Titolo:
Temi:
Autori:
Contenuti e fonti:
Funzionalità:
Obiettivi e pubblico di riferimento:
Architettura web, chiarezza, navigabilità - da 1 (min) a 5 (max):
Accessibilità e ricercabilità dei dati - da 1(min) a 5 (max):
Qualità grafica, impatto visivo - da 1 (min) a 5 (max):
Valutazione dei contenuti: rilevanza del tema - da 1 (min) a 5 (max):
Ricchezza dei contenuti - da 1 (min) a 5 (max):
Qualità di apparati introduttivi, e istruzioni - da 1 (min) a 5 (max):
Giudizio complessivo:
URL:
Tipologia:
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Data della recensione:
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Cognome autore:



Titolo:

La guerra in Vietnam


Temi:

Nel maggio 1989, un gruppo di veterani del Vietnam del Texas occidentale si riunì alla Texas Tech University per discutere cosa avrebbero potuto fare, riguardo alle loro esperienze in Vietnam. La decisione immediata di quel gruppo fu quella di formare un Archivio del Vietnam e iniziare a raccogliere e preservare materiali relativi all'esperienza americana del Vietnam. Nel novembre 1989, il Consiglio dei reggenti della Texas Tech University istituì il Vietnam Center, con la duplice missione di finanziare e guidare lo sviluppo dell'Archivio del Vietnam e incoraggiare lo studio continuo di tutti gli aspetti dell'esperienza americana del Vietnam. 

L'archivio ha raccolto milioni di pagine di materiale e decine di migliaia di fotografie, diapositive, mappe, periodici, audio, immagini in movimento e libri relativi alla guerra del Vietnam, all'Indocina e all'impatto della guerra sugli Stati Uniti e sul sud-est asiatico.


Autori:

Il personale dell'archivio del Vietnam è così composto:

Direttore: Stephen Maxner

Il dottor Stephen F. Maxner è direttore del Vietnam Center and Archive presso la Texas Tech University dal luglio 2007. Originario del Massachusetts, ha lasciato dopo essersi diplomato per prestare servizio nell'esercito degli Stati Uniti a Fort Bragg, nella Carolina del Nord, con il 7 ° Gruppo delle forze speciali (aviotrasportate) e 1 ° Comando delle operazioni speciali (aviotrasportate). Dopo aver lasciato l'esercito, ha conseguito la laurea in Storia (magna cum laude) e una commissione ROTC dell'esercito regolare (distinto laureato militare) presso l'Università della Carolina del Nord, Wilmington. 

Direttore associato: Amy K. Mondt

Amy Mondt è la direttrice associata dell'Archivio del Vietnam. Supervisiona le operazioni quotidiane dell'Archivio del Vietnam e ha il privilegio di lavorare con i donatori dell'archivio per introdurre nuovo materiale da collezione in modo che possa essere conservato per il futuro e utilizzato per la ricerca. Amy ha iniziato alla VNCA nel 2008 come archivista di riferimento, aiutando gli utenti nelle loro ricerche, lavorando su programmi di sensibilizzazione e creando mostre. Nel 2012 è diventata archivista per lo sviluppo della collezione. In questa posizione, ha assunto la responsabilità di negoziare le donazioni delle collezioni in arrivo e di elaborare le collezioni dell'Archivio. Amy si è laureata in Antropologia alla Texas Tech University nel 1997 e in Scienze museali nel 2000. È diventata archivista certificata nel 2007. Prima di unirsi alla VNCA, Amy è stata direttrice delle collezioni e degli archivi presso il Museo del Petrolio a Midland, Texas.

Responsabile dello sviluppo delle collezioni: Andrew Hinton

Andrew Hinton è entrato a far parte del Centro del Vietnam e dell'Archivio del Vietnam di Sam Johnson nel 2015. In qualità di responsabile dello sviluppo delle collezioni, lavora per costruire e rafforzare il patrimonio dell'Archivio del Vietnam e guida l'Unità di elaborazione nella preparazione dei materiali d'archivio per uso di ricerca. Prima di arrivare alla VNCA, Andrew ha ricoperto incarichi presso il Museo della polizia di Vancouver e il Museo e gli archivi ebraici della British Columbia. Appartiene alla Society of American Archivists e alla Society of Southwest Archivists. Andrew è anche uno specialista certificato di archivi digitali e membro dell'Accademia degli archivisti certificati.

Responsabile del progetto di storia orale: Kelly Crager

Kelly Crager è a capo del progetto di storia orale presso il Vietnam Center and Archive. Kelly ha assunto la direzione del progetto di storia orale nel gennaio 2008 ed è responsabile della pianificazione e del coordinamento di tutti gli aspetti del progetto, inclusi la sensibilizzazione, i colloqui, l'elaborazione interna e lo sviluppo del progetto. Kelly ha conseguito un Bachelor of Arts e un Master of Arts in storia degli Stati Uniti presso la Pittsburg State University e un dottorato di ricerca. nella storia degli Stati Uniti presso l'Università del Nord Texas. Kelly è membro della Society for Military History, della Texas State Historical Association e della Texas Oral History Association.


Contenuti e fonti:

L'archivio virtuale del Vietnam contiene attualmente 7 milioni di pagine di materiali scansionati. I tipi di materiale includono documenti, fotografie, diapositive, negativi, storie orali, artefatti, immagini in movimento, registrazioni audio, mappe e ausili per la ricerca di collezioni. Tutti i materiali non protetti da copyright e digitalizzati possono essere scaricati dagli utenti. La maggior parte del patrimonio dell'Archivio del Vietnam tende ad essere di natura più personale: fotografie personali e lettere.

Il digital materials è distinto in due sezioni virtuali: 

1. Un archivio che comprende le collezioni elencate in ordine alfabetico per cognome del donatore o prima lettera dell'organizzazione per le associazioni, l'elenco di tutti gli elementi audio digitalizzati, l'elenco di tutti gli elementi di immagini in movimento digitalizzate, inclusi film e video. Interviste di storia orale ordinate in base al cognome dell'intervistato, l'elenco delle interviste recentemente rese disponibili online, l'elenco delle organizzazioni di veterani che hanno effettuato donazioni all'archivio, con collegamenti a materiali digitalizzati.

2. Risorse virtuali con l'elenco di tutte le mostre online: 

 All'interno delle risorse virtuali troviamo il manoscritto: "Riso, rifugiati e tetti: una storia completa di Air America, 1959-1974. di Harry Richard Casterlin e le ricerche di argomenti per gli insegnanti a sua volta suddiviso in ricerche per soggetto (i presidenti degli Stati Uniti coinvolti nella guerra del Vietnam, ossia Dwight D.Eisenhower, J. Kennedy, Lyndon B. Johnson, R. M. Nixon, G.R. Ford), immagini di attrezzature (Skyraider, APC: il trasporto personale corazzzato) e artefatti (uniformi, stivali, attrezzature, sandali, cappello conico).


       




Funzionalità:

La landing page si presenta con uno slider (posto accanto al titolo e contente le sezioni (Vietnam war legacy, digital materials, donating, oral history, researching, conferences, about us).

Dalla pagina di immissione dell'archivio virtuale, è necessario fare clic su: "Cerca nell'archivio virtuale del Vietnam" nella colonna di sinistra, si accederà ad una pagina su "Ricerca avanzata" nella colonna di sinistra. Nella colonna di destra, sotto la sezione: "Limita al tipo di supporto", si selezionerà "Storia orale". Inserendo i termini di ricerca nei campi nella sezione centrale si avvierà la ricerca nella colonna di sinistra. L'assistenza per la ricerca può essere trovata nel Tutorial sull'Archivio Virtuale e nelle pagine della guida all'interno dell'Archivio virtuale. Le ricerche all'interno del sito si possono effettuare scorrendo in alto: "collezioni", "mappe", "operazioni, ossia le zone tattiche di combattimento",  "periodici" ed è possibile una ricerca attraverso dei filtri aggiuntivi collocati in una colonna a sinistra che permettono una ulteriore distinzione tra: tipo di pubblicazione, tipo di periodico (seriale, notiziario, giornale o fumetto), lingua (inglese, vietnamita, francese, cinese, tedesco, danese, olandese, giapponese, spagnolo e polacco).

 I collegamenti seguenti forniscono l'accesso all'audio dell'intervista, alle trascrizioni e ai brevi abstract. Le interviste online sono in formato streaming mp3. Le trascrizioni sono in formato PDF. In raccolta di storia orale le interviste sono elencate in ordine alfabetico in base al cognome dell'intervistato e includono collegamenti all'audio. È inoltre disponibile una pagina separata per visualizzare le interviste appena aggiunte o complete.  







Obiettivi e pubblico di riferimento:

La missione del Vietnam Center presso la Texas Tech University è quella di sostenere e incoraggiare la ricerca e l'istruzione riguardo a tutti gli aspetti dell'esperienza americana del Vietnam, promuovere una maggiore comprensione di questa esperienza e dei popoli e delle culture del Sud-Est asiatico. Le sue funzioni sono triplici: sostegno all'archivio e alla raccolta e conservazione del materiale di origine storica pertinente, promozione dell'istruzione attraverso mostre, lezioni in classe, programmi educativi e pubblicazioni e incoraggiamento di borse di studio correlate attraverso l'organizzazione e l'hosting di conferenze e simposi, scambi accademici, educativi e culturali e la pubblicazione di ricerche accademiche.

Il Centro Vietnam cerca di fornire un forum per tutti i punti di vista e per tutti gli argomenti relativi all'Indocina, in particolare  al coinvolgimento militare americano nel paese. Le conferenze e i simposi presentano documenti da parte di veterani e altri che hanno direttamente partecipato e sostenuto eventi bellici, nonché di individui che si sono opposti alla guerra. L'archivio si pone l'obiettivo di conservare i documenti relativi a tutti gli aspetti della guerra del Vietnam.

La missione dell'archivio è raccogliere e preservare la documentazione della guerra del Vietnam. La prima raccolta ricevuta dall'Archivio - un pacco di lettere di un membro del corpo ospedaliero della Marina alla sua famiglia mentre prestava servizio in Vietnam - simboleggia l' impegno a preservare la documentazione delle persone e fornire una maggiore comprensione delle loro esperienze. Pur mantenendo questo impegno come obiettivo primario, l'archivio ha ampliato la propria politica di raccolta per includere documenti di studiosi dell'epoca, nonché di altri individui e organizzazioni che condividono esperienze della guerra in Vietnam.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

L’Home page del sito presenta nella barra in alto tutte le sezioni e pagine a cui il sito da accesso, le quali sono visibili tramite i menù a tendina che si aprono facendo scorrere il mouse sopra le singole sezioni. L’architettura del sito si presenta ordinata, la grafica con l’impostazione dei riquadri, oltre all’uso dei colori riesce a catturare lo sguardo del lettore ed evidenziare le diverse sezioni. Nell'archivio virtuale sono presenti registrazioni di materiali protetti da copyright, ma questi elementi non possono essere scaricati. L'Archivio Virtuale è in continua crescita, con nuovi elementi aggiunti ogni giorno. 

Gli autori sono facilmente contattabili tramite mail. I contatti sono facilmente reperibili, sia tramite lo spazio apposito attraverso cui è possibile scrivere alla redazione, sia tramite le mail che affiancano i nomi dei redattori e direttori. Il sito, la sua storia e i suoi obiettivi sono presentati in maniera chiara e presenta una multiformità di dati e metadati. L’obiettivo dichiarato trova corrispondenza nel contenuto del sito, permettendo all’utente di trovare facilmente ciò che sta cercando.  Il sito è una risorsa molto utile per docenti e studenti che desiderano approfondire o avere nuovi punti di vista sulla guerra in Vietnam con testimonianze dirette e supporti didattici ben strutturati.

Il sito nel suo complesso si presenta ben organizzato,  semplice e intuitivo nel suo utilizzo, tuttavia i contenuti non sono interattivi. 

 






URL: https://www.vietnam.ttu.edu/general/staff.php
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Firma: Luciana D'Avanzo
Immagine:
Data della recensione: 23 October 2023


Titolo:

1917. Free History

Temi:

Il sito è un seriale relativo al periodo tra il 1917 e il 1918, focalizzato sulla rivoluzione bolscevica e sulle persone che hanno vissuto, dentro o fuori il territorio dell'Impero russo, in quel particolare periodo storico.

Autori:

Il sito è stato fondato da Mikhail Zygar e Karen Shainyan, rispettivamente capo editore e direttore esecutivo del sito. sono presenti molti altri collaboratori (giornalisti, esperti, designers, animatori e illustratori) tra cui anche tecnici informatici dell'azienda russa ITSumma e consulenti accademici esperti in storia russa: Kirill Solovyev, Roman Timenchik, Andrey Sarabyanov, Nikolay Bogomolov, Georgy Orekhanov e Alexandra Selivanova.

Le traduzioni in inglese sono state rese disponibili dalla Pushkin House di Londra.

Vi è la possibilità di contattare i creatori del sito con due email differenti, specificatamente per avvisare di possibili errori oppure per offrire materiali di archivio.

Contenuti e fonti:

Il contenuto è mostrato in modo innovativo: simulando un social media, il sito mostra ogni dei "post" appartenenti a varie figure storiche attive negli anni compresi tra il 19 gennaio 1917 e il 18 gennaio 1918, in cui narrano, anche attraverso foto, dipinti, video e (raramente) musica, le giornate della rivoluzione bolscevica e i loro pensieri. Questi "post" sono tratti da reali lettere, memorie, diari e svariati altri documenti e riscritti abbreviandoli ma senza alterarne significato o contesto. Inoltre, a lato dei "post" si può trovare una citazione al documento a cui hanno fatto riferimento. Ad esso si aggiunge "Revolution. Online", un altro sito del Project 1917 che, oltre ai già citati post, mostra come se fosse in tempo reale, partendo dalla rivolta di Petrograd, l'insurrezione bolscevica.

Oltre ai post, corpus principale del sito, si può trovare una sezione "video" con al suo interno alcuni brevi (circa 5 minuti) filmati animati che danno un contesto relativo al collasso dell'Impero russo, la morte di Rasputin e una sintesi degli anni 1916 e 1917, mentre nella "Map of the Royal dynasties of Europe" possiamo consultare una mappa interattiva della genealogia delle dinastie reali europee in uno spazio tra la fine del diciannovesimo secolo fino alla fine del ventesimo secolo. con la possibilità di indicare anche solo alcuni rami, persone o matrimoni.

Funzionalità:

Il sito è facilmente esplorabile e ben organizzato, seppur privo di una "landing page" (la pagina iniziale del sito mostra direttamente i post del giorno) mentre il menu a tendine crea una divisione pulita ed ordinata tra gli argomenti (Revolution. Online, Russian version, Video, Main characters, Map of the Royal dynasties of Europe, About, Login, Search, oltre a mostrare le varie pagine social appartenenti al progetto). Come in un social media, i post possono contenere dei "tag", in pratica degli hyperlink interni al sito, che rimandano ad altre persone e alle loro "pagine profilo". Il sistema di ricerca è funzionale, permettendo di trovare anche singole parole, non per forza parole chiave, all'interno dei post o in altri filtri (Heroes, Press, images, Video). Oltre al sistema di ricerca classico, si può utilizzare la pagina "Main characters" per cercare i post di un particolare personaggio oppure utilizzare il calendario sempre in alto a destra nel sito per fare una ricerca cronologica, potendo controllare tutti i "post" creati quel giorno. Vi è, inoltre, la possibilità di collegare il sito a Facebook in modo da poter commentare, mettere un "mi piace" o condividere i post.

La mappa delle dinastie reali, invece, consente non solo di indicare rami, persone o matrimoni specifici all'interno di essa, ma anche di ottenere delle informazioni (minime) sui personaggi presenti in questi alberi genealogici connessi tra di loro semplicemente cliccando su una delle foto presenti.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

L'obbiettivo del progetto e del sito è, come indicato nella sezione "About", di permettere ai visitatori di osservare la storia della rivoluzione attraverso i documenti che molti personaggi storici hanno lasciato dei momenti da loro vissuti ormai un secolo fa, portarlo ad un pubblico il più ampio possibile e con una modalità che risulti accattivante; come scritto da loro "Our main aim is to make history popular – to bring a multitude of voices from a diverse array of historically significant figures to as wide an audience as possible".

 "Project 1917" si rivolge ad un ampio pubblico quantomeno digitalizzato a livello di social media, sicuramente non ad esperti attivi nel settore: "That is why we do not always observe all those standards which are normally considered inviolable in serious scholarship.". 

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    5
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Seppur sviluppato principalmente per il centenario della rivoluzione russa, il sito ancora oggi offre un modo particolare e, a mio parere, interessante di mostrare la storia. Il sito è graficamente ben fatto, seppur semplice e con una grafica moderna, non stona con i contenuti e anzi da ancora di più l'effetto di un social media. Molto positiva la gratuità del sito in quanto permette di esplorarlo nella sua interezza, anche se è possibile interagire con i post (mettere mi piace, condividere, commentare) solo tramite il collegamento a Facebook. nonostante la mancanza di una guida specifica (l'unica parte che vi si avvicina è il "how does it work" in "about"), il sito è facilmente navigabile e facile da usare. La coerenza tra obbiettivo e funzionalità è più che soddisfacente.

Per un utilizzo didattico non è particolarmente adatto ma potrebbe creare degli utili collegamenti per l'insegnante se preso come punto di partenza per delle ricerche più approfondite. Ciò sarebbe facilitato anche grazie ai video riassuntivi disponibili e alla carta interattiva delle monarchie europee.

URL: https://project1917.com/
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Firma: Alberto Fabris
Immagine:
Data della recensione: 23 October 2023


Titolo:

The Imperiia Project: a spacial history of the Russian Empire

Temi:

Il progetto Imperiia nasce dall'esigenza di fornire, nelle intenzioni dei suoi autori, una storia spaziale dell'Impero Russo. Si tratta di un progetto di ricerca e sviluppo di un approccio multidisciplinare alla storia moderna russa, con un focus specifico sulla dimensione spaziale dello sviluppo storico, attraverso la creazione di mappe interattive tematiche e l'elaborazione di dati.

Autori:

Il progetto Imperiia nasce su iniziativa della professoressa Kelly O'Neill, professoressa associata e membro del comitato esecutivo del Davis Center for Russian and Eurasians Studies della Harvard University.

Il team di sviluppo e ricerca coordinato dalla dott.ssa O'Neill e composto da ricercatori e studenti del Davis Center è supportato dal Digital Humanities Advancement Grant del National Endowment for the Humanities , agenzia federale indipendente per il sostegno alla ricerca, didattica e divulgazione nel campo delle discipline umanistiche

Contenuti e fonti:
Imperiia è un progetto ambizioso, interattivo e multidisciplinare molto vasto che raccoglie :

-mappe e atlanti storici
-foto e stampe digitalizzate
- rimandi  e metadati bibliografici 
- dati quantitativi 
-mappe interattive 
-sistemi di visualizzazione dati (timeline)
-gazzettiere di località geografiche

Sulla base di un complesso legame grazie a tag e metadati dei contenuti disponibili, il progetto propone percorsi di ricerca e organizzazione dinamici e interconnessi.
L'organizzazione fondamentale dei contenuti è divisa in dashboard tematiche e data catalog:

Gardens fo Crimea: mappatura storica dei frutteti e vigneti della Crimea nel periodo tra il 1783 e la compilazione del catalogo/catasto ufficiale nel 1793, corredata di glossario botanico, collezione di illustrazioni digitalizzate e localizzatori geostorici dei principali giardini.

Russians in the world: mappatura storica dell'emigrazione russa negli Stati Uniti nel periodo compreso tra il 1834 e 1897, tramite la visualizzazione in GIS dei percorsi di emigrazione, l'elaborazione di tabelle statistiche partendo dai dati quantitativi raccolti dal U.S.National Archive.

TopoS: mappatura in dettaglio della Russia europea del XIX sec. tramite strumenti di elaborazione ad Intelligenza Artificiale dell' Archivio Topografico Militare della Russia Europea della Libreria del Congresso degli Stati Uniti.

Siberian Sketchbook: dashboard in costruzione per una storia spaziale della Siberia del XVII sec, attraverso la processione di dati geografici, topografici, oro-idrografici di 169 mappe antiche.

Guidebook to a lost Empire: rielaborazione in forma di moderni tweet di itinerari turistici proposti dal Russia with Teheran, Port Arthur, and Peking: A Handbook for Travellers. pubblicato nel 1914.

Deal: History through playing cards: propone un viaggio interattivo nella russia del XIX attraverso un inusuale gioco di carte, apparso nell'Impero nel 1856 con il nome di Album of Geographical Playing Cards of Russia, arranged on 80 cards according to maritime basin (A wonderful and instructive child's game of patience).
Nella sezione sono disponibili le digitalizzazioni delle carte, dati quantitativi e di interesse storico sulle località citate dal gioco e anche la possibilità di "sperimentare" il gioco a più livelli di difficoltà.

 
 




Funzionalità:
Il sito presenta una landing page molto semplice che illustra in sintesi il progetto e rimanda ad un menù a cascata nella parte alta della pagina l'approfondimento sul progetto e sulla metodologia di ricerca e di raccolta dei dati, la categorizzazione dei contenuti tramite dashboard, data catalog, maps shelves, galleries e un INDEX generale dei contenuti ricercabile e filtrabile tramite percorsi tematici, pagine, media, tags annotazioni e commenti.
In alto a destra è inoltre presente una barra di ricerca priva però di filtri o funzioni di ricerca avanzate. Esiste inoltre la possibilità di registrarsi con un account personale al sito, anche se non sono disponibili delucidazioni sui vantaggi relativi ad una registrazione.
Obiettivi e pubblico di riferimento:

L'obiettivo del progetto è fornire uno sguardo ampio, con focus geo-spaziale, alla storia moderna dell'Impero russo, grazie ad una grande collezione di dati e una grande lavoro di rappresentazione visuale degli stessi tramite mappe, timeline, tabelle quantitative.
Si tratta di un progetto molto specifico di ricerca storica, sicuramente interessante anche al neofita o a scopi divulgativi ma che, data la complessità dei materiali presenti, l'intricato legame dei contenuti e la necessità di software specifici di visualizzazione di mappe GIS è rivolto ad un pubblico specialistico con interessi specifici nello studio della storia moderna della Russia. Il focus geo-spaziale del sito infatti rende Imperiia una fonte importante di ricerca storica specializzata sul tema.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

Imperiia è un sito tanto interessante quanto complesso che raccoglie una mole considerevole di dati storici tra i quali può non essere agevole muoversi. Si tratta ad ogni modo di un audace ed estremamente curato progetto di digital history, di alto livello scientifico e che risponde ad un lavoro in fieri di ricerca storica, collezione ed elaborazione di dati.

URL: https://imperiia.scalar.fas.harvard.edu/imperiia/index
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Pubblicazione di fonti secondarie
Analisi di dati
Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Davide Fiorini
Immagine:
Data della recensione: 23 October 2023


Titolo:
Temi:
Il sito nasce per discutere gli eventi e i temi che hanno attraversato la Francia in un uno dei suoi più importanti periodi storici: LA RIVOLUZIONE FRANCESE
Autori:


REDAZIONE

Marc Belissa, CHISCO-Università di Parigi Ouest Nanterre-La Défense
Yannick Bosc, GRHIS-Università di Rouen
Françoise Brunel, IHRF-Università di Parigi I Panthéon-Sorbonne
Marc Deleplace, Centro per la storia del XIX secolo-Università di Parigi IV Parigi-Sorbona
Firenze Gauthier, ICT-Università Parigi-Diderot Parigi VII
Jacques Guilhaumou, TRIANGLE-CNRS/ENS Lione
Fabien Marius-Hatchi, ICT-Università Parigi-Diderot Parigi VII

Contenuti e fonti:
Il sito al suo interno contiene numerosi articoli, saggi, video, documenti, libri, inerenti la rivoluzione francese.


Funzionalità:

Il sito presenta un'impostazione molto basica, con una grafica quasi antiquata rispetto ai tempi moderni; ciò stupisce poichè al suo interno sono presenti articoli e documenti recenti che fanno intendere un uso e un aggiornamento costante del sito.  Sul lato sinistro è presente una semplice barra verticale contenente al suo interno alcuni funzioni interattive, quali barra di ricerca in alto, diverse voci che se cliccate portano a vedere la storia del sito e temi trattati, alla fine di questa barra sono presenti una serie di articoli divisi per mese e  anno per anno a partire dalla fondazione del sito.

L'accesso ai documenti è libero ma è solo in lingua francese. 

Obiettivi e pubblico di riferimento:

Il sito nasce per discutere le azioni della politica nel campo rivoluzionario in particolar modo di quello della rivoluzione francese, ponendosi come scopo l'incoraggiamento ad incroci disciplinari e cercando di articolare i problemi della ricerca storica e le preoccupazioni del tempo presente. Non ha un pubblico di riferimento specifico.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    2
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    1
Rilevanza del tema:    3
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    2
Giudizio complessivo:

Il sito propone diverse tipologie di argomentazione circa la rivoluzione francese sembrando abbastanza ricco di informazioni, tuttavia la scarsa grafica e la mancanza di interattività non rendono un perfetto aiuto nella ricerca, quest'ultima complicata anche dal fatto che tutti i documenti sono pubblicati in lingua francese senza possibilità di traduzione.

URL: https://revolution-francaise.net/2023/06/20/815-terreur-terreur-terreur-etc-de-quoi-parle-t-on
Tipologia: Pubblicazione di fonti secondarie
Firma: Antonio Guarino
Immagine:
Data della recensione: 23 October 2023


Titolo:
Temi:
Il sito nasce per discutere gli eventi e i temi che hanno attraversato la Francia in un uno dei suoi più importanti periodi storici: LA RIVOLUZIONE FRANCESE
Autori:


REDAZIONE

Marc Belissa, CHISCO-Università di Parigi Ouest Nanterre-La Défense
Yannick Bosc, GRHIS-Università di Rouen
Françoise Brunel, IHRF-Università di Parigi I Panthéon-Sorbonne
Marc Deleplace, Centro per la storia del XIX secolo-Università di Parigi IV Parigi-Sorbona
Firenze Gauthier, ICT-Università Parigi-Diderot Parigi VII
Jacques Guilhaumou, TRIANGLE-CNRS/ENS Lione
Fabien Marius-Hatchi, ICT-Università Parigi-Diderot Parigi VII

Contenuti e fonti:
Il sito al suo interno contiene numerosi articoli, saggi, video, documenti, libri, inerenti la rivoluzione francese.


Funzionalità:

Il sito presenta un'impostazione molto basica, con una grafica quasi antiquata rispetto ai tempi moderni; ciò stupisce poichè al suo interno sono presenti articoli e documenti recenti che fanno intendere un uso e un aggiornamento costante del sito.  Sul lato sinistro è presente una semplice barra verticale contenente al suo interno alcuni funzioni interattive, quali barra di ricerca in alto, diverse voci che se cliccate portano a vedere la storia del sito e temi trattati, alla fine di questa barra sono presenti una serie di articoli divisi per mese e  anno per anno a partire dalla fondazione del sito.

L'accesso ai documenti è libero ma è solo in lingua francese. 

Obiettivi e pubblico di riferimento:

Il sito nasce per discutere le azioni della politica nel campo rivoluzionario in particolar modo di quello della rivoluzione francese, ponendosi come scopo l'incoraggiamento ad incroci disciplinari e cercando di articolare i problemi della ricerca storica e le preoccupazioni del tempo presente. Non ha un pubblico di riferimento specifico.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    2
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    1
Rilevanza del tema:    3
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    2
Giudizio complessivo:

Il sito propone diverse tipologie di argomentazione circa la rivoluzione francese sembrando abbastanza ricco di informazioni, tuttavia la scarsa grafica e la mancanza di interattività non rendono un perfetto aiuto nella ricerca, quest'ultima complicata anche dal fatto che tutti i documenti sono pubblicati in lingua francese senza possibilità di traduzione.

URL: https://revolution-francaise.net/2023/06/20/815-terreur-terreur-terreur-etc-de-quoi-parle-t-on
Tipologia: Pubblicazione di fonti secondarie
Firma: Antonio Guarino
Immagine:
Data della recensione: 23 October 2023


Titolo:

LA CINA MODERNA E CONTEMPORANEA

CHINA BIOGRAPHICAL DATABASE PROJECT (CBDB)



Temi:

Il China Biographical Database è un database relazionale contenente informazioni biografiche su individui di origine cinese vissuti dal VII al XIX secolo.

I dati raccolti nel database sono pensati per essere utili ai fini dell'analisi statistica, dei social network e a livello spaziale, oltre a servire come una sorta di riferimento biografico.

Autori:

Lo sviluppo del CBDB è ad ora un progetto congiunto guidato da tre principali istituzioni: il Fairbanck Center for Chinese Studies dell'Università di Harvard, l'Institute of History and Philology of Academia Sinica e il Center for Research on Ancient Chinese History dell'Università di Pechino.

È possibile reperire all'interno della sezione About Us, presente sul sito, le informazioni riguardanti la storia del CBDB, i finanziatori e i collaboratori, le principali istituzioni responsabili e gli editori, i team di lavoro per periodi storici (formati da ricercatori e studiosi americani, cinesi, giapponesi e taiwanesi), i collaboratori per lo sviluppo tecnico e il text mining.

Il progetto del database ha origine dal lavoro dello storico sociale Robert M. Hartwell (1932–1996) che si occupò delle parentele e delle reti sociali dei funzionari della dinastia Song e sviluppò un database relazionale per studiare le biografie collettive. Il CBDB è cresciuto a partire da questo suo modello iniziale.


Contenuti e fonti:

Il progetto China Biographical Database si propone come database relazionale contenente informazioni biografiche su circa 531.898 individui (a settembre 2023).

Negli ultimi anni il progetto si è concentrato sulla raccolta sistematica di dati che vengono regolarmente arricchiti. Vengono inoltre create nuove voci biografiche per le figure Tang, Cinque Dinastie, Liao, Song, Jin, Yuan, Ming e Qing.

Il CBDB trova i dati attraverso varie fonti come sintesi moderne di dati biografici, documenti biografici tradizionali, prove di associazioni sociali da collezioni letterarie, prove di cariche ricoperte da fonti moderne e tradizionali e altri database biografici. All’interno del catalogo è possibile trovare:

  •  Indici biografici per Song (completato), Yuan (completato) e attualmente per Ming;
  •  Sistemi digitali online con dati biografici per Tang (dall'Università di Kyoto), per Ming-Qing (da Academia Sinica) e per scrittrici (dal progetto Ming-Qing Women's Writings);
  • Altri indici, come le date di nascita e morte dei personaggi Qing e l'elenco dei funzionari locali Song.

Attraverso l’ampia gamma di dati raccolti, CBDB offre molte possibilità e modalità per esaminare la vita di individui e di gruppi del passato. Questo database relazionale mira a mettere in evidenza le relazioni tra entità: permette di catturare le relazioni tra oggetti complessi del mondo che interagiscono tra loro. Le interazioni che emergono attraverso l’analisi dei dati biografici sottolineano quelli che sono i rapporti tra persone, luoghi, sistemi burocratici, strutture di parentela, modalità di associazione sociale. I dati vengono inoltre analizzati ponendo l'attenzione sulle esperienze sociali attraverso le quali gli individui si autodefiniscono, come ad esempio le istituzioni sociali come templi, accademie, ecc..., i sistemi culturali per ottenere la distinzione sociale, e le vaste reti di produzione testuale.

Si ha quindi un modello astratto delle relazioni tra entità che, dal momento in cui viene trasformato in un database relazionale, viene applicato e esplicato attraverso una serie di tabelle fondamentali per rappresentare le entità e le relazioni tra queste all’interno del sistema:

  • Tabelle che descrivono le entità di base: queste includono persone, luoghi, termini di parentela, strutture burocratiche e così via. I campi in queste tabelle catturano gli attributi di queste entità delle quali si vuole conoscere varie informazioni. Ad esempio per quanto riguarda le persone e i dati biografici vengono presi in considerazione i loro nomi, le date di nascita e morte, il sesso e simili.
  • Tabelle che descrivono le relazioni tra entità di base: ad esempio le relazioni tra le persone e il loro ambiente sociale, fisico e culturale. I campi di queste tabelle catturano le caratteristiche delle relazioni considerate importanti nella descrizione della relazione.
  • Tabelle che descrivono le tipologie di relazioni tra entità: sono descrizioni specifiche per la registrazione dei dettagli d'interazione.


Metodologia

Nella sezione “methodology” della landing page sono illustrati alcuni esempi delle metodologie scelte dagli autori e dai ricercatori per la visualizzazione i dati contenuti nel database.

-Prosopografia: l'indagine delle caratteristiche comuni di un gruppo di attori nella storia attraverso uno studio collettivo delle loro vite. Il metodo utilizzato consiste nello stabilire un universo da studiare e di porre poi una serie di domande uniformi sulla base dei dati biografici degli individui. Le varie tipologie di informazioni e dati ricavati sulle persone dell’universo preso in considerazione vengono poi giustapposti e combinati, oltre ad essere esaminati per individuare variabili significative. Gli individui vengono testati sia per le correlazioni interne che per le correlazioni con altre forme di comportamento o di azione.

-GIS: è previsto l'utilizzo di software statistici e software GIS (Geographic Information System) per l’analisi, la visualizzazione e la mappatura di grandi quantità di dati. Il fine è quello di ottenere delle immagini e delle rappresentazioni grafiche che possano rendere l'idea generale della distribuzione geografica di un determinato elemento ricercato all'interno del database. Attraverso un GIS è possibile anche interrogare tutti i dati alla base della visualizzazione.

-Social Networks: l'analisi dei social network (SNA) fornisce un ulteriore approccio alternativo ai dati. Attraverso software freeware di terze parti per l'analisi dei social network (come ad esempio Pajek) è possibile visualizzare la rete di relazioni di/tra uno o più individui, famiglie, associazioni ecc…

Funzionalità:

Oltre al database contenente le informazioni e i dati biografici, il sito offre la possibilità di accedere a tutta una serie di altri contenuti inerenti a pubblicazioni, documenti scaricabili riguardanti conferenze ed eventi, presentazioni in PowerPoint e articoli attinenti alla tematica trattata e approfondita attraverso la raccolta e l’analisi dei dati svolta attraverso il database.

Tra le funzioni particolari va inoltre segnalato il fatto che il CBDB offre la possibilità di scaricare sul proprio device l'intero database in versione stand alone in 3 diversi formati, di scaricare software per la presentazione dei dati, per eseguire analisi di social network o strumenti di conversione del cinese semplificato e tradizionale. È anche disponibile sia una versione sia online che offline del database.

Le lingue disponibili sono il cinese e l’inglese, viene offerta infatti una traduzione completa del sito, selezionabile dal menù principale a tendina (anche se è necessario sottolineare la presenza di diversi simboli del linguaggio cinese presenti in molte schede del sito che rendono a tratti difficoltosa la navigazione e la comprensione).

Obiettivi e pubblico di riferimento:

I dati raccolti nel database sono pensati per essere utili ai fini dell'analisi statistica, dei social network e a livello spaziale, oltre a servire come una sorta di riferimento biografico.

Il principale obiettivo del progetto di digital history preso in considerazione è quello di reperire e includere sistematicamente un numero sempre più elevato e significativo di materiali biografici e dati relativi alla documentazione storica della Cina, rendendo i contenuti disponibili gratuitamente, ad accesso libero e senza restrizioni.

I materiali disponibili sono principalmente pensati per l'uso accademico e professionale considerata la grande quantità di dati raccolti e forniti e le diverse metodologie di alto livello proposte per la visualizzazione e l'analisi dei dati.

Si può notare inoltre che non sono presenti sezioni volte alla didattica o agli approfondimenti autonomi degli studenti, e nemmeno materiali o proposte di lezioni guidate utilizzabili dai docenti per la costruzione di percorsi dedicati al tema.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    2
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

Il progetto, frutto di un lungo e costante lavoro (iniziato negli anni ’70), è definito come “a lungo termine e senza limiti”: è infatti tutt'ora in fase di arricchimento ed espansione (l’ultimo aggiornamento risale a maggio 2023). L’aggiornamento del sito non riguarda solamente i contenuti ma anche l’ambito tecnico e grafico.

Il sito web è organizzato in sei sezioni principali: About Us, Methodology, Events, Download e Blog (sezione in cui viene data all’utente la possibilità di contribuire al progetto con discussioni, recensioni e materiale di vario tipo, all'interno della sezione Open Source Community attraverso GitHub).

La navigazione non risulta sempre semplice e di immediata comprensione. È importante sottolineate la fondamentale presenza di guide e file dedicati alla spiegazione e all’approfondimento delle funzionalità e delle possibilità di consultazione del database.

Alcune altre considerazioni riguardanti il CBDB sono state riportate in altre sezioni della recensione in quanto inerenti a campi di analisi più specifici, come ad esempio le funzionalità, le criticità, i limiti, il tipo di approccio alle fonti e il pubblico a cui è rivolto e destinato il progetto.

URL: https://projects.iq.harvard.edu/cbdb/home
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Annachiara Baratto
Immagine:
Data della recensione: 23 October 2023


Titolo:

La colonizzazione dell'Australia

Temi:
Il progetto Digital Panopticon, attraverso l'utilizzo di fonti primarie e secondarie quali immagini, disegni, grafici ed elaborazioni d'autore, offre un sostanzioso materiale per la comprensione del tema de' La colonizzazione dell'Australia. Va precisato che questo argomento storico è però solo una componente di un lavoro assai più ampio circa le storie delle vite dei detenuti dell'Old Bailey. Il sito web propone infatti una smisurata documentazione e consultazione di dati dei 90.000 detenuti londinesi in Gran Bretagna e Australia al fine di poter apprendere al meglio la criminalità e la giustizia penale del passato.
Autori:

I contenuti relativi alla colonizzazione australiana sono ad opera del professor Hamish Maxwell-Stewart e dalla prof.ssa di storia delle scienze sociali Deborah Oxley. Ulteriori contributi derivano da altri membri del progetto Digital Panopticon che può contare su un'equipe di associati di ricerca e co-investigatori. Questi ultimi sono supervisionati dal professor Barry Godfrey ossia l'investigatore principale, mentre la responsabilità del sito è a cura della dott.ssa Sharon Howard. 

Contenuti e fonti:

La sezione SFONDO STORICO è il primo punto di riferimento circa la comprensione dell'argomento interessato e si articola in diverse macro sequenze presentate nel seguente modo:

Colonie condannate che traccia un profilo delle principali colonie penali come per esempio il Nuovo Galles del Sud (1788-1840), la Terra di Van Diemen (successivamente chiamata Tasmania, 1803-1853) e Swan River nell'Australia occidentale.

Condannare i lavoratori descrive invece il ruolo dei detenuti e la mansione che dovevano svolgere per scontare le loro pene.

Essere costretti racconta delle forme di protesta dei detenuti riguardo la loro coercizione e le punizioni a loro inferte in caso di sovversione.

Diventare liberi illustra la possibile libertà dei detenuti e la loro emancipazione con il riconoscimento di un loro salario al fronte del duro lavoro.

Grandi cambiamenti permette di capire la nuova funzione dell'Australia e i suoi intrecci socio-economici con la Gran Bretagna.

Nero Bianco e Condannare i colonizzatori forniscono una panoramica legata ai primi contatti tra i bianchi e la società aborigena e sulla conquista dell'isola a discapito dei suoi abitanti nativi.

Violenza di frontiera e Lo stato coloniale e il genocidio trattano delle brutalità del conflitto tra gli allevatori detenuti e gli aborigeni, per poi raccontare del tentativo di pulizia etnica e della repressione a danno delle popolazioni autoctone.

La sezione termina con la possibilità di consultare la voce ULTERIORI INFORMAZIONI allo scopo di ricercare la bibliografia di riferimento mentre, come anticipato in precedenza, oltre che al saggio dell'autore il materiale visivo e digitalizzato messo a disposizione (Si precisa che il materiale può essere soggetto a limitazioni mentre dell'altro è invece scaricabile dagli utenti) consta di foto, schizzi mappe e grafici statistici legati al periodo della colonizzazione australiana.



Funzionalità:

La landing page risulta semplice e lineare nel guidare l'utente alla consultazione dello slider che si articola nel seguente modo: RICERCA, RECORD, IL CONDANNATO VIVE, SFONDO STORICO, RICERCA E INSEGNAMENTO, IL PROGETTO. La barra di ricerca sottostante suggerisce già dei temi da ricercare (nomi dei detenuti, reati, luoghi...) mentre la parte sottostante presenta degli articoli in primo piano messi a disposizione dal sito. Altre componenti molto interessanti possono essere la consultazione delle voci La vita della settimana (biografie di detenuti), Visualizzazione di dati (per filtrare e ricercare dati attraverso una galleria) e Ricerca (l'utente può implementare e approfondire notevolmente la ricerca a suo piacimento). Per poter comprendere al meglio la storia legata alla colonizzazione dell'Australia viene suggerita in particolare la sezione SFONDO STORICO e l'argomento interessato potrà poi essere approfondito con le numerose voci messe a disposizione nella medesima. RICERCA E INSEGNAMENTO, più che a scopo divulgativo, viene messa a disposizione per il filtraggio di ricerche tematiche e approfondimenti o per poter beneficiare di alcune linee guida suggerite dal sito atte alla didattica nelle scuole di grado avanzato (da notare che sono presenti dei tag che reindirizzano l'utente alla sezione SFONDO STORICO e IL CONDANNATO VIVE ossia la sezione dedicata alla ricerca personale dei detenuti). La sezione PROGETTO presenta inoltre delle spiegazioni su come poter condurre le ricerche all'interno del sito o per poter segnalare eventuali errori riscontrati nella consultazione delle fonti messe a disposizione. Sempre qui troviamo precisazioni in merito al copyright legato alle fonti, le informazioni sul progetto, l'accesso ai dati digitali interessati e il blog (presenta la possibilità di sfruttare archivi, tag, post e commenti oltre che di effettuare ricerche al suo interno).


Obiettivi e pubblico di riferimento:

Digital Panopticon si prefigge l'obiettivo di facilitare la ricerca storica e la comprensione delle storie sulla vita dei detenuti dell'Old Bailey, riportando in merito a ciò un'incredibile quantità e qualità di dati anche consultabili e scaricabili liberamente. Gli utenti interessati all'apprendimento dei temi che contrassegnano la colonizzazione dell'Australia all'interno di questa risorsa tematica, si estendono sia ad amatori (studenti e insegnanti) sia a professionisti (ricercatori). Il fruire del materiale redatto da autori professionisti e il suo assorbimento ad opera di un pubblico più ampio ricade nella cosiddetta "Public History". 

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    5
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    5
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

Parto dal presupposto che il progetto nella sua grandezza permette un'interazione molto elevata tra l'utente e le fonti che offre permettendogli quasi di potersi immaginare concretamente le persone, i luoghi e i fatti del passato in Australia. Il sito, vivo e in costante aggiornamento, centra perfettamente come risorsa tematica i suoi obiettivi e, sia la competenza degli autori che l'affidabilità delle fonti oltre che del progetto stesso è fuori discussione. Personalmente ritengo che di primo acchito, di fronte all'ambizione del progetto e a tanto materiale consultabile, si possa restare disorientati e ritengo necessario prendersi del tempo per poter scoprire come funziona il sito, capire bene fino a cosa può offrirti e potersi destreggiare al suo interno con una certa sicurezza. Una volta raggiunta tale competenza è possibile capire come Digital Panopticon sia ben organizzato, interattivo, chiaro, profondo e affidabile nei suoi contenuti.


URL: https://www.digitalpanopticon.org/The_Digital_Panopticon_for_Schools
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Pubblicazione di fonti secondarie
Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Davide Bidinot
Immagine:
Data della recensione: 24 October 2023


Titolo:

Learn About Westward Expansion

Temi:

Il progetto fa parte di "Digital History. Using new technologies to enhance teaching and research". Nel nostro caso, viene dato un aiuto all'insegnante su come affrontare la tematica della Westward Expansion. Attraverso Introduction e Background, scopriamo che i coloni americani impiegarono un secolo e mezzo per espandersi fino ai Monti Appalachi, a poche centinaia di miglia dalla costa atlantica. Ci sono voluti altri cinquant'anni per spostare la frontiera fino al fiume Mississippi: alla ricerca di terre a buon mercato e ispirati dall’idea che gli americani avessero un “destino manifesto” (Manifest destiny) di estendersi in tutto il continente fino al Pacifico. Dal negoziato con la Gran Bretagna, Washington ottiene il territorio dell'Oregon. In seguito alla guerra messicano-americana del 1848, Texas, California, Nevada, Utah e parti di Arizona, Colorado, Nuovo Messico e Wyoming entrarono a far parte del territorio statunitense.

L'espansione territoriale dell’America ha sollevato la questione della schiavitù nei territori occidentali, acuendo l'attrito tra Nord e Sud. 

Autori:

Non c'è un autore unico che ha creato l'argomento. Per sapere chi gestisce questo modulo e il progetto in generale, è necessario cliccare su Digital History in alto a sinistra e andare sulla voce Credits, nel footer. Qui troviamo i fondatori di tutto il progetto.

Il sito è stato creato da un team collaborativo composto da: Steven Mintz (Historical Content), Sara McNeil (Site Design and Curriculum Development), John Lienhard (Engines of Our Ingenuity), Grace Lin (Database Development e Cold Fusion Coding), e Michael Rapp (Technical Support). Il primo è professore di storia presso l'Univesità del Texas, in Austin. Gli altri, ad eccezione di Grace Lin (Assistant Professor presso l'Università delle Hawaii) provengono dall'Università di Houston.

Sempre dalla Home page e cliccando su Contact us, vi è la possibilità di contattare Sara McNeil per avvisare di possibili errori oppure per commentare il lavoro del sito. Il suo nome è collegato tramite hyperlink (un riferimento digitale ai dati che l'utente può seguire o a cui può essere guidato facendo clic o toccando) che rimanda alla nostra e-mail. Inoltre, se abbiamo bisogno di citare il sito, possiamo andare su Citing us che ci rimanda alla pagina Copyright Information About This Website.

Contenuti e fonti:

Il sito web offre una varietà di modi per studenti e insegnanti di studiare effettivamente la storia statunitense. Si trovano oltre 400 documenti annotati dalla Gilder Lehrman Collection, integrati da fonti primarie sulla schiavitù, sulla storia messicana americana, asiatica americana e dei nativi americani e sulla storia politica, sociale e legale degli Stati Uniti.

Per quanto riguarda il modulo di nostro interesse, scorrendo la running page abbiamo una serie di sottotitoli: Introduction, Background, Reccomended Document, Learning Tools, Books, Films, and Websites

I primi due spiegano a grandi linee il tema trattato (riportato in “Temi”). Nel Background, però, c'è un collegamento interno al sito che mi rimanda alla sezione “Pre-civil war era” – “Textbook”. Scrollando verso il basso, troveremo la tematica Westward Expansion con ulteriori collegamenti interni (Zorro: Ficton and Fact, Spanish AmericaImpact of the Mexican RevolutionThe Donner PartyOpening the WestPathfindersMountain MenTrailblazingPioneers"Go West … and grow up with the country"Life on the TrailManifest Destiny The Texas Revolution The Texas Question in American PoliticsThe U.S.-Canadian BorderThe Pacific NorthwestThe Mexican WarThe Face of BattleWar Fever and Antiwar ProtestsPeaceThe War's SignificanceThe Political Crisis of the 1840sThe Gold RushConclusion) in cui troviamo spiegazioni di diversa lunghezza.

Reccomended Document (documento raccomandato), dà la possibilità di consultare fonti relative a questo periodo. A nostra disposizione abbiamo The Mexican War. Per consultarne altri, bisogna cliccare su More documents in the our collections il quale apre automaticamente una nuova finestra con un indice di documenti relativi al periodo antecedente alla guerra civile.

Learning Tools (strumenti di apprendimento) fornisce allo studente dispense e schede informative (sebbene scritto in plurale, abbiamo la possibilità di consultarne solo una, Manifest Destiny) piani di lezione consigliati con delle brevi descrizioni di quest'ultime (Manifest Destiny and the Power of Perspective, Manifest Destiny and the Commercial Conquest of the United States, Manifest Destiny and the U.S.-Mexican War: Then and Now) e la possibilità di effettuare un quiz con domande a risposta multipla con le relative risposte (Quiz on Western Expansion e Answers to the Quiz on Westward Expansion).

Books, Films, and Websites dà la possibilità allo studente di consultare fonti esterne. Però il libro raccomandato è uno solo e si ha bisogno del motore di ricerca per trovarlo online; anche la raccomandazione del film non è ricca. Tuttavia, a differenza del punto precedente, c'è un collegamento esterno, ma il livello di sicurezza di Chrome mi avvisa che sto entrando in una pagina non sicura. Solo l'ultimo punto, Reccomended Website, abbiamo un collegamento esterno ad una pagina sicura che porta a https://www.pbs.org/kenburns/the-west/.



Funzionalità:

Il progetto contiene database (metodo di registrazione e organizzazione di informazioni avente come scopo la loro ricercabilità di collegamenti) annotati, collegamenti ai capitoli pertinenti dei libri di testo di storia digitale, bibliografie, dispense in classe, grafici, cronologie, guide cinematografiche, articoli di giornali storici, documenti di fonti primarie, programmi di lezioni, mappe storiche, musica, cartoni animati, quiz e immagini.

La pagina è fatta in maniera molto semplice. Vi è un ricco utilizzo dell'ipertesto (un documento digitale contenente rimandi interni ed esterni ad altri testi o immagini accessibili sia offline sia online) con rimandi all'interno del sito.

Non c'è un sistema di ricerca classico; ci si sposta attraverso gli hyperlinkUscire dalla landing page e navigare attraverso clic e rimandi, si rischia di perdersi.

Volendo, dalla Home page si può premere Search & Site Map: nella nuova pagina, uscita tramite caricamento. Ivi abbiamo una barra di ricerca collegata al motore di ricerca Google per effettuare ricerche esterne. Nella running page, abbiamo elenchi indicizzati (uniti tramite ipertesto) con dei sottocapitoli: Textbook, Timeline, DO HISTORY TOPICS, PRIMARY SOURCES, VOICES, MULTIMEDIA, GENERAL REFERENCE, ACTIVE LEARNING, FOR TEACHERS e Exhibitions. Alcuni di questi, li possiamo trovare anche nella Home page.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

Il pubblico di riferimento riguarda studenti e insegnanti. Insieme agli altri moduli, lo studente è coinvolto con quiz a scelta multipla su ogni epoca della storia americana, agli esami di ammissione alle scuole superiori del XIX secolo, una macchina del tempo, una sequenza temporale interattiva che si collega alla fonte primaria documenti e una panoramica flash della storia americana.

Per l'insegnanti ci sono moduli didattici (tra cui Westward Expansion), ognuno dei quali comprende una breve panoramica storica; documenti, film e immagini storiche consigliati; risorse didattiche tra cui piani di lezione, verifiche dei fatti e attività.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    2
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    2
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    2
Qualità di apparati descrittivi e guide:    2
Giudizio complessivo:

A causa della difficoltà riscontrata nella ricerca di un progetto di Digital History riguardo la tematica richiesta (Conquista dell'Ovest negli Stati Uniti), mi sono affidato a questo pagina. Non è esclusiva alla Westward Expansion, però fa parte di un progetto più ampio di DH, formato da 72 moduli interattivi che forniscono ampie fonti primarie su argomenti come le prospettive messicane, tejano e texane sulla battaglia di Alamo; la decisione di Franklin D. Roosevelt di trasferire i giapponesi americani durante la seconda guerra mondiale e la decisione di Lyndon B. Johnson di intensificare il coinvolgimento americano nella guerra del Vietnam nel 1964 e 1965; le prospettive dei bambini sulla schiavitù, sulla migrazione verso ovest e sulla seconda guerra mondiale. 

In definitiva risulta essere un progetto piacevole ed esauriente. Credo che sia un sito affidabile. Non è un sito che ha l’ambizione di attrarre ricercatori, professionisti o gente comune. La parte grafica è fatta in maniera semplice, ma anche dispersiva. L'uso dell'ipertesto rischia di far perdere la pazienza a chi cerca le informazioni necessarie. Le lezioni raccomandate sono state cancellate: quando si prova a cliccare su una di quelle si viene mandati su una pagina di pbs.org con scritto Oops! You've reached a retired page. La presenza delle mappe, potrebbe rendere la ricerca più interessante. Tuttavia, come spiegato, è necessario muoversi con rimandi interni ed esterni al sito: in questo modo rischia di far perdere lo studente.

URL: https://www.digitalhistory.uh.edu/teachers/modules/westward/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Marco Bortolussi
Immagine:
Data della recensione: 24 October 2023


Titolo:

History of the Atlantic Cable & Undersea Communications

Temi:

Il progetto nasce come database di materiali multimediali riguardanti le tecnologie che, a partire dalla metà del Diciottesimo secolo, hanno permesso di estendere le comunicazioni dal continente europeo a quello americano. In particolare, il progetto ruota attorno al collegamento tra Europa e Stati Uniti, realizzato posizionando un fascio di cavi sul fondale dell'Oceano Atlantico, rendendo di fatto possibile comunicare tra continenti utilizzando un'altra, rivoluzionaria, invenzione ottocentesca: il telegrafo. 

Autori:

L'autore del progetto è Bill Burns, noto anche come "The Cable Guy", autoproclamatosi esperto dell'argomento. Non è infatti possibile reperire ulteriori informazioni riguardo al fondatore, sia attraverso il sito, sia mediante una ricerca su google. Curiosamente, è possibile invece trovare brevi schede biografiche dei (pochi) collaboratori di cui Burns si è avvalso nel corso degli anni. Nello specifico: 

- Bill Glover, studioso indipendente di telegrafia con, a detta sua, all'attivo diverse pubblicazioni in Regno Unito, Stati Uniti, Francia e Spagna 

-Stewart Ash, di professione consulente indipendente nel campo dei sistemi sottomarini, oltre che articolista per il SubTel Forum, rivista bimensile sulla storia e le tecnologie di telecomunicazione

-Jim Jones, consulente tecnico. 

Contenuti e fonti:

Il database contiene un'ingente quantità di materiali sia testuali che visivi. All'interno si possono trovare: 

  • saggi 
  • articoli (sia scientifici che d'epoca)
  • fotografie
  • ritratti
  • dipinti
  • sermoni
  • informazioni bibliografiche che rimandano a materiale audiovisivo (film, canzoni) legato al tema del progetto ma non presenti all'interno del sito. 
Tutti questi contenuti sono organizzati per aree tematiche e/o cronologiche direttamente nella landing page, segnalate opportunamente da link che rimandano alle apposite sezioni del sito. L'ottima indicizzazione dei contenuti e la presenza di hyperlink all'interno delle singole voci del sito permettono di estendere la ricerca, altrimenti abbastanza difficoltosa mancando un indice e una barra di ricerca avanzata. Per il resto, come si evince dall'elenco dei contenuti, il sito impiega sia fonti primarie (fotografie, dipinti) che secondarie (articoli, saggi). Infine, da segnalare che, nonostante il progetto esista da più di vent'anni, viene costantemente aggiornato. Trasparente anche la comunicazione da parte dell'autore che si premura di aggiornare l'utenza sulle novità relative ai contenuti del sito.

Funzionalità:

A dispetto della mole di contenuti, le funzionalità del sito sono decisamente limitate. All'utente viene messa a disposizione una barra di ricerca semplice, priva di filtri, i cui risultati vengono divisi per pagine/sezioni presenti all'interno del sito (con una modalità di visualizzazione molto simile a quella di google) e immagini la cui descrizione coincide con l'argomento della nostra ricerca. 

Al di fuori della barra di ricerca, non esistono altri strumenti per semplificare il reperimento dei contenuti. 

Inoltre, l'interazione dell'utente è estremamente limitata: è consentita infatti la sola visualizzazione del materiale messo a disposizione dal sito. 

Obiettivi e pubblico di riferimento:

Trattandosi di un progetto nato al di fuori del contesto accademico, ed essendo pensato principalmente per la divulgazione, il pubblico di riferimento non può che essere il più ampio possibile. La limitatezza degli strumenti a disposizione dell'utente, che rendono quasi impossibile compiere ricerche approfondite, confermano che l'utente di riferimento è generico o, tutt'al più appassionato. 

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    2
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    2
Qualità grafica, impatto visivo:    2
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    2
Giudizio complessivo:

History of the Atlantic Cable & Undersea Communications è un progetto sicuramente interessante sul piano dei contenuti che brillano per quantità e, talvolta, qualità, ma manchevole sul versante dell'accessibilità e dell'interattività. Per districarsi in mezzo alla mole di materiali all'utente vengono forniti pochi strumenti, peraltro molto elementari. Anche sul versante grafico-estetico il sito dimostra tutta la sua anzianità. Pochi aggiornamenti in termini di architettura web e un facilitato reperimento dei contenuti basterebbero per rendere il sito di maggiore utilità anche per gli studiosi e i ricercatori. Tuttavia, essendo stato pensato fin da subito per un'ampia fascia d'utenza, e considerando che si tratta dello sforzo di pochi appassionati che ci lavorano da oltre vent'anni, il giudizio è complessivamente positivo. 

URL: https://atlantic-cable.com/
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Pubblicazione di fonti secondarie
Firma: Maikol Ariabis
Immagine:
Data della recensione: 24 October 2023


Titolo:

La decolonizzazione: il post colonialismo in Italia

Temi:

“Postcolonial Italy” è un progetto collaborativo che rientra nel campo della storia pubblica digitale. Il progetto è stato lanciato nel dicembre 2018 a Firenze dai dottorandi Markus Wurzer (Università di Graz) e Daphné Budasz (European University Institute). Mira a catturare e documentare tracce materiali visibili nello spazio pubblico e, quindi, stimolare un dibattito pubblico sulla silenziosa storia coloniale italiana. Sebbene l’impero coloniale italiano fosse stato relativamente piccolo e di breve durata rispetto ad altri, oggi numerose tracce materiali – nomi di strade, monumenti, edifici ecc. – si possono trovare nelle città italiane e nelle ex colonie. Il  progetto mira a sviluppare una mappa digitale, che catturi le tracce materiali del colonialismo italiano e le contestualizza storicamente al fine di stimolare un dibattito pubblico sul passato coloniale violento e messo a tacere dell'Italia. Portando alla luce il colonialismo nello spazio pubblico e spiegando perché le sue tracce sono significative, abbondanti e persistenti, “Mapping Italian Heritage in Italy” è sia un progetto di ricerca collaborativa che un’impresa di storia pubblica . Attraverso la collaborazione con altri studiosi che lavorano sul patrimonio coloniale, il progetto intende crescere online e incorporare tracce coloniali presenti in altre regioni italiane e nelle ex colonie.

 

 


Autori:

I Coordinatori del progetto

 Daphné Budasz

Daphné Budasz è una dottoranda di ricerca presso il Dipartimento di Storia e Civiltà dell’European University Institute (EUI) di Firenze. Ha studiato storia all’Università di Losanna e alla Queen Mary University di Londra. Ha, inoltre, conseguito un master in storia pubblica presso l’Université Paris-Est Créteil. Daphné ha lavorato per la rivista francese L’Histoire e come assistente curatore per la Casa della storia europea a Bruxelles.

 Markus Wurzer

Markus Wurzer è storico e ricercatore post-dottorato presso il Max Planck Institute for Social Anthropology di Halle an der Saale. Ha studiato storia, lingua e letteratura tedesca presso le Università di Graz e Bologna. È stato assistente di ricerca e docente presso il Dipartimento di Storia dell’Università di Graz e assistente universitario presso il Dipartimento di storia moderna e contemporanea dell’Università di Linz. Nella sua tesi di dottorato si è concentrato sull’impresa coloniale italiana contro l’Etiopia (1935-1941) nella cultura visiva e nella memoria familiare. Basandosi sulle fotografie dei soldati di lingua tedesca italiani della provincia di Bolzano come caso di studio, la tesi ha esplorato pratiche fotografiche private, la costruzione e la diffusione di coloniale (e fascista) la cultura visiva, e ha seguito le sue persistenti tracce nella memoria familiare fino ai giorni nostri.

I collaboratori del progetto

Serena Alessi

Serena Alessi lavora presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dove è Responsabile per la Promozione Culturale. Ha conseguito il dottorato in Studi Italiani nel 2015 presso la Royal Holloway University di Londra, dove ha anche insegnato lingua e cultura italiana.

Carmen Belmonte

Carmen Belmonte è una ricercatrice presso il Kunsthistorisches Institut a Firenze, il Max-Planck-Institut. La sua ricerca si concentra sulla cultura visiva e l’eredità materiale del colonialismo italiano e del fascismo.

 Devorah Block

Devorah Block è una consulente indipendente per l’istruzione e per la strategia nel settore culturale. Ha lavorato con collezioni diverse come il Museo d’Arte Moderna, la Pinacoteca di Brera e l’Archivio Storico dell’Unione Europea e con un ampio numero di persone, dalle famiglie agli studenti laureati. Ha lanciato il progetto non-profit The Book Initiative nel 2021. Si è laureata in Storia dell’Arte (BA, Università di Sydney; MA, Università di Siracusa) e Studi in Rappresentazione visiva (Phd, Scuola Normale Superiore).

 

Elena Cadamuro

Elena Cadamuro è una dottoranda presso il dipartimento di Antichità, Filosofia e Storia dell’Università di Genova.

Serena Calaresu

Serena Calaresu è parte della squadra curatoriale di The Recovery Plan dal 2020. Si è laureata in Storia dell’arte presso l’Università degli studi di Firenze con una tesi in Tutela dei beni culturali. 

Valeria Deplano

Valeria Deplano è docente di storia all’Università di Cagliari. I suoi interessi di ricerca si concentrano sulla storia del colonialismo italiano, sul suo impatto culturale sulla società italiana, sul suo legame con il processo di costruzione della nazione e le sue eredità nell’Italia repubblicana, con un’enfasi sul razzismo.

Moritz Deininger

Moritz Deininger vive a Graz, in Austria. Attualmente insegna inglese e storia in una scuola secondaria. Sostiene Postcolonial Italy correggendo i contributi dei vari autori.

 

Sebastian De Pretto

Sebastian De Pretto ha completato i suoi studi di dottorato presso l’Università di Lucerna nel 2019.

Gli interessi di ricerca di Sebastian De Pretto comprendono: la storia coloniale italiana, gli studi sulla memoria, studi (post-)coloniali, la storia italiana contemporanea, storia altoatesina, storia transnazionale della regione alpina.

 

Marco Donadon

Marco Donadon è dottorando in Studi storici, geografici ed antropologici presso l’Università di Padova, l’Università Ca’ Foscari di Venezia e l’Università di Verona. Ha conseguito un master presso la Ca’ Foscari con una tesi sul ruolo di Venezia e della sua università (Ca’ Foscari) durante il colonialismo italiano (1868-1943), una ricerca ispirata alla sua esperienza come co-curatore della mostra sul colonialismo italiano Ascari e Schiavoni. Il razzismo coloniale e Venezia (2017), fonte principale della mappa di Venezia Imperiale.

 

Livia Dubon

Livia Dubon vive e lavora tra Londra-Firenze, è ricercatrice e curatrice indipendente. La sua recente ricerca si concentra sul rapporto tra concetti di identità nazionale, memoria collettiva e rappresentazione.

 

Nikolaos Mavropoulos

Nikolaos Mavropoulos ha studiato studi balcanici (Balkan studies – BA) e storia europea (MA) in Grecia. Nel 2014 ha ricevuto la borsa di dottorato dell’Università La Sapienza.

La sua tesi di dottorato si è basata su ricerche in biblioteche e collezioni d’archivio in Italia, Giappone e Inghilterra per un periodo di tre anni e ha scoperto importanti paralleli nei primi sforzi coloniali di due ritardatari alla spinta per l’espansione imperiale, Italia e Giappone. Nel settembre 2019 ha conseguito il dottorato presso l’Università Sapienza di Roma, Dipartimento di Storia, Cultura, Religione.

 

Alessandro Pes

Alessandro Pes è docente di storia contemporanea presso il Dipartimento di scienze politiche e sociali dell’Università di Cagliari. Si occupa della storia del colonialismo e della decolonizzazione e della storia del fascismo in Italia.

 

Iris Pupella-Noguès

Iris Pupella-Noguès è dottoranda in storia contemporanea all’Università di Paris-Est in co-tutela con l’Università di Trieste. Studia la vita politica quotidiana degli spazi pubblici della città di Trieste durante il periodo fascista (1920-1943). Si è laureata in Storia contemporanea nel 2016, presso le università di Paris-Est e di Roma III e ha anche conseguito una laurea specialistica in Public History (2017).

 

Victoria Witkowski

Victoria Witkowski è ricercatrice presso la British School a Roma (BSR), dopo aver conseguito il dottorato presso l’Istituto Universitario Europeo (IUE) a Firenze. La sua tesi ha analizzato la vita pubblica e rappresentazione culturale di Rodolfo Graziani, e la sua ricerca attuale si concentra sulle concezioni novecentesche dell’eroe fascista e coloniale. La sua ricerca transnazionale l’ha portata in archivi, conferenze e borse di studio in Italia, Stati Uniti e Regno Unito.


Contenuti e fonti:

Il progetto mira a sviluppare una mappa digitale, che catturi le tracce materiali del colonialismo italiano, attraverso una mappa interattiva (GIS) è possibile visualizzare strade, piazze, edifici, statue, monumenti, targhe commemorative legati alla storia coloniale, istituzioni coinvolte nel colonialismo e tracce coloniali nella cultura popolare e di massa.. Le città sulla quale è fornita una mappa con i relativi siti sono:

- I comuni limitrofi di Affile e Filettino sono piccole località rurali immerse nel verde delle colline laziali a circa 60 km da Roma. Con solo circa 1.000 abitanti ciascuna, queste minuscole comunità dimenticate hanno fatto notizia solo negli ultimi dieci anni a causa del dibattito pubblico in corso sulla creazione di un controverso monumento (nel 2012) in onore di un generale fascista locale di nome Rodolfo Graziani che fu responsabile di atrocità di massa durante la sua vita. Il recente monumento, tuttavia, non è l'unica commemorazione di Graziani poiché entrambi i comuni, che hanno tendenze neofasciste di lunga data fin dalla seconda guerra mondiale, tengono in suo onore numerosi memoriali che esistono in varie forme.

-Bolzano, in quanto capoluogo dell'Alto Adige, Bolzano si trova al centro di una regione in cui le narrazioni di conquista e dominio socio-politico sono fondamentali per la propria storia. Questo perché la regione, abitata da una maggioranza di lingua tedesca, divenne parte dell'Italia solo dopo la prima guerra mondiale nel 1919. Nel periodo tra le due guerre il regime fascista cercò di italianizzare sia il territorio che la popolazione. Pertanto, i molti luoghi in cui a Bolzano viene pubblicamente ricordato l'aggressivo passato coloniale dell'Italia, testimoniano una coscienza storica conflittuale e ambivalente.

-Cagliari, con strade e piazze del centro dedicate ai Savoia, a personaggi della politica e della cultura sarda, o anche a personaggi della cultura italiana, a prima vista la città di Cagliari non sembra possedere segni di partecipazione al XIX-Novecento. progetto imperialista italiano del secolo nel suo spazio pubblico. Una più approfondita attenzione alla storia urbana della città, e uno sguardo più ampio al suo entroterra, per lungo tempo parte integrante del territorio metropolitano, dimostrano il contrario, dimostrando come la città fosse partecipe del fervore imperialista, e come lo spazio pubblico porta ancora i suoi segni.

-Firenze, culla del Rinascimento, il patrimonio storico di Firenze è legato principalmente alla storia dell'arte italiana e il passato coloniale della città rimane appena percettibile. 

-Parma, città di provincia dell'Emilia Romagna, e la sua storia condividono molti legami con il colonialismo italiano; merito in gran parte del suo concittadino Vittorio Bottego, uno dei più noti esploratori italiani di fine Ottocento. Come in molte altre città italiane, la sua toponomastica e il suo impianto urbano presentano nomi e simboli legati alla storia del colonialismo, i cui significati hanno subito nel corso dei decenni un processo di normalizzazione e neutralizzazione.

-Roma imperiale il fulcro da cui furono prese tutte le decisioni sulla politica coloniale nei secoli XIX e XX. È a Roma, dal balcone di Piazza Venezia, che Mussolini dichiarò la nascita dell'Impero fascista italiano, il 9 maggio 1936. Roma è quindi la città italiana dove le tracce del colonialismo sono più evidenti e più copiose. Eppure molto spesso invisibile, parte data per scontata del paesaggio urbano.

- Torino, stupenda città barocca, già capitale del Ducato di Savoia, poi del Regno di Sardegna e infine del neonato Stato italiano, Torino divenne nel Novecento un'importante zona industriale e “capitale dell'automobile”. Toponomastica, monumenti, cippi e targhe ricordano la lunga e contrastata storia della città. A Torino le tracce materiali della storia coloniale italiana potrebbero non essere così abbondanti. Tuttavia, ogni quartiere conserva qualche testimonianza di quel passato coloniale, spesso dimenticato.

-Trieste è il capoluogo della regione autonoma Friuli-Venezia-Giulia. Importantissimo porto dell'Impero Asburgico, Trieste era – ed è tuttora – una città multietnica e multireligiosa. Divenne parte dell'Italia dopo la prima guerra mondiale e, con l'instaurazione del fascismo, le autorità italiane utilizzarono l'architettura e la monumentalità per rafforzare e, soprattutto, sottolineare l'italianità di Trieste. Considerata l'importanza della regione durante la Prima Guerra Mondiale e la vicinanza del Cimitero di Guerra di Redipuglia, molti monumenti e toponimi di strade sono legati alle vittime non solo della Prima Guerra Mondiale, ma anche delle guerre successive, anche durante la colonizzazione dell’Africa Orientale durante il Fascismo.

-Venezia, anche se considerata una città senza tempo, con edifici galleggianti e un incredibile patrimonio artistico, Venezia porta con sé le tracce di tutta la sua storia, compreso il passato coloniale. In quanto città della Serenissima, il cui dominio comprendeva l'area istriano-dalmata, Venezia è anche il luogo dove il progetto espansionista italiano si espresse con la sua massima forza se osservato nella sua doppia prospettiva: quella africana e quella balcanica.




Funzionalità:

La landing page della home si presenta semplice con il titolo scritto per intero in alto a sinistra. Alla destra del titolo è presenta una barra con le voci:

“HOME” ed “ESPLORA” in attraverso una mappa interattiva (GIS) è possibile visualizzare strade, piazze, edifici i cui nomi siano collegati alla storia coloniale; statue, monumenti, targhe commemorative legati alla storia coloniale, istituzioni coinvolte nel colonialismo e tracce coloniali nella cultura popolare e di massa. La mappa permette di essere ingrandita o rimpicciolita, di spostarti e di cliccare su alcuni punti predefiniti all’interno della GIS. I punti presenti sono di colori diversi e sono descritti da una legenda scritta al di sotto di questa mappa. Cliccando sui punti si apre un banner in cui viene specificato il nome del reperto storico o del luogo materiale con una descrizione e con un’immagine di sfondo. La mappa interattiva è il modello di riferimento con cui viene costruito ogni argomento del progetto, nello specifico la trattazione di suddetti metadati riguarda le città di Affile e Filettino Bolzano, Cagliari, Firenze, Parma, Roma, Torino, Trieste e Venezia;

“NEWS [ENGLISH]”: le notizie riguardo le conferenze, i webinar, il tour autoguidato sull’Italia postcoloniale, dibattiti online sui luoghi dei fascismi e le eredità coloniali italiane;

“IL PROGETTO” che descrive le caratteristiche di questa risorsa di storia digitale;

 “I COLLABORATORI” in cui vengono citati tutti i coordinati e collaboratori del progetto con una descrizione del loro curriculum vitae,

infine è presente la pagina “COME CONTRIBUIRE” in cui viene descritto come poter supportare questo progetto, chiarendo che si ricercano contributi sulle tracce materiali del colonialismo italiano visibili nello spazio pubblico, norme che specificano il formato del testo,  la lingua in cui scrivere e al necessità di fornire immagini dei siti. 

Il sito web ha la possibilità di essere fruito solo in lingua italiana e inglese.

 


Obiettivi e pubblico di riferimento:

Portando alla luce il colonialismo nello spazio pubblico e spiegando perché le sue tracce sono significative, troppo fluide e persistenti, “Postcolonial Italy” è sia un progetto di ricerca che un’impresa di storia pubblica. Attraverso la collaborazione con altri studiosi che lavorano sul colonialismo italiano, il progetto intende crescere online e incorporare le tracce coloniali presenti in altre regioni italiane e nelle ex colonie. 

Lo scopo di questo progetto è quello di rendere questi contenuti accessibili ad un pubblico senza alcuna conoscenza preliminare della storia coloniale italiana . 

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    3
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

La grafica appare sorpassata e non vi è grande interattività all’interno delle pagine, che risultano piuttosto statiche. Anche i materiali caricati sono soprattutto word, oppure qualche foto digitalizzata. 

I contenuti sono nel complesso accessibili e molto semplici, non è possibile una ricerca di tipo “dinamico”, in quanto non è presente una ricerca avanzata e dettagliata sulle fonti, ma solo delle descrizioni di strade, piazze, edifici i cui nomi siano collegati alla storia coloniale; statue, monumenti, targhe commemorative legati alla storia coloniale, istituzioni coinvolte nel colonialismo e tracce coloniali nella cultura popolare e di massa.

 Il progetto di ricerca pur proponendosi per un' utenza che non abbia conoscenze preliminari della storia italiana, contiene al suo interno pochi contributi digitali. 

I materiali non sembrano essere stati aggiornati e nelle stesse finalità del progetto viene richiesta la collaborazione di contributi sulle tracce materiali del colonialismo italiano che rimangono ancora oggi visibili nello spazio pubblico, dunque il sito è in divenire.  

Nel complesso, il sito è un progetto ambizioso nella ricerca di fonti che abbracciano un tema che spesso viene taciuto, ma la modalità di presentazione del sito risultano troppo essenziali e necessitano di un restyling dal punto di vista della grafica e dell'approfondimento dei contenuti. 



URL: https://postcolonialitaly.com/sample-page/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Luciana D'Avanzo
Immagine:
Data della recensione: 24 October 2023