3a. Casi di studio: dalla Questione omerica alla lirica
Schema della sezione
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A tutte queste incessanti domande la cultura occidentale ha cercato di rispondere in modi diversi, a partire dai grammatici alessandrini sino al Novecento, fornendo di volta in volta indizi e spiegazioni che parlano più dell’epoca e del mondo intellettuale che li ha prodotti che dell’autorialità effettiva dei due grandi poemi. Ma la risposta più probante si trova senza dubbio all'interno dei testi stessi, in particolare nel canto VIII dell'Odissea dove attraverso un procedimento di mise en abime il poema mette in scena la sua stessa genesi, realizzazione e fruizione. A dimostrazione del fatto che, in fin dei conti, la problematicità della questione autoriale fonda davvero la letteratura occidentale.
Sarà proprio la nascita della lirica, in ambito eolico, a rispondere a questa problematicità con l’invenzione dell’ “io” poetico, come qualcosa che val la pena di difendere, al di là dei valori guerreschi dell’eroismo e dell’onore (Archiloco, fr. 5 West) e come epitome di un coacervo di sensazioni in cui la soggettività individuale passa anche attraverso la dimensione del singolo corpo (Saffo, fr. 31 Voigt). Fino a che Orazio, a conclusione del III libro delle sue Odi, costruirà nel suo Exegi monumentum aere perennius l’apiteosi dell’io poetico, fondata sulla gloria imperitura e sulla memoria dei posteri.
Letture da:
Odýsseia (Odissea) (ed. consigliata: Torino, Einaudi, 2014, tr. it. di R. Calzecchi Onesti, I ed. 1963, con testo a fronte) VIII
Archiloco Fr. 5 West, Saffo Fr. 31 Voigt, Orazio Odi, III 30 (testi forniti a lezione con tr. it.)Riferimenti:
C. Tsagalis, The Homeric Question: A Historical Sketch. "Yearbook of Ancient Greek Epic Online", 4(1) 2020, pp. 122-162
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