Lett. Fr. II tr.
Thème n° 4, 2e semestre (à remettre le 4 mai 2023)
A volte mi allontanavo insieme a bande di giovani guerrieri che precedevano i carri per esplorare il terreno e vedere dove conveniva dirigersi. Erano cavalcate interminabili che, tranne brevi intervalli, si prolungavano fino a sera, quando le bestie erano sfinite e coperte di sudore.
Sebbene a fatica, riuscivo a tenere dietro ai cavalieri che si lanciavano in corse sfrenate, sfidandosi per gioco ad ogni istante. Le urla e la polvere mi ubriacavano, anch’io gridavo come un forsennato, parole senza senso ed incitamenti che sentivo bruciare in gola e di cui dovevo liberarmi.
Seguirono poi mesi di ozio forzato; lunghi giorni trascorsi accanto ai fuochi, nelle grandi tende comuni che i Tartari innalzavano ad intervalli, mischiate ai carri in sosta lungo le rive.
I fiumi in inverno erano gelati. Ho visto che gli uomini riuscivano ugualmente a pescare attraverso buchi praticati nel ghiaccio. Calavano lenze che la sera tornavano a ritirare. A volte grossi lucci abbarbicati agli ami compensavano quella fatica.
Le donne lavoravano il pesce, ricavavano l’olio per le lampade, mettevano la carne sotto sale per i giorni a venire. C’era sempre la paura del domani, il freddo e la fame restavano continuamente in agguato.
FOGAR, Sulle tracce di Marco Polo.
(Prova scritta d’esame, II anno, ottobre 1985).