Pietra sepolcrale di François de la Sarra, nobile svizzero morto intorno al 1363
L'orrore quotidiano della peste e della morte, con le grandi fosse ripiene di cadaveri che dal 1348 segnarono ciclicamente la vita delle città e dei villaggi europei, comportò un cambiamento del rapporto fra uomo, morte e corpo fisico. Questo cambiamento è evidente anche nella produzione artistica dopo il 1350.
L'immagine mostra il "transi" di François de la Sarra, un nobile svizzero morto intorno al 1363 e sepolto nella chiesa di La Sarraz in Svizzera, in una cappella fondata da lui e da sua moglie, Maria di Oron, nel 1360. La pietra sepolcrale mostra il corpo in decomposizione ricoperto di serpenti, accompagnati da rane che gli mascherano il viso e i genitali. Vermi emergono dal cadavere in decomposizione.
Da notare che nei trattati di medicina del tardo Trecento, alcuni medici come ad esempio Gentile da Foligno (morto di peste nel 1348) pensavano che la peste, generata da umori putridi comportasse una "generazione di vermi" all'interno del corpo.
Bibliografia: K. Cohen, Metamorphosis of a Death Symbol: The Transi Tomb in the Late Middle Ages and the Renaissance. Berkeley, Los Angeles, and London, University of California Press, 1973.
M. Meiss, Pittura a Firenze e Siena dopo la morte nera, Torino, Einaudi, 1982
J. Berlioz, "Crapauds et cadavres dans la littérature exemplaire (XIIe-XIVe siècles)", in Micrologus 07, Il cadavere. The corpse, pp.283-95, Firenze, Edizioni SISMEL, 1999
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