Cari colleghi,
Vorrei condividere con voi la mia partecipazione all’evento “Cena al buio”, che si è tenuto presso l’Istituto Rittmeyer il 30 ottobre 2019. Dopo l’aperitivo di benvenuto delle signore ipovedenti hanno condotto me e gli altri partecipanti, a gruppi di quattro ed in fila indiana, in una sala completamente buia. Qui, la prima paura è stata quella di inciampare e, nonostante fossi guidata fino al tavolo, ho fatto fatica a seguire i passi di chi mi portava e a fidarmi completamente.
Arrivata al tavolo ho esplorato con mano l’ambiente e mi sono presentata agli altri invitati, immaginandomeli. Ci siamo confrontati su come fosse la sala ed il suo corredo e abbiamo parlato di noi fino a quando non sono arrivate le portate.
Mangiare ad occhi chiusi non è stato affatto difficile, mentre versare l’acqua nel bicchiere è stata un’impresa. Osservare l’ambiente senza guardarlo, ma percepirlo con i sensi che non fossero la vista, ha indubbiamente stimolato la mia capacità di immaginazione e la mia empatia, poiché per tre ore mi sono messa nei panni di un non vedente, adattandomi ad una prospettiva a lui nota e a me sconosciuta.
La cognizione del tempo è stata persa da tutti gli invitati, mentre la percezione uditiva si è amplificata, insieme a quella tattile.
Un’esperienza del genere la rifarei subito, ma al tavolo con familiari o amici, per poterli percepire diversamente dal solito. Spero che possiate avere la fortuna di mettervi alla prova partecipando ad una simile iniziativa.
Saluti
Sara T.