:
URL:
Tipologia:
Firma:
Immagine:
Data della recensione:
Includi nella ricerca.
Nome autore:
Cognome autore:



Titolo:

The Dutch East India Company's shipping between the Netherlands and Asia 1595-1795

Temi:

Il sito web permette la consultazione della banca dati che raccoglie i viaggi compiuti dalla VOC tra il 1595 e il 1795. Le navi salparono dai Paesi Bassi in direzione dell’Asia. Il materiale proviene dai registri di viaggio presenti all’interno dell’archivio VOC. Il sito non è altro che la versione digitale della Dutch-Asiatic shipping in the 17th and 18th centuries, tre volumi che raccolgono una introduzione generale alla navigazione e alla VOC e all’elenco delle traversate compiute con eventuale scalo a Capo di Buona Speranza.

Autori:

R. Bruijn, F.S. Gaastra, I. Schöffer, van E.S. van Eyck van Heslinga sono i curatori della versione cartacea. L’interfaccia web è ad opera di Jelle Gerbrandy e Ineke Huysman. Il glossario online è stato compilato da Marc Kooijmans e Judith Schooneveld-Oosterling. La correzione dei dati scansionati è stata eseguita da Flora Gutierrez Rojas.

Contenuti e fonti:

La fonte dei viaggi è costituita dagli archivi della VOC nel Nationaal Archief dell’Aia, formato da registri navali (Uitloopboeken), dai rapporti periodici di arrivo e partenza delle navi (Overgekomen Brieven en Papieren) e dall’ Overgekomen Brieven van de Kaap de Goede Hoop (non viene chiarita, però, la natura della fonte. Probabilmente sono documenti relativi allo scalo effettuato a Capo di Buona Speranza). I dati sui viaggi della Voorcompagnieën derivano dal Linschoten Vereeniging. Inoltre, il materiale proviene da fonti varie non citate nel sito web. La fonte madre risulta essere la versione cartacea de Dutch Asiatic Shipping: tre volumi contenenti introduzione (vol. 1), viaggi di andata (vol.2) e viaggi di ritorno (vol.3). Il materiale è composto da informazioni reperite dai diari di viaggio e dai registri che contengono: nome della nave, nome del capitano, dimensioni, anno e luogo di costruzione, data di partenza e di arrivo ed eventuali scali a Capo di Buona Speranza, equipaggio, informazioni attinenti al carico ed eventuali incidenti verificatosi lungo il viaggio. Si può accedere al database in due modalità: lista dei viaggi (sezione Voyages) e attraverso la pagina di navigazione (Search). Il sito web contiene un database che raccoglie gli 8194 viaggi eseguiti nell’arco temporale 1595-1795. Accedendo attraverso la modalità Voyages appare l’elenco dei viaggi (25 batch per ogni pagina, tale valore non è modificabile) e le informazioni salienti: identificazione numerale, nome della nave, capitano, data di partenza, eventuali dati relativi allo scalo a Capo di Buona Speranza, data e luogo di arrivo alla destinazione finale. I dettagli specifici possono essere osservati cliccando sulla sezione details di ogni viaggio nell’ultima colonna a destra. Inoltre, nella sezione Resources si apre una lista di pubblicazioni e la loro descrizione (fruibile solo in olandese).

Funzionalità:

Il sito offre la possibilità di analizzare un totale di 8194 viaggi e le relative informazioni (sia generali che specifiche). Dal menù a sinistra è possibile osservare le varie sezioni in cui è articolato il sito web che permettono un facile accesso. Per facilitare la navigazione sul sito è stato generato un glossario online (attraverso cui si accede ad un link in fondo alla home, oppure vi è un collegamento diretto cliccando sul topic che si vuole approfondire come master, date of departure ecc.) che permette di eseguire una ricerca sui vocaboli relativi alla VOC. La ricerca dei viaggi può essere eseguita attraverso due modalità: sia attraverso un elenco completo sia attraverso una ricerca. Quest’ultima può essere effettuata scegliendo diversi criteri disponibili dal menù a tendina e da una finestra minore che si apre nel browser.

A fondo pagina vi è la possibilità di eseguire un download dei dati. I file vengono direttamente salvati sul pc e sono in formato Excell modificabile. Possono essere scaricati sia i dati generali (quindi la semplice panoramica dei viaggi) sia i viaggi con i relativi dettagli. Nel primo caso la formattazione del file è di difficile comprensione e scarsamente fruibile a livello visivo; il secondo, invece, presenta una formattazione usufruibile in maniera più semplice ed ordinata. Ciò permette di avere le informazioni sempre a disposizioni salvate sul pc senza ricorrere costantemente alla pagina web.

Nella sezione prefazione è possibile leggere un’introduzione al lavoro eseguito e, in basso, vi è il collegamento diretto alle due modalità per attuare la ricerca dei viaggi.

È presente una sezione dedicata alla digitalizzazione dei tre volumi in formato pdf o immagine (fruibile in lingua inglese). Per aiutare nella navigazione delle 356 pagine è stato inserito un table of contents per facilitare la navigazione, la visione in miniatura dell’opera e la possibilità di svolgere una ricerca (sfortunatamente la lingua disponibile è solo in olandese).

Perennemente a sinistra del testo è presente una barra di ricerca (sfortunatamente il collegamento che si apre è disponibile solo in lingua originale). Essa permette di raggiungere una pagina in cui appaiono 172 pubblicazioni presenti in ordine alfabetico (non è disponibile il pdf, ma solo una presentazione generale dell’opera) ed è possibile svolgere una ricerca interna al sito web. A tale collegamento si può pervenire anche attraverso il rimando Resources in alto a sinistra. Vi è un collegamento alla pagina Hygens in alto a destra: è un istituto per la ricerca nei campi di storia e cultura al fine di comprendere quale sia stata l’evoluzione dei Paesi Bassi nel tempo.

A fondo pagina vi è il collegamento alle piattaforme social quali Twitter, Facebook e LinkedIn che rimandano al progetto Hygens. Un contatto diretto è possibile via e-mail.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo principale è quello di raccogliere i dati nelle navigazioni della VOC tra Paesi Bassi e Asia nell’arco temporale 1595-1795. Costituisce, quindi, una base per la ricerca delle spedizioni della VOC. Il sito è indirizzato ad un pubblico di ricercatori o comunque fruibile solamente a livello di ricerca storica essendo un raccoglitore di dati.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Nel complesso il giudizio risulta essere positivo per quanto riguarda i dati e la loro fruibilità, essi sono facilmente comprensibili e la compresenza di due modalità di ricerca permette di affinare i risultati senza dover sfogliare 8194 viaggi. Sfortunatamente, il sito non è costruito in maniera ottimale e non trasmette molta affidabilità nel complesso. Non tutte le pagine sono fruibili in lingua inglese (come la sezione Resources o Colophon), assenza di una connessione sicura di tipo https (lo stesso browser avverte che il sito non risulta essere sicuro), la sezione contatti apre direttamente l’applicazione di posta elettronica senza possibilità di scelta (il limite consiste nel fatto che non tutti i pc hanno una app di posta pre-installata). È presente qualche refuso durante la creazione del sito: ad esempio, nella sezione voyages alla voce help in alto a destra si apre un collegamento e vi è un errore di trascrizione: […] If you click on the name of a ship or or of a master, inoltre la possibilità di chiudere la finestra (close this window) non funziona. E ancora, il batch da 25 non è modificabile. Nel sito prevale il colore bianco, a mio avviso troppo chiaro e molto fastidioso. Infine, molto spesso ritornando nella Home la lingua torna ad essere impostata automaticamente in olandese, pur avendo scelto quella inglese. Ottima è la presenza di una sezione dedicata agli errori (umani) nel database il cui ultimo aggiornamento risale al 24.04.2017: ciò permette, a chi ha usufruito dei dati, di poter effettuare una correzione a sua volta. Personalmente, avrei apprezzato l’inserimento di una mappa riportante la tratta dei viaggi e una bibliografia approfondita inerente alla VOC.

URL: http://resources.huygens.knaw.nl/das
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Giulia Floreani
Immagine:
Data della recensione: 26 novembre 2021


Titolo:

Our Shared Past in the Mediterranean. A World History Curriculum Project for Educators.

Temi:

A team of distinguished Mediterranean historians come together for a world-history approach to the ever-changing Mediterranean region. The aim is to transcend national and local points of view to obtain a global vision of this part of the world – from a social, cultural, economic, political and of course historical point of view.  

Autori:

Project director is Dr. Peter Mandaville, who is currently Professor of International Affairs in the Schar School of Policy and Government at George Mason University. From 2015-2016 he served as Senior Adviser in the Secretary of State’s Office of Religion & Global Affairs at the U.S. Department of State where he led that office’s work on ISIS and sectarian conflict in the Middle East. (information from https://globalaffairs.gmu.edu/people/pmandavi). The project involves mostly professors from George Mason University  but – quite rightly, given its aims - also historians from Morocco, Turkey, the Middle East, and other US universities, whose work is specifically concerned with the geographical history of the Mediterranean area.

Contenuti e fonti:

 The website is made up of a number of introductory sections (Home, About, Introductory Essay) which set out the aims and contents of the project as well as those involved and the details of organisations that support it, namely the British Council and The Social Science Research Council (SSRC).  

The core project is then divided into six modules, each examining a specific time in the history of the Mediterranean, starting with “the dawn of civilization” (as defined by the authors), through the various empires which over the centuries have fought for and in the region, the Middle Ages, the industrial age, up to contemporary history. Each Module then examines a number of topics, ranging from population patterns, to trade, to spiritual life. Using the World History For Us All online curriculum, it builds these topics and linked lessons into a table using WHFUA headers, listed below:

  • WHFUA Key Theme 1: Patterns of Population 
  • WHFUA Key Theme 2: Economic Networks and Exchange
  • WHFUA Key Theme 3: Uses and Abuses of Power
  • WHFUA Key Theme 4: Haves and Have-Nots
  • WHFUA Key Theme 5: Expressing Identity
  • WHFUA Key Theme 6: Science, Technology, and the Environment
  • WHFUA Key Theme 7: Spiritual Life and Moral Codes

The site then has a Bibliography section which lists all sources – over 70 texts both by the project’s collaborators and external experts in the field.


Funzionalità:

The site is divided in limited in number and clearly named sections that allow for simple navigation and it offers a very rational structuring  of the information provided, which makes for ease of consultation.  The modules, as stated above, are clearly organised in a table of contents that permits the user to see at a glance topics and themes. 

However, on the day of reviewing, the site was presenting some problems: when trying to click on each Module’s summary, I was redirected to an error page with the following message from the developers: “Omeka has encountered an error. To learn how to see more detailed information about this error, see the Omeka Codex page on retrieving error messages”. Unfortunately this problem persisted over the days and didn’t allow for consultation of these specific pages.

The site also features a search function where site users can search contents by key words. However, there is no FAQ section.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

The starting point for this project is a belief of the common heritage of the peoples and nations of the Mediterranean, and a desire to move away from the purely European viewpoint which has characterised so much of the historical discourse over the decades (and perhaps centuries)towards a global history approach that includes others - from Africa to the Middle East. The strapline to the project is important: it talks about a “project for educators” – so this is aimed at those who tutor in History and related subjects.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    5
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

The website is clearly structured and navigation is simple and clear. The intent of the approach is laudable and the use of WHFUA structures and headers allows for a vast number of different and heterogeneous themes to appear organised and rational to the user. This structure also allows to easily and clearly identify topics of interests at a glance and minimises time-wasting, in my view.

The Bibliography section is particularly rich and can provide a really precious resource for those interested in this area of world history. I would have perhaps added hyperlinks to make this section even more immediately useful.  

However parts of the site don’t work and this is a minus point for the validity of the project. One wonders if the website is regularly updated or whether the project has simply concluded and is therefore, like all resources, destined to become obsolete with progress made in historical studies.


URL: http://mediterraneansharedpast.org/home
Tipologia: Pubblicazione di fonti secondarie
Firma: Anna Coassin
Immagine:
Data della recensione: 26 novembre 2021


Titolo:

Maddison Project Database 2020


Temi:

Il sito a cui mi ha portato il link del Moodle è una delle sezioni della pagina ufficiale della facoltà dell’economia e del commercio dell’Università di Groningen. La pagina che ho aperto è una delle cinque sottosezioni, che descrive il Maddison Project Database 2020, dicendo che è un database che fornisce dei dati sulla crescita economica comparativa e sui livelli di reddito nel lungo periodo. La sezione precedente riguarda gli anni delle versioni del Maddison Project Database, mentre le prossime tre riguardano i progetti degli anni 2018, 2013 e 2010.

Autori:

Il progetto è fondato dal Groningen Growth and Development Center, fondato all’interno del Dipartimento di Economia dell’Università di Groningen. Gli autori sono un gruppo di membri dello staff senior e junior, studenti di dottorato, personale di supporto e collaboratori di affiliati. L’attuale direttore è Robert Inklaar. Collaborano con The Conference Board, The Vienna Institute for International Economic Studies, European Union Commission services, World Bank, Asian Development Bank, OECD, Dutch Ministry of Economic Affairs, UK Overseas Development Institute, Sweden Tillvaxtanalys, ING Bank, McKinsey.

Contenuti e fonti:

Il progetto ebbe due funzioni diverse. All’inizio si occupava dell’analisi comparativa delle prestazioni economiche nel tempo e attraverso i paesi. Però, più recentemente si concentra sullo studio delle interazioni tra globalizzazione, tecnologia, cambiamento istituzionale e il suo impatto sulla crescita economica, sul cambiamento strutturale, sulla produttività e sulla disuguaglianza. Quest’ultima versione incorpora anche il lavoro disponibile degli storici economici sulla crescita economica a lungo termine. Sul fondo della pagina indicata si trova il link al documento delle stime dell’evoluzione dell’economia mondiale, che introduce nuovi concetti e risultati del database del progetto Maddison del 2020.

Funzionalità:

Il sito offre una sezione per ogni variante del Maddison Project Database. Quello del 2020 contiene due link. Uno fa scaricare il documento in formato Excel, mentre l’altro in formato Stata. Il documento scaricato contiene l’informazione sulle condizioni su come devono essere citati i testi. Andando giù, troviamo l’indirizzo della posta elettronica a cui ci si può rivolgere riguardo le questioni non trattate dalle indicazioni. Continuando avanti, troviamo due righe scritte sulla licenza e il finanziamento, mentre in fondo troviamo il link al documento delle stime dell’evoluzione dell’economia mondiale, trattata nel paragrafo precedente. Il sito è bene aggiornato.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo del Maddison Project Database 2020 è quello di fornire informazione sulla crescita economica comparativa e sui livelli di reddito nel lungo periodo, coprendo cento sessantanove paesi. Lo fa in modo aggiornato, ovvero prendendo in considerazione il recente lavoro di storici economici, il che significa che il materiale potrebbe interessare i ricercatori nel campo dell’economia oppure storia. Contenendo tutta l’informazione ricercata in un solo documento (con all’interno il testo, le immagini e i grafici), si mostra essere facilmente reperibile e consultabile. Inoltre, può interessare non solo i ricercatori, ma qualsiasi persona interessata all’andamento dell’economia.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Aprendo il link dato non mi sono ritrovato a descrivere il sito principale, ma solo una sezione di esso. La pagina è stata sin da subito chiara e semplice, con i colori chiari che rendevano la ricerca d’informazioni più facile.

Il sito sembra è ben aggiornato e contiene una sezione dedicata solo a staff, mentre il direttore ha persino una pagina a sé stante che riguarda solo lui. Gli sponsor e i partner del sito sono identificabili, come anche i materiali nel documento fornito. Ci sono gli indirizzi mail a cui si può scrivere per risolvere problemi non coperti dalle indicazioni date dal sito.

L’autopresentazione è concisa, forse anche un po’ troppo secondo me, ma è sicuramente esauriente. L’obiettivo è chiaramente dichiarato e corrispondente al contenuto, anche se l’obiettivo iniziale non sembrava concentrarsi così tanto sull’interazione tra la globalizzazione, la tecnologia e il cambiamento istituzionale quanto adesso. Poiché il sito compara i dati, cerca di dare molta attenzione all’obiettività dell’informazione, però ci avvisa che l’applicazione sistematica dell’approccio nuovo non porta a risultati storici coerenti alle attuali intuizioni degli storici economici.

Il sito tratta i temi economici, il che circoscrive il pubblico a cui si rivolge. Avendo le informazioni degli studiosi storici, potrebbe essere utile sia agli amatori del tema che ai professionisti. Ci sono dei criteri chiari sull’inclusione oppure esclusione di materiali, che vengono riassunti dal requisito di attribuzione che indica come i documenti originali devono essere citati. Se non possono essere citati in modo indicato, non possono essere usati.

Non conoscendo bene il tema, non posso dire se l’informazione contenuta contiene errori. Non contiene i dati originali, però la comparazione di essi lo è. Le bibliografie sono presenti nelle note del documento presentato.

Tutte le sezioni si aprono e funzionano. Non ho trovato malfunzionamento del sito.

URL: https://www.rug.nl/ggdc/historicaldevelopment/maddison/releases/maddison-project-database-2020
Tipologia: Analisi di dati
Firma: Arthur Jonathan Molin
Immagine:
Data della recensione: 26 novembre 2021


Titolo:

Bloomsbury Cultural History

Temi:

Il sito, in lingua inglese, permette l’accesso, tramite abbonamento, a una vasta collezione di oltre cento eBooks, alla serie digitalizzata Cultural Histories edita dalla Bloomsbury e a una serie di immagini della Wellcome Collection di Londra, del Metropolitan Museum of Art di New York e del Rijksmuseum di Amsterdam. Le Cultural Histories sono un progetto in più volumi di storia dall’antichità all’età moderna. Ogni serie affronta un tema diverso della storia e della cultura dell’uomo e ciascuna è divisa in sei volumi, ciascuno riguardante un periodo storico.


Autori:

Cercando l’autore del sito, l’unico rimando è un collegamento ipertestuale al sito Bloomsbury Digital Resources, sito della casa editrice Bloomsbury. Il diritto d’autore cita Bloomsbury Publishing Plc 2021.

Contenuti e fonti:

Buona parte del contenuto è costituito dalle serie Cultural Histories, studi composti ciascuno da sei volumi riguardanti altrettanti periodi storici: l’Antichità, l’Età Medievale, il Rinascimento, l’Illuminismo, l’età dell’impero, l’età moderna, e dal sito è possibile risalire agli argomenti affrontati, che offrono una buona panoramica di molti aspetti sociali e culturali della vita dell’uomo.

La maggior parte delle funzioni è a pagamento, ma gli strumenti di ricerca sono accessibili a qualsiasi utente e forniscono i piani di lezione e le guide per ricercare il materiale all’interno del sito. Selezionando la voce About dal menu iniziale, vengono date indicazioni sul sito stesso e sulla collana su cui si basa tutto il progetto. C’è un elenco delle tematiche affrontate nelle Cultural Histories, la lista con il comitato consultivo editoriale dei volumi, un sommario dei contenuti che sono stati presentati in primo piano nella home (con rimando ai volumi che li riguardano). È inoltre presente un video in cui vengono mostrate le diverse serie di libri intitolate Cultural Histories e in cui si specifica che la potenzialità di questa modalità di lavoro consiste nella possibilità di consultare e approfondire un preciso argomento in una determinata epoca storica. Il sito offre dunque la versione digitale di questi libri, a cui si aggiungono i molti eBooks, le collezioni di immagini e i piani per delle lezioni guidate. 

Altra parte del contenuto (sempre selezionabile dal menu della home) è costituita da indicazioni utili a chiunque voglia iscriversi tramite abbonamento annuale. Si spiega chi contattare, quali sono i vantaggi per gli abbonati, quali sono le statistiche di utilizzo, il materiale promozionale, si mostrano recensioni, una guida, informazioni su accessibilità e contatti. Si trova anche una voce intitolata Marc Records e KBART records, ma il link non porta a una pagina esistente.


Funzionalità:

La prima schermata che si incontra presenta una panoramica dei contenuti e delle informazioni presenti nel sito: è immediatamente visibile un menu di navigazione orizzontale con i pulsanti che permettono il ritorno alla home, di esplorare i contenuti, di saperne di più sul sito e di iscriversi. Segue al di sotto una barra di ricerca e poi un argomento in primo piano che salta subito all’occhio e che invita l’utente a cliccarci sopra. Facendo ciò si accede alla lista di tutti i volumi delle Cultural Histories correlati all’argomento in evidenza. Scorrendo ancora, il sito mette in mostra tutte le tipologie di ricerca che si possono svolgere al suo interno: topic, period, place, research and learning tools, how to use, timeline. Segue una striscia su cui scorrono le immagini delle copertine dei libri invitando l’utente a osservare la vastità e l’originalità delle tematiche trattate e portandolo a cliccare sulle immagini. Così facendo si arriva a una pagina in cui viene descritto il contenuto e indicato l’editore di ogni singolo volume. Alla fine della prima schermata si trova un riquadro con l’immagine in primo piano, che propone un piano di lezioni su un determinato tema. Cliccando qui si arriva a una pagina con un articolo sul tema, accompagnato dal nome dell’autore (selezionando il nome è possibile avere informazioni sulla sua carriera editoriale e visualizzare le pubblicazioni). L’articolo propone delle lezioni con tanto di suggerimenti sui testi da leggere prima della lezione, sulle domande di discussione e sui compiti a casa. Analizzata la home e le sue funzioni, passiamo all’esplorazione del sito usando i tasti in alto.

La funzione principale presente nel menu permette di esplorare i contenuti per luogo, periodo e argomento. Selezionando ciascuno dei termini della ricerca il sito porta a una pagina in cui è presente una lista completa dei contenuti e da cui è possibile un’ulteriore ricerca perfezionando i risultati, cioè aggiungendo specifiche per quanto riguarda l’intervallo di date, il periodo, il luogo, l’argomento e il tipo di contenuto. Si può anche salvare la ricerca appena effettuata. A fianco di ogni voce è specificato il numero di pubblicazioni relative ad essa.

Dal menu della home è poi possibile selezionare il tipo di contenuto: foto di oggetto museale, capitolo o libro della serie Cultural Histories, eBook, timeline, strumenti di ricerca e apprendimento. Per l’accesso a questi contenuti è necessaria l’iscrizione al sito e il pagamento di un abbonamento annuale, l’unico contenuto libero è quello dei piani di lezioni (sotto la voce “Strumenti di ricerca e approfondimento”).  


Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo del sito è offrire un completo, organizzato e ordinato catalogo dei propri servizi e delle proprie pubblicazioni, essendo un sito gestito dalla casa editrice Bloomsbury. Il servizio è rivolto a istituzioni di studio come le università, i college, le scuole e le biblioteche pubbliche. Il sito si propone di offrire in futuro risorse pedagogiche per aiutare l’apprendimento, fornendo piani di lezione collegati a contenuti online dal vivo. Inoltre, indica quali saranno i prossimi argomenti della serie Cultural Histories.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    5
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    2
Qualità di apparati descrittivi e guide:    4
Giudizio complessivo:

La navigazione all’interno del sito è piuttosto semplice, in quanto è costituito principalmente da link ipertestuali che permettono il collegamento con contenuti simili. A livello estetico il layout è ordinato e ben organizzato, è presente una guida per l’utilizzo e questo rende facile la ricerca e la selezione dei contenuti, che però non sono accessibili ai non abbonati. Il sito mette in mostra tutti i suoi contenuti e lo fa cercando di usare ottiche diverse (luoghi, tempi, temi, immagini) affinché l’utente possa interessarsi anche a una sola delle varie linee presentate e, spinto dalla curiosità o dalle esigenze di studio, procedere con l’acquisto del servizio. La presentazione e l’impaginazione possono di certo incuriosire gli studiosi, viste le tematiche originali e non tradizionali, ma non viene offerta la possibilità di valutare se il contenuto dei volumi corrisponda concretamente a quanto cercato dall’utente. Sarebbe utile inserire dei brevi estratti dai volumi; essendo libri autorevoli questo potrebbe convincere più persone ad abbondarsi, dato che è probabile che molti si sentano frenati dal dubbio di non ritrovare quello che speravano. Altro elemento assente è il prezzo dell’abbonamento, che sarebbe opportuno rendere pubblico. Il sito obbliga infatti a inviare una mail per richiedere l’informazione, e questo verosimilmente renderà l’indirizzo mail usato il destinatario di posta pubblicitaria da parte del gruppo Bloomsbury, che ancora una volta parlerà dei suoi contenuti ma senza offrire esempi concreti.


URL: https://www.bloomsburyculturalhistory.com/
Tipologia: Pubblicazione di fonti secondarie
Firma: Federica Cesarano
Immagine:
Data della recensione: 26 novembre 2021


Titolo:

COLD WAR INTERNATIONAL HISTORY PROJECT

Temi:

Il COLD WAR INTERNATIONAL HISTORY PROJECT (CWIHP) è ospitato nel sito del Wilson Center, istituzione fondata dal Congresso degli Stati Uniti nel 1968 come memoriale ufficiale del presidente Woodrow Wilson. Il Wilson Center si presenta come un forum per lo studio delle questioni globali (in evidenza in questo momento, ad esempio, il fenomeno dell’immigrazione su scala globale, il ritiro dall’Afghanistan, la violenza di genere, ecc.). Naturalmente la Guerra Fredda è uno dei temi con afflato globale che trova il suo spazio all’interno del forum e del sito del Wilson Center.


Autori:

Il progetto CWIHP è diretto da CHRISTIAN F. OSTERMANN Director, History and Public Policy Program; Cold War International History Project; North Korea Documentation Project; Nuclear Proliferation International History Project – Per la lista completa degli autori cfr. la sezione Authors


Contenuti e fonti:

La landing page del progetto CWIHP si apre sulla sezione RICERCA E ANALISI. I contenuti di questa sezione comprendono post, eventi, link esterni, pubblicazioni sul tema della Guerra Fredda. A titolo di esempio, in evidenza (novembre 2021) l’analisi di due documenti KGB declassificati relativi a Operation HORIZON: A KGB Counterintelligence Operation against the West più altri contenuti sulla Guerra Fredda in India, ancora sul KGB e sulla corrispondenza Tito-Kim.

 La navigazione della pagina del progetto permette inoltre l’accesso all’archivio digitale DIGITAL ARCHIVE – International History Declassified

https://digitalarchive.wilsoncenter.org/ e al blog SOURCE AND METHODS https://www.wilsoncenter.org/blogs/sources-and-methods. Queste due risorse digitali sono condivise anche con altri progetti presenti all’interno del sito del Wilson Center.

 Per quanto riguarda il CWIHP il blog mette in evidenza, al momento in cui scriviamo, un post che svela i dettagli dell'Operazione NETTUNO, una campagna di disinformazione dell'ex servizio di intelligence cecoslovacco volta a diffamare personaggi pubblici della Germania occidentale attraverso documenti nazisti contraffatti.

 Il contenuto dell’archivio digitale International History Declassified è ricchissimo. Nella sezione relativa alla Guerra Fredda i documenti (fonti primarie) sono organizzati in collezioni che spaziano dalle origini della Guerra Fredda al collasso dell’URSS attraversando tutti gli eventi rilevanti per la Guerra Fredda fra il 1945 e il 1995 come ad esempio Stalin, Guerra di Corea, Guerra d’Indocina, Vietnam, Ungheria, Cuba, Euromissili, ecc.

 Infine, nella landing page CWIHP sono presenti due sezioni relative alle pubblicazioni del progetto (working papers, bollettini, libri) che è possibile scaricare in formato pdf e ai podcast.

 I materiali provengono da archivi governativi declassificati e da contributi originali di ricercatori e studiosi di fama internazionale.


Funzionalità:

Per visualizzare i contenuti basta scorrere la pagina verso il basso. Dal body della pagina è possibile accedere alle ricerche più recenti, al blog e all’archivio digitale.

Il blog si naviga in modo sequenziale. Possibile filtrare i post per argomento e ordinarli per cronologia o per rilevanza.

Il motore di ricerca – accessibile dall’header della pagina – è efficace e risolve facilmente anche query complesse.

L’archivio digitale si può interrogare per area geografica, per collezione o per tematica. In quest’ultima modalità tramite un cursore che percorre la freccia del tempo (timeline) dal 1945 al 1995 si accede ai documenti in base alla cronologia. La pagina iniziale dell’archivio digitale presenta sia i contenuti aggiunti di recente sia le collezioni poste in evidenza (featured).

I contenuti sono stampabili e condivisibili anche tramite canali social. Mentre si naviga un contenuto, sulla destra compare un pop up (EXPLORE MORE) che mette in evidenza e permette l’accesso a contenuti affini o di particolare attualità. In fondo al body della pagina è posto un carousel tramite il quale si possono sfogliare ulteriori analisi ed approfondimenti. I contenuti hanno un tag che li raggruppa per tematica ma è assente la tag cloud che renderebbe sicuramente la ricerca più agevole. Infine, ogni contenuto è visualizzabile sia in traduzione inglese che in formato originale (digital scan).


Obiettivi e pubblico di riferimento:

Il Cold War International History Project pubblica materiali storici che vengono resi disponibili dai governi che furono coinvolti nella Guerra Fredda. CWIHP sfrutta le risorse digitali (DIGITAL ARCHIVE e blog SOURCE AND METHODS) per integrare la storiografia della Guerra Fredda con nuove fonti, materiali e prospettive provenienti dall'ex "blocco comunista" e dal mondo non occidentale più in generale. Il progetto si propone anche di trascendere le barriere linguistiche, regionali e della specializzazione per creare nuovi legami tra gli studiosi interessati alla storia della Guerra Fredda.

CWIHP intende permettere a studiosi, giornalisti, studenti di approfondire aspetti della Guerra Fredda finora poco o per nulla studiati e di valutare le sue numerose eredità contemporanee.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Diciamo subito che il progetto soffre un po’ per mancanza di autonomia. Il fatto che la sua landing page sia incastonata nel sito del Wilson Center mi ha inizialmente disorientato. Una volta compreso che CWIHP è un progetto di un programma fra i tanti di cui si occupa il Wilson Center e che si avvale di risorse (archivio digitale e blog) comuni anche ad altri progetti, la navigazione dei suoi contenuti procede abbastanza spedita. Autorevolezza, credenziali degli autori, affidabilità dei contenuti (in gran parte materiali originali ora declassificati) mi sembrano di assoluto rispetto. La landing page del CWIHP si presenta in modo conciso ed esauriente. Molto efficace l’accesso ai contenuti, soprattutto quello all’archivio digitale grazie al cursore che scorre sulla barra del tempo. I contenuti sono sempre in linea con gli obiettivi dichiarati e la frequenza con la quale vengono aggiornati mi è sembrata molto elevata. L’obiettività mi pare assicurata soprattutto dal fatto che molti materiali sono documenti originali. L’architettura e la grafica non sono sicuramente il punto di forza del sito il cui valore risiede essenzialmente nei contenuti (fonti primarie) che mette a disposizione. I contatti sono facilmente reperibili.


URL: https://www.wilsoncenter.org/program/cold-war-international-history-project
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Firma: Giorgio Donato
Immagine:
Data della recensione: 26 novembre 2021


Titolo:

Histography. Interactive Timeline of History

Temi:

Histography è un progetto, in lingua inglese, che consiste in una linea del tempo interattiva che abbraccia 14 miliardi di anni di storia dal Big Bang al 2015. La timeline tocca vari aspetti importanti della storia (letteratura, musica, arte, guerre, costruzioni,  rivolte, disastri, nazionalità, scoperte, omicidi, politica, diritti delle donne, religione e imperi) e li dispone orizzontalmente sotto forma di tanti “pallini scuri”  in ordine cronologico e con densità maggiore man mano che ci si sposta verso il presente. Inoltre, Histography è una “one page site”, cioè un sito internet composto da un’unica pagina in cui sono contenute tutte le informazioni.

Autori:

Il creatore del progetto è Matan Stauber, un designer dell’interazione e sviluppatore israeliano che vive attualmente a San Francisco e lavora come interface designer alla Apple. Per Histography ha vinto diversi premi tra cui: Awwwards - Honorable Mention, HOW Design - Merit Winner International Design Awards, One Page Awards – SOTD e il Design Award Asia – SOTD.
Non risulta avere una formazione in ambito storico, si è infatti laureato alla Bezalel Academy of Arts and Design: il sito è stato il suo ultimo progetto studentesco all’Accademia sotto la  supervisione del professore Ronel Mor.

Attraverso la voce About del menu, che è un link esterno che porta alla sua pagina personale, Stauber spiega le finalità del progetto, inserendo anche la sua e-mail personale e una breve spiegazione sul funzionamento del sito mediante l’utilizzo di un filmato e un’animazione.


Contenuti e fonti:

Il sito è in versione Beta, cioè ancora in fase di sviluppo.

L’anno di realizzazione dell’interfaccia web e del progetto non viene specificato. Si è, però, all’occorrente dell’anno in cui ha ottenuto il premio Awwwards, cioè nel 2015.

Il sito attinge le sue informazioni da Wikipedia.

Selezionando un evento storico, compaiono spesso tre link (rimangono sezioni interne alla pagina): il primo consente la lettura della Wiki page, il secondo apre un video di approfondimento (proveniente da YouTube) e, infine, il terzo permette di visualizzare gli eventi correlati nella linea del tempo.

Gli approfondimenti nella Wiki page, grazie anche all’ausilio di immagini, sono spiegati in modo chiaro, riassuntivo e con tutti gli avvenimenti più significativi di quell’evento storico.

Inoltre, alla fine della pagina si possono trovare, anche se raramente, dei riferimenti bibliografici utilizzati dall’autore a supporto delle informazioni reperite da Wikipedia.

Gli approfondimenti (e in generale il sito) non hanno subito degli aggiornamenti, infatti l’ultimo edit è avvenuto nel 2015.


Funzionalità:

Il layout è semplice e originale: la ricerca può essere effettuata sia per categorie (risultando, dunque, più mirata) dove viene anche specificato il numero di eventi disponibili per ciascun ambito d’interesse, sia direttamente sulla timeline con tutti gli eventi storici.

Un cursore, posto sotto la linea del tempo, permette di scorrerla velocemente, ma anche di selezionare un intervallo temporale a nostro piacimento.

Premendo sull’evento interessato, compare una finestra modale che comprende spesso al suo interno, oltre ad un’immagine o gif rappresentativi del topic, tre diversi link per l’approfondimento dell’evento selezionato.

Inoltre, è possibile effettuare un ulteriore ricerca più mirata, grazie ad una tendina (appare e scompare all’hover del mouse) che suddivide la linea del tempo in periodi storici (Inizio, Formazione della terra, Medioevo, Rinascimento, Età industriale, ecc.).

Premendo sul logo o sul quadrato celeste, posto sopra la linea del tempo, si finisce nell’ Editorial stories: qui, la ricerca può essere effettuata solo per determinati eventi che vengono selezionati dalla timeline principale.

Per di più, la linea del tempo appare sotto forma di spirale 3D che aumenta o si riduce in base alla posizione cronologica dell’evento selezionato: se si sceglie un evento del 2015, la spirale risulta completa.

È presente una base musicale di sottofondo che può essere disattivata dal menu orizzontale.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’obiettivo è quello di consentire ai suoi fruitori di poter effettuare ricerche o approfondimenti, in modo gratuito e senza iscrizione, su numerosi eventi storici direttamente da un sito web.

La volontà è quella di offrire all’utente, rappresentato dal giovane studente ad un semplice appassionato di storia, un’ampia esplorazione su varie tematiche, come la letteratura, la musica, la politica, le guerre e tante altre ancora.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    2
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    4
Giudizio complessivo:

Il mio giudizio è nel complesso negativo, in quanto il sito riporta svariati difetti:

·         Alcuni eventi storici del 2015 sono catalogati sotto il 2016.

·         Risulta difficile trovare immediatamente l’evento interessato, anche se cercato in base all’argomento, in quanto appare sotto forma di pallino e, solamente dopo averlo selezionato, si scopre di quale evento si tratta.

·         La mancanza di ulteriori lingue, oltre all’inglese, rischia di limitare la comprensione del sito per una parte degli utenti.

·         Gli eventi correlati, a quello selezionato, non rispecchiano sempre una logica condivisibile da un utente: ad esempio Mozart correlato ai Beatles.

·         I link degli approfondimenti e/o dei video non sono sempre presenti e questi ultimi, probabilmente causa copyright, certe volte non sono disponibili per la visualizzazione.

·         Negli eventi, provvisti di bibliografia, sono assenti le note a piè di pagina, quindi, risulta difficile individuare le informazioni da consultare nel testo cartaceo.

Tutto questo, probabilmente, è causato dai mancati aggiornamenti del progetto (non avvengono dal 2015): il sito, così, rischia di risultare poco affidabile e utile, ma anche di difficile lettura. Inoltre, i contenuti corrispondono parzialmente agli obiettivi esposti, perché l'autore prevedeva che i contenuti e gli eventi si auto-aggiornassero quotidianamente, cosa che in realtà non è avvenuta. Un aspetto del sito da apprezzare è, però, la disponibilità di suddividere gli eventi in categorie differenti: infatti, gli eventi non inerenti all’argomento spariscono dalla linea del tempo.


URL: https://histography.io/
Tipologia:
Firma: Alessia Tomat
Immagine:
Data della recensione: 26 novembre 2021


Titolo:

BeWeb - Beni ecclesiastici in web

Temi:

Focus tematico del portale sono i beni del patrimonio ecclesiastico italiano, di cui si vuole evidenziare il valore non solo storico-artistico ma anche pastorale, catechetico, liturgico e teologico. Il sito vuole dare visibilità al lavoro di censimento svolto da parte delle diocesi italiane e degli istituti culturali ecclesiastici del patrimonio di carattere storico, artistico, architettonico, archivistico e librario da loro posseduto.

Autori:

L’indicazione degli autori del progetto (né dei singoli articoli) non è esplicita, ma dalla navigazione di alcune sezioni (come i Contatti, facilmente reperibili) si capisce chiaramente che si tratta di un progetto dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). La banca dati è implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali ecclesiastici, mentre lo sviluppo e l’integrazione con altri portali sono realizzati in collaborazione con enti quali l’Anagrafe delle Biblioteche Italiane e il Servizio Bibliotecario Nazionale e con alcuni progetti internazionali quali Material Evidence of Incunabula coordinato dal Consortium of European Research Libraries. Il sito si propone come uno strumento di dialogo con le istituzioni. Ad approfondire il tema dell'autorialità e delle collaborazioni che hanno permesso lo sviluppo del portale e la sua costante implementazione e il suo aggiornamento sono alcuni articoli e in particolare un video reperibili tra gli "Approfondimenti su BeWeb" elencati nella sezione Cos’è BeWeb?. Questo approfondimento è utile ed esaustivo, ma ritengo improbabile che gli utenti in cerca dell'indicazione autoriale guardino l'intero video: sarebbe utile un abstract che indichi il suo contenuto.

Contenuti e fonti:

I contenuti sono per lo più articoli testuali, accompagnati da fotografie, oppure articoli che danno conto di eventi programmati di interesse per gli utenti, come webinar, conferenze, notizie di restauro. I contenuti sono organizzati per categorie che propongono percorsi di navigazione tematici, come ad esempio Percorso d’arte e di fede, che espongono i beni ecclesiastici censiti. Questi percorsi sono navigabili a partire da landing page costituite da un articolo introduttivo di riflessione su temi religiosi, spirituali e teologici, oltre che artistici, e propongono nella colonna a sinistra delle periodizzazioni, cliccando sulle quali si viene indirizzati su una pagina che propone fotografie di particolari artistici (ad esempio un portale, un altare,…) del periodo cronologico scelto e collegati tramite tag al tema (in questo caso Percorso d’arte e di fede -> Le fonti di acqua viva nella diocesi di Cuneo).

In fondo all’articolo sono proposti link di approfondimento e percorsi collegati (in questo caso, ad esempio, Alcuni battesimi da visitare, che propone una mappa, su cui sono indicate le fonti battesimali censite, e Il battesimo nelle visite pastorali). La colonna a destra, invece, propone una bibliografia di approfondimento, con un’utile funzionalità: cliccando su ciascun record bibliografico si viene rimandati a una landing che indica, da un lato, in quali biblioteche italiane si trova e, dall’altro, i dettagli bibliografici (autore, editore, codice ISBN,…). Una sintesi aggiornata a piè di pagina indica i numeri del progetto BeWeb, che al momento della visita (novembre 2021) sono: 226 diocesi coinvolte, 191.044 beni archivistici, 4.135.442 beni storici ed artistici, 1.863  istituti culturali ecclesiastici, 66.390 beni architettonici, 7.946 persone, famiglie, enti, 7.049.907 beni librari, 492 voci di glossario.


Funzionalità:

L’interfaccia utente è di primo acchito molto chiara, pensata per facilitare la navigazione attraverso un doppio menu principale: in alto troviamo le voci dedicate ai contenuti e oggetti d’interesse del sito stesso, oltre alla Home: Beni architettonici, Beni storici e artistici, Beni librari, Beni archivistici, Istituti culturali. Sotto, invece, le voci di menu più propriamente dedicate alla navigazione: Cos’è BeWeb, Eventi e News, #testimonidifuturo, Percorsi e approfondimenti. Per rendere più chiara l’organizzazione dei contenuti, le landing page dedicate alle diverse tipologie di beni sono associate a diversi colori: cliccando su una sezione del menu in alto, lo sfondo del logo del progetto e alcuni altri dettagli cambiano colore. Di contro, non è molto chiara la differenza di contenuto tra le sezioni dedicate ai beni inventariati e la sezione Percorsi e approfondimenti. In quest'ultima, in particolare, sono presenti parole chiave e tag come #artisti #biblioteche #iconografia #pittura, che dovrebbero facilitare la navigazione e l'approfondimento da parte dell'utente, ma che rischiano di aumentare la confusione perchè molto vaghe e quindi non utili alla ricerca, perchè potenzialmente riferibili a tutti i beni inventariati; cliccando su una parola chiave si viene indirizzati su un’altra pagina decisamente user-friendly, grazie alle opzioni di navigazione proposte in alto (compresa la possibilità di scegliere tra una visualizzazione a griglia o a elenco) e nella colonna a sinistra, dove poter ricercare agevolmente la collocazione geografica del bene patrimoniale (collegato alla parola chiave scelta)In ciascuna landing sono caricati articoli di diverso tipo, dagli eventi in programma agli approfondimenti. Interessante, poi, la funzionalità della sezione Beni librari, che è il portale del Polo SBN di Biblioteche Ecclesiastiche, polo tematico inquadrato nel Servizio Bibliotecario Nazionale, che dà la possibilità, tra le altre cose, di navigare tra le biblioteche ecclesiastiche italiane, selezionabili per regione, e di cercare testi nel catalogo. Per stessa affermazione del portale, BeWeb è da intendersi come un work in progress: dal video menzionato sopra si apprende che il progetto esiste da circa 20 anni, periodo nel quale è stato via via implementato e aggiornato. La buona intenzione di creare un sito multilingue (l’apposito menu a tendina a destra nell’header offre la possibilità di navigare in inglese, francese, tedesco e spagnolo, oltre all’italiano) non è supportata dalla prova pratica: a venire tradotti sono solo le voci di menu e le maschere della ricerca, ma non i contenuti. Risulta invece buona la maschera per la ricerca, posta in alto nella homepage, che propone una ricerca semplice (Google-like oppure selezionando un luogo e/o una categoria tra quelle presenti in un menu a tendina che propone i diversi tipi di beni censiti e diversi soggetti coinvolti), oppure avanzata. Una funzionalità, questa, che risulta molto utile per ricercatori e studiosi che debbano fare ricerche mirate.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

L'obiettivo del progetto ha una valenza in primo luogo di informazione ed esposizione di contenuti artistici-architettonici e storici, ma approfondendo la navigazione attraverso la lettura dei testi e seguendo i percorsi proposti emerge l'aspetto religioso e spirituale. Per questo il pubblico può essere vario, ma principalmente costituito da un lato da storici dell’arte, insegnanti, museologi, conservatori, studenti e ricercatori, che possono avvalersi soprattutto delle mappe, del glossario e dei cataloghi, e dall'altro lato teologi e catechisti.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    2
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    3
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    1
Giudizio complessivo:

Il sito si segnala per l'organizzazione della homepage e delle diverse sezioni, raggiungibili dalle voci del menu principale. La presentazione del progetto stesso (in Cos’è BeWeb?) è piuttosto estesa, non concisa, ma abbastanza esaustiva, a eccezione dell’indicazione dell’autorialità: gli enti e le istituzioni partecipanti sono di sicura reputazione, ma si sente la mancanza di un’esplicitazione delle figure direttamente coinvolte. Quanto all’organizzazione dell’interfaccia, rilevo alcuni problemi come l’organizzazione del menu su due righe, che risulta un po’ pesante e che forse sarebbe stato possibile raggruppare in una singola voce Patrimonio, cliccando sul quale un menu a tendina potrebbe contenere Beni architettonici, Beni storici artistici, Beni librari e Beni archivistici, ciascuno da sviluppare in una propria landing page. Inoltre la grande quantità di news, ciascuna con ampia fotografia, può far risultare la home un po’ troppo “affollata”: sarebbe stato forse meglio caricare in homepage soltanto le tre-quattro più recenti, in uno slider, raccogliendo le altre nell’apposita sezione Eventi e News. Per il resto, BeWeb è aggiornato in modo costante: ne sono un esempio proprio le news caricate nella homepage. Complessivamente, il portale è molto ricco di materiali, articoli e maschere di ricerca in catalogo, anche di tipologie diverse, e può risultare di non semplice orientarsi all’interno del sito. Per risolvere questo problema potrebbe essere utile semplificare il layout, rendere più esplicite le differenze di contenuto delle diverse sezioni e mettere a disposizione una semplice guida alla navigazione.


URL: BeWeb
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Silvia Granziero
Immagine:
Data della recensione: 27 novembre 2021


Titolo:

Maddison Project database 2020

Temi:

Fin da subito nella home page, Maddison Project fornisce una auto-presentazione concisa e soddisfacente. Infatti, leggendo l’abstract, capiamo che il sito è un progetto di ricerca accademica che fornisce statistiche economiche come PIL, PIL pro capite e produttività del lavoro di 169 paesi nel mondo, fino al 2018. Tali statistiche vengono presentate attraverso grafici tabellari (in formato Excel) che permettono di comparare a lungo termine i diversi livelli di crescita delle nazioni.

Autori:

Nella sezione “About us”, possiamo trovare informazioni sugli autori del progetto. Vediamo infatti che Maddison Project è stato lanciato dal Groningen Growth and Development Centre (GGDC). Si tratta di una equipe di economisti che lavora presso l’università di Groningen. Questi raccolgono costantemente i dati degli indicatori economici di stati dislocati in tutti i continenti. Inoltre, il sito, nella sezione "Experts", mette a disposizione il curriculum vitae di ogni membro. Quindi da ciò, possiamo constatare che Maddison Project sia lavorato da esperti del settore economico. Possiamo allora ritenere che i risultati della loro ricerca siano affidabili.  

Contenuti e fonti:

Maddison Project fornisce fonti primarie che vengono sistemate e organizzate all’interno di grafici tabellari, in modo da poter comparare lo sviluppo economico dei paesi. Tali fonti sono redatte dagli studi compiuti da ogni membro del gruppo di lavoro. Inoltre, nel sito non vengono solo presentati dei grafici, bensì anche fonti bibliografiche scaricabili, e link che rimandano ad articoli di riviste scientifiche di economia. Queste ultime sono messe all’interno di lunghi elenchi in cui troviamo anche i loro dati e metadati.

Passando ai contenuti, possiamo notare che questi sono raggruppati secondo un’organizzazione tematica. Infatti, nella barra del menù troviamo diverse sezioni e argomenti relativi a specifiche tematiche economiche. La sezione che sembra risultare la più interessante per effettuare una ricerca a carattere storico è quella denominata "Historical Development". All’interno di essa vengono proposte diverse statistiche tramite cui si ha la possibilità di confrontare le differenti crescite economiche delle nazioni nel corso della storia. La visibilità di questi contenuti è di facile accesso. Tuttavia, qualora un utente non avesse il programma Excel sul proprio dispositivo, non potrebbe accedere ai contenuti offerti. Nonostante ciò, i grafici tabellari sono in continuo aggiornamento. Questo ci fa capire che il progetto di ricerca non è stato abbandonato. 

Funzionalità:

Dal punto di vista delle funzionalità, Maddison Project è impeccabile. Il design del sito risulta gradevole. Nella home page vengono da subito presentate delle schede tramite cui si accede ai contatti, agli articoli di ricerca e ai progetti compiuti dal GGDC. In alto troviamo la barra del menù che permette all'utente di spostarsi rapidamente da un contenuto all’altro e di focalizzarsi su precisi temi. Qualora non trovassimo uno specifico argomento, la sezione "search" offre l’opportunità di fare una ricerca avanzata. 


Obiettivi e pubblico di riferimento:

Tramite la strutturazione dei grafici, Maddison project ha lo scopo di tracciare l’andamento dell’economia mondiale nell’ultimo millennio, in modo da poter analizzare le sue fasi di crescita e di crisi. I risultati che emergono dalla redazione dei grafici statistici sono degli inediti. Questi però non sono di agevole comprensione. Infatti, per capire pienamente le statistiche presentate, bisogna possedere conoscenze basilari di economia. Allora possiamo ritenere che i contenuti presenti nel sito sono indirizzati a un pubblico accademico che si occupa di business & management. Maddison Project non si offre quindi come un lavoro didattico, bensì come un progetto di ricerca.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Il sito in questione persegue lo sviluppo di contenuti statistici inediti relativi all'economia mondiale. Tuttavia, a mio parere, il progetto potrebbe integrare ulteriori contenuti e funzionalità. Ad esempio, se si aggiungessero alcune mappe interattive, la comprensione dei risultati ottenuti sarebbe molto più intuitiva. Ciononostante, il sito diviene una grande risorsa per gli studi economici nazionali ed internazionali. Infatti, facendo una ricerca sul web, troviamo che illustri economisti di fama mondiale utilizzano tale progetto di ricerca per effettuare i propri studi. Quindi Maddison Project è una fonte indispensabile di dati che riguardano il debito pubblico, la crescita economica e la produttività del lavoro per la gran parte degli stati presenti nel mondo. 


URL: https://www.rug.nl/ggdc/historicaldevelopment/maddison/releases/maddison-project-database-2020
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Firma: Matteo Pribaz
Immagine:
Data della recensione: 27 novembre 2021


Titolo:

The Journals of the Lewis and Clark Expedition Online

Temi:

Il sito permette di accedere ad un database contenente quasi cinquemila pagine di diari e annotazioni del gruppo di esploratori, guidati da Lewis e Clark, alla scoperta delle meraviglie naturali delle grandi pianure e delle popolazioni nel Nord America occidentale. Questa ampia fonte primaria digitalizzata è corredata da testi supplementari, immagini (disegni, mappe e foto) e materiali audiovisivi che ne arricchiscono il contenuto.

Autori:

L'idea per il progetto digitale è stata concepita originariamente da Stephen Hilliard (direttore ad interim della University of Nebraska Press) ed è frutto della collaborazione tra il Center for Great Plains Studies dell'Università del Nebraska-Lincoln, il Digital Research in the Humanities facente parte dell’UNL Libraries e la University of Nebraska Press.  Oltre agli stessi ricercatori e tecnici dell’Università, hanno fatto parte del consiglio consultivo per la creazione del sito in questione anche Roberta Leigh Conner e Germaine White, rispettivamente membro delle tribù confederate della riserva indiana di Umatilla-Cayuse, Umatilla e Nez Perce e membro iscritto delle tribù Salish e Kootenai.

Contenuti e fonti:

The Journals of the Lewis and Clark Expedition Online è una trasposizione digitale del lavoro di editing documentale condotto presso il Center for Great Plains Studies dell'Università del Nebraska-Lincoln dal team di Gary Moulton. La prima fase del progetto, iniziato già nel 1979 con la raccolta di varia documentazione derivante da numerosi archivi (es. biblioteca dell'American Philosophical Society, Beinecke Library della Yale University,etc), si è conclusa con la pubblicazione del set di tredici volumi nel 1999 ed ha valso a Moulton, professore di Storia Americana presso l'Università del Nebraska, il J. Franklin Jameson Award dell'American Historical Association.

Come già accennato, il sito consente l’accesso al database contenente le diverse voci dei 6 diari originali tenuti dal corpo di spedizione di Lewis e Clark tra il primo settembre 1803 e il 30 settembre1806, costituendo la raccolta più completa prodotta sino a quel momento (l’ultimo aggiornamento relativo ai diari risale a marzo 2005). Sebbene da uno scritto dello stesso Lewis, che aveva ordinato a tutti i sergenti di tenere dei diari, emerge che fossero sette gli uomini a tenere un diario e non sei.

Ognuna delle suddette voci diaristiche è di norma suddivisa in due sezioni, accanto alla descrizione degli accadimenti della giornata vi è un testo riferito all’andamento del viaggio e alla distanza percorsa durante la giornata. Il testo è opportunamente accompagnato da numerose note che danno conto di informazioni geografiche, biologiche ed etnografiche.

La versione digitale del progetto prevede inoltre tre directory dedicate ad approfondimenti sul tema: “libri e saggi”, “immagini e mappe” e “audio e video”. In particolare, nella prima sezione dedicata a libri e saggi sono presenti 21 articoli (+1 esterno al sito con link per collegamento diretto a J-Stor) e 3 libri editi dalla University of Nebraska Press, ognuno dedicato ad una delle grandi tematiche affrontate dalla spedizione: le scienze naturali, la scoperta delle grandi pianure occidentali e delle popolazioni native americane incontrate.  La galleria di immagini propone una vasta raccolta delle scansioni della documentazione originale (diari, disegni e mappe) e fotografie, quest’ultime realizzate tra 1860 e 1890 e quindi non rappresentano individui o villaggi reali incontrati dalla spedizione.

Infine, è interessante sottolineare la presenza, nella directory dedicata ai materiali audiovisivi, di numerose prospettive dei nativi americani (ovviamente anche in questo caso non coeve, ma ugualmente indispensabili).


Funzionalità:

I file testuali presentati in un formato full-text search (TEI-XML P5) permettono un’interrogazione facilitata del database. Fondamentale per agevolare la ricerca è la scelta del team di sviluppo di utilizzare un’ortografia standardizzata, ossia pur essendo state utilizzate varie grafie per la stessa parola è possibile accedere a tutti i documenti riferiti a quel determinato contesto attraverso una qualsiasi delle grafie o, nel caso di termini desueti, il loro corrispettivo attuale. Fra le funzioni più interessanti è il collegamento ipertestuale con i documenti che precedono e seguono cronologicamente quello che si sta esaminando, in modo da permettere all’utente di seguire agevolmente l’andamento della spedizione. Ovviamente sono presenti numerosi filtri che permettono di delimitare ulteriormente il quesito posto attraverso la funzione “ricerca avanzata”.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

L’edizione online dei Journals è il frutto della fase conclusiva di un progetto più che ventennale, nello specifico questa fase ha avuto inizio nel 2003 con il lancio di un sito pilota contenente 200 pagine di diari per giungere all’apice nel marzo del 2005 con la pubblicazione delle ultime pagine.

Lo scopo principale di questa edizione è quello di fornire agli utenti finali non solo un testo affidabile e completo che risulti il più possibile depurato da interferenze editoriali, ma soprattutto, attraverso la ricercabilità del testo completo e la facilità di navigazione, restituire uno strumento utile agli studiosi che intendono approcciare la materia in questione. Tra gli obiettivi dichiarati il Journals of the Lewis and Clark Expedition Online intende essere anche un sito Web coinvolgente per il pubblico in generale.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    5
Qualità grafica, impatto visivo:    2
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

Il progetto in analisi ha due punti di forza principali, ossia la qualità e completezza dei contenuti e delle fonti, come descritto nella apposita sezione, e il valore delle giude, acessibili attraverso la directory “about” nella landing page e il link sempre presente a fondo pagina.

Nonostante queste caratteristiche positive, che lo rendono un prezioso strumento di ricerca, il sito è datato e carente dal punto vista grafico. Ad oggi, secondo il mio parere, difficilmente può risultare coinvolgente per il vasto pubblico come invece figura negli obiettivi generali. In breve:

-       mancano completamente visualizzazioni dinamiche, che ben si presterebbero a descrivere e migliorare la georeferenziazione delle differenti tappe della spedizione;

-       il formato con il quale le mappe sono state caricate ha una funzione zoom rudimentale, che non permette una precisa navigazione delle stesse;

-       l’ultimo aggiornamento della documentazione risale al 2005, infatti la datazione degli articoli e libri contenuti nel sito va dal 1956 al 2004.


URL: home page di The Journals of the Lewis and Clark Expedition Online
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Firma: Laura Antonini
Immagine:
Data della recensione: 27 novembre 2021


Titolo:

Mapping Globalization


Temi:

Il sito del progetto è suddiviso in tre sezioni principali: quella relativa alle Mappe ( che si offre di fornire delle prospettive geografiche in merito alla globalizzazione); una sezione definita “Narratives” ( che si offre di raccontare grazie anche all'ausilio di animazioni i vari processi di globalizzazione); infine un'ultima sezione “Data and Analysis” nella quale i diversi dati vengono raccolti e analizzati grazie anche all'aiuto di sistemi realizzata dalla NetMap Analytics la quale è stata sfruttata per realizzare dette tecniche per esplorare visivamente delle rotte commerciale contemporanee.


Autori:

Il progetto, realizzato in associazione con la Princeton University e la University of Washington, è portato avanti da un gruppo di ricercatori, composto da nove persone, i cui nomi sono facilmente individuabili all'interno del sito stesso. Tali nomi sono raggruppati in tre categorie: quelli che partecipano al progetto dal 2006 (anno di inizio dello stesso), quelli subentrati in seguito (principalmente dal 2007 ) ed infine quelli che non contribuiscono più alla ricerca, ma lo hanno fatto i passato.


Contenuti e fonti:

Le fonti principali del sito non sono ben chiare, poiché il link alla bibliografia non è funzionante. Il progetto sembra inoltre appoggiarsi anche sul pubblico stesso, poiché citando testualmente gli autori del sito: “We welcome additional materials for inclusion and suggestions for links to related resources.”


Nella prima delle 3 sezioni, ossia quella relativa alle mappe ci viene fornita un'introduzione sull'importanza delle suddette nello studio della globalizzazione, poiché forniscono una collocazione geografica e soprattutto un'area di azione dei vari processi di globalizzazione. Il link per la visione di tutte le mappe non sembra essere accessibili, ma le stesse sono visionabili attraverso i link presenti sulla destra della schermata che le suddividono in diverse categorie ( da suddivisioni temporanee, a geografiche, tipologiche e in base all'oggetto della trattazione, sia esso il commercio, viaggi, malattie,..)


Nella seconda sezione ossia “Narratives” il progetto si propone di analizzare due processi di globalizzazione: quello migratorio e quello legato alla formazione di imperi.

Per quanto riguarda i processi migratori il progetto tratta di quelli relativi: all'Asia, all'Eurasia, all'Europa, una sezione intitolata “The Genetics of Prehistoric Migration” (che tratta dei processi migratori e di scambio a livello genetico avvenuti nella preistoria”, alle popolazioni euroasiatiche ed infine quella relativa alla fuoriuscita delle prime specie di esseri umani dall'Africa.

Mentre nella sezione relativa agli imperi tratta di: Alessandro Magno, le invasioni dei Goti e l'Impero Bizantino (nessuno dei tre link è funzionante).


La terza sezione intitolata “Data and Analysis” è anch'essa suddivisa in 2 sezioni: quella relativa al Network Analysis e la seconda intitolata “NetMap Studies of World Trade”.

La prima delle due risulta essere una raccolta di link che indirizzano a ad articoli di “network science” e a software sviluppati in maniera specifica per la network analysis.

La seconda invece raccoglie mediante delle tabelle suddivise per aree geografiche dei dati relativi ai commerci tra le varie arre del Mondo, fornendo delle percentuali annue. Tali percentuali sembrano essere dei link che però non sono accessibili.


Funzionalità:

Le funzionalità del sito sembrano voler essere quelle di catalogazione di dati relativi alla globalizzazione per poi metterli in relazione a materiali visivi, quali mappe ed animazioni che però non sono accessibili o funzionanti.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

Il sito è realizzato con l'intento di essere utile a chiunque si occupi di globalizzazione offrendosi come fonte di risorse per studenti, istruttori e ricercatori.

L'obbiettivo principale sembra essere quello di rendere il lavoro empirico sulla globalizzazione (quindi partendo da nozioni derivate dall'esperienza diretta, pratica) il più accessibile possibile.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    1
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    2
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    4
Giudizio complessivo:

Il sito risulta essere abbastanza chiaro nella sua suddivisione interna dei contenuti, presentando inoltre una non proprio breve introduzione del sito stesso.

Innumerevoli sono i link non funzionanti, che però sono fondamentali per la visualizzazione dei dati stessi che quindi risultano essere o non accessibili o accessibili con difficoltà.

Questa recensione è stata realizzata partendo da il link inserito sulla pagina Moodle del corso di Digital History 2021/22, ma se si esegue una ricerca su Google del progetto non si troverà lo stesso sito, ma un altro composto in maniera simile ma non uguale (http://www.princeton.edu/~mapglobe/HTML/home.html). In quest'altra versione di Mapping Globalization sembra essere presente il copyright (non individuato nell'altra versione se non elusivamente relativo ad alcune mappe) ed inoltre il sito viene riconosciuto da Google come “non sicuro”. Anche questa versione sembra presentare delle difficoltà di funzionamento, questa volta relative anche al movimento tra le varie sezioni del sito.

Il sito ricavato dalla pagina moodle ha un tema blu, mentre quello che si trova mediante Google risulta avere una colorazione rossa.


URL: https://commons.princeton.edu/mg/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Alessandro Depase
Immagine:
Data della recensione: 27 novembre 2021