| Titolo: |
A ferro e fuoco. L’occupazione italiana della Jugoslavia 1941-1943
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| Temi: |
Il progetto “A ferro e fuoco. L’occupazione italiana della Jugoslavia 1941–1943” tratta l’insieme delle azioni e delle responsabilità italiane nei territori jugoslavi durante la Seconda guerra mondiale. Consta di dieci sezioni principali, alcune delle quali suddivise in sottosezioni dedicate a specifiche aree geografiche (Slovenia, Dalmazia, Croazia, Montenegro) e a temi trasversali come la repressione, i campi d’internamento, le grandi operazioni militari, la fine dell’occupazione e la rimozione della memoria, permettendo di esplorare le vicende trattate in modo geografico e cronologico usufruendo di immagini d’archivio, testi narrativi, testimonianze orali e interviste.
I temi principali includono l’invasione, la resistenza partigiana, le dinamiche di potere locale, le deportazioni, la violenza contro i civili e la successiva indifferenza italiana. La narrazione è lineare e schematica senza, tuttavia, la possibilità di affrontare approfondimenti particolari o incroci tematici, costringendo l’utente ad un’esperienza poco personalizzata. Nonostante ciò, il sito offre una solida base storica, politica, militare e civile nel presentare l’occupazione avvenuta. |
| Autori: |
Il progetto è stato curato da Raoul Pupo, docente di storia contemporanea presso l’Università degli studi di Trieste, in collaborazione con: Giancarlo Bertuzzi, Giulia Caccamo, Štefan Čok, Marco Cuzzi, Costantino Di Sante, Filippo Focardi, Eric Gobetti, Federico Goddi, Brunello Mantelli, Luciano Monzali, Jože Pirjevec, Raoul Pupo, Guido Rumici, Nevenka Troha, Anna Vinci. |
| Contenuti e fonti: |
I contenuti si articolano con testi brevi e chiari, gallerie fotografiche, testimonianze orali e 81 interviste a storici, fondamentali per la comprensione a più livelli e la fruizione ad un pubblico vasto. Riguardo la validità storica, le fonti proposte sono altamente affidabili, poichè provenienti da archivi riconosciuti in Italia, Slovenia e Croazia (l’Archivio dell’IRSREC FVG, RTV Slovenia, il Museo storico della Croazia e l’Ufficio storico dello Stato Maggiore dell’Esercito) e derivanti da interviste a storici di spessore, quali Jože Pirjevec, Eric Gobetti, Filippo Focardi). Il progetto presenta però delle criticità importanti, principalmente per quanto concerne la coerenza delle fonti: risulta spesso oscuro il collegamento diretto tra i materiali e ciò che viene riportato nei testi, la fruizione autonoma delle fonti primarie non è agevolata a causa della poca trasparenza poiché esse sono spesso integrate nei pannelli causando quindi difficoltà di riconoscimento ed esaminazione. Inoltre, non è chiaramente individuabile la sezione bibliografica, in quanto la si può trovare sotto la voce “Riferimenti”, che è un elemento rilevante in un progetto di divulgazione scientifica online. La mostra appare solida e ben curata nei contenuti, ma il visitatore esperto o lo studente universitario potrebbe desiderare un maggiore approfondimento dei temi. Infine, va segnalata l’assenza di un filtro tematico o cronologico, che impedisce all’utente di consultare i materiali secondo logiche personalizzate. In ottica di Digital Public History, ciò rappresenta un limite per chi intende usare il sito in modo interattivo o come supporto alla ricerca. Nel complesso, i contenuti risultano affidabili e ben costruiti, ma il progetto privilegia la narrazione guidata a scapito dell’esplorazione autonoma e della trasparenza delle fonti. Si tratta di una scelta coerente con l’intento divulgativo, ma che andrebbe bilanciata con strumenti di consultazione più avanzati.
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| Funzionalità: |
Il progetto presenta una struttura di navigazione semplice, basata su un menù orizzontale con accesso diretto alle sezioni tematiche (Home, Sezioni, Visite guidate, Riferimenti, Crediti), adatta a una consultazione lineare da parte di un pubblico generalista. L’assenza di strumenti interattivi (filtri, timeline dinamiche) limita fortemente l’esperienza di esplorazione personalizzata, penalizzando l’utente esperto e più interessato poiché si limita ad offrire una navigazione statica. Nonostante siano presenti contenuti multimediali quali video, immagini e audio la loro disposizione è poco modulabile e personalizzabile e inoltre non è presente nessuna funzione di bookmarking, di annotazione o di tracciamento della navigazione, aggiunte che avrebbero reso l’esperienza online maggiormente valida in una visione di digital engagement. Il progetto risulta funzionale ma essenziale: presenta efficacemente i contenuti, senza però sfruttare appieno le potenzialità interattive e partecipative offerte dagli strumenti digitali contemporanei. Resta comunque valido sul piano informativo, ma si potrebbe migliorare notevolmente sotto il profilo della digitalizzazione e dell’interazione. |
| Obiettivi e pubblico di riferimento: |
L’obiettivo alla base del progetto è quello di promuovere una comprensione più ampia ed equilibrata dell’occupazione italiana della Jugoslavia, superando stereotipi storiografici e false memorie. Il target a cui si rivolge è un pubblico ampio, composto principalmente da studenti, insegnanti e cittadini interessati alla storia contemporanea, ma è potenzialmente utile anche per studiosi, pur mancando strumenti avanzati di consultazione e ricerca e di spunti per una navigazione più interessata e mirata. L’impostazione narrativa risponde bene all’intento divulgativo, ma limita la fruizione autonoma da parte di un’utenza accademica e professionale. |
| Architettura web, chiarezza, navigabilità: |
3 |
| Accessibilità e ricercabilità dei dati: |
3 |
| Qualità grafica, impatto visivo: |
3 |
| Rilevanza del tema: |
5 |
| Ricchezza dei contenuti: |
5 |
| Qualità degli apparati descrittivi e delle guide: |
4 |
| Giudizio complessivo: |
Il progetto “A ferro e fuoco. L’occupazione italiana della Jugoslavia 1941-1943” si distingue per rigore scientifico, chiarezza espositiva e forte rilevanza civile: i punti di forza sono appunto i contenuti affidabili, ben documentati e supportati da fonti d’archivio eterogenee e qualificate. La qualità della narrazione storica è elevata e l’impostazione generale è coerente con gli obiettivi dichiarati. Tuttavia, da una prospettiva di Digital History, emergono limiti significativi: gli strumenti di ricerca si limitano a proporre un’indagine standardizzata e poco personalizzata, inoltre, anche le visualizzazioni dinamiche e l’accessibilità multilingue non sono all’altezza di una navigazione di alto livello. L’esperienza utente è guidata ma poco esplorativa. Si tratta, dunque, di un progetto culturalmente solido e digitalmente eccessivamente conservativo: eccellente sul piano contenutistico e divulgativo, ma con ampie lacune e margini di sviluppo in chiave digitale. Rimane una risorsa affidabile e valida per un pubblico generalista e scolastico, meno efficace per usi accademici o di ricerca strutturata. |
| URL: |
https://occupazioneitalianajugoslavia41-43.it |
| Tipologia: |
Presentazione/visualizzazione di dati
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| Firma: |
Jacopo Papi |
| Immagine: |
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| Data della recensione: |
19 maggio 2025 |
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