Titolo:     

Black Craftspeople Digital Archive


Temi:     

La risorsa si occupa di contestualizzare le vicende degli artigiani neri dal 1619: questi soggetti professionali sono al centro del progetto. La risorsa nella sezione About identifica un periodo (XVIII secolo e metà XIX secolo) e due luoghi geografici (South Carolina Lowcounty e Tennessee): gli elementi presentati nella risorsa digitale riguardano artigiani neri che hanno lavorato e vissuto nei tempi negli spazi indicati. Si indica poi che l’Archivio sarà in via di espansione comprendendo anche le vicende degli artigiani del XVIII secolo nel South Carolina. Non è presente però una data entro il quale questi ampliamenti avranno luogo, né una indicazione degli aggiornamenti in progressione oltre al 2019, anno di fondazione.

Fondamentale per la chiarificazione dei temi è la sezione Defining Black Craftspeople, che fornisce all’utente una contestualizzazione del tema principale della risorsa: i soggetti sono uomini e donne neri, schiavi o liberi, che sono dediti ad attività commerciali o artigianali. Oltre al tema geografico vi è dunque un tema che segue le linee delle attività degli artigiani neri, puntando a mettere in luce i materiali che permettono di ricostruire le loro vicende. Al fine di spiegare al meglio il tema della risorsa sono presenti tre tipologie di fonti: una primaria (1768), una secondaria (1902) e una voce di dizionario, con stringa bibliografica che ne permette l’identificazione.

 Da segnalare che per reperire tutte le informazioni e avere un quadro completo dei temi trattati è necessario navigare più sezioni del sito, cosa forse non ottimale per l’utente. Inoltre, va sottolineato anche che accedendo alla pagina dell’archivio (un’altra sezione del sito) si ottiene una informazione non presente nel main site, ossia che la risorsa si propone di ampliare il tema ad altri stati USA oltre a quelli citati.  Per l’utente sarebbe utile riuscire a reperire subito questa informazione per contestualizzare meglio la risorsa.


Autori:     

La sezione Team permette agli utenti di individuare chiaramente chi ha contribuito e con quale ruolo all’implementazione della risorsa digitale. Vi è una breve descrizione per ogni persona dell’elenco, che indica l’università di appartenenza e il campo di studi in breve. La lista non è lunga, ma presenta anche le fotografie delle varie personalità.  La fondatrice e co-direttrice del progetto è la Dott.ssa Tiffany Momon, assistant professor in Public History presso l’università di Swansee. Dr. Torrent Gaston è il co-direttore, anch’egli Assistant professor presso il dipartimento di Storia: si indica che il suo campo di studi è la Public History ma è assente la disciplina di insegnamento. Al progetto lavorano anche una Dottoranda presso la Tennessee State University, Victoria Hensley, che è responsabile della ricerca e social media manager. Per la parte archivistica, si segnala la presenza di una figura competente, Sarah Calise, attiva presso il Research Center Albert Gore in Murfreesboro (Tennessee). Nel campo degli esperti, è interessante anche la presenza di Joseph Roberts come GIS Developer. Dalla lettura dei profili inseriti nella sezione è chiaro che tutti coloro i quali hanno contribuito al progetto sono attivi nella Public History, elemento che fornisce all’utente un ulteriore inquadramento implicito della natura del progetto. Non è presente per nessuno degli autori un contatto diretto.

Nella sezione Collaborators è presente l’indicazione dello sponsor del progetto: Tennessee Civil War Nation Heritage Area. Questa istituzione ha contribuito mediante sovvenzione finanziaria al supporto della risorsa. Interessante per l’utente comprendere la natura degli sponsor dell’archivio, anche se forse sarebbe stata più chiara la dicitura sponsors o Support.


 Contenuti e fonti:     

La risorsa digitale contiene fonti primarie, ove possibile digitalizzate e ove non possibile trascritte. Questa informazione è utile all’utente per inquadrare la tipologia di materiali contenuti nell’archivio. Non sono presenti contributi scritti e pensati per il web, anche se People and Places il progetto propone di strutturare un organico storytelling sulle vite degli artigiani neri tramite i dati raccolti nell’archivio. Non è presente l’indicazione dell’ultimo aggiornamento di questa pagina, né una data certa di quando sarà disponibile (unica informazione: coming soon). Non è nemmeno indicato quale gruppo autoriale o di esperti lavorerà o sta lavorando a questo progetto. Si suppone che questa sezione corrisponda alla parte di Interpreting, indicata nella landing page, ossia di incrocio dei dati per comprenderli e contestualizzarli. L’idea è molto valida e sicuramente renderebbe l’archivio ancora più completo, permettendo la fruizione anche di, si immagina, saggi o brevi contributi citabili, non solo di fonti primarie.

Nella sezione About, importante da sottolineare per comprendere l’entità dei contenuti, si specifica che l’archivio non è completo, causa assenza di nomi nelle fonti primarie: l’indicazione solo del commercio e non del nome proprio rende impossibile la menzione di queste persone. La contestualizzazione spaziale viene fornita mediante la mappa interattiva contenuta nella risorsa, creata tramite GIS.

Solo entrando nella sezione specifica dell’Archivio (che infatti presenta un URL differente https://archive.blackcraftspeople.org/) è possibile per l’utente avere una chiara idea chiara del contenuto della risorsa digitale. All’interno della sezione Building the Archive sono presenti informazioni riguardo al contenuto dell’archivio: sono presenti centinaia di reports che documentano la vita di artigiani neri in South Carolina e Tennessee, per quanto riguarda 45 specializzazioni professionali. Cliccando sulla sezione si nota che le fonti dell’archivio sono molte, inclusi i giornali (alcuni indicati specificamente), ma non viene specificata la natura della variety of sources, ossia una indicazione dei luoghi, anche in generale, di provenienza delle fonti inserite in archivio. Non è chiaro se sono digitalizzazioni di archivi organici o ritrovamenti casuali avvenuti durante la ricerca di altri documenti.

L’archivio presenta sin dalla landing page tre esempi di documenti contenuti al suo interno: cliccando sopra all’immagine digitalizzata si accede sopra si accede a una scheda con i metadati dell’immagine (titolo, Identificazione, Soggetto, Fonte, Data, Commercio, Genere, Proprietario, Residenza, Località di residenza, Eventi contenuti nella fonte, tipologia di fonte). È presente una trascrizione (sempre) e il file digitalizzato in PNG (non sempre). Aprendo l’immagine non compare direttamente la possibilità di scaricare l’oggetto, è possibile farlo solamente con l’opzione del proprio device tasto destro > salva con nome. Questo non è funzionale per l’utente che accede all’archivio, sarebbe interessante la funzione scarica direttamente nella scheda dell’elemento. In quest’ultima è presente anche la collezione dalla quale proviene: il nome è cliccabile, e porta ad una scheda con tutti gli elementi provenienti dalla stessa collezione, cliccabili a loro volta tramite immagini.

La risorsa non propone contenuti saggistici ma fornisce una bibliografia di riferimento per macro-temi, disponibile alla sezione Syllabus del main site. Le letture presentate l’utente a contestualizzare il tema principale del sito. L’elenco è diviso per due macro-temi, uno generale sull’artigianato nero, e uno specifico per il South Carolina. Le fonti sono tutte a stampa, non cliccabili o accessibili in siti terzi. La bibliografia è comunque in gran parte databile agli anni 90 o agli anni Dieci del duemila: l’unica eccezione è un contributo del 1902. In questa sezione non sono presenti contenuti sullo stato del Tennessee, benché nell’archivio siano presenti documenti a esso afferenti, così come nella mappa GIS.


 Funzionalità:     

La main page del sito presenta alcune funzionalità di diverso genere. Vi sono quelle dedicate alla ricerca, quelle dedicate alla navigazione del sito, quelle dedicate alla divulgazione al pubblico e al sostegno della risorsa. Brevemente si tratteranno le funzioni non di ricerca, che sono Search (ricerca semplice nel sito), Make a donation e Instagram. Si noti nella sezione Instagram è possibile cliccare sulle foto e venire indirizzati al sito del social network, che sembra comunque aggiornato. Al mio ultimo controllo (30 novembre 2021, ore 11.37) l’ultima fotografia caricata risale al 28 corrente mese, e quella precedente al 25.

Dalla landing page è possibile infine accedere a una risorsa fondamentale per la ricerca e per il progetto, ossia una mappa interattiva che incrocia i dati dell’archivio con il sistema GIS permettendo la navigazione degli stessi. Viene dichiarato che la risorsa è continuamente aggiornata (senza indicazione della data dell’ultimo update). In questa sezione è presente una guida, utile all’utente per muoversi all’interno del progetto GIS. È presente anche una anteprima del servizio proposto dalla risorsa digitale, utile all’utente per familiarizzare con la funzionalità. Le funzionalità di ricerca che la mappa propone sono molteplici, ma solo alcune sono spiegate all’utente. Altre sono visualizzabili cliccando sui tasi della risorsa, che, va sottolineato, si apre in una nuova finestra. Inoltre, la pagina recepisce l’indirizzo IP italiano. Interessante che vengano specificate alcune peculiarità: nel momento in cui non fosse stato possibile identificare con precisione la località, si è proceduto mediante l’assegnazione di una coordinata generale per quanto possibile rintracciarla dalle fonti primarie. Viene, inoltre, indicato inoltre che sono state utilizzati host sorgenti per determinare le localizzazioni. Le fonti vengono divise per luogo, ossia South Carolina Sources e Tennessee Sources. Gli elenchi che seguono sono in parte cliccabili verso siti terzi di archivi o altri progetti digitali. Sarebbe utile per l’utente una spiegazione più chiara di questa parte.

La guida specifica che l’utente ha la possibilità di ricercare i dati nella mappa:

-        Usando i Search Parameters

In questo modo è possibile ricercare per i campi già presenti nella mappa interattiva. I campi sono: Stato (Tennessee, South Carolina), Craftsperson Name (è presente un menu a tendina con i nomi già inseriti), identifier (un metadato ritrovabile nelle schede, utile se si vuole utilizzare la mappa dopo aver consultato l’arvhivio), Status (uomo schiavo o libero), Location (con lista di località), Trade (con elenco di professionalità), Enslaver (con elenco di proprietari di schiavi già compilato), Anni di attività (con un range temporale di 50 anni).

È possibile effettuare la ricerca selezionando solo alcuni campi. Interagire con la mappa risulta leggermente complesso. Una volta selezionati i canali di ricerca sulla destra compare il numero di persone corrispondenti, seguito da un elenco cliccabile. Selezionando i vari elementi la mappa fa uno zoom sulla località e presenta una scheda con informazioni sulla persona, come l’identificazione nell’archivio, la professione, le date di attività, lo status, gli eventi che riguardano la sua vicenda. È presente un link che rimanda direttamente alla scheda dell’archivio della fonte che riguarda la persona selezionata: utile che si apra in un’altra scheda e non faccia perdere la ricerca sulla mappa.

-        Usando la Trade Counts Box l’utente visualizza un istogramma con le varie professioni.  Selezionando una professione la mappa interattiva individuerà con dei puntini i luoghi dove sono collocate quelle figure professionali. I diversi punti evidenziati nella mappa sono cliccabili e rimandano ad una scheda come quella descritta precedentemente. Questa funzione di ricerca è molto utile e interessante, perché permette riflessioni geografiche e di contesto.

Inoltre, si elencano le funzionalità della mappa, che può essere personalizzata e navigata secondo alcuni pulsanti specifici:

-        La mappa è personalizzabile mediante la funzione Search, che permette all’utente di muoversi nel planisfero.

-        Il tasto Home permette all’utente di ritornare alla visione generale dei due stati sopracitati, la situazione viene comodamente riportata al punto di partenza.

-        Il pulsante Map Key Button o Legend, rappresentato da uno stilizzato punto elenco, rappresenta una valida risorsa per l’utente, che cliccando ottiene una tendina con le corrispondenze colore/campo di attività.

-        Il tasto layers fornisce all’utente la possibilità di selezionare o deselezionare diverse aree dalla mappa, che in realtà si limitano a Tennessee e South Carolina. La funzione sarebbe potenzialmente molto utile ma allo stato delle cose essendoci solo due stati inseriti non fa la differenza nella visualizzazione.

-        Mediante il basemaps Button l’utente è in grado di selezionare la tipologia di mappa più adatta alla sua ricerca: sono presenti le mappe satellitari, le topografie, le mappe del suolo, le mappe di Open Street Maps, e molte altre opzioni. Purtroppo le carte geografiche sono riferite tutte al periodo contemporaneo. Forse per l’utente sarebbe interessante una tipologia di mappa storica che inquadri i luoghi durante i secoli precedenti.

Sono presenti ulteriori funzioni nella mappa interattiva, non spiegate né evidenziate però nella guida:

-        Grafico a Torta: la risorsa realizza un grafico che evidenzia la presenza e rilevanza delle attività professionali graficamente. In questo caso va segnalato che non è possibile selezionare diverse aree professionali (né dai Search Parameters né dalle Trade Count Boxes) per sviluppare il grafico a torta, che evidentemente avendo solo una categoria al suo interno risulta inutilizzabile, fornendo il 100% di suddetta categoria. L’unico modo di mettere a paragone graficamente i dati è mediante una ricerca che comprenda altri campi, come il periodo storico, lo stato di appartenenza o il proprietario di schiavi: la cosa di per sé non è pessima per l’utente, che deve solo familiarizzare con la funzionalità non spiegata nella guida. Sarebbe interessante rendere più fluida la risorsa permettendo la selezione diretta di più professioni.

-        Time Series: questa funzione non risulta chiarissima all’utente. Si suppone che i punti del grafico cartesiano siano in relazione agli anni di attività degli artigiani secondo l’ascissa della progressione temporale, ma sarebbe stata gradita una spiegazione nella guida per permettere di utilizzare al massimo le potenzialità di tale funzione.

L’archivio propone inoltre due funzioni di ricerca dei documenti: Browse Collection e Find Black Craftspeople. Nella prima sezione è possibile ricercare le fonti primarie, già organizzate per categorie professionali (wagomakers, painters, tailors, Shoemakers, etc. etc) ma non in ordine alfabetico. Il canale title permette di riordinare alfabeticamente. L’altro canale è Date Added. Per il ricercatore questo è decisamente uno schema di ricerca povero, che non permette di organizzare i dati in modo organico (per ordine temporale, ad esempio) e utile alla ricerca, peraltro facendo riferimento a informazioni della contemporaneità e non riguardanti le fonti in primo luogo. Ove presente, viene fornita una digitalizzazione in anteprima. Cliccando una categoria professionale, Es. House Carpenters, si accede ad una scheda con i nomi degli artigiani neri che erano registrati sotto questa mansione. Non sono in ordine alfabetico, ma è possibile interagire con tutti i nomi, che sono cliccabili e portano ad una scheda con i metadata.

Nella sezione Find Blackcraftspeople è possibile ricercare gli oggetti per parole chiave, tipologia di fonte (foto, video, storia, link), collezione (aprendo la tendina di selezione si può scoprire che in questo caso si intendono le varie categorie professionali). È possibile affinare la ricerca per campi più specifici, aggiungibili mediante il pulsante Add a Field. Gli ambiti ricercabili sono quelli indicati nelle schede dei documenti. La ricerca può avvenire anche mediante i connnetori (AND, OR), o mediante esclusione (contains, do not contain, ends with, matches etc. etc.). In questo caso, dopo una prima analisi del database, l’utente comprende che le funzioni permettono anche una ricerca temporale, anche se non in modo immediato. Se infatti sarebbe stato più comodo rendere accessibili i materiali almeno per secolo. La mascherina di ricerca Search by Exibit risulta vuota. Questa modalità di ricerca è priva di una guida organica all’utilizzo: non è presente nemmeno una breve introduzione ai vari campi o alle modalità di selezione. Questo mette in difficoltà l’utente, poiché non è chiaro in che modo sono accessibili le risorse. A mio parere la ricerca delle fonti non è agile o diretta, richiede una buona previa conoscenza delle fonti o dell’argomento per poter selezionare una parola chiave.


 Obiettivi e pubblico di riferimento:     

Il progetto si propone l’obiettivo di migliorare la conoscenza degli artigiani neri e delle loro vicende tramite una contestualizzazione storica e spaziale. Nella sezione BCDA Principles sono indicati i cinque principi fondamentali del progetto, tramite i quali è possibile approfondire gli obiettivi dello stesso. La risorsa digitale, mediante il lavoro di presentazione dell’archivio, si propone come primo obiettivo di riconoscere, onorare e celebrare i contributi degli artigiani neri alla diaspora. Il termine diaspora risulta poco chiaro all’utente, che magari vedrebbe la comprensione facilitata da una breve spiegazione. Forse il formato di enunciazione nella mente degli autori richiedeva il formato più succinto possibile.

In secondo luogo, il progetto ha lo scopo di educare il pubblico e rendere possibile il dibattito su questi temi: è chiaro che l’obiettivo didattico è primario, anche se il fatto il primo focus esplicitamente l’onorare i contributi degli artigiani neri forse può portare l’utente a valutare la risorsa non come didattica ma come memoriale. In questo senso l’Archivio presenta sì fonti primarie, ma la sua funzione principale non è quella di ricerca ma di Public History, che è peraltro il campo di studi della maggior parte del Team di creatori. Tramite le fonti primarie la risorsa si pone l’obiettivo di ampliare le conoscenze di un pubblico che comprenda «scholars, students, museums and archives professionals and the public to collaborate and spread the story of Black craftspeople».

Il terzo obiettivo del progetto è di contestualizzare nello spazio le vicende degli artigiani, e infatti è presente la sezione mappe che adempie a questo obiettivo. Il quarto principio enuncia la volontà di costruire una comunità che si connetta anche agli artigiani neri dei giorni nostri e al pubblico più generalista. Forse per questo è stata attivata la pagina instagram, anche se non sono specificate le modalità tramite le quali si vuole raggiungere l’obiettivo. Infine, l’ultimo principio sottolinea la convinzione degli autori di portare avanti un lavoro in cui credono e che avrà impatto nel futuro.


 Architettura web, chiarezza, navigabilità:         4
Accessibilità e ricercabilità dei dati:         3
Qualità grafica, impatto visivo:         4
 Rilevanza del tema:         4
Ricchezza dei contenuti:         4
 Qualità degli apparati descrittivi e delle guide:         3
Giudizio complessivo:     

La risorsa fornisce elementi utili per la ricerca e la scoperta di elementi nuovi riguardo a un ambito della storia non molto conosciuto. Manca però di apparati di saggistica interni che aiuterebbero l’utente a familiarizzare con il contenuto dell’Archivio: si è rimandati solo a bibliografia esterna, senza un saggio introduttivo che specifichi informazioni sul tema.

Inoltre, lo scopo del progetto è quello di rendere accessibile al pubblico la narrazione delle vicende degli artigiani neri, ma per ora le uniche funzioni utilizzabili sono quelle della navigabilità dei dati più indirizzata per un lavoro di ricerca. L’utente che si approcci al sito si trova davanti ad un vero e proprio archivio, che non gli permette sicuramente di migliorare la sua conoscenza del tema di per sé. La funzione interattiva della mappa è ottima per incrociare i dati ma ancora una volta risulta marcatamente indirizzata ad un pubblico di ricercatori, che non è l’unico target dichiarato del sito. Il sistema della mappa appare scorrevole, non particolarmente macchinoso. Risponde agli input con facilità. Vi è da augurarsi che la risorsa sia in continuo aggiornamento e verranno successivamente caricati contenuti che possano davvero rendere le fonti primarie un mezzo di comunicazione verso il pubblico.

Si segnala il fatto che la risorsa digitale si compone di una parte di presentazione di fonti primarie (l'Archivio) e di una di presentazione/visualizzazione di dati (la mappa GIS). 


URL:      https://blackcraftspeople.org/
Tipologia:      Pubblicazione di fonti primarie
Firma:      Emma Dal Mas
Immagine:     
Data della recensione:      1 dicembre 2021