LEZIONE 8
Il linguaggio è ideologia, e ciò si vede bene nei due video su Moodle2.
Vedere anche l'articolo della prof su Parise → utile per un confronto con Pasolini
Parise → antitetico a Pasolini; lingua semplice: per Parise è una scelta ideologica
Rapporto Pasolini-Parise:
Cfr: ''Antipatia'' – 'Sillabari'; ''Un artista rabbioso e decadente'' articolo di Parise del 23/6/1968 sul Corriere della Sera; ''Una vita fatta di letteratura'' articolo di Parise del 29/12/1978 sul Corriere della Sera; 'L'odore del sangue' romanzo di Parise.
Pasolini in vita è un antagonista per Parise, che ne prende le distanze, anche perché incarnava un modello di intellettuale e pedagogo che Parise non sentiva → erano speculari
I 4 ''cfr'' di cui sopra sono luoghi espliciti in cui si ritrova Pasolini negli scritti di Parise. Egli scrive due racconti nei 'Sillabari' su due autori con cui si rapporta: ''Poesia'' (Comisso) e ''Antipatia'' (Pasolini).
''Una vita fatta di letteratura'' → ritratto apologetico di Pasolini; viene visto come scomodo, ma allo stesso tempo come rivelatore; Pasolini fu un provocatore, che aveva in sé sia rivoluzione che conservazione
Pasolini → marcata vena pedagogica (→ cfr: 'Aure e disincanti' di Zanzotto, voce ''Pedagogia''); era proprio questa vena pedagogica che a Parise piaceva meno.
''Un artista rabbioso e decadente'' → Parise qui cita una poesia di Pasolini (Il PCI ai giovani!!), e mostra come in Pasolini ci siano due componenti:
a) una privata e autobiografica
b) una pubblica e politica
Pasolini → ogni azione privata è un'azione politica (cfr: ''Antipatia'')
Per Parise ciò che non è letteratura è materiale contaminato, spurio.
Parise è il primo che si espone con una dichiarazione politica, dove dice che la poesia è un mistero irriducibile dell'individualità, mentre la politica parla dell'individuo come parte della massa
Parise → poesia e politica devono stare lontane, poiché sono antagoniste
NB: in Parise è forte la vena civile, non quella politica e dell'ideologia
2 elementi di base attribuiti da Parise a Pasolini: a) alto e puro = intellettuale; b) basso e spurio = vanità pubblica
Parise definisce inoltre Pasolini nevrastenico pedagogo, anche se gli rende merito di scrivere una bella poesia
Cfr: video estratto da 'Cinema 70' → ''Arte, élite e massa''
La cultura di massa è giudicata, ma sfruttata e cavalcata da Pasolini fino in fondo. Egli non fu un intellettuale periferico, ma accentra sempre la scena su di sé. I veneti non lo amavano, nemmeno Giuseppe Berto, poiché portò il centro del dibattito ideologico a Roma.
NB: due aspetti della cultura indissolubili al tempo:
- mercato → effimero
- (lascito9 futuro → lungimiranza
Intellettuali in tv negli anni 70: Calvino → non riesce mai a guardare in telecamera a differenza di Pasolini; Pasolini → fu il più filmato, e aveva un'ottima capacità d'urto col pubblico
Pasolini → usa tutti i canali di comunicazione possibili e disponibili; mescola le carte, e ciò diventa evidente in 'Descrizioni di descrizioni' (mentre in 'Passione e ideologia' egli fa un tipo di critica molto più accademica)
Pasolini contamina il linguaggio della critica militante, e lo complica, per avere un lettore più istruito e acculturato. Forma il suo lettore. Crea un lettore consapevole, sofisticato, meno ingenuo.
Critica accademica → studio (università)
Critica militante → bello/non-bello (giornali al bar)
NB: Pasolini si inventa il pubblico di 'Descrizioni di descrizioni'! Egli coinvolge il lettore e non lo esclude; espone e argomenta la sua soggettività; scopre le sue carte riguardo il libro e l'autore che recensisce; utilizza la sua soggettività per provocare il lettore e non per gratificarlo. Non vuole infatti un lettore passio, ma vuole renderlo attivo e costringerlo a pensare in modo critico (→ lo costringe ad avere una coscienza)
Pasolini è sempre pedagogico e provocatorio. Pedagogico → un intellettuale non deve mai rassicurare, ma deve criticare ed essere espressione di un insegnamento → oggi tutti sono dimissionari in questo senso, e i valori oggi trasmessi sono contingenti e a breve termine. Pasolini invece è severo, e si assume sempre le sue responsabilità; per lui insegnare significa dire all'allievo che ciò che sa non gli basta
Parise dice che Pasolini è decadente perché è allarmato dai giovani; invece Parise è indulgente con loro, ha più fiducia in loro che nei loro padri → nella rubrica sul Corriere 'Parise risponde' riceve lettere dai ragazzi. Questi hanno dubbi, chiedono, sono curiosi, e perciò sono 'colti'. Nelle lettere dei loro padri invece tutto questo manca (cfr: ''Il rimedio è la povertà'' in 'Verba volant' di Parise)
I padri avevano vissuto la Seconda guerra mondiale nella loro maturità
In quegli anni la questione padri/figli è molto importante (questione generazionale), e serve per leggere il mondo. Pasolini si pone coi giovani come un padre, mentre Parise si pone come un fratello maggiore
Cfr: 'Personaggi e destino' di Debenedetti → qui si confronta il sentimento del destino per i padri e per i figli
Pasolini denuncia la decadenza della società, la delegittimazione dell'intellettuale da parte dei media (Fortini scriverà la 'Verifica dei poteri'). I media si comprano l'intellettuale. Egli così non può sempre essere provocatore, oppure lo è solo in apparenza. C'è sempre un confronto della letteratura col mercato, se l'autore vuole vendere.
Parise non legge nei giovani delle vittime → i ragazzi pensano e si fanno delle domande, sono inquieti, dubbiosi e colti
'Salò' (film di Pasolini) → giovani rapiti e brutalizzati, che non reagiscono, sono passivi, alienati dal consumismo
Parise scrive i 'Sillabari' pensando di raccontare i sentimenti come lui li vede. Li scrive per lasciare questo ricordo di sé. Quando scrive pensa a un pubblico non inquinato, non adulto.
Pasolini invece prospettava l'apocalisse, le giovani menti omologate e senza pensiero critico, perfettamente rappresentate in 'Salò'.
Poesie di Pasolini → intellettualizzano (artista-cervello lo chiama Parise); non parlano di sentimenti; sono assertive
Umiltà e povertà → rendono empatico Pasolini a Parise (cfr: conclusione di ''Antipatia'')
Povertà (due concetti che si trovano entrambi in Catullo):
- paupertas → sobrietà
- degestas → privazione
Parise quando parla di povertà si riferisce alla paupertas (eppure stava a Cortina in inverno, e a Capri d'estate, luoghi che ritornano nei 'Sillabari' → salto di coerenza?)
Anni '60 e '70 → c'è molta mondanità vicino alla letteratura
Cfr: articolo della prof su Parise e l'Oriente
Parise si autoritrae nella descrizione dell'Oriente → viaggio/reportage testamentario contemporaneo al 'Sillabario n.2' → la lingua è simile a quella dei 'Sillabari'
Cfr: 'Collezione di sabbia' di Calvino → nel reportage dal Giappone (1976), Calvino descrive il tempio buddhista che sta guardando. Vi è un giardino Zen, con sabbia e acqua corrente → tempo sospeso → si esce dal tempo del consumo e della storia
Cfr: 'L'eleganza è frigida' – Parise
Il narratore è Marco Polo, come nelle 'Città invisibili' di Calvino; egli viene da un altro tempo, ha uno sguardo spaesato (e quindi più autentico), ed è l'emblema del viaggiatore che si affida solo a se stesso per decodificare la cultura dell'altro, senza altri strumenti.
Nel testo → «Marco era contento di lasciare il paese degli assassini e della politica» → è un riferimento all'Italia degli anni '80, e allo stesso tempo c'è una separazione tra intellettuali e società (cfr: Marco Belpoliti – 'Settanta')
'Todo modo' di Sciascia → intellettuale che incontra i poteri forti, e li uccide uno per uno. Omicidi irrisolti → il vero omicida è l'intellettuale!