Titolo:
Temi:
Autori:
Contenuti e fonti:
Funzionalità:
Obiettivi e pubblico di riferimento:
Architettura web, chiarezza, navigabilità - da 1 (min) a 5 (max):
Accessibilità e ricercabilità dei dati - da 1(min) a 5 (max):
Qualità grafica, impatto visivo - da 1 (min) a 5 (max):
Valutazione dei contenuti: rilevanza del tema - da 1 (min) a 5 (max):
Ricchezza dei contenuti - da 1 (min) a 5 (max):
Qualità di apparati introduttivi, e istruzioni - da 1 (min) a 5 (max):
Giudizio complessivo:
URL:
Tipologia:
Firma:
Immagine:
Data della recensione:
Include in search.
Nome autore:
Cognome autore:



Titolo:

La guerra in Jugoslavia

Temi:

Il sito si propone di indicare su una mappa e presentare una descrizione delle fosse comuni che si possono trovare nei territori della ex-Jugoslavia, segno tangibile dei crimini di guerra avvenuti tra il 1991 e il 1999.

Autori:

Bitter Land è un progetto del BIRN (Balkan Investigative Reporting Network), a sua volta un insieme di progetti volti a supportare (tramite fondi europei) e migliorare "the quality and professionalism of journalism in the Western Balkans and Türkiye". BIRN è composto da numerosi giornalisti, editori, cameramen, traduttori et alt. provenienti da diverse parti degli stati balcanici, visualizzabili in "about BIRN". L'"about us" di Bitter land (che si trova solo in fondo alle schede dei luoghi), invece, non presenta informazioni su chi ha lavorato al progetto.

Contenuti e fonti:

Il progetto contiene informazioni su 42 fosse comuni presenti nei territori della ex-Jugoslavia. Il sito si presenta con una mappa dei territori balcanici e a sinistra di essa la lista delle fosse comuni. Cliccando sulla mappa o sulla lista è possibile aprire una pagina in cui è indicata la località, il numerosi di cadaveri identificati, il periodo di esumazione dei corpi, i casi giudiziari della ICTY (International Criminal Tribunal for the former Yugoslavia) coinvolti, una colonna di testo in cui si descrive la fossa comune e la sua storia, un archivio di immagini. Dove presente, le registrazioni delle testimonianze di sopravvissuti o testimoni dei massacri e un collegamento ad altre storie documentate dal BIRN. In cima alla pagina sono visibili, sempre se presenti, anche delle foto e dei filmati fatte da un drone per mostrare la particolare area di riferimento a 360 gradi.

Le fonti su cui si basa il progetto sono principalmente primarie, in particolare Bitter land utilizza i documenti prodotti per il tentativo di insabbiamento dell'operazione durante la guerra, le registrazioni delle testimonianze dei sopravvissuti o di testimoni oculari durante i processi contro gli esecutori materiali e non e altri articoli, siti o report visionabili in fondo alle pagine nella sezione "Resources". Inoltre fa uso dei dati di svariate associazioni umanitarie, nazionali ed internazionali, come da loro stessi scritto: "BIRN relied upon and cross-referenced data from the International Criminal Tribunal for the Former Yugoslavia, the International Commission on Missing Persons, the International Committee of the Red Cross, the Missing Persons Institute of Bosnia and Herzegovina and other organisations that were involved in the process".

Funzionalità:

Il sito non ha una vera e propria Landing page, ma dà comunque un'immediata spiegazione, tramite un video, del contenuto offerto. Bitter land permette all'utente di interagire con la mappa, ingrandendola e restringendola in base ai propri bisogni. I luoghi sono indicati con un cerchio rosso e sono di varia grandezza, ad indicare il numero di vittime ritrovate ed riesumate in quel punto specifico. Se la mappa è stata ingrandita abbastanza, si può utilizzare la colonna a sinistra "Locations" per spostarsi più velocemente e senza dover cercare autonomamente. 

Passando alle pagine specifiche delle fosse comuni, il sito permette di ascoltare le testimonianze avvenute durante i processi contro criminali di guerra nella sezione "Testimonies/voices", la quale porta ad una pagina di Soundcloud. Le "Resources" e i "court cases" sono una serie di link che portano l'utente ad altri siti del progetto BIRN o a siti correlati (ad esempio i court cases rimanderanno ad una pagina dell'ICTY con le informazioni sui criminali di guerra ai quali si accusa il massacro e/o l'occultamento dei cadaveri in quella particolare zona).

Obiettivi e pubblico di riferimento:
Obbiettivo del sito è di mappare e catalogare, attraverso un approccio multidisciplinare, e soprattutto ricordare e commemorare questi luoghi, come da loro descritto nel "about us" : "

BIRN visited and filmed all the 42 largest mass graves in the former Yugoslavia in the autumn of 2020 and early 2021 and established that only 12 had some kind of plaque or memorial marking the site as a place where people were buried during wartime. The graves are usually only marked in areas where the people living nearby belong to the same ethnic group as those who were buried there. In areas in which the majority of the local population is from the same ethnic group as the killers, any attempt to create a memorial is denied. At some of them, even annual commemorations are not allowed."

Non viene specificato quale sia il pubblico di riferimento per questo progetto, ma visto il sostegno economico e la co-fondazione dell'Unione Europea e la semplicità del sito, si può ipotizzare che sia stato creato non solo per essere consultato da studiosi o figure professionali ma anche per un pubblico ben più ampio, con lo scopo di mettere alla luce e creare una visione comprensiva di  "the largest such cover-up operation in Europe since World War Two".

 

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    2
Giudizio complessivo:

Il sito è facilmente consultabile (in quanto gratuito) e navigabile e il quantitativo di fonti primarie e secondarie è notevole, ma solo se si ha una conoscenza adeguata dell'inglese, in quanto unica lingua presente oltre all'albanese e al bosniaco. Altra pecca che mi trovo costretto a sottolineare è che per quanto le registrazioni delle testimonianze sia accessibile, si incontra un altro ostacolo linguistico: mentre quelli che si suppongono essere i giudici e gli avvocati del tribunale parlano in inglese, i testimoni (elementi focali della registrazione) parlano nella loro lingua senza che vi sia una traduzione simultanea e/o udibile. 

Non si trovano particolari difficoltà a muoversi nel sito e anzi l'unione della mappa con la colonna dei luoghi permette un movimento sulla prima molto facilitato. Il sito è comunque molto giovane (nasce nel 2020), come indicato nell'"about us" deve ancora mappare tutti i luoghi in cui sono sepolti dai 50 ai 100 corpi (per ora ha mappato solo quelli contenenti più di 100) e quelli rimanenti per un totale di circa 1,600 fosse comuni, ma ha delle potenzialità sia come utilizzo per un excursus didattico (indirizzato a studenti delle superiori) sia nel suo complesso come sito di public history, relativo ad una parte della storia contemporanea che spesso viene tralasciata o volontariamente nascosta.

URL: https://massgravesmap.balkaninsight.com/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Alberto Fabris
Immagine:
Data della recensione: 24 October 2023


Titolo:

L’IMPERO OTTOMANO

OTTOMAN HISTORY PODCAST

Temi:

Podcast sulla storia ottomana, in particolare riguardante l'Impero Ottomano, il Medio Oriente moderno e il mondo islamico. Presenti anche sezioni tematiche con argomento più specifico riguardanti la deportazione degli americani ottomani, la storia delle società mussulmane e la cultura musicale turca. 

Autori:

Il progetto è gestito da un team di circa quindici dottorandi e professori provenienti da tutto il mondo che, supportati dall’intervento di esperti e contribuenti, produco contenuti digitali per la diffusione di conoscenza storica. Dal 2011 il progetto si è rapidamente evoluto fino a diventare una delle più grandi risorse digitali per la discussione accademica riguardante l’Impero Ottomano e il Medio Oriente moderno.

Contenuti e fonti:

Il focus generale del podcast riguarda l’Impero Ottomano. Si può notare però come i produttori e gli storici che gestiscono e sviluppano questo progetto di public history non si limitano all’area geopolitica e al periodo temporale che è comunemente associato agli Ottomani ma esaminano anche il Medio Oriente moderno e il più ampio mondo mediterraneo.

Il team ha prodotto 552 episodi nelle sue 13 stagioni, dalla più recente che racchiude gli episodi pubblicati tra settembre e ottobre 2023 a quelle precedenti fino al 2011.

È stata inoltre prodotta una serie speciale di podcast, introdotta nel 2020 e ad ora contenente 10 episodi, destinata agli studenti universitari e che offre una panoramica della storia delle società musulmane dal VII al XVII secolo. Ogni episodio si basa su interviste e conversazioni con tre o più studiosi la cui ricerca e il cui insegnamento riguardano diversi aspetti della storia del mondo islamico. Ogni episodio include anche del materiale bonus, come ad esempio suggerimenti di lettura primaria e secondaria e ulteriori ascolti.

Un’altra serie tematica speciale riguarda la “Deportazione degli americani ottomani” e contiene ad ora 3 episodi. Questo podcast, che affronta la tematica attraverso le storie dei migranti mediorientali soggetti a deportazione dagli Stati Uniti nel corso degli anni '30, è un progetto accademico che si avvale del contributo di ricercatori accademici per approfondire la conoscenza pubblica sulla storia della migrazione e sul rapporto tra gli Stati Uniti e il Medio Oriente moderno.

Una sezione particolare è dedicata allo Yayla, un programma radiofonico su Internet che esplora l'intera gamma della musica turca del passato e del presente. In ogni episodio (attualmente 12) sono presentati una serie di brani che rappresentano un tema o un genere particolare, collegati qua e là a frammenti di contesto storico e culturale.

Funzionalità:

Gli episodi del podcast sulla storia ottomana sono riproducibili online attraverso il browser, ma anche mediante piattaforme come Apple Podcasts e Spotify.

Gli episodi sono inseriti in un feed, presentati in ordine cronologico decrescente, e riportano il cognome dell’ospite o del presentatore, la data di pubblicazione e il titolo dell’episodio che riporta chiaramente l’argomento trattato. 

È inoltre disponibile un elenco degli episodi archiviati riproducibili in streaming. Viene anche offerta la possibilità di effettuare la ricerca di specifici episodi attraverso la casella di ricerca situata nella parte alta della pagina web.

La traccia audio di ogni episodio è preceduta da una sezione di testo che introduce e chiarisce il tema che verrà affrontato, mentre in seguito sono riportati autori, presentatori e ospiti, immagini, altri materiali e la bibliografia completa dei contenuti.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

Il progetto del podcast sulla storia ottomana è nato nel 2011, ed è il frutto di un’idea sperimentale che aveva come obiettivo quello di trovare una forma alternativa alla produzione accademica che esplorasse i media nuovi e più accessibili e che consentisse un approccio collaborativo.

Il podcast, come già specificato creato da professori universitari e dottorandi, ha un tono accademico: le conversazioni sono profonde, sfumate e ricche di erudizione.

La particolarità dei podcast, come strumenti di conoscenza e divulgazione, sta nel fatto che nonostante sia una modalità “semplice” e invitante per l’ascoltatore mantiene una grande specificità degli argomenti e la natura della discussione tale da mantenerli saldamente legati all’ambito dell’istruzione superiore. Le interviste e conferenze registrate, pur mantenendo un tono prevalentemente accademico, forniscono conversazioni accademiche accessibili a un pubblico più ampio.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    4
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

La piattaforma è organizzata in modo molto semplice e comprensibile. È estremamente facile accedere alla sezione podcast e usufruire di questa modalità se si segue l’ordine cronologico e le pubblicazioni più recenti. Risulta invece più difficoltoso reperire episodi meno recenti o ricercare particolari tematiche direttamente dall’elenco (considerando il gran numero di episodi).

L’utilizzo dei podcast per la divulgazione è una modalità sempre più frequente e in costante evoluzione: migliorano i mezzi, la qualità delle produzioni e le tecniche comunicative (come ad esempio l’inserimento di clip introduttive riguardante dell'ospite che interviene, accompagnate ad un sottofondo musicale, destinate a creare interesse). È importante sottolineare la dimensione transmediale di questo progetto di public history che mette in relazione lezioni e interventi audio, materiale di testo, immagini e un'ampia bibliografia.

Il podcast potrebbe rappresentare uno strumento utile per gli studiosi dell'Impero Ottomano, per i professori e in generale per un pubblico più ampio per rimanere aggiornati, per ampliare la conoscenza individuale su tematiche inerenti alla storia dell'Impero Ottomano e per acquisire familiarità e stabilire collegamenti utili all’approfondimento e all'analisi di alcune tematiche connesse.

URL: https://www.ottomanhistorypodcast.com/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Annachiara Baratto
Immagine:
Data della recensione: 24 October 2023


Titolo:

London Lives 1690 to 1800 - Crime, Poverty and Social Policy in the Metropolis

Temi:

Il progetto London Lives rende disponibili in forma digitalizzata una ampia gamma di fonti relative alla storia della Londra del XVII sec, con un focus particolare su ciò che viene considerata la "Londra plebea".
Si tratta in ultima analisi di un progetto di ricerca che attraverso la raccolta e la digitalizzazione di fonti giudiziarie, archivi di ospizi per la povertà e compilazioni quantitative di dati storici provenienti da registri urbani sul pagamento delle tasse, la partecipazione elettorale, lo sviluppo urbano, ecc. fornisce un importante strumento di indagine sullo sviluppo della classe operaia londinese e del sottoproletariato urbano come fenomeni storici emergenti nel quadro dello sviluppo demografico della metropoli di Londa durante la Rivoluzione Industriale.

Autori:

London Lives è un progetto frutto della collaborazione tra lo Humanities Research Institute dell'Università di Sheffield e l'Higher Education Digitisation Service dell'Università dell'Hertfordshire.
Il sito è ospitato presso il Digital Humanities Institute dell'Università di Sheffield ed è finanziato primariamente dall'Economic and Social Research Council.

A dirigere il progetto ci sono:
- Tim Hitchcock (Università dell'Hertfordshire) e Robert Shoemaker (Università di SHeffield) in qualità di project directors
- Sharon Howard (Università di Edimburgo) in qualità di project manager

Il progetto London Lives è vincitore del British Society for Eighteenth-Century Studies Prize for Digital Resources nel 2011.


Contenuti e fonti:
Lo studio della vita delle classi non-elitarie (secondo la definizione del progetto) interroga un vasto numero di fonti che in qualche modo interessano la vita quotidiana dei poveri e delle classi lavoratrici. La prospettiva di indagine storiografica che London Lives propone però è relativa non tanto allo studio degli archivi istituzionali (sistema giudiziario, benefit per poveri, associazioni di beneficenza, mutuo soccorso e assistenza sanitari) quanto al modo in cui le vite individuali che emergono nel momento in cui intersecano, per un motivo o per l'altro, un dato attore istituzionale orientano e plasmano le istituzioni stesse e il loro sviluppo.
Per citare le intenzioni del progetto: "Esaminando il modo in cui i singoli londinesi si sono impegnati e hanno manipolato queste agenzie per i propri fini, questo progetto intende valutare il ruolo dei plebei nell'evoluzione delle pratiche sociali nella metropoli moderna."

Sulla base di questa prospettiva di indagine, le fonti prevalenti del progetto provengono da:

1- archivi del sistema giudiziario: verbali di polizia, biografie dei condannati, sentenze, liste di prigionieri e condannati.
2 -istituzioni di soccorso ai poveri:  si tratta di materiale proveniente per la maggior parte da archivi parrocchiali relativi ad opere di carità. Oltre a queste fonti, si trovano dati provenienti dal sistema delle workhouse per i disoccupati e dall'attività di mutuo soccorso di alcune gilde professionali nei confronti dei propri associati.
3 - istituzioni di assistenza medica: anche in questo caso si tratta di iniziative perlopiù parrocchiali a cui si aggiunge il registro del St. Thomas's Hospital


I contenuti disponibili sono prevalentemente fonti primarie digitalizzate (manoscritti, registri, diari, documenti giudiziari) visualizzabili liberamente. La digitalizzazione dei testi, attraverso scan di testi a stampa o microfilm ad alta risoluzione permette la visualizzazione dei testi originari a cui si aggiunge un text rekeying, ovvero una ricopiatura del testo (attraverso una doppia trascrizione) che permette una consultazione agevole dei contenuti a stampa, ovviando alla difficoltà dell'interpretazione paleografica.


Il progetto raccoglie 240.000 manoscritti o testi a stampa da 8 archivi londinesi e fornisce accesso a record storici contenenti oltre 3,35 milioni di istanze di nomi.

Funzionalità:

I contenuti così digitalizzati sono ricercabili in diverse forme.

Keyword search: ricerca per parole chiave nel testo
Person name search: ricerca per nome delle singole persone
Entrambe queste forme di ricerca generica possono essere filtrate per tipo di documento e data

Browse document: navigazione diretta tra i documenti disponibili, divisi per tipologia (archivi di parrocchie, registri criminali, registri di medico legale, registri di ospizi e gilde professionali, fonti addizionali).
Nella ricerca per browse document ogni voce di archivio è organizzata cronologicamente, supportata da una timeline.

Lives: materiale documentario biografico completo o parziale sulle vite personali di londinesi vissuti nel XVIII sec. organizzato per ordine alfabetico e ricercabile anche tramite keyword specifiche




Obiettivi e pubblico di riferimento:

L'obiettivo del progetto è la ricostruzione dell'interazione complessa tra istituzioni  e politiche socio-assistenziali da un lato e la vita quotidiana della "plebe" londinese nel XVIII secolo sullo sfondo dei nuovi rapporti sociali conseguenti allo sviluppo industriale del paese e quindi dello sviluppo urbano e demografico della sua capitale.
La prospettiva di indagine adottata e la complessità del lavoro di digitalizzazione e trascrizione delle fonti primarie, rendono il progetto una fonte di dati storici estremamente specifica nello studio più complessivo della Rivoluzione Industriale in Europa orientato quindi ad un pubblico specialistico. 

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    5
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    5
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:

Il progetto presenta un alto livello di affidabilità scientifica. 
L'apparato introduttivo è ampio e ricco e si concentra non solo sull'esposizione delle fonti scelte, ma anche sulla metodologia di raccolta e digitalizzazione oltre che sulla prospettiva di indagine storiografica scelta e proposta all'utente. Completa la panoramica una dettagliata bibliografia relativa non solo all'argomento generale ma anche ai singoli archivi utilizzati, in cui sono proposte sia ulteriori fonti primarie reperibili nel sistema bibliotecario britannico sia fonti secondarie.
Il sito sconta un'impostazione grafica molto semplice e poco accattivante, forse leggermente datata, che fa il paio con lo scarso aggiornamento del progetto che risale al 2018.
Nonostante questo limite è evidente la vitalità generale del progetto di ricerca sulla storia moderna britannica proposto dalle università in questione in quanto London Lives è collegato ad altri progetti paralleli molto interessanti come Locating London's Past  e The Digital Panopticom

URL: https://www.londonlives.org/
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Analisi di dati
Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Davide Fiorini
Immagine:
Data della recensione: 24 October 2023


Titolo:

1947 PARTITION ARCHIVE


Temi:

Il tema è uno: riconoscere e rendere popolare l'evento della Partizione: il processo di dissoluzione del Raj britannico nel subcontinente indiano e la nascita di due nuovi Stati, India e Pakistan (al tempo comprendeva anche il Bangladesh). A differenza di un racconto analitico e accademico dell'evento, questo periodo viene raccontato non attraverso gli occhi di studiosi e storici, bensì dalle persone che hanno vissuto quell'evento e hanno deciso di esporre le proprie testimonianze (passate al vaglio e alla verifica). A differenza del 2008, anno in cui è nata quest'idea, l'evento della Partizione è divenuto un'area di ricerca attiva e in crescita. In questo sito si cerca di documentare, preservare e condividere testimonianze oculari di tutte le comunità etniche, religiose ed economiche colpite dalla spartizione dell'India britannica nel 1947.


Autori:

Il progetto è nato dall'idea di un'organizzazione non governativa senza fini di lucro dedicata a istituzionalizzare la storia popolare della Spartizione. Per leggere i nomi dei fautori è necessario andare sulla voce ABOUT US: si può cliccare permettendo alla pagina di caricare il contenuto, o poggiare il cursore facendo comparire un menù a tendina con diverse voci. Quelle che a noi interessano sono The team (o OUR TEAM), Board (OF DIRECTORS) e Advisory Council. 

Nella prima voce si trova l'elenco dello staff attuale in ordine alfabetico e il loro rispettivo ruolo. Sotto questa serie di nomi, troviamo la lista dei tirocinanti e dei destinatari del programma Story Scholars 2019-2020 (ancora attivo).

Nella seconda voce troviamo i nomi di coloro che hanno fondato 1947 Partition Archive con delle brevi biografie:

Eliot Sun, amministratore delegato;

Guneeta Singh Bhalla, fondatrice e direttrice esecutiva del sito;

Raashina Humayun.

Sotto questi nomi, con delle brevi biografie vi sono altri cinque membri emeriti che hanno contribuito allo sviluppo del sito per almeno tre anni. Anche di essi, accetto l'ultimo, possiamo leggere delle loro informazioni autobiografiche. 

Nella terza voce abbiamo un elenco degli attuali e precedenti consulenti esecutivi (con i rispettivi ruoli e le rispettive notizie sui loro studi). Quest'ultimi provengono da contesti diversi e stanno prestando le loro conoscenze per due missioni: il Comitato per l'istituzionalizzazione della memoria della Partizione che comporta la ricerca dell'approccio più etico, educativo ed efficace per diffondere le storie orali di Partizione e il Programma di storia orale che prevede la registrazione delle storie orali dei testimoni.

Alcuni di questi hanno vissuto in prima persona il periodo della Partizione o hanno avuto membri delle proprie famiglie coinvolte direttamente in esso. Ad esempio, il nonno di Raashina è stato un combattente per la libertà nella ricerca dell'indipendenza dal dominio britannico

Contenuti e fonti:

La landing page si presenta con una mappa interattiva del planisfero, centrata sul subcontinente indiano. Mostra la distribuzione delle 10498 persone che hanno deciso di raccontare le proprie testimonianze sull'evento della Partizione. Scegliendo tra Migrated from, Migrated to, e Current City, abbiamo la possibilità di scegliere da dove queste sono partite, verso dove sono migrate e le attuali città di residenza. Ad esempio, se stiamo su Migrated from e puntiamo il cursore sopra le città possiamo vedere quante storie iniziano da quest'area. Cliccandoci abbiamo il numero di racconti disponibili e quattro informazioni sul testimone (nome, età nel 1947, da dov'è partito e dov'è migrato). Premendo ulteriormente uno dei racconti, possiamo vedere la testimonianza stessa (non in tutte). Volendo si può condividere quanto letto sui social: Facebook, Twitter, Google+, Reddit, Pinterest, e-mail e link diretto).

Chi vuole ha a disposizione una barra di ricerca per la ricerca manuale o, attraverso una griglia drop-down, scegliere la città di interesse.

Sopra la mappa virtuale c'è un menù di navigazione rapida. Ogni voce ha un menù tendina:

Share a story spiega a chi voglia condividere la propria testimonianza, il processo da svolgere attraverso the interview process, the questions e request copies of your interview.

In Get involved, si ha la possibilità di entrare a far parte nel gruppo volontario che contribuisce a 1947 Partition Archive. Questo può avvenire attraverso un tirocinio, un apprendistato, volontario normale o con borse di studio.

About US ha una serie di voci (Collections, Missions & Activities, Events & Exhibitions, Our Team, Board of Directors, Advisory Council, Founding Donors, Partners, Podcasts, Contact US e FAQ) grazie alle quali si può accedere alle collezioni, scoprire gli obiettivi del sito, scoprire che c'è dietro all'ideazione di questo archivio, i donatori e i partners e ascoltare i podcast sull'argomento. I contatti sono privi di informazioni utili e c'è un rimando alle FAQ in cui vengono date delle risposte alle domande più frequenti.

Partition library: in questa sezione, ancora in fase di sviluppo, possiamo trovare libri, video (o film) e risorse web riguardanti l'argomento della Partizione. Possiamo cercare attraverso la running page o per mezzo di una barra di ricerca che ci facilita se sappiamo cosa vogliamo trovare.

In newsroom abbiamo la possibilità di iscriverci alla newsletter inserendo la nostra e-mail, scoprire The 1947 Partition Archive nelle notizie esterne al sito che, tuttavia, risalgono al 2016 (Press Releases) e all'agosto 2020 (l'ultimo articolo che menziona il sito).

Infine si trova Donate, in cui si può supportare l'archivio attraverso l'elargizione volontaria di denaro, a partire da 25$ (un'unica volta o mensilmente).

Per tornare alla Home Page è necessario cliccare in alto a destra, su "1947 Archive".

Scorrendo lungo la running page vi sono delle immagini su cui cliccare, le quali rimandano a voci già analizzate sopra (Contribute Stories, Oral History Worskshop, Collections, Our Book, Podcasts, Events & Exhibits, Get Involved e Grants & Scholarships). Di aggiuntivo, c'è un video, di quasi quattro minuti, del New York Times che riassume la Partizione e il bisogno di ricordare questo evento.


Funzionalità:

La cosa che salta all'occhio è la possibilità di utilizzare la mappa interattiva. Essa contiene “segnaposti” selezionabili tramite cui, cliccando sui punti di interesse, possiamo leggere la scheda di descrizione del testimone: il suo nome, la sua età nel 1947, il luogo da cui è scappato e la città in cui si è rifugiato. Premendo una delle storie, nella mappa comprare una freccia nera virtuale che parte dalla zona di fuga alla destinazione finale.

Il passaggio tra Migrated From, Migrated To e Current City non è istantaneo. Infatti, è necessario cliccare sulla “casetta” (Zoom to initial extent) a sinistra per aggiornare la mappa. Tuttavia, la voce Current City risulta non funzionabile.

Sono presenti ipertesti con rimandi ad altre pagine del sito.


Obiettivi e pubblico di riferimento:

Gli obiettivi sono documentare, preservare e condividere testimonianze oculari di tutte le comunità etniche, religiose ed economiche colpite dalla spartizione dell'India britannica nel 1947. La piattaforma digitale è creata sulla base di raccogliere, archiviare e visualizzare le storie orali che documentano non solo la Partizione, ma anche la vita e la cultura pre-Ppartizione, nonché le migrazioni e i cambiamenti di vita post-Partizione. E questo da qualsiasi parte del mondo.

Il pubblico di riferimento non è specificato. Tuttavia, è probabile che possa rivolgersi al mondo intero, attraverso la tecnica del crowdsourcing (ottenere lavoro, informazioni o opinioni da un ampio gruppo di persone che inviano i propri dati tramite Internet, social media e app per smartphone. Le persone coinvolte nel crowdsourcing a volte lavorano come liberi professionisti retribuiti, mentre altri svolgono piccoli compiti volontariamente), al fine di ricordare in maniera collettiva un evento che ha segnato la vita di molte persone.

Come suggerito dalla piattaforma stessa, i volontari del sito stanno cercano di mettere a disposizione queste testimonianze per scopi didattici a ricercatori accademici, artisti, professionisti umanistici e studenti.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    4
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Bisogna premettere che non riguarda un progetto di Digital History, ovvero l'uso delle diverse tecnologie digitali online per rappresentare fatti e fenomeni storici. Tuttavia, dopo continue e persistenti ricerche non sono riuscito a trovarne uno. Questo, ho valutato che 1947 Partition Archive possa avvicinarsi alla richiesta di partenza (Indipendenza dell'India)

Da un punto di vista grafico, il sito non risulta particolarmente innovativo. Molto semplice e abbastanza basilare, così come i font utilizzati. L'elemento particolare è ovviamente la mappa virtuale, che, tuttavia, presenta un deficit nella voce Current City.

E' ben organizzato e centrato nel suo intento. Apprezzabile la scelta di dare la possibilità alla gente comune, attraverso il crowdsourcing, di contribuire all'analisi e allo studio di un evento politico e sociale di importanti dimensioni. Tuttavia, sebbene ci sia una sezione di libri, video e articoli sull'argomento, le testimonianze vengono raccontate con le emozioni di chi le ha vissute e possiamo trovare una non obiettività nel racconto. Per questo motivo non possono essere considerate prove storiche o obiettive. Tutt'al più, possono essere un'aggiunta o un'integrazione all'argomento.

Un sito che si presenta ben riuscito nel soddisfare i suoi obiettivi ed estremamente ricco di testimonianze, frutto di un lavoro costante dei volontari e di chi ha collaborato a 1947 Partition Archive.



URL: https://www.1947partitionarchive.org/
Tipologia: Pubblicazione di fonti secondarie
Firma: Marco Bortolussi
Immagine:
Data della recensione: 24 October 2023


Titolo:

Atlas of mutual heritage

Temi:

Il progetto nasce con l'intento di offrire a studiosi e ricercatori un database di informazioni su, e immagini di, luoghi che hanno interessato i traffici e i commerci della Compagnia delle Indie Orientali (VOC) e della Compagnia delle Indie Occidentali (WIC) nel periodo corrispondente tra la nascita e la fine della Repubblica delle Sette Province Unite (1581-1795). 

Autori:

Come si legge nella sezione about del sito alla voce colophon, l'Atlas of mutual heritage è frutto di un'intensa collaborazione tra il Rijksmuseum di Amsterdam (Museo Statale di Amsterdam), la Dutch Heritage Agency (RCE) di Amersfoort, la Koninklijke Bibliohtkeek (Biblioteca reale dei Paesi Bassi) e l'Archivio Nazionale dell'Aia. Inoltre, alla realizzazione del sito hanno contribuito finanziariamente il Mondriaan Fonds, il Samenwerkende Maritieme Fondsen (SMF), la Marinus Plantema Foundation e la fondazione Mullerfonds. 

La progettazione dell'architettura web e il design sono stati affidati allo studio Driebit di Amsterdam, il quale a sua volta ha fatto riferimento ai database Adlib per quanto riguarda la catalogazione e la visualizzazione dei dati. 

I coordinatori del progetto sono attualmente Tristan Mostert e Oscar Hefting, entrambi docenti dell'Università di Leida. 

Al loro fianco troviamo un team composto da una decina di ricercatori, studiosi e docenti provenienti da istituzioni universitarie e bibliotecarie olandesi. 


Contenuti e fonti:

Il sito offre una gamma piuttosto vasta di materiali digitalizzati e informazioni provenienti da diverse istituzioni museali e bibliotecarie olandesi, le quali permettono di osservare la vastità e la complessità della rete di relazioni commerciali e diplomatiche intessute dalla Repubblica delle Province Unite in epoca moderna. Il materiale è accessibile in due modi diversi:

  1. Attraverso la mappa interattiva che occupa l'intero spazio della landing page
  2. Attraverso il database, accessibile dalla sezione collection

I materiali provengono dall'elaborazione e dalla digitalizzazione di fonti primarie e secondarie, e sono distinti nelle seguenti tipologie:

  • Fotografie
  • Stampe
  • Disegni
  • Dipinti
  • Informazioni riguardanti i luoghi, le fortezze, i porti del commercio olandese


Funzionalità:

La funzione principale del sito riguarda la visualizzazione dei dati e delle informazioni, estrapolate dalle fonti e dai materiali, sulla mappa che troviamo nella landing page. La mappa consente infatti di osservare l'intera rete degli scambi commerciali della Repubblica delle Province Unite. Va precisato, però, che non è possibile selezionare in alcun modo il range temporale. È possibile tuttavia impostare una serie di filtri che permettono di visualizzare o meno informazioni, ad esempio forti, piazzeforti e spedizioni, così come la compagnia di nostro interesse. Le icone presenti sulla mappa sono a loro volta interattive: cliccandoci sopra l'utente può accedere alle informazioni riguardanti il luogo e, con un ulteriore clic, viene rimandato alla pagina del database contente tutto il materiale a disposizione (descrizione del luogo, immagini, etc.).La seconda sezione del sito riguarda la collezione vera e propria dei materiali. Ad essa si accede sempre dalla landing page cliccando sulla barra di ricerca e selezionando "advanced search". All'interno della collezione il materiale è suddiviso in quattro sezioni (teoricamente cinque, ma l'ultima permette semplicemente di esplorare l'archivio nella sua interezza):

  • Images
  • Posts
  • Forts
  • Expeditions

La ricerca può essere ulteriormente raffinata attraverso l'applicazione di numerosi filtri che permettono, ad esempio, di selezionare l'organizzazione di riferimento (VOC, WIC, Other), la tipologia di oggetto, il luogo di provenienza e/o di cui parla, il responsabile della digitalizzazione, inteso sia come persona fisica che ente o istituzione e il luogo dove è conservata la fonte primaria (è il caso delle fotografie, dei dipinti, etc.). Inoltre, trattandosi in primo luogo di materiali visivi, è possibile scaricarli liberamente sotto forma di immagine jpeg. 

Va segnalata anche la possibilità di fruire del sito in lingua originale (olandese) oppure in lingua inglese. 

Obiettivi e pubblico di riferimento:

L'obiettivo è quello di offrire materiale documentario e georeferenziato riguardo ai luoghi d'interesse dei traffici commerciali delle compagnie olandesi delle Indie Orientali e Occidentali. La ricchezza di contenuti, la presenza di un GIS completo e interattivo e la possibilità di effettuare ricerche approfondite all'interno del database indicano che il pubblico di riferimento è accademico (studiosi, docenti, ricercatori). Tuttavia, la semplicità d'utilizzo e l'interfaccia accattivante (in particolare la landing page) possono stimolare anche un appassionato oppure il visitatore occasionale che dovessero imbattersi nel progetto. 

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    5
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    4
Qualità grafica, impatto visivo:    5
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    5
Giudizio complessivo:
Nel complesso, Atlas of mutual heritage si presenta come un progetto vasto, completo e interattivo. L'interfaccia è semplice e intuitiva, e l'aspetto grafico è curato e moderno, rendendo l'esperienza di navigazione particolarmente accattivante. La dimensione del database è impressionante (consta di oltre diecimila materiali digitalizzati), e la possibilità di raffinare la ricerca attraverso l'uso di numerosi filtri qualifica lo strumento come adatto ad una ricerca scientifica/accademica. Tuttavia, la funzione più impressionante e utile è sicuramente la mappa interattiva che permette la visualizzazione in termini spaziali (ma non temporali sfortunatamente) delle informazioni contenute nelle fonti che troviamo all'interno del database. Tutti questi elementi testimoniano la grande cura posta dagli sviluppatori nella realizzazione di un progetto di grande qualità, che si può definire a tutti gli effetti di digital history. 
URL: https://www.atlasofmutualheritage.nl/en/
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Pubblicazione di fonti secondarie
Analisi di dati
Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Maikol Ariabis
Immagine:
Data della recensione: 24 October 2023


Titolo:
Temi:

Il sito offre una gran varietà di temi, spaziando per esempio da quello storico a quello economico, riferiti esclusivamente alla storia europea. 

Autori:

EGO ,  è pubblicato dall'Istituto Leibniz instute of European History  di Magonza.  I redattori sono Nicole Reinhardt  e Johannes Paulmann

Contenuti e fonti:

A livello di contenuti e fonti il sito offre una gran varietà, sono presenti fonti secondare, articoli, saggi, immagini, libri. Si toccano per esempio temi come quelli del colonialismo, del cibo, dell'economia, della guerra. Il tutto incentrato sempre sulla storia europea dal XV secolo fino al XXI, creando così un sito molto dettagliato circa le dinamiche e le usanze storiche.

Funzionalità:

Il sito presenta un interfaccia molto basilare, questo permette una semplice ricerca, ha pochissime modalità interattive è consultabile in due lingue: TEDESCO e INGLESE facilitando la consultazione dei documenti.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

Il sito si rivolge a un pubblico molto ampio con una formazione accademica composta da studenti universitari , studenti post-laurea e ricercatori esperti provenienti da tutte le discipline storiche. Gli articoli sono scritti in modo che i lettori di varie discipline e con diversi livelli di istruzione possano comprenderli. Evitano quindi discussioni eccessivamente dettagliate e specializzate sulla ricerca. Questo sito non mira a coprire la conoscenza "canonizzata" della storia d'Europa, in questo EGO si differenzia da un libro di consultazione, un'enciclopedia o un portale. Ciò a cui mira ad aspirare il sito consiste nel creare una rete interdisciplinare di ricerca storica internazionale sull'Europa. Autori e redattori possono commentare i loro articoli in un forum di discussione interno. Tutti gli altri utenti possono comunicare direttamente agli autori le proprie impressioni e commenti tramite un modulo di contatto. I commenti degli utenti possono, quindi, essere incorporati nelle versioni aggiornate dell'articolo.


Architettura web, chiarezza, navigabilità:    2
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    2
Rilevanza del tema:    3
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Il sito nonostante la scarsa grafica e le poche funzionalità interattive tuttavia, soddisfa le aspettative di ricerca, fornendo al lettore una cospicua quantità di materiali inerenti alla storia europea. Il vantaggio della consultazione online tramite due lingue aiuta e aumenta la possibilità di ricerca e  visualizzazione del sito da parte di altri utenti. 

URL: http://ieg-ego.eu/en/threads/backgrounds/colonialism-and-imperialism/benedikt-stuchtey-colonialism-and-imperialism-1450-1950?set_language=http://ieg-ego.eu/en/threads/backgrounds/colonialism-and-imperialism/benedikt-stuchtey-colonialism-and-imperialism-1450-1950
Tipologia: Pubblicazione di fonti secondarie
Firma: Antonio Guarino
Immagine:
Data della recensione: 24 October 2023


Titolo:

L'emancipazione afroamericana 


Temi:

Slavery and Remembrance è un progetto tematico che si prefigge l'obiettivo di ampliare la comprensione storica dell'utente, circa un passato legato alla schiavitù e alle conseguenze che ha comportato. L'intento è di fornire inoltre una panoramica del mondo schiavile attraverso gli scritti di autore e le immagini rappresentanti manufatti, spaccati di vita quotidiana, illustrazioni risalenti al periodo in questione; incentivando inoltre l'utente a visitare i siti e i musei affiliati.

Autori:
Gli autori responsabili del materiale divulgativo sono principalmente scrittori, editori e web designer della Colonial Williamsburg Foundation, istituzione formativa non-profit e museo di storia degli Stati Uniti. Hanno collaborato altri scrittori provenienti da varie università statunitensi, e tutto il lavoro è supervisionato da un comitato internazionale del progetto Slave Route, programma di valorizzazione storica riconosciuta dall'UNESCO.
Contenuti e fonti:

La landing page presenta varie immagini di artefatti schiavili e rappresentazioni della vita in schiavitù, e contiene collegamenti a decine di siti e musei che trattano questo argomento.

La sezione Storia e Memoria permette di ricostruire le varie tappe della schiavitù afroamericana, partendo dalla ragione scatenante, ovvero il desiderio europeo di trarre profitto dai beni coloniali, passando per le rivoluzioni, fino ad arrivare ai movimenti di emancipazione che hanno gradualmente determinato il termine della schiavitù. L'utente può avere accesso ad una panoramica storica circa quello che significava essere schiavi, capire qual era la condizione degli africani nelle Americhe, comprendere l'evoluzione della schiavitù nel tempo e le esigenze economiche coloniali che l'hanno generata. Le informazioni riportate fanno inoltre riferimento a fatti, luoghi e memorie degli schiavi del XVIII e XIX secolo.

Per quanto riguarda le fonti, considerando l'autorevolezza della fondazione che supporta il progetto, si può supporre che siano attendibili e verificate, ma, mancando la bibliografia, risulta impossibile rintracciarle in prima persona.

Funzionalità:

Il sito ha una struttura web intuitiva, con una landing page che permette una facile ricerca e che presenta in elenco le seguenti sezioni: SITI E MUSEI, CULTURA E ARTEFATTI, PERSONE, STORIA E MEMORIA. La parte di maggior interesse legata all'argomento dell'emancipazione afroamericana è consultabile accedendo alla sezione STORIA E MEMORIA, più precisamente alla voce MOVIMENTI DI EMANCIPAZIONE. Al suo interno è possibile trovare materiale divulgativo, immagini e link che rimandano ad approfondimenti sull'evoluzione dell'emancipazione, lungo due differenti linee: una che si opponeva alla schiavitù e una che si opponeva alla tratta degli schiavi. Per l'aspetto disciplinare il sito non fornisce possibili consigli di ricerca o guide a supporto della didattica; anche la modalità interattiva è alquanto scarna. Si precisa inoltre che un ulteriore ostacolo può essere rappresentato dalla "barriera linguistica" poiché il sito nel fornire divulgazioni scritte si presenta solo in lingua inglese.

 

Obiettivi e pubblico di riferimento:
Come già anticipato in precedenza, il progetto ha l'ambizione di portare l'utente alla miglior comprensione del mondo della schiavitù, e di poter, anche a livello antropologico, offrire degli spunti di riflessione collettiva sul passato storico, per poterne trarre delle eredità per il nostro presente e futuro. Il progetto offre divulgazione di materiale storico e ricade nella "Public History", adatta quindi a un'utenza ampia, ma può allo stesso tempo rivelarsi interessante anche per ricercatori ed esperti in materia.  



Architettura web, chiarezza, navigabilità:    4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    3
Rilevanza del tema:    3
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    2
Giudizio complessivo:
Slavery and Remembrance grazie alla sua interfaccia semplice ed intuitiva facilita notevolmente il lettore nella ricerca delle informazioni storico-culturali di cui ha bisogno.

Il sito, attraverso le fonti e i materiali messi a disposizione, realizza relativamente bene gli obiettivi prefissati, fornendo all'utente interessanti spunti di riflessione e una discreta quantità di contenuti inerenti alla questione schiavile. Il progetto viene costantemente supportato e migliorato e, considerando la professionalità delle istituzioni responsabili, l'affidabilità delle fonti, per quanto non citate nella bibliografia, è da ritenersi valida.

URL: https://slaveryandremembrance.org/people/person/index.cfm?id=PP018
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Pubblicazione di fonti secondarie
Firma: Davide Bidinot
Immagine:
Data della recensione: 24 October 2023


Titolo:

BeWeb-Beni eccelsiastici in WEB

Temi:

Il tema del portale è il patrimonio artistico, storico e culturale costituito dai beni ecclesiastici, raccolti e così censiti dallo stesso CEI tramite alcuni progetti. Il materiale è qui messo in rete letteralmente(portale web) e virtualmente(con il resto del patrimonio dei beni ecclesiastici)


Autori:

L'autore principale del progetto è il CEI - Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto, mentre le ricerche sono condotte dalle singole diocesi e singoli istituti culturali tramite oltre tremila operatori professionisti(dato fornito dal video-guida a BeWeb), l'accessibilità della piattaforma è gestita da Ids Unitelm 


Contenuti e fonti:

I contenuti sono esplicati da un video di presentazione del progetto BeWEB e le fonti sono tratte da una serie di progetti e censimenti descritti nella sezione inventari della tendina a destra, nella maschera in home page; si tratta di progetti di censimento nazionale e standardizzazione delle risorse tramite collegamenti con realtà quali, ad esempio, le chiese particolari per la condivisione di banche dati e l'SNB per l'accesso al portale OPAC integrato e la standardizzazione. Il materiale su cui si basa questo progetto è frutto della ricerca e della messa in rete delle fonti da parte delle singole diocesi o regioni ecclesiastiche e si compone delle schede su beni architettonici, archivistici, descrizioni bibliografiche e patrimonio storico-artistico(dipinti, statue, fonti battesimali, paramenti liturgici, tabernacoli, altari,...)


Funzionalità:

Il portale consente la ricerca incrociata per parole chiave legando l’indagine a campi delimitati filtrando, innanzitutto, il tipo di risorsa che si sta cercando(beni architettonici, librari, archivistici, storico artistici) ma nella stessa sezione anche la diocesi, persone, famiglie, regioni ecclesiastiche, news, percorsi, manoscritti ed istituti culturali. 

Risalendo alle sezioni specifiche della maschera home è possibile trovare una guida alla ricerca che in base al tipo di indagine che si vuole condurre spiega dove cercare, a chi rivolgersi e come, ad esempio, funzionino i registri diocesani o parrocchiali con la lista degli archivi disponibili sul portale e contatti (c’è anche specifica sulle fonti per la scrittura della guida).

Nella scheda dell’istituto o dell’archivio scelto si trovano, oltre a orari e contatti, anche la mappa per ritrovare fisicamente il luogo, il codice di identificazione CEI  e codice ISIL(per la rete anagrafe di biblioteche), in alcuni casi ancora in attribuzione. Sono fruibili un glossario e alcune visite virtuali. La user experience è arricchita dalle funzioni di accessibilità potenziate(per persone ipovedenti, audiolettura per ciechi o maschera di focalizzazione per persone con ADHD) con impostazione lingua che offre una scelta molto vasta, nonostante il portale utilizzi come lingue d'erogazione solo inglese, italiano, tedesco, francese e spagnolo


Obiettivi e pubblico di riferimento:

Nel video introduttivo, estratto probabilmente da un incontro di presentazione della piattaforma(non studiato ad hoc per presentare la piattaforma), la risorsa sembra pensata sia per il pubblico specializzato(studiosi/ricercatori) che di per quello non specializzato

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    3
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    3
Ricchezza dei contenuti:    3
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Complessivamente il portale offre molte possibilità di ricerca integrata e specifica, lo trovo interessante nella misura in cui chi si approccia al portale lo faccia con una preconoscenza delle risorse, sapendo già cosa cercare. Purtroppo non lo trovo agevole per il “grande pubblico” se non all’interno di sezioni specifiche quali possono essere le visite guidate virtuali, gli approfondimenti o la sezione news per partecipare ad eventi fisici. Apprezzo, nonostante, secondo me, ci siano difficoltà nel gestire tutto il materiale e la rete stessa di connessioni in maniera organica, il tentativo di creare uno spazio di collaborazione accessibile e un portale unico. Trovo interessante il nucleo di “guida alla ricerca” del materiale ecclesiastico. Purtroppo la scelta della lingua per la visualizzazione c’è ma non è funzionale, poiché al cambio di lingua corrisponde solo il cambio ibrido italiano-lingua prescelta di alcune sezioni nella barra di ricerca, mentre non viene tradotto nulla del materiale e della titolazione delle categorie della home page.


URL: https://beweb.chiesacattolica.it/
Tipologia: Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Elisabetta Romano
Immagine:
Data della recensione: 24 January 2024


Titolo:

Aletheia, centro di ricerca sulle migrazioni-AMB


Temi:

La piattaforma tratta l'emigrazione bellunese nel mondo tramite la raccolta di dati e materiale audiovisivo sul tema 


Autori:

L'autore principale è l' associazione "Bellunesi nel mondo" tramite “I Buoni Motivi snc di Galantin A. & Topinelli M.”. L'associazione, però, si serve di due strumenti: il crowdsourcing e la ricerca e digitalizzazione archivistica standard 

Contenuti e fonti:

Le fonti sono una parte dell’archivio digitalizzato della rivista “Bellunesi nel mondo”, il materiale audiovisivo frutto di interviste e concessioni delle famiglie degli emigrati, i registri parrocchiali della provincia di Belluno

Funzionalità:

La funzionalità principale e maggiormente messa in risalto dalla piattaforma è “cerca il tuo avo”. La ricerca si può condurre nello specifico tramite filtro del Paese d’arrivo (c’è una sezione ad hoc per gli emigrati in Brasile). Per il resto i campi di ricerca avanzata propongono oltre a nome, cognome, data e località di nascita, soprannome, nome della nave e destinazione (senza però offrire un menù a tendina, ma solo lo spazio libero per la compilazione).

Quando si avvia la ricerca appaiono le informazioni dei campi sopracitati, qualora disponibili, il numero di persone nel nucleo familiare registrato e la fonte delle informazioni, anche se purtroppo spesso viene citata come un vago “internet”.

Il resto del materiale è costituito da lettere e foto digitalizzate e donate dalle famiglie degli emigranti, audio e video realizzati dall’associazione “Bellunesi nel mondo”, dati e statistiche sulle emigrazioni(questa sezione non presenta grafici o tabelle, ma solo la raccolta di alcuni documenti e report sull’emigrazione italiana all’estero e i numeri frutto dell’analisi presenti nel registro dell’AIRE. I filtri di ricerca in questa sezione sono presenti, ma non utilizzabili poiché il menù a tendina non offre scelte). Il materiale in generale è contrassegnato da tags e diviso in categorie.

Nella sezione “archivi migranti” si trovano degli articoli biografici o autobiografici che parlano dell’esperienza personale o familiare dell’ emigrazione.

Purtroppo non è offerta l'opzione di cambio lingua nella visualizzazione(cosa che ritengo opportuna se si tratta di dialogare con seconde e terze generazioni di migranti bellunesi che spesso vengono da Paesi quali gli USA o l'America Latina)


Obiettivi e pubblico di riferimento:

L'obiettivo è creare un database ricco e navigabile per ricostruire il fenomeno dell'emigrazione bellunese nel mondo rivolto a chiunque voglia ricercare documenti o informazioni sugli emigranti bellunesi nel mondo. Rientrano sicuramente tra l'utenza che si vuole raggiungere le seconde e terze generazioni di migranti oltre agli stessi soci di "Bellunesi nel mondo" 

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    3
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    2
Qualità grafica, impatto visivo:    2
Rilevanza del tema:    2
Ricchezza dei contenuti:    2
Qualità di apparati descrittivi e guide:    2
Giudizio complessivo:

In generale l’idea della piattaforma può essere funzionale alla creazione di una rete di contributi collettivi che la rendono interessante. Sembra mancare, però, il punto di vista scientifico nel considerare, dividere e catalogare le risorse. Un punto che trovo contrastante è la scelta del titolo che cita “centro studi sulle migrazioni”: il legame con l'emigrazione nello specifico si esplica nel nome dell'associazione ma, sulle prime, lo trovo un po’ fuorviante.

 Sicuramente la giovane età della piattaforma e del progetto stesso(il progetto è di quest'anno) possono giustificare il suo essere un nucleo embrionale che, però, se arricchito di una parte storica, di una bibliografia più consistente e magari anche di mappe interattive per la descrizione dei viaggi, dei luoghi di partenza e di arrivo degli emigranti, può diventare più efficace.

URL: https://www.centrostudialetheia.it/
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Elisabetta Romano
Immagine:
Data della recensione: 24 January 2024


Titolo:

Archivio storico Luce


Temi:

L’archivio storico Luce si pone come obiettivo quello di conservare la memoria del Novecento italiano e dell’area mediterranea. L’archivio raccoglie una moltitudine di immagini fisse e in movimento a partire dal 1924, anno della sua fondazione.

Sono disponibili album fotografici, riprese cinematografiche, documentari di varia natura su storia, arte e cultura, costume, politica, spettacolo, sport, società, scienze.

La raccolta documentaria sull’Italia fascista è amplissima e permette agli studiosi o a semplici appassionati di approfondirne ogni aspetto: società, vita delle masse, politica interna ed estera, imperialismo, guerre.


Autori:

Autore e responsabile del progetto è Cinecittà, società pubblica italiana che opera in qualità di braccio operativo del Ministero della Cultura italiano.

Compito di Cinecittà è quello di gestire gli studi e i servizi pensati per le industrie creative e cinematografiche che porta avanti assieme alla sua funzione istituzionale e culturale.

Cinecittà conserva e valorizza l’Archivio storico dell’Istituto Luce (Unione Cinematografica Educativa), creato nel 1924 per diffondere la cultura popolare e l’istruzione generale per mezzo della cinematografia, potente mezzo di propaganda durante il Ventennio fascista.

Direttore dell’Archivio Storico Luce è Enrico Bufalini. Direttore responsabile del progetto è Roland Sejko.


Contenuti e fonti:

Il portale raccoglie 481.882 fotografie e 77.270 filmati di tutto il Novecento italiano. Tra i documenti abbiamo cinegiornali, documentari, repertori, più diversi fondi fotografici privati.

Di valore la sezione “Altre produzioni straniere” che raccoglie produzioni filmiche statunitensi, inglesi, russe, giapponesi, ungheresi, francesi, degli anni 1884-1975.

Fondo interessante è quello della “Cineteca del Friuli”, nata dopo il terremoto del 1976, che raccoglie documentazione filmografica e fotografica di eccezionale valore, come i primi corti dei fratelli Lumière o una serie di immagini di fine Ottocento di papa Leone XIII.

Notevole la sezione “Storia” con migliaia di documenti che a partire dal 1912 raccontano la vita nell’Italia del Novecento tra guerre, ricostruzioni, manifestazioni sportive, eventi culturali.


Funzionalità:

La landing page è certamente accattivante. In testa una serie di fotografie e video si susseguono richiamando gli eventi di attualità o gli anniversari. Scorrendo via via in basso si può accedere alla sezione “articoli”, “focus”, “avvenimenti” e alla navigazione tematica, veramente ben fatta e comoda, che permette di aggregare il patrimonio documentario in percorsi specifici di ricerca. Si hanno dodici aree:

-        Arte e cultura;

-        Costume;

-        Cronaca;

-        Economia;

-        Geografia;

-        Istituzioni;

-        Natura;

-        Scienze;

-        Società;

-        Spettacolo;

-        Sport;

-        Storia.


Dei tag permettono di specificare ulteriormente l’ambito di ricerca. Ad esempio, l’area Storia è suddivisa in “da inizio secolo alla Grande guerra”, “totalitarismi e seconda guerra mondiale”, “dal dopo guerra ad oggi”. La pagina della sottoarea permette di ordinare i documenti per data crescente o decrescente.

Ogni documento riporta la descrizione catalografica (titolo, data, durata, sonoro, colore, soggetto produttore e conservatore).

Il portale offre la possibilità di compiere indagini libere tramite la maschera “cerca” o “ricerca avanzata”.

In landing page è indicato il soggetto responsabile del progetto, Cinecittà, e non mancano gli estremi telefonici e di posta elettronica per entrare in contatto con la società responsabile. Sono indicati chiaramente i conservatori, i responsabili delle sezioni mostre, riconversioni e restauro, sviluppo commerciale, laboratorio digitale, catalogazione, magazzini, ricerche, montaggio etc.

Obiettivi e pubblico di riferimento:

Il portale è aperto al grande pubblico e offre però tantissimo materiale prezioso per specialisti e ricercatori.

Il sito è in lingua italiana ma è possibile, tramite un bottone in landing page, trasporre il tutto in lingua inglese. Cosa positiva questa, che permette anche a una platea internazionale di accedere ai contenuti e rende possibile la promozione e la valorizzazione del patrimonio filmico e fotografico italiano a livello globale.

Architettura web, chiarezza, navigabilità:    5
Accessibilità e ricercabilità dei dati:    5
Qualità grafica, impatto visivo:    4
Rilevanza del tema:    5
Ricchezza dei contenuti:    5
Qualità di apparati descrittivi e guide:    3
Giudizio complessivo:

Il giudizio non può che essere positivo: ricchezza di contenuti, descrizioni chiare, navigazione fluida e intuitiva, sito costantemente aggiornato.

È data possibilità al navigante di entrare in contatto con la società responsabile tramite gli estremi telefonici e di posta elettronica. Le finalità del portale sono bene esplicitate e i contenuti sono in accordo con i propositi dichiarati dal soggetto curatore.

Non solo gli appassionati, ma anche gli studiosi e gli accademici di tutto il mondo possono reperire qui materiale interessantissimo e di alto valore storico-culturale.

Manca una mappa del sito, tuttavia la navigazione è fluida grazie a una grafica e una serie di strumenti ben pensati e organizzati.

Utilissimi i link che rimandano ai portali tematici della Camera dei Deputati e del Senato italiani o ai progetti sulla didattica scolastica.


URL: https://www.archivioluce.com
Tipologia: Pubblicazione di fonti primarie
Pubblicazione di fonti secondarie
Presentazione/visualizzazione di dati
Firma: Gianmaria Pintus
Immagine:
Data della recensione: 25 January 2024