Perché potrebbe essere significativo per un insegnante/educatore assumere la ricerca come fonte dell'azione?
La ricerca non è qualcosa di separato e distante dall’azione, ma si intrinseca con essa, ne diviene
una componente ineliminabile. La continua dialettica che si viene a creare tra sapere teorico e
sapere pratico non annulla, bensì esalta, la tensione strutturale presente tra i due poli: la natura
analitica e statica del modello teorico e quella globale e dinamica del processo didattico (Castoldi, 2010, p 5).
E' utile per gli educatori e gli insegnanti formarsi alla ricerca, acquisire la ricerca come modalità di azione, in modo da accrescere la conoscenza, migliorare le metodologie, l'insegnamento e l'apprendimento degli studenti e l'esperienza educativa.
La ricerca permette di superare la rigidità, il rifiuto verso il cambiamento, i preconcetti, le convinzioni a priori, le pratiche tradizionali e l'abitudine che impediscono l'innovazione nelle pratiche educative. Con la ricerca l'insegnante può sperimentare delle soluzioni nuove che possono portare dei benefici nella pratica educativa.
Fare ricerca in educazione esprime la volontà di volere comprendere i fenomeni educativi, per poter essere in grado di assumere decisioni che siano più efficaci. Permetterebbe di scegliere fra diverse soluzioni possibili (ipotesi di ricerca), di sviluppare nuovi metodi, di cogliere finalità che diano senso all'azione educativa. Una continua, appassionante (sicuramente anche estenuante per certi versi) esplorazione di significati profondi e di interazioni...
Per ricerca educativa si intende principalmente quella attività/ indagine sistematica, critica, auto-critica che mette alla prova un’ipotesi, permettendo di giungere a conclusioni che contribuiscono a incrementare o a generalizzare la conoscenza.
Ricerca quindi come atteggiamento, postura, disposizione, riflessività ed autoriflessività da acquisire quando si desidera migliorare/imparare:
- programmazioni
- efficacia
- metodologie
- scoprire i rapporti tra variabili interconnesse nelle esperienze educative
Fare ricerca nella didattica e per la didattica parte dall'assunzione che niente è certo, le comunità di pratica hanno bisogno anche di disapprendere, trasformarsi ed evolversi.
Secondo Wenger nessuna comunità può progettare compiutamente l'apprendimento di un'altra comunità. E, nello stesso tempo, nessuna comunità può progettare compiutamente il proprio apprendimento.
Assumendo un paradigma dell'apprendimento situato coniugato all'apprendimento trasformativo, si creerà un set dove l'attività lavorativa diventa oggetto di parola e di pensiero, con l'obiettivo di riconsegnare ai soggetti in formazione una consapevolezza critica del loro agire e una competenza che consenta di partecipare e co-costruire i processi di cambiamento ed innovazione che ogni professione richiede e porta con sé.