Sintesi d Valentino Marcuzzi

Sintesi d Valentino Marcuzzi

by ENZA DEL TEDESCO -
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LEZIONE 4


- Berardinelli (allievo di Debenedetti) → 'italian style del futuro' (1989) da Pasolini a Eco → sono due immagini alternative e inconciliabili. Eco fa un 'finto romanzo' ('Il nome della rosa') che spaccia per vero, e che supera la distinzione buono/scadente divenendo un bestseller. Berardinelli distingue due modelli di critica: Pasolini ed Eco.


- Pasolini (in un intervento del 1970) dice che il potere non sa più cosa farsene della letteratura, che siamo di fronte a un nuovo fascismo, di tipo consumistico. Dice anche che le terze pagine dei giornali sono frutto del qualunquismo


Lettura di → 'Che cos'è il teppismo?' (21 ottobre 1973)

Conformismo = teppismo letterario; è una forma di rivolta solo apparente; sotto vi si nasconde la citazione faziosa dell'autorità (ovvero: si prende dall'autorità solo ciò che serve)

Falso scandalo → accettare una cultura stabilita

Vero scandalo → ricerca libera e critica; e in questo senso è uno scandalo eversivo e intellettualmente positivo!

Per Pasolini il vero fascismo è il consumismo. Il vero potere è dettato dal consumo, e non ha bisogno della critica. Il consumismo esercita un potere omologante, e riduce l'individuo a massa.

Conformismo intellettuale → è grave, perché non garantisce la coscienza critica della società nei confronti delle sovrastrutture sociali e ideologiche esercitate dai poteri (ergo: l'intellettuale si asserve al potere)

Conformismo mistificato → conformismo travestito da anticonformismo (es: Eco → il suo 'Il nome della rosa' entra subito nel canale del mercato, ha molta fortuna, diviene un bestseller)

Eco, Manganelli, e altri → accusati di conformismo verso il potere economico e il mercato; si pongono come 'intellettuali scandalosi', ma in realtà sostituiscono una forma di omologazione con un'altra

Falsi anticonformisti di oggi (i 'teppisti' di cui parla Pasolini) → Saviano, Sgarbi, Baricco; Saviano → si propone ai giovani come 'nuovo Pasolini', ma in realtà finge di sollevare uno scandalo che in verità si adatta perfettamente alla situazione


Massificazione = uniformazione, omologazione del pensiero

Mercato → plagia con la divulgazione televisiva e iconografica → personificazione del pensiero, che diventa forza omologante

NB → bisogna restare ricercatori liberi e critici, e quindi restare fuori dal mercato e dalla televisione

Scelta reciproca → la critica sceglie il lettore e il lettore sceglie la critica; il potere non ha più bisogno della critica, e il lettore ci perde: gli manca un riferimento, con una opinione letteraria autorevole. La critica si prostituisce al mercato, che a sua volta omologa. Qui si inserisce 'Descrizioni di descrizioni' di Pasolini, che vuole 'forgiare' un lettore dotato di spirito critico libero, autonomo, non omologato.

Saggistica → può essere divulgativa o scientifica; ma è irrilevante

Accademia e mercato → hanno i loro circuiti autoreferenziali (cfr: Berardinelli si licenziò dall'università per uscire dall'accademismo) → la critica non dovrebbe avere mai posizioni aprioristiche!


Distinzione:

Mercato → passa (come le mode)

Canone → costruito nel lungo periodo, e poi resta


Anni '70 → si percepisce l'invadenza del mercato (soprattutto autori e case editrici). Si passa dallo scrivere, allo scrivere per vendere.

Parise → negli anni '60 non scrive più romanzi, ma solo reportage di viaggio. Si rifiuta di scrivere romanzi. Torna a scrivere poi nel 1972 con 'Sillabario n.1', i cui racconti parlano di sentimenti e appaiono prima sulle pagine del 'Corriere della Sera'. Parise si mette in gioco nel dibattito delle idee della sua epoca attraverso una rubrica, dove risponde come narratore (rubrica sul Corriere 'Parise risponde')


Neo-zdanovismo → arte al servizio del popolo (al servizio di una ideologia politica). Per Pasolini, un intellettuale non deve mai asservirsi al potere!

Deriva da zdanovismo, teoria e tendenza, propria dei Paesi comunisti, finalizzata a imporre, sotto lo stretto controllo del partito comunista, rigidi canoni estetici ad artisti e intellettuali, al fine di subordinare ogni espressione culturale agli obiettivi politici dello stato. Prende il nome da Andrej Aleksandrovic Zdanov, che tra il 1939 e il 1948 fu secondo segretario del partito comunista nell'URSS.


'Arte e politica' (28 novembre 1972, Corriere della Sera) → Parise qui parla dei 'Sillabari'. Espone il suo programma non politicizzato: scrivere racconti e libri possibilmente buoni, e tendere alla poesia. Vedere anche un'inchiesta dal titolo 'Scrittori e potere', del 15 aprile 1971 (Corriere della Sera).

Per Parise la poesia è ideologia. La poesia per lui è omologante nel senso che tutti gli uomini hanno bisogno, anelano, alla poesia. La poesia non massifica, non omologa, ma dà spazio all'individuo.


Benedetto Croce → è un cultore di poesia; distingue tra poesia e non-poesia; secondo lui un'opera va letta per il suo valore meta-letterario, ovvero non solo letterario, e non solo storico (cfr: 'Letteratura della nuova Italia')

Croce ritenne impoetici Tozzi, Svevo e Pirandello → Svevo perché scriveva malissimo, e non fa romanzi che offrono dei valori o una morale.