Testi della traduzione dall'italiano delle prove scritte del 21 maggio e del 4 giugno

Testi della traduzione dall'italiano delle prove scritte del 21 maggio e del 4 giugno

di DOMINIQUE MARC COSTANTINI -
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LINGUA FRANCESE I

Prove scritte del 21 maggio 2015

 

 

 

 

 

 

Thème

 

 

 

 

 

 

            "Vedi quel monte erboso? Sì, proprio quello. Vedi in cima una costruzione ?" diceva. "E' già un pezzo della Fortezza, una ridotta avanzata. Ci sono passato due anni fa, mi ricordo, con mio zio, per andare a caccia."

            Erano ormai usciti dalla città. Cominciavano i campi di granoturco, i prati, i rossi boschi autunnali. Per la strada bianca, battuta dal sole, avanzavano i due fianco a fianco. Giovanni e Francesco erano amici, vissuti[1] insieme per lunghi anni, con le stesse passioni, le stesse amicizie;  si erano visti sempre ogni giorno, poi Vescovi si era fatto grasso, Drogo invece era diventato ufficiale e adesso sentiva come l'altro fosse[2] oramai lontano. Tutta quella vita facile ed elegante oramai non gli apparteneva più, cose gravi e sconosciute lo attendevano. Il suo cavallo e quello di Francesco - gli pareva - avevano già un passo diverso, uno scalpitare, il suo, meno leggero e vivace, come un fondo di ansia e fatica, come se anche la bestia sentisse[3] che la vita stava per cambiare.

            Erano giunti in cima a una salita. Drogo si voltò indietro a guardare la città ...

 

            Da Dino BUZZATI, Il Deserto dei Tartari, Milano 1945.



[1] ..., ils avaient ...

[2] usare lo stesso tempo ma dell'indicativo.

[3] id.

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LINGUA FRANCESE I

 

Prove scritte del 4 giugno 2015

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Traduzione dall'italiano

 

 

 

            Sulla porta scorrevole c'era un biglietto di Pasquale: torno subito. Alle undici di mattina Pasquale va sempre a prendere il caffè. Invece di aspettarlo nel cortile Spino ha preferito raggiungerlo, tanto sapeva dove trovarlo. C'era un bel sole, le strade erano gradevoli, è uscito dall'ospedale e ha percorso il vicolo buio che sbuca nella piazzola dove ci sono i tavolini di un caffè a terrazzo. Deve avergli fatto paura, perché quando gli ha parlato arrivandogli alle spalle[1] è sobbalzato leggermente, poi con aria rassegnata ha piegato il giornale lasciando delle monete sul tavolino. Hanno camminato tranquillamente, come se passeggiassero[2], poi Pasquale ha detto che era una triste storia e Spino ha risposto: "già", e Pasquale ha detto: "Io voglio essere sepolto al mio paese, è lì che voglio stare, sotto la montagna".

            E' passato un autobus e il rumore ha coperto le loro ultime parole. Hanno attraversato il giardino dove i passi della gente hanno tracciato un sentiero fra le aiuole che è vietato calpestare. Spino ha detto che non sarebbe andato in reparto, voleva solo sapere se qualcuno si era manifestato: un parente, un conoscente. Pasquale ha scosso  la testa con aria disgustata e ha detto: "che mondo".

 

            Da Antonio TABUCCHI, Il filo dell'orizzonte (1986).



[1] tradurre:  arrivando alle sue spalle.

[2] tradurre con lo stesso tempo ma dell'indicativo.