La differenza che distingue i primi anni del ventunesimo secolo da ogni periodo precedente nel campo dell'educazione è che le tecnologie digitali non solo consentono un cambiamento nel trattare l'insegnamento , ma lo impongono (Laurillard, 2012; ed. it 2014). Cosa ne pensate?
Argomentare
Rispetto ai periodo precedenti, che non consentivano l'uso delle tecnologie nell'insegnamento, il Novecento è il secolo in cui queste tecnologie si sono sviluppate e sono entrate a fare parte della scuola, inizialmente come supporto ai progetti didattici poi come parte integrante della didattica.
Questo cambiamento è imposto in quanto l'insegnamento deve approfittare delle innovazioni perché è un contesto che si interroga continuamente sui propri scopi, sulle finalità, sugli strumenti e sulle metodologie in modo da migliorare l'esperienza di alunni e insegnanti.
Qui sotto, si possono trovare alcuni link interessanti circa l'utilizzo delle tecnologie a scuola.
Il primo link è un breve filmato ad opera di INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa), in cui si può constatare che l'utilizzo delle tecnologie in classe ha portato a una progettazione didattica di tipo assolutamente innovativo rispetto ad anche solo pochi anni orsono. Il contenuto, oltretutto, è un buon esempio di multidisciplinarietà (dove per la realizzazione del video sono state coinvolte discipline diverse). La tecnologia, ad oggi, non dovrebbe più essere affrontata come disciplina, ma in maniera trasversale, anche grazie alla possibilità di poter aver a disposizione della classe gli strumenti necessari (LIM, in primis).
https://www.youtube.com/watch?v=FmLqRqgzV5U
Pensando, però, in termini di imprevisti ed imprevedibilità dell'azione didattica, un insegnante è colui che riesce ad agire anche in situazioni di incertezza e di caos (inteso come errore, medesimo a cui fanno riferimento gli scienziati in ricerca). Laddove l'insegnante si trovi in una situazione in cui era stato progettato un intervento con l'utilizzo della tecnologia e questa non funzioni per i più vari motivi, deve essere in grado di portare avanti la lezione con i mezzi che ha a disposizione (anche solo carta e penna).
E' altrettanto vero che ci troviamo agli albori della quarta rivoluzione industriale e molti dei lavori che adesso ci sono non esisteranno più e verranno rimpiazzati con altri di altro calibro ( si pensi al campo dell'automazione, ad esempio). Cogliere questi cambiamenti significa fare un operazione di empowerment che parte dal sistema scolastico ed educativo. Seppure non direttamente in linea con la tematica, vorrei quindi postare anche alcune riflessioni proposte nell'ultimo World Economic Forum dal Primo Ministro canadese (Justin Trudeu, ex insegnante), da Malala Yousafzai ( ambasciatrice per l'educazione nel mondo, specialmente nei Paesi in Via di Sviluppo, dove il problema principale è ancora l'accesso a scuola a titolo gratuito, senza distinzione di genere e senza difficoltà logistiche) e dalla Dott.ssa Gianotti ( che parla della sua personale esperienza scolastica in Italia ed è da ispirazione circa l'importanza della mutidisciplinarietà e dei modelli di riferimento ).
https://www.weforum.org/events/world-economic-forum-annual-meeting-2018/sessions/creating-a-shared-future-through-education
Infine, lascio (sempre a titolo aggiuntivo e non prettamente collegato al tema tecnologie, ma più verosimilmente al tema della digitalizzazione) un link di un intervento del ricercatore Gert Biesta, che presenta una prospettiva critica rispetto all'educazione attuale e la scuola del futuro. Dal minuto 15, Biesta parla di online Learning e (facendo riferimento anche all'attivismo del XX secolo, che si scontrava con la didattica "enciclopedica") lo definisce come un modello consumistico, che manca dell'incontro con il reale, con la realtà ( con altre persone, quindi con la diversità), correndo il rischio di essere "egologica". Compito dell'educatore/insegnante sarà quindi, oggi più che mai, quello di aiutare l'alunno ad essere nel mondo in maniera adulta. Quindi essere nel mondo, senza essere al centro del mondo (Meireieu, 2008), attivando abilità di decentramento che, a differenza di quanto si possa pensare, sono già attive dai primissimi anni di vita.
https://www.youtube.com/watch?v=QMqFcVoXnTI
il novecento è stato definito il secolo die media, perché ha visto la nascita e la diffusione dei mezzi tecnologici usati per la trasmissione delle informazioni e per la comunicazione. nella seconda metà del novecento le nuove tecnologie favoriscono e supportano la programmazione didattica, successivamente nel corso del tempo entrano anche a far parte dell'azione didattica.
ritengo sia fondamentale che l'azione didattica venga modificata grazie all'evento di queste nuove tecnologie in quanto deve rispondere in modo più efficace possibile alle richieste dei nuovi nativi digitali e allo stesso tempo deve istruirli nel corretto uso nei confronti di questi media. in modo tale che i ragazzi non usino passivamente questi strumenti ma che ci sia un utilizzo consapevole.