Sezione 3. Fonti
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Daniele 2 è il secondo capitolo del Libro di Daniele e racconta l'interpretazione da parte del profeta, deportato da giovane a Babilonia nel 597 a. C., di un sogno di Nabucodonosor, re di Babilonia, che aveva assediato e conquistato Gerusalemme, impadronendosi del tesoro del Tempio e facendo prigionieri dei giovani Ebrei. Secondo il sogno, il re vide una gigantesca statua di quattro metalli, dalla testa d'oro ai piedi di ferro e argilla mescolati; mentre guardava, una pietra "non tagliata da mani umane" distrusse la statua e divenne una montagna che riempiva il mondo intero. Daniele spiegò al re che la statua rappresentava quattro regni successivi che iniziarono con Babilonia, mentre la pietra e la montagna indicavano un regno stabilito da Dio che non sarebbe mai stato distrutto né ceduto a un altro popolo. (Il sogno e la sua interpretazione sono dati nei versetti 31-45). Nebuchadnezzar riconosce quindi la supremazia del Dio di Daniele e lo eleva al potere in Babilonia
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